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Il settimo marchio - Seconda parte
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E-book208 pagine2 ore

Il settimo marchio - Seconda parte

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Info su questo ebook

Se scoprissi qualcosa di terribile su di te, cercheresti delle risposte o avresti troppa paura di quello che potresti trovare?

Come la maggior parte degli adolescenti, Rouge sta cercando di scoprire chi è e cosa vuole diventare. Conosce poco del suo passato, ha molte domande, ma non ha mai cercato delle risposte. Tutto cambia quando incontra una famiglia insolitamente affascinante. I fratelli Grace e Michael nascondono segreti che sembrano in qualche modo collegati a Rouge. Il suo presentimento verrà confermato da un terribile incidente durante una festa in spiaggia. Rouge potrebbe essere l’unica in grado di trovare la risposta.

Un antico diario, una collana Siorghra e un marchio speciale obbligheranno una ragazza impreparata a lottare per la sua vita e per quella degli altri a prendere decisioni che sconvolgeranno la sua esistenza.

Tutti i segreti hanno un prezzo e la determinazione di Rouge a scoprire la verità può solo portare guai… o qualcosa di molto più sinistro.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita16 ago 2016
ISBN9781507147788
Il settimo marchio - Seconda parte
Autore

W.J. May

About W.J. May Welcome to USA TODAY BESTSELLING author W.J. May's Page! SIGN UP for W.J. May's Newsletter to find out about new releases, updates, cover reveals and even freebies! http://eepurl.com/97aYf   Website: http://www.wjmaybooks.com Facebook:  http://www.facebook.com/pages/Author-WJ-May-FAN-PAGE/141170442608149?ref=hl *Please feel free to connect with me and share your comments. I love connecting with my readers.* W.J. May grew up in the fruit belt of Ontario. Crazy-happy childhood, she always has had a vivid imagination and loads of energy. After her father passed away in 2008, from a six-year battle with cancer (which she still believes he won the fight against), she began to write again. A passion she'd loved for years, but realized life was too short to keep putting it off. She is a writer of Young Adult, Fantasy Fiction and where ever else her little muses take her.

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    Anteprima del libro

    Il settimo marchio - Seconda parte - W.J. May

    A chiunque ami leggere,

    grazie per dare vita alle parole.

    Capitolo 1

    ––––––––

    Caleb tamburellava con il pollice sull’altra mano, impaziente. Un’espressione torva gli attraversò il viso mentre sedeva dietro la nuova scrivania antica. Cosa c’è di così importante da farti tornare a casa mia, Rouge?

    Avvicinandomi al camino, cercai di ricordarmi di respirare. Era minaccioso, ma anche terribilmente spaventoso come un’immortale macchina della morte. Devono sapere che Damon è un grollic. Come possono non saperlo? Deglutii, non più sicura di me di come lo ero pochi istanti prima. Sie-siete riusciti a scoprire qualcosa su D-Damon?

    Molto poco, a dire il vero. rispose Sarah. È come se non fosse nessuno, ma sappiamo che c’è sotto qualcosa. Ha diciassette anni, è nato qui, vive qui, ma niente di preoccupante per noi.

    Grace era in piedi sulla soglia. Aveva fatto un cenno con il capo quando era entrata in soggiorno, ma aveva evitato ogni contatto visivo con me. Fece un passo avanti, abbassando le braccia. Non ci sono prove. È solo... Damon.

    Fagli vedere. Una voce dentro di me parlava, forte e determinata. Appoggiai il vecchio diario con la copertina in pelle davanti a Caleb, incrociando il suo sguardo, sfidandolo. Da dove era spuntato quel nuovo coraggio?

    Lo prese, si accigliò guardando la copertina e poi lo aprì. Mi schiarii la voce. Damon è un grollic. Era lui, sulla spiaggia. Ha il tatuaggio della bestia sulla clavicola destra. Mi voltai verso Grace. L’ho visto quel giorno in cortile. Mi sono resa conto solo stamattina di cosa fosse. Ieri sera ho letto qualcosa al riguardo nel libro e stamattina me ne sono ricordata.

    Che marchio? Non usano tatuaggi per etichettarsi. Caleb sbatté il diario sulla scrivania con un sonoro colpo. Dove l’hai preso?

    La vera accusa era: ‘Dove l’hai rubato?’. L’ho trovato nella libreria in cui lavoro. Me l’ha dato il mio capo. Cercai di deglutire, ma la mia bocca si era improvvisamente asciugata.

    Sfiorò la copertina e la rilegatura. Questo libro sembra essere stato scritto centinaia di anni fa. È stato scritto in una qualche lingua antica. Fece scorrere le pagine. Non l’ho mai visto prima e non ne ho mai sentito parlare. La Congrega non ne sa nulla.

