Manuale della Rivoluzione Fruttariana Sostenibile: Teoria, pratica e carpotecnia secondo i principi del Progetto 3M
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Info su questo ebook
In realtà, come questo testo dimostra, un’analisi scientifica seria dimostra che il cibo ideale per l’umanità è la frutta, in particolare la mela.
Cavallucci usa l’espressione ‘cibo specie-specifico’, e affronta l’argomento a partire dall’anatomia comparata e, di conseguenza, da ciò che la natura ha previsto (o l’evoluzione ha prodotto) per ogni animale, uomo compreso.
Il Progetto 3M, di cui questo libro è parte, mette insieme tutti gli elemento scientifici, storici, sociali, a quelli strettamente salutistici, elaborando una visione del mondo coerente e un percorso alimentare che avvicini l’individuo alla dieta ideale, che assicuri la migliore salute individuale ed una società sostenibile e giusta nei confronti di tutti gli esseri viventi e senzienti.
Una vera rivoluzione, che ha il suo asse portante nella carpotecnia, ossia nella tecnica di lavorazione del frutto che può determinare la produzione d una pressoché infinita gamma di prodotti culinari di alta qualità. Tutto ciò garantendo un minimo impatto ambientale e un basso costo di produzione.
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Recensioni su Manuale della Rivoluzione Fruttariana Sostenibile
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Anteprima del libro
Manuale della Rivoluzione Fruttariana Sostenibile - Nicolas Cavallucci
Manuale della rivoluzione fruttariana sostenibile
di Nicolas Cavallucci
© 2016 Edizioni Sì
Coedizione digitale (eBook) 2016 a cura di MABED Edizioni Digitali
Adattamento eBook: Mabed
ISBN: 9788898891283
www.edizionisi.com
www.mabed.it
info@mabed.it
Il libro
La ‘scienza dell’alimentazione’ si muove su prospettive ristrette, che di scientifico non hanno praticamente nulla. Idee come siamo fatti di carne e quindi dobbiamo mangiare carne
, la carne è indispensabile per l’apparato muscolare
, l’uomo è onnivoro
sono del tutto campate per aria.
In realtà, come questo testo dimostra, un’analisi scientifica seria dimostra che il cibo ideale per l’umanità è la frutta, in particolare la mela.
Cavallucci usa l’espressione ‘cibo specie-specifico’, e affronta l’argomento a partire dall’anatomia comparata e, di conseguenza, da ciò che la natura ha previsto (o l’evoluzione ha prodotto) per ogni animale, uomo compreso.
Il Progetto 3M, di cui questo libro è parte, mette insieme tutti gli elemento scientifici, storici, sociali, a quelli strettamente salutistici, elaborando una visione del mondo coerente e un percorso alimentare che avvicini l’individuo alla dieta ideale, che assicuri la migliore salute individuale ed una società sostenibile e giusta nei confronti di tutti gli esseri viventi e senzienti.
Una vera rivoluzione, che ha il suo asse portante nella carpotecnia, ossia nella tecnica di lavorazione del frutto che può determinare la produzione d una pressoché infinita gamma di prodotti culinari di alta qualità. Tutto ciò garantendo un minimo impatto ambientale e un basso costo di produzione.
L’Autore
Nicolas Cavallucci (Lugo, 1990). Scrittore, conferenziere, ricercatore indipendente nel campo dell’alimentazione e della sostenibilità ambientale. Fin da giovanissimo ha espresso un deciso rifiuto di qualsiasi forma di autorità e di verità preconfezionata. Questo lo ha portato dapprima a scontrarsi e poi ad allontanarsi definitivamente dagli ambienti scolastici ed accademici tradizionali. Nel 2012 comincia ad approfondire il rapporto fra salute, ambiente e alimentazione, scoprendone le numerose e pesanti ricadute economiche e sociali. Arriva così ad individuare proprio nell’alimentazione umana la radice di tutte le maggiori problematiche mondiali.
Dal 2013 collabora attivamente con un gruppo di studio volto alla ricerca e alla divulgazione di tali tematiche.
Nicolas Cavallucci
Manuale della rivoluzione fruttariana sostenibile
Teoria, pratica e carpotecnia secondo i principi del Progetto 3M
_____________
Disclaimer
Il contenuto del presente libro è da intendersi a puro titolo informativo: esso non sostituisce in alcun modo l’attività del medico, che deve essere sempre consultato prima di qualsiasi scelta alimentare, agendo sotto la sua responsabilità, oltre che quella personale.
L’autore declina ogni responsabilità, diretta o indiretta, relativa ad eventuali scelte compiute conseguentemente alla lettura di questo libro.
Capitolo Primo
ORIGINE UNIVERSALE DELLA SPECIE UMANA
Se vogliamo comprendere l’origine della specie umana, è fondamentale conoscere la materia di cui è costituito l’universo e di cui è formata, quindi, anche la vita stessa: l’idrogeno.
Circa quattro miliardi di anni fa nacque la vita sul nostro pianeta. Batteri vegetali (autotrofi) ed animali (eterotrofi) furono le prime forme di vita. I batteri vegetali prendevano acqua e anidride carbonica e creavano glucosio e ossigeno, come fanno ancora oggi gli alberi fruttiferi (emettendo ossigeno nell’atmosfera e accumulando glucosio e fruttosio nel frutto). I batteri animali, invece, si nutrivano del glucosio, bruciandolo con l’ossigeno, e riemettevano i prodotti di combustione: anidride carbonica e acqua, come fanno ancora oggi i primati che si nutrono di frutta (fruttivori).
Questo ciclo viene definito ciclo H
o ciclo dell’idrogeno
.
