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L’omino dei gelati
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L’omino dei gelati
E-book139 pagine1 ora

L’omino dei gelati

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Info su questo ebook

A volte entrando in un negozio, in un bar, semplicemente anche passeggiando per strada, le persone hanno dei punti di contatto, spesso impercettibili, perché la mente pensa ..alla casa, al lavoro, alle bollette. Ad una vita che ormai corre più veloce di noi.

In questo libro ci sono dei punti d’incontro, in un luogo gioioso e colorato, come quello della gelateria; un luogo dove tutti, più o meno, torniamo bambini o rimaniamo se non altro noi stessi.

Al di là del banco le persone, al di qua io e, sullo sfondo, lui, il re d’Italia e del Mondo: il Gelato.

Vi racconterò della sua storia, della sua bontà; parlerò di voi, attraverso la psicologia nella scelta dei gusti, dei vostri “comportamenti”. Rivelerò anche attimi di pensieri spontanei, di libertà interiore, da parte di una persona comune, un semplice lavoratore, “l’omino dei gelati”, innamorato del proprio mestiere e di tante altre cose, in una giostra di colori, la gelateria, dove il tempo s’è fermato e dove è ancora possibile sognare.
LinguaItaliano
Data di uscita22 lug 2013
ISBN9788891116697
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    Anteprima del libro

    L’omino dei gelati - Davide Trifelli

    Trifelli.

    Sono quindici anni

    Sono quindici anni che vivo nel mondo dei gelati, tra colori, sapori, persone. Come tutti i lavori ci sono i pro e i contro. Qui mi limiterò a descrivere i pro, se non altro perché da bambino tifavo per la squadra della Pro Cisterna¹ ..

    Un po’ di tempo fa, rimasi molto colpito nel leggere un episodio del libro Io non ho paura di Niccolò Ammaniti, romanzo che racconta il rapimento di un bambino. Il bimbo Mentre si trovava segregato in una buca profonda nel terreno, si sforzava di pensare alle cose belle, per affrontare la paura. Indovinate un po’ dove si posò la sua immaginazione? Sul gelato naturalmente! Fu musica per le mie orecchie..

    La stessa cosa che accadde più o meno a mio nonno.

    Prima di lasciare questo Mondo, mi raccontò degli aneddoti della sua vita. Tra i tanti, uno in particolare, quello che lo vide insieme ad altri suoi connazionali, prigioniero in un campo di concentramento tedesco². Matricola numero 2234. Mi parlava della sua lontananza da casa, dei suoi pensieri, delle sue paure in quei momenti di solitudine e di abbandono. La notte tuttavia, tutte le notti, sognava il padre, che lo prendeva per mano e lo accompagnava daglio Cane arrajato..³ a prendere un gelato. Un dolce ricordo ed un inno a tirare avanti, nell’ora dell’oscurità.

    Tutti dinanzi a un gelato diventiamo bambini.

    Quando una persona, anche la più snob, entra in gelateria e si pone davanti alla vetrina, cambia espressione, il viso gli si addolcisce. Subito dopo è probabile che dimentichi tutto e torni come prima, tuttavia c’è quel momento magico..

    Adesso ponetevi una domanda: perché il gelato piace così tanto? Tutti lo sanno, anche un bambino di due anni lo sa. Piace, in primis, per la sua freschezza. In secondo luogo perché, nella maggior parte dei casi, ha un buon sapore e, non ultimo, ci fa pensare sempre all’estate, in qualsiasi stagione dell’anno.

    Profumi e sapori, sapori e profumi e colori e ricordi e serate insieme a chiacchierare, magari vicino al mare, passeggiando; due ragazzi, moglie e marito, famiglie intere, dinanzi alla televisione in una serata da mondiale di calcio. Un cucchiaino affonda nel gusto e le pupille gustative ci invitano a sognare, notti e giorni di liberazione.

    Il cono è gustoso e spesso risulta croccante, con la doppia panna poi, uh! che delizia. È il prediletto prevalentemente da chi, nella vita, vuole godersi più cose: il gelato, la fragranza della cialda, il sapore degli zuccheri..

    La coppetta è graziosa, colorata, traboccante. Dal suo calice scorga il nettare della prelibatezza, cremoso e freddo: il gelato. Cosa c’è di meglio una bella coppa di gelato, magari alla frutta?

    Quando si sceglie il gelato nella coppetta, molti si sentono appagati; quel senso di abbondanza visiva, di maggior quantità, forse ci riconduce a ricordi inconsci dell’opulenza del latte materno.

    Quando invece si opta nel comprare una vaschetta, inconsciamente soddisfiamo un piccolo bisogno egoistico: quello di portare con sé una parte della gelateria. Riflettete sulla funzione sociale di questo acquisto: condividere qualcosa con altre persone, degustare insieme momenti di felicità.

    La cosa più gratificante del mio lavoro è osservare lo sguardo dei bambini. Per alcuni di loro, io rappresento il mago e osservare i loro sguardi meravigliati mi riempie sempre di gioia.