    Che fortuna. Per la maggior parte è incomprensibile. mormorai, giocherellando con lo Siorghra. Ho letto le parti che riuscivo a capire. Dove mostra l’anatomia dei grollic, parla di come si trasformano e delle teorie su come ucciderli. Il libro è vecchio, ma forse qualcosa può tornarvi utile. C’è la storia di una ragazza con un mantello bianco. Penso che fosse un angelo.

    Caleb sussultò e mi fissò, con gli occhi blu e le pupille minuscole. Sarah e Michael corsero alle sue spalle e si chinarono sulla scrivania. Caleb scosse la testa leggermente e tornò a concentrarsi sul libro. Lo teneva a distanza, così che anche Michael e Sarah potessero leggerlo.

    Grace si avvicinò in fretta e sembrò sul punto di abbracciarmi, ma si trattenne. Non hai idea di quanto mi sei mancata. mi sussurrò con voce rotta.

    Anche tu. Allora perché non sei venuta da me? Feci una pausa, arrabbiata per il pensiero che mi si stava formando in testa. Perché non ho provato a scrivere un messaggio o una mail e non sono venuta qui prima?

    Oh, Grace. Metti da parte quei banali sentimentalismi femminili. Non è il momento. Rouge avrebbe dovuto mostrarci questo libro nel momento esatto in cui l’ha avuto tra le mani. Caleb si rivolse verso di me. Da quanto ce l’hai? Scosse la testa. Non ha importanza. Quello che voglio sapere è quando hai imparato questa lingua.

    Cosa? Sentii un macigno sullo stomaco. Non è così. Ho letto solo la parte in inglese. Dovevo mostrargliela? Il libro non era così lungo. Potevano trovare quella parte senza problemi.

    Michael mi fissò, con la bocca lievemente aperta. Non c’è nessuna parte in inglese nel libro.

    Erano degli immortali sovrannaturali e non riuscivano a distinguere tra l’inglese e una lingua straniera? La parte centrale sì. È come la storia di Cappuccetto Rosso. La parte con i diagrammi e i disegni è quella che mi ha aiutato a collegare i puntini. È lì che ho trovato il tatuaggio di Damon o il marchio o come volete chiamarlo.

    Non capisco. disse Caleb lentamente. Mostrami la parte che sai leggere.

    Era ridicolo. Ero lì a cercare di aiutarli e loro mi parlavano come se fossi io la stupida? Con la mascella serrata, mi avvicinai a passi pesanti alla scrivania e presi il libro. Cercando tra le pagine, trovai quello che mi serviva e picchiettai con il dito sul titolo. Ecco, qui. ‘La Storia della Guerra’. È proprio come la fiaba, solo che Cappuccetto Rosso in realtà è una sorta di angelo o una cosa del genere, ha le ali, e il lupo in realtà è una bestia orribile. Guardai i tre che mi fissavano da dietro la scrivania. Sarah aveva la mano posata sul petto, le labbra di Caleb erano strette in una linea sottile e Michael continuava a spostare lo sguardo da me, poi al libro, poi ancora a me.

    Rouge. disse lentamente. Questo non è inglese.

    Cosa? Scossi la testa, alzando gli occhi al soffitto. Non è divertente.

    Non sto scherzando. La sua espressione rimase seria, non c’era un barlume divertito nei suoi occhi e nemmeno un tremolio agli angoli della sua bocca come se stesse cercando di non ridere.

    Guarda questa pagina. Indicai il paragrafo che riguardava l’incontro del grollic e della donna con il mantello bianco. Il libro è vecchio, ma l’autore ha scritto che si pensava si trattasse di una razza delle origini. Sapeva che possono distruggervi. Vedete la lista? Girai la pagina. Qui c’è il diagramma del grollic che indica dove si trova il suo cuore. La didascalia dice che invece di trovarsi sul lato sinistro del corpo, il cuore di un grollic è sulla destra, più in alto rispetto a quello degli animali. Il pezzo tra i disegni dice che quando un grollic si trasforma da umano alla forma di bestia, il cuore si sposta. Immagino che se un umano volesse pugnalare un grollic per ucciderlo, dovrebbe mirare alla destra, e non alla sinistra.

    Nessuno parlò. Nemmeno Caleb. Aveva la bocca spalancata.

    Ma che...? Sentite, non so leggere l’inizio o la fine del libro, ma la parte centrale è in inglese... Perché sembrava così solo a me? Gettai il libro sulla scrivania e mi sfregai gli occhi, con la frustrazione che lasciava il posto alla confusione. Non capisco. Nessuno di voi riesce a leggerlo? Grace girò attorno alla scrivania, ci si sedette sopra e iniziò a sfogliare le pagine. L’espressione sul viso di Michael mi confermò la risposta alla mia domanda.