La biochimica di base della vita, quindi, è fruttariana sin dalla sua origine. Per oltre 3,5 miliardi di anni carnivorismo
, granivorismo
ed erbivorismo
non sono esistiti: la capacità di un organismo vivente di mangiarne un altro o una sua parte vitale, vegetale o animale (detta fagocitosi
) si è sviluppata solo 0,5 miliardi di anni fa.
Circa 60 milioni di anni fa le piante cominciarono ad appendere
fuori dalla loro struttura vitale, come cibo destinato agli animali, un sacchetto di carboidrati sporgente dai loro rami (le piante di questo tipo sono dette spermatofite angiosperme dicotiledoni a frutto polposo): era nato quello che oggi definiamo frutto
.
Sempre 60 milioni di anni fa nacquero, in coevoluzione con queste piante, i primati che si cibavano di questi frutti, i quali si spostavano tra i rami degli alberi in posizione semieretta. Gli arti divennero prensili, acquisendo la forma del frutto da raccogliere. In questo modo si riproduceva, a livello di organismi complessi (piante ed animali pluricellulari), quella condizione a cui abbiamo accennato poco sopra parlando delle origini della vita, che rappresenta il principio biofisico della minima energia
(la naturale tendenza della vita verso una situazione di minimo sforzo e massima resa). Le piante non dovevano quindi più difendere le proprie parti vitali dagli animali predatori, e agli animali fruttivori bastava allungare un braccio per mangiare.
La differenziazione definitiva della specie umana avvenne però 7 milioni di anni fa per effetto del sollevamento della (Great) Rift Valley nella sua area equatoriale (Kenya) fino a oltre 800 metri di altitudine. Questo provocò la differenziazione del genere vegetale delle Rosacee della specie arborea Malus Communis, ovvero la nascita del melo, l’unica specie arborea tra quelle presenti in grado di resistere alle temperature più fresche.
Gli ominidi scesero quindi gradualmente dagli alberi e svilupparono la postura eretta per nutrirsi dei frutti che pendevano, divenendo bipedi.
La specie umana nacque in perfetta coevoluzione con il melo: per 5,2 milioni di anni visse nella sucitata valle paradisiaca senza traccia di malattie e con una longevità di molto superiore anche agli standard massimi attuali, come confermato dal fenomeno del buco fossile
, ovvero una quasi assenza di resti fossili umani risalenti a quel periodo. Da notare che non esistono neppure resti di oggetti atti ad offendere animali o persone, dato che l’ecosistema in cui eravamo inseriti non era altro che un grande e rigoglioso meleto nella Rift Valley; nessuno era costretto a lavorare o cacciare: per mangiare bastava alzare un braccio e afferrare un frutto. Per 5,2 milioni di anni la specie umana visse perfettamente inserita in tale ecosistema (detto speciespecifico
, cioè specifico per quella determinata specie vivente), fino all’arrivo della prima glaciazione moderna di 1,8 milioni di anni fa, che mutò drasticamente e repentinamente il nostro ecosistema e la nostra alimentazione, innescando una devastante reazione a catena di problematiche, la maggior parte delle quali caratterizza anche l’esistenza mondiale attuale:
sviluppo di malattie ancora oggi esistenti, come confermato dai resti fossili che presentano segni di patologie solo a partire da 1,8 milioni di anni fa;
abbassamento della vita media intorno ai 20 anni;
nascita del lavoro obbligatorio e della suddivisione dei compiti;
aumento demografico continuo ed esponenziale;
inizio della distruzione dell’ecosistema ad opera dell’uomo.
Con l’arrivo delle glaciazioni l’uomo si ritrovò in un ecosistema che, da radura, divenne savana. Non trovando più il suo cibo specifico (la mela), fu costretto a trovare cibi
provvisori: inizialmente altri tipi di frutta, in seguito verdure ed infine semi e carne. L’approvvigionamento di tali cibi
implicava il taglio e la raccolta delle verdure, la faticosa raccolta ed estrazione dei semi e l’estenuante caccia.
Tutto ciò determinò la nascita della schiavitù del lavoro e, come vedremo in seguito nel dettaglio, pose le basi per lo sviluppo insostenibile di oggi, basato sul depauperamento delle risorse e la devastazione ambientale.
Tutti i testi più antichi di tutte le culture dell’umanità concordano sul fatto che all’inizio dell’esistenza umana ci fu un’età dell’oro
in cui l’umanità viveva felice e libera da costrizioni e malattie.
La Bibbia (il testo più diffuso al mondo), ad esempio, narra che Dio creò l’uomo situandolo in un paradiso nel quale viveva da immortale, libero dalla schiavitù del lavoro e dal dolore della malattia.
Sappiamo anche che la parola paradiso
deriva dall’ebraico antico pardes, che significa giardino degli alberi da frutta
. Michelangelo stesso ha raffigurato, nella cappella Sistina, il melo come l’albero della vita e il fico come l’albero della conoscenza del bene e del male, proprio ad indicare come qualsiasi albero da frutto diverso dal melo rappresenti la deviazione originale.
Capitolo Secondo
COMPARAZIONE DELLE ANATOMIE E DELLA FUNZIONALITÀ DEGLI APPARATI DELLE DIVERSE SPECIE ANIMALI
L’anatomia comparata (da anatomè = sezionare) venne fondata come scienza nei primi anni del 1800 e si occupa di comparare gli apparati (digerente, scheletrico, muscolare, nervoso, ecc.) dei diversi organismi, al fine di comprendere le diverse funzioni delle loro strutture biologiche.
L’anatomia comparata dimostra inequivocabilmente che la frutta è il cibo elettivo della specie umana. La struttura anatomica e fisiologica dell’apparato digerente della specie umana è, infatti, quella tipica dei primati antropomorfi fruttivori (gorilla, scimpanzé, orango