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Briganti a Baia Latina: Il brigantaggio nell'Alto casertano e l’incendio del Palazzo Scotti in Baia Latina
Briganti a Baia Latina: Il brigantaggio nell'Alto casertano e l’incendio del Palazzo Scotti in Baia Latina
Briganti a Baia Latina: Il brigantaggio nell'Alto casertano e l’incendio del Palazzo Scotti in Baia Latina
E-book41 pagine26 minuti

Briganti a Baia Latina: Il brigantaggio nell'Alto casertano e l’incendio del Palazzo Scotti in Baia Latina

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Info su questo ebook

   Il termine brigante descrive un soggetto dedito ad attività illegali, vale a dire a comportamenti illeciti. Esso, come termine, non è ancora molto chiaro anche se numerosi studiosi sostengono che il brigante è un soggetto che opera all'interno di una brigata, vale a dire in un gruppo. Il fenomeno è antico; già nella vecchia Roma, nel 185 a.C., il brigantaggio si manifestò, infatti, come rivolta sociale dei pastori tarantini, costituendo delle bande insurrezionali.
LinguaItaliano
Data di uscita13 feb 2023
ISBN9791222066127
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    Anteprima del libro

    Briganti a Baia Latina - pietro boccia

    Pietro Boccia

    BRIGANTI A BAIA LATINA

    Il brigantaggio nell'Alto casertano e l’incendio del Palazzo Scotti in Baia-Latina

    UUID: 2e3586bc-ed7e-4cbf-b903-84e813ce44bd

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Indice dei contenuti

    PRESENTAZIONE

    NOTA INTRODUTTIVA

    IL BRIGANTAGGIO NELLA STORIA

    IL BRIGANTAGGIO COME LOTTA POLITICA NELL'ITALIA MERIDIONALE

    IL BRIGANTAGGIO NELL'ALTO CASERTANO

    LE BANDE BRIGANTESCHE NELL'ALTO CASERTANO

    LA SCORRIBANDA BRIGANTESCA NEL COMUNE DI BAIA-LATINA

    LA LEGGE PICA, IL PROCESSO E LA CONDANNA DI ALCUNI BRIGANTI

    L'INCENDIO DEL PALAZZO DEL SINDACO ANTONIO SCOTTI IN BAIA-LATINA

    IL GENERALE ARCANGELO SCOTTI

    IL GENERALE ARCANGELO SCOTTI DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE

    L'INSIPIENZA DEL CAPO DI STATO MAGGIORE CADORNA E L'AMAREZZA DEL GENERALE SCOTTI

    BIO BIBLIOGRAFIA

    PRESENTAZIONE

    L’Unità d’Italia si realizza per la perspicacia e lucidità politica di due protagonisti, Cavour e Garibaldi. L’uscita di scena di ambedue, il primo per la prematura morte e il secondo per aver abbandonato lo scranno parlamentare per l’ottusità politica della destra storica, prigioniera della borghesia capitalistica e interessata soltanto a sanare l’economia e non ad affrontare anche i problemi sociali, fa emergere fortemente la questione meridionale, rappresentata dai contadini poveri, sfruttati dal latifondismo, e dal brigantaggio.

    Camillo Benso conte di Cavour, per giungere all’Unità d’Italia e affermare le idee del Risorgimento pensa e organizza un decennio di preparazione, periodo che va dalla fine della Prima guerra di indipendenza al 1859 (Seconda Guerra d’Indipendenza). Egli con la sua attività politica ha consolidato economicamente e finanziariamente il Piemonte (riforma doganale, trattati commerciali con la Francia, l’Inghilterra e il Belgio, costruzioni di strade e ferrovie, ammodernamento dell’agricoltura e dell’industria, aumento del bilancio finanziario dello Stato), diventando, in tal modo, il vero artefice dell’unità d’Italia. Cavour ritiene, poi, che le insurrezioni democratiche siano ormai superate e s’impegna in politica estera a instaurare alleanze con alcune potenze europee, per sconfiggere l’Austria, che, direttamente e indirettamente, predomina su quasi tutto il territorio italiano.

    Il Piemonte diventa, così, protagonista di un progressivo sviluppo economico e punto di riferimento per il Risorgimento italiano. Approfitta, così, delle tensioni, sorte per la questione d’Oriente, e inserisce il Piemonte nel gioco della politica europea con la partecipazione (un contingente di 15.000 bersaglieri, guidati da Alfonso Lamarmora) alla Guerra

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