Impressioni e ricordi della vita - Diario di guerra e lettere dal fronte di Attilio Bertelli
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Nelle sue pagine, in principio piene di baldanza e di ironia, in seguito intrise di dolore e di commozione nel racconto della tragicità della guerra, si rivivono le persone, i luoghi, le emozioni.
Si tratta di un diario destinato ad essere consegnato ai genitori in caso di morte, ma in quel contesto, che con il passare delle pagine si fa sempre più tragico, il “vorrò” apre una grande speranza per il futuro: una speranza di felicità famigliare, una speranza di prosperità per il proprio Paese, una speranza di pace.
Una pace, purtroppo, costruita con le armi e contro un altro popolo.
Una prospettiva fortunatamente molto diversa da quella dell’Europa di oggi, unita e senza frontiere, in una parte di mondo che non considera più la guerra come strumento di conquista e sopraffazione.
Il volume include anche lettere dal fronte scritte nel corso della guerra ed inviate ad amici e famigliari.
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Impressioni e ricordi della vita - Diario di guerra e lettere dal fronte di Attilio Bertelli - Andrea Bertelli
Andrea Bertelli
Impressioni e ricordi della vita - Diario di guerra e lettere dal fronte di Attilio Bertelli
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Ringraziamenti
Ringrazio il Ministero della Difesa - Direzione Generale per il Personale Militare – 5° Reparto – 11 a Divisione Documentazione Esercito per aver fornito la copia dello Stato di Servizio dell’Ufficiale Bertelli Attilio, dalla quale sono state ricavate molte delle informazioni contenute nella biografia.
Ringrazio inoltre mia moglie Maria Eugenia, che mi ha sempre sostenuto in questo progetto, per il prezioso lavoro di verifica dei contenuti e di revisione del testo.
Andrea Bertelli
Introduzione
Prefazione
Vorrò
: inizia così il diario di Attilio Bertelli - nonno paterno di chi scrive - redatto su due libretti durante i tragici eventi della Prima Guerra Mondiale, sul Carso, nel periodo fra il 23 maggio e il 28 agosto 1915.
Nelle sue pagine, in principio piene di baldanza e di ironia, in seguito intrise di dolore e di commozione nel racconto della tragicità della guerra, si rivivono le persone, i luoghi, le emozioni.
Si tratta di un diario destinato ad essere consegnato ai genitori in caso di morte, ma in quel contesto, che con il passare delle pagine si fa sempre più tragico, il vorrò
apre una grande speranza per il futuro: una speranza di felicità famigliare, una speranza di prosperità per il proprio Paese, una speranza di pace.
Una pace, purtroppo, costruita con le armi e contro un altro popolo.
Una prospettiva fortunatamente molto diversa da quella dell’Europa di oggi, unita e senza frontiere, in una parte di mondo che non considera più la guerra come strumento di conquista e sopraffazione.
Nel centenario dell'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale, non posso quindi che dedicare quest’opera di trascrizione, oltre che alla memoria di mio papà Renato, che ha cercato di trasmettermi i nobili valori della famiglia in cui è vissuto, ai miei figli Alessandro, Giacomo e Giovanni, con la speranza che il diario del bisnonno Bertelli sia utile per ricordare e conoscere lo spirito dei nostri avi, per riflettere sul passato, per comprendere la crudeltà e la follia della guerra, ma soprattutto per dare loro la fiducia in un futuro di pace e di serenità costruito sulle solide fondamenta dei sacrifici di chi li ha preceduti.
Andrea Bertelli
Biografia di Attilio Bertelli
Attilio Secondo Annibale Bertelli nacque il 10 maggio 1893 a Costigliole d’Asti, ultimo di sette fratelli: Laura, Emilia, Clotilde, Romana, Arturo, Piero e - appunto - Attilio. Rimase orfano di padre nel 1906.
Frequentò le scuole tecniche ed il corso d’Istituto Commerciale ad Asti, dove nel 1908 fu tra i primi ad iscriversi nella neonata Società Sportiva Fulgor
, fondata da don Luigi Berzano e spesso ricordata da Attilio nella corrispondenza dal fronte.