    Mi si avvicinò e mi prese la mano tra le sue. Si voltò verso Caleb. Cosa ne pensi?

    Sono perplesso, ma intendo scoprire di più. Questa ragazza non è un grollic e non ho mai saputo dell’esistenza del marchio. Potrebbe essere fondamentale per tutti noi. Caleb guardò verso di me, evitando un contatto visivo. La Congrega si riunisce stasera. Con il tuo permesso, vorrei portare con me il diario. Se c’è qualcun altro in grado di decifrare quanto c’è scritto, potrebbe essere di vitale importanza per eliminare tutti gli ibridi. Caleb tamburellò le unghie perfettamente curate sulla scrivania.

    Il libro mi apparteneva. Scossi la testa. Che pensiero strano. Non le serve il mio permesso. Lo prenda. Lo tenga.

    No. È tuo. Caleb lanciò uno sguardo di fuoco a Grace, che sembrava sul punto di dire qualcosa, ma chiuse subito la bocca. Penso che dovresti portare Rouge nel mio studio e mostrarle un po’ della nostra storia. Vedi se c’è qualcos’altro che è in grado di comprendere. Fece schioccare la lingua e si alzò. Avvicinatosi a me, mi scostò il cappuccio e toccò la mia clavicola con le mani gelide, che immediatamente si scaldarono. Nessun marchio, eh? Volevo solo esserne certo. Una risata rauca proruppe dal profondo della sua gola, come se non ci fosse abituato. Sono molto interessato a questo piccolo talento che ha appreso.

    Un ruggito smorzato riempì la stanza. Tutti sobbalzarono e si voltarono verso di me. Alzai le mani in segno di resa. Era il mio stomaco.

    Grace scoppiò a ridere. Saltò giù dalla scrivania. Andiamo a prendere qualcosa da mangiare. Dopo passiamo a casa tua per prenderti qualche vestito. Lanciò uno sguardo a Caleb. Lavoreremo fino a tardi, stasera, quindi sarà meglio che Rouge si fermi qui a dormire.

    Deve rimanere qui. Non è sicuro che rimanga da sola. disse Michael. La accompagno io.

    Grace mi mise un braccio attorno alle spalle e diede un colpetto a Michael. Tu devi andare con Caleb; si aspettano che tu ci sia. Gli Anziani si arrabbieranno se non ci sarai.

    Michael, sul punto di obiettare, sembrò cambiare idea. Va bene.

    C’era una sorta di gerarchia? Dove si collocava Michael? Se Caleb faceva parte dei reali, allora Michael era una sorta di principe?

    Se riuscite a scoprire qualcosa, disse Michael. avvertitemi e tornerò. Ora devo parlare con Rouge. Da solo. Fissò Grace, picchiettandosi il dito sulla tempia.

    Senza aspettare una risposta, mi prese per mano e mi portò nel giardino sul retro. La sensazione della sua mano nella mia mi faceva scorrere piccole scosse elettriche lungo il braccio. Avrebbe anche potuto portarmi nella tana dei grollic e io l’avrei seguito in un lampo.

    La vegetazione era perfettamente curata, sistemata attorno a una piscina e a una dependance. Mi prese tra le braccia prima ancora di chiudere la porta. Mi tenne stretta contro di sé. Mi dispiace così tanto. Ti prego, perdonami.

    Lo baciai. La delusione, la rabbia e la disperazione erano scomparse nel momento in cui aveva preso la mia mano.

    Gemette e la sua mano si posò sul mio collo. Le sue dita tracciarono un percorso sulla mia pelle fino ad arrivare al ciondolo della suo Siorghra. Riuscivo a percepire il suo sorriso mentre mi baciava e improvvisamente tutto divenne più intenso. Mi abbandonai completamente, con le mani tra i suoi capelli, sul suo collo, sul suo viso, sul suo petto. Non ne avevo abbastanza. Volevo di più. Stare lontani era stato più difficile di quanto mi era sembrato.

    Si allontanò, con i suoi meravigliosi occhi blu fissi nei miei. Mi chinai lievemente verso di lui, posando la mia fronte contro la sua.

    Mi dispiace tanto. La sua voce si spezzò. Mi davo la colpa e pensavo di averti messa in pericolo e di averti incasinato la vita. Eri destinata a trovarci. Avrei dovuto saperlo. Mi sei mancata davvero e mi dispiace.

    Feci un passo indietro e scostai una ciocca di capelli dalla sua fronte. Non dispiacerti. Le cose succedono per un motivo. Non avrei mai guardato quel libro, se non fossi rimasta da sola.

    Scrollò le spalle, non completamente convinto.

