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Tutto quello che avresti voluto sapere sulla Juventus e non ti hanno mai raccontato
Tutto quello che avresti voluto sapere sulla Juventus e non ti hanno mai raccontato
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E-book331 pagine4 ore

Tutto quello che avresti voluto sapere sulla Juventus e non ti hanno mai raccontato

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Info su questo ebook

La storia, i campioni, le vittorie e le curiosità del mito bianconero

Quando si parla di passioni come il tifo calcistico ci sono domande scomode che non troviamo il coraggio di fare. I giocatori bianconeri sono stati mai accolti con i pomodori dopo una partita? Con quale sponsor sulle maglie la Juventus ha avuto la miglior percentuale di vittorie? Chi è stato il giocatore bianconero più espulso? Un portiere della Juve ha mai segnato un gol? L’obiettivo di questo libro è quello di dare voce a tutte le domande che nessuno ha mai osato fare e dare finalmente loro una risposta. Potranno essere serie, impertinenti, polemiche, divertenti, gioiose o rancorose, ma tutte saranno accomunate da un identico trattamento: tutte avranno un responso, bello o brutto che sia, positivo o negativo per la storia bianconera. E se alla fine della lettura l’avido tifoso-lettore bianconero sarà rimasto senza più domande, ormai sguarnito di punti interrogativi… ecco che allora il libro avrà raggiunto il suo scopo: soddisfare tutte le curiosità sulla Juve.

Le curiosità bianconere più sorprendenti, per una storia che si arricchisce a ogni nuovo trionfo, a ogni avvio di campionato, a ogni calcio d’inizio

• Quale meteora bianconera segnò una tripletta al Milan?
• A chi si ispirò Pirlo per la sua “maledetta”?
• Chi inventò la zona cesarini?
• Quale allenatore della Juve fece ammonire un suo giocatore?
• Quale è stata la vittoria su sacchi che Lippi non dimenticherà mai?
• Chi fu l’unico allenatore-giocatore della Juve?
• Quale partita costò un taglio dello stipendio ai giocatori della Juve?
• Per quale partita la Juventus venne esclusa dalla schedina?
• In che partita Giampiero Boniperti segnò una tripletta da mezzala?
• Quale bianconero giocò con quasi tutti i numeri, dalla 2 alla 11?
Claudio Moretti
è autore del programma televisivo Sfide dal 2007. Scrive programmi per la televisione da dieci anni. È sposato e ha due figli. Ritiene di aver visto più di 1200 partite della Juve. Con la Newton Compton ha pubblicato sei libri in bianconero: 1001 storie e curiosità sulla grande Juventus che dovresti conoscere, I campioni che hanno fatto grande la Juventus, La Juventus dalla A alla Z, Forse non tutti sanno che la grande Juventus..., 101 partite che hanno fatto grande la Juventus e Tutto quello che avresti voluto sapere sulla Juventus e non ti hanno mai raccontato.
LinguaItaliano
Data di uscita12 ott 2018
ISBN9788822726445
Tutto quello che avresti voluto sapere sulla Juventus e non ti hanno mai raccontato

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    Tutto quello che avresti voluto sapere sulla Juventus e non ti hanno mai raccontato - Claudio Moretti

    609

    Prima edizione ebook: ottobre 2018

    © 2018 Newton Compton editori s.r.l., Roma

    ISBN 978-88-227-2642-1

    www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Librofficina

    Claudio Moretti

    Tutto quello che avresti voluto sapere sulla Juventus e non ti hanno mai raccontato

    La storia, i campioni, le vittorie e le curiosità del mito bianconero

    Indice

    Introduzione

    1. I giocatori

    Tutto quello che avresti voluto sapere su CR7 e non ti hanno mai raccontato.

    Quale meteora bianconera segnò una tripletta al Milan?

    Paolo Montero era così cattivo come si racconta?

    Quale calciatore bianconero fu soprannominato Bello di notte? E di giorno cosa combinò?

    Cos’è il premio Alveare d’argento nella bacheca di Platini?

    Quale scherzo fece Thuram il 10 novembre 2002?