    E’ bellissimo poi vederli crescere.

    Mi capita spesso di vedere famiglie con adolescenti e poi vedere gli stessi con le loro comitive, con le loro fidanzatine. Non so come spiegarlo ma, è come se, attraverso il gelato e la gelateria, osservassi il cambiamento delle persone, degli eventi.

    Io credo che molte persone vedano uno snodo nella gelateria, un punto di incontro delle diverse fasi della loro vita: quella dell’infanzia, quella adolescenza e quella adulta.

    Io osservo, rispondo alle domande di tutti i clienti che, in realtà, non vedo semplicemente come tali ma persone, con i loro sogni, le loro passioni e le loro illusioni.

    Vi potrei raccontare miliardi di aneddoti curiosi da parte di chi, come me, lavora dietro un bancone; storie che potrebbero incuriosire, a volte stuzzicarvi, altre commuovervi.

    Qualcosa vi racconterò? Vedremo!

    Voglio intanto salutare la signora Maria, che tutte le sere viene a mangiare il gelato e con la quale scambio sempre una battuta; mi far star bene. Ringrazio quel cliente che tutti i giorni, con lo sguardo stanco, viene a comprare la sua coppetta. Antonio, che acquista una vaschetta, con la panna al caffè e quella classica e passa la notte in ospedale. Voglio ringraziare Gaia, una bambina che chiede sempre di me e che vuole sempre salutarmi prima di andar via.

    Vi ringrazio di cuore, non solo per la vostra fedeltà ma, sarà banale, perché mi fate sentire più vivo in questo Mondo.

    Osservo, catturo gli sguardi, analizzo le persone in maniera naturale e istintiva. Probabilmente i colori della gelateria (che fanno pensare al mare, al verde dei prati, alle vallate innevate..) rilassano la mente ed risaltano il comportamento delle persone.

    Siamo uomini o caporali, diceva qualcuno⁴ ?

    Io dico che siamo uomini e che, alcuni di noi, sono caporali, altri imbianchini, altri oratori.. A prescindere da quello che noi facciamo, o meglio, dal nostro ruolo nella sfera sociale a cui apparteniamo, esiste un indizio ben preciso per sapere chi siamo veramente.

    Il barometro di misurazione più indicativo, per conoscere la nostra personalità, è rappresentato a mio avviso dalla scelta dei gusti. Essi, nella maggior parte dei casi, sono soggettivi. Tante persone con gli stessi gusti, rappresentano un gruppo di soggetti a cui piace più o meno la stessa cosa. Basterà analizzare bene i gusti, conoscerli, identificare chi li sceglie e il gioco è fatto. Capirete a quel punto a quale categoria di persone appartenete (con sentenza definitiva passata in giudicato).

    Mentre vi scrivo sto ascoltando Behind Blue Eyes dei Who. Qualcuno di voi la conosce?

    "Dietro gli occhi azzurri, nessuno sa come ci si sente ..

    Nessuno sa come ci si sente ad essere odiato e accusato,

    ma i miei sogni non sono così vuoti"..

    Quanto è bella questa canzone? Ha un tocco di chitarra delizioso che ti conduce in posti lontani.

    Che c’entra questo con il gelato?

    Probabilmente niente o forse si..

    La voce del gelato: tipologia di clienti in gelateria

    Ci sono diversi tipi di clienti, che potrebbero essere classificati in diverse categorie, in base a differenti punti di vista, figli della mia immaginazione.

    Ci sono innanzitutto gli indecisi e i decisi.

    Ora, qui bisognerebbe capire bene se si tratta di una indecisione sociale, (stile Paolo Villaggio nel film Super Fantozzi) oppure se l’indecisione è più nella ricerca della perfezione..

    Non me ne vogliano gli uomini ma alla prima categoria appartengono alcuni di noi.

    Tra questi tipi di indecisi, troviamo quelli che nella vita in generale, non sanno prendere le decisioni. I più fortunati di loro, probabilmente, troveranno una moglie che li vestirà, che sceglierà le vacanze, per non parlare di altre cose..

    A questo punto verrebbe da chiedersi il perché di tanta insicurezza, ma questa è un’altra storia ..

    Le donne, invece, quelle insicure appartenenti alla seconda categoria, spesso fanno diventare pazzi i loro uomini, ma non di felicità.. Credo che difficilmente troveranno compagni che le accompagnerebbero a fare shopping; sono quelle che entrano in un negozio di abbigliamento, trovano tra mille capi quello che piace a loro, ma nonostante tutto, si rituffano nell’avventura di trovare qualcosa di diverso, di unico.

    Chissà forse io da uomo la vedo così, o forse in fondo in fondo, nel non accontentarsi facilmente, alla lunga trovano la loro massima soddisfazione.

    E di sobbalzo mi vengono in mente due frasi: chi si accontenta gode, che non ho mai capito da

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