    Le mie braccia gli circondarono la vita e lo strinsi in un abbraccio. Feci scorrere le mani sulla sua schiena e mi bloccai quando raggiunsi le sue scapole. Ripensai al diario.

    Che succede? disse, tirandosi indietro.

    Avete le ali?

    Ridacchiò. No. Posso fare molte cosa, ma non volare.

    Toccai di nuovo le sue scapole, ricordandomi di quando le avevo viste ad Halloween e le avevo trovate così accentuate. Ma...

    Abbiamo tutti quel pezzetto sporgente, forse è un residuo che non si è mai evoluto nel tempo. Si grattò la testa. Forse le avevo anche prima che... tutto cambiasse. Non me lo ricordo.

    Oh. Battei le palpebre. Aspetta un attimo. Cos’aveva appena detto? Che altre cose sai fare?

    Un sacco di cose fighissime. Sorrise. Sono stato addestrato per combattere. E quando uno non ha paura di morire, spinge i suoi limiti molto più in là. Scopri un sacco di potenzialità del tuo corpo.

    Puoi insegnarmi?

    Michael indietreggiò, con l’aria mortificata. No! Ti ucciderebbe.

    Scuotendo la testa, lo colpii scherzosamente sul braccio. Intendo a combattere. Se frequenterò un po’ di persone che odiano i grollic, sarebbe meglio per me sapere come difendermi o almeno proteggermi.

    Potrebbe essere una buona idea. Abbassandosi, mi afferrò per il braccio e mi sollevò sulla spalla. Sei più leggera di un sacco di patate.

    Mettimi giù. Colpii lievemente la sua schiena. Non intendevo adesso. Devi andare con Caleb e io non voglio creare problemi, visto che mi sono appena guadagnata dei punti con la mia folle capacità di leggere la lingua dei grollic.

    Michael mi posò a terra e sorrise. Ti amo. Picchiettò con il dito sul ciondolo dello Siorghra. Possiedi già il mio cuore.

    Battei le palpebre e mi raddrizzai. Nessuno mi aveva mai detto niente del genere. Non la madre che mi aveva abbandonata da piccola, non il padre che non conoscevo, non i genitori affidatari che avevo avuto negli anni, e nemmeno uno dei ragazzi con cui ero uscita qualche volta. Nemmeno una migliore amica. È possibile sentirsi terrorizzata e in estasi nello stesso momento? Mi morsi il labbro. Se avessi ripetuto le stesse parole, qualcosa dentro di me sarebbe cambiato... per sempre?

    Forse avrei dovuto tenermelo per me. Ridacchiò e mi baciò sul naso. Penso sia meglio che torniamo dentro, se devi mangiare. Sembri un po’ debole. Mi condusse alla porta, passando per la cucina e arrivando infine in soggiorno. Grace, porteresti qualcosa da mangiare per Rouge?

    Mi resi conto che mentre eravamo di fuori non mi ero nemmeno preoccupata di guardarmi intorno. Ero troppo impegnata a concentrarmi su quel corpo mozzafiato stretto al mio. La mia pelle andò in fiamme al solo pensiero.

    Michael mi strinse la mano e poi si fiondò nello studio di Caleb. Lo fissai bramosa per un istante, poi mi voltai verso Grace.

    Scoppiò a ridere. Forse è meglio se ti rifai la coda, i tuoi capelli sono un disastro.

    Con il viso in fiamme, allungai le mani verso i miei capelli e cercai di cacciarmi le ciocche ribelli dietro le orecchie.

    Grace non disse altro, ma le sue risatine continuarono per tutto il tragitto fino a casa di Jim e Sally.

    Entrammo dalla porta d’ingresso.

    È così silenzioso. I tuoi genitori in affido sono fuori? Grace allungò un braccio per bloccarmi. La sua testa scattò di lato. È normale? sussurrò.

    Inspirai velocemente, all’improvviso in paranoia. Forse. Stamattina sono corsa fuori senza avvisarli. Mi guardai attorno. Sembra tutto a posto.

    Aspetta qui vicino alla porta. Vado a dare una veloce occhiata in giro per essere sicura. Grace corse via prima che potessi ribattere.

    Mi appoggiai allo stipite della porta e controllai la strada. Non c’era niente di diverso. Probabilmente Jim e Sally erano usciti. Oltre ad essere impazzito per la presenza di Grace in casa, Jim si era comportato in modo davvero strano l’ultima volta che era venuta. Non volevo che capitasse di nuovo. Quando tornò dalla cucina, dissi: Andiamo di sopra, così posso farmi una doccia veloce e prendermi qualche vestito per domani.

    Prima fammi controllare che di sopra sia tutto a posto. Salì le scale due gradini per volta.

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