    Che bambola hanno fatto della giocatrice più forte della Juve femminile?

    Quale giocatore della Juve divenne un importante nome dell’arte moderna?

    Chi segnò nella nebbia?

    A chi si ispirò Pirlo per la sua maledetta?

    Chi fu il bomber bianconero ucciso nella prima guerra mondiale?

    Quale giocatore fu eletta per uno scherzo dei tifosi Personalità del secolo?

    A quale giocatore bianconero una sigaretta stava per costare il posto?

    Perché Douglas Costa avrebbe dovuto essere multato nel corso del derby di Torino?

    Chi inventò la zona Cesarini?

    Perché Carlos Tévez è soprannominato l’Apache?

    Con quale frutto amava palleggiare Ibrahimović?

    Quale giocatore bianconero era soprannominato Doble Ancho?

    Chi era Godot?

    Chi sono stati i due campionissimi (rivali) in bianconero?

    Chi fu il primo barone bianconero?

    Chi fu centrocampista prima che venisse coniato il termine centrocampista?

    Quale giocatore bianconero divenne famoso per una calibro 45?

    Chi ricevette uno schiaffo da un compagno di squadra?

    Cosa mise Platini sopra il tozzo di pane con cui lo comprò la Juve?

    2. Gli allenatori

    Perché il tecnico Carlo Carcano, vincitore di quattro scudetti bianconeri di fila negli anni Trenta, fu allontanato?

    Fabio Capello come insegnò a calciare a Ibrahimović?

    Quale allenatore della Juve fece ammonire un suo giocatore?

    Quale allenatore bianconero si ispirava a Giuseppe Verdi?

    Chi spostò in avanti Franco Causio?

    Chi venne preso ad allenare la Juve dopo aver mandato un curriculum?

    Da quale ortaggio fu ferito un allenatore bianconero?

    Quale è stata la vittoria su Sacchi che Lippi non dimenticherà mai?

    C’è stata una volta in cui un allenatore bianconero preferì giocare in dieci contro undici?

    Perché l’allenatore capace di far tornare grande la Juventus di inizio anni Settanta era un raccomandato?

    Chi fu l’unico allenatore-giocatore della Juve?

    Quale allenatore della Juve sapeva tutte le lingue tranne l’italiano?

    Quale fu la nona sinfonia di Fabio Capello?

    3. Le partite

    Dopo quale partita i giocatori bianconeri furono multati di 25 milioni?

    Quale partita costò un taglio dello stipendio ai giocatori della Juve?

    Come finì la prima partita trasmessa in diretta televisiva nella zona di Torino?

    Quale fu la prima partita radiofonica della storia in Italia?

    Con quale partita nacque la rivalità tra Fiorentina e Juventus?

    Come andò il battesimo del nuovo stadio partenopeo tra Juve e Napoli?

    Prima di quale partita la Juve quasi scioperò?

    Per quale partita la Juventus venne esclusa dalla schedina?

    Quale Coppa Italia fu decisa dall’ultimo arrivato?

    In che partita Giampiero Boniperti segnò una tripletta da mezzala?

    4. Le curiosità

    Con quale sponsor sulle maglie la Juve ha avuto la miglior percentuale di vittorie?

    A chi venne l’idea di appuntare una stella a chi avesse vinto dieci scudetti?

    Quante partite hanno giocato le riserve di Dino Zoff in campionato?

    Qual è stato il numero di maglia più alto vestito da un giocatore bianconero?

    Esiste una Juventus femminile?

    Chi introdusse lo status di oriundo nel calcio italiano?

    Quale fu il primo gol alla Del Piero?

    Alla fine dei conti quanti erano questi fratelli Sentimenti che vestirono la casacca bianconera?

    Perché Giampiero Boniperti usciva dallo stadio all’intervallo? Dove andava?

    Cosa c’era scritto nella prima lettera ricevuta da Gian Piero Gasperini dalla dirigenza bianconera?

    Quale giocatore arrivò in Italia insieme alla brillantina?

    Con chi se la prese un cane lupo a bordo campo?

