I vampiri di Versailles

Di Francesca Angelinelli

Francia. Siamo alle porte della Rivoluzione e per le vie di Parigi serpeggia il malcontento. L'arrivo di un misterioso ospite alla corte della Regina vampira Maria Antonietta e l'apparizione di una feroce creatura che aggredisce giovani donne, alimentano l'odio della popolazione nei confronti dei vampiri e dei nobili. Simon e Robert capiscono che qualcuno sta fomentando la rivolta, ma non sanno chi. Forse la Regina? O forse qualcun altro?

In un crescendo di dubbi e timori, riusciranno a mantenere la loro lealtà nei confronti della Corona e proteggere gli umani dai vampiri?

• Lingua: Italiano
• Editore: Youcanprint
• Data di uscita: 1 ago 2015
• ISBN: 9788891189912

Anteprima del libro

ISBN: 9788891189912

01

Simòne fece cadere i guanti nelle mani della governante e sollevò il viso verso la sommità della grande scala principale. Si morsicò le labbra nell’udire il suono del pianoforte e si lasciò alle spalle i domestici perplessi dal suo evidente stato di agitazione. Raggiunse con rapide falcate la stanza dalla quale proveniva la musica e aprì la porta. Rimase tuttavia a osservare l’uomo che, con indosso solo una camicia leggera e un paio di pantaloni da ufficiale, era chino sullo strumento e a occhi chiusi suonava senza seguire alcuno spartito.

«Robert» chiamò a bassa voce.

Suo marito attaccò l’ultimo movimento, senza sollevare le palpebre. Era immerso in una quasi completa oscurità. Le tende erano tutte tirate, solo poche candele e le fiamme del camino allungavano le ombre nella stanza. Simòne osservò le sue dita affusolare accarezzare i tasti e risalì con lo sguardo la linea delle braccia, fino ad arrivare alle spalle larghe sulle quali ricadeva la cascata dei riccioli scuri dei suoi capelli. E nonostante l’ansia ancora le stringesse il cuore, non riuscì a trattenere un sorriso amorevole di fronte al volto sereno di Robert nell’attimo in cui raddrizzava la schiena e sollevava le mani dai tasti del pianoforte. Attese fino a che non lo vide prendere un profondo respiro e aprire gli occhi per spostare lo sguardo verso di lei, poi si chiuse la porta alle spalle e avanzò nella sala per raggiungerlo.

«Simòne».

La voce calda di Robert la fece sussultare, in essa aveva avvertito un tremito, come una punta d’angoscia. Era probabile che anche alla residenza de Voudrel fosse arrivato il fragore della folla che si agitava per le strade di Parigi.

«Che cosa succede?» domandò l’uomo, prendendole una mano.

Simòne si sedette accanto a lui sullo sgabello. «Hanno trovato un’altra ragazza morta, assassinata a poca distanza dai giardini de Le Tuilerie».

In un attimo i loro sguardi si incontrarono, mille pensieri affollarono le loro menti e sui loro volti rughe d’espressione diedero forma a tutti i moti delle loro anime. Non c’era bisogno di aggiungere altro: già tre cadaveri di giovani donne erano stati rinvenuti nelle nebbie mattutine che dalla Senna risalivano le strade di Parigi, tutti orrendamente squartati come se ad accanirsi sulle povere vittime fosse stata una belva assetata di sangue e tutti troppo vicini – "decisamente troppo vicini", pensò Simòne – a un’area della città frequentata da nobili.

«Robespierre sta animando la folla. Ho sentito che spronava i cittadini a portare la protesta sotto le finestre del Palais Royale» disse.

Robert serrò le labbra e si alzò di scatto. «Le guardie del duca d’Orleans non esiteranno a sparare. Sarà un massacro inutile».

«Lo so» ammise la donna. «Ma ha convinto tutti che, da quando