Alla scuola morale di don Berzano apprese la passione per l’organizzare e in quello spirito nel 1911 istituì a Costigliole la prima Banda musicale del paese, con oltre 60 iscritti.
Attilio ad Asti con la divisa della Fulgor
Venne chiamato alle armi l’8 settembre 1913 e inquadrato nel 1° Reggimento Artiglieria da Montagna il 24 settembre 1913, presso la caserma Lamarmora a Torino.
Con alcuni commilitoni alla caserma Lamarmora
di Torino
Chiese di prendere parte - volontariamente - alla spedizione con la Commissione Internazionale per la delimitazione dei confini tra l’Albania (che aveva ottenuto l’indipendenza nel 1913) e il Montenegro; quindi il 4 aprile 1914 fu inquadrato nel 24° Reggimento fanteria e imbarcato al porto di Bari per partire alla volta di Scutari (Albania) e partecipare alla missione.
Al suo rientro, raccontò ai famigliari di essersi distinto nel guado del fiume Drin ottenendo l’encomio del Generale Marafini (capo della spedizione italiana) perché, quale capo colonna, aveva guidato il gruppo di soldati che minacciava di essere travolto dalla corrente.
Il 26 agosto 1914 Attilio tornò in Italia sbarcando a Bari e rientrando al 1° Reggimento Artiglieria da Montagna, dove assunse il grado di Caporale il 31 gennaio 1915 e di Sergente il 20 agosto 1915.
Nel frattempo, il 24 maggio 1915 era scoppiata la guerra e il Reggimento, che faceva parte della II Armata al comando del Generale Frugoni, fu schierato sin dal primo giorno nella valle dell’Isonzo, nei pressi di Caporetto.
Attilio Bertelli prese dunque parte quale artigliere alle prime cinque Battaglie dell’Isonzo
, al comando di un pezzo posto a poche decine di metri dalle linee nemiche.
Il 22 marzo 1916 fu quindi nominato Aspirante Ufficiale di Complemento e il 20 giugno successivo assunse il grado di Sottotenente di complemento assegnato quale Comandante di Batteria al 1° Reggimento Artiglieria da Montagna, operativo sul fronte trentino nella zona del monte Pasubio, ove era in atto la controffensiva austriaca finalizzata a circondare le truppe italiane impegnate sull'Isonzo.
Sul treno in trasferimento verso il Pasubio
Il 28 luglio 1916 Attilio Bertelli fu autorizzato a fregiarsi del Distintivo speciale per i militari che sopportano le fatiche dell’attuale guerra
e successivamente fu proposto per sei volte a ricompense al valor militare, tra le quali la Gran Croce Inglese d’Oro
quale ufficiale che maggiormente si distinse durante le azioni sul Pasubio - Vallarsa - Val Posina dall’11 al 22 ottobre 1916.
Recita la proposta per la Gran Croce: Esempio magnifico di virtù militare, in ogni circostanza dimostrò calma, coraggio, sprezzo del pericolo e spirito di abnegazione
.
Fu il primo ufficiale d’artiglieria che entrò nelle trincee nemiche a Ora ove con due suoi soldati catturò un cannone dell’artiglieria avversaria.
Venne promosso Tenente d’Artiglieria il 29 aprile 1917.
Il 27 marzo 1918 lasciò il fronte settentrionale per essere trasferito sul fronte macedone.
Fu quindi imbarcato a Taranto il 29 marzo e giunse in Macedonia il 30.
In quella zona di guerra, l’esercito italiano combatteva sin dal 1915 a fianco delle potenze dell’Intesa contro gli eserciti Austro-ungarico e Bulgaro, che avevano invaso la Serbia.
Il 23 aprile 1918 il Tenente Bertelli fu ferito e ricoverato in un ospedale militare in terra macedone. Rientrò quindi in Italia il 9 settembre per essere collocato in licenza e successivamente posto, il 18 settembre, in attesa