    A chi si ispirò Alex Del Piero per la sua famosa linguaccia?

    Quale figurina della Juve venne usata per un giocatore del Vicenza?

    Qual è stato il gatto più famoso della storia bianconera?

    Perché i giocatori della Juve sono soprannominati Gobbi?

    In quale trattativa l’Avvocato Agnelli inserì le mucche della sua azienda agricola?

    Quale fu il peggior errore di calciomercato mai commesso dalla Juve?

    Come fece la Juve a scippare Boniek alla Roma?

    A quanto ammontava la prima quota associativa per la Juve?

    Cosa rischiò di buttare giù John Charles con un colpo di testa?

    Per cosa John Hansen lasciò la Juve e tornò a Copenaghen?

    Quando la Juve venne messa per la prima volta sotto Processo?

    Come fu scattata la foto della famosa rovesciata di Carlo Parola finita sull’album Panini?

    5. I record

    Chi è stato il giocatore più espulso della Serie A?

    Chi è stato il primo straniero a vestire la maglia della Juve?

    Qual è stato il più bel gol dell’ex mai subito dalla Juve?

    Chi ha vinto più scudetti consecutivi in tutta Europa?

    Quale è stata la vera forza nei numeri della Juve dei record?

    Quale è stata la coppia gol più prolifica in maglia bianconera?

    Quale bianconero giocò con quasi tutti i numeri, dalla 2 alla 11?

    Quale fu l’azione più egoista della storia bianconera?

    Chi ha il record di primo sciopero nel calcio?

    Quali sono stati i colpi di mercato più costosi della storia della Serie A?

    Quante volte è stato espulso Claudio Gentile?

    Quale club, storicamente, ha rifornito con più giocatori la Nazionale italiana?

    Quale fu la prima sostituzione della storia bianconera?

    A Benedetta, Martina e Michele:

    ovvero tutto quello che avrei voluto sapere sull’amore

    e non mi avevano mai raccontato.

    Si ringrazia Fabio Purgatori per la collaborazione nelle ricerche e nella stesura dei testi.

    Introduzione

    Qual è il secondo sport in cui è più forte Cristiano Ronaldo?

    Una volta, quando giocava ancora nel Manchester United, Cristiano Ronaldo stava giocando a ping pong con il compagno di squadra e difensore centrale Rio Ferdinand. Dopo una sfida combattuta Rio vince la partita. Tutti esultano per prendere il giro CR7. E lui che fa?

    Manda subito il cugino a comprare un tavolo da ping pong. Si allena per due settimane di fila e sfida di nuovo Rio Ferdinand. Risultato? Lo batte davanti a tutti i compagni di squadra.

    Sì, proprio così: il ping pong è il secondo sport in cui CR7 è più forte. E odia perdere.

    La Juventus ha mai perso contro la propria squadra Primavera?

    Certo, mercoledì 17 agosto 2005 per 0-1, gol del difensore centrale Pietro Zammuto al 25' del secondo tempo. Zammuto lascerà la Juve nell’estate seguente e continuerà a giocare a calcio barcamenandosi tra Serie

    C

    e Serie

    B

    .

    È stata mai interrotta per un uragano una partita della Juve?

    Certo, il 4 giugno del 1969 l’amichevole tra Barcellona e Juventus, a Chicago nel Soldier Field Stadium viene interrotto all’ottantesimo minuto di gioco per un uragano. Il punteggio era sull’1-0 per gli spagnoli grazie a un gol di Carles Rexach.

    Tutto quello che avresti voluto sapere sulla Juve e non ti hanno mai raccontato è pronto a togliere ogni curiosità all’appassionato bianconero.

    Se la mania, la passione e l’ossessione del tifoso sono fatti di piccoli e minuziosi dettagli, in questo libro anche il fan più attento troverà pane per i propri denti. Un nugolo di storie e curiosità da mordere e divorare.

    1

    I giocatori

    Tutto quello che avresti voluto sapere su CR7 e non ti hanno mai raccontato.

    1) E pensare che ha rischiato addirittura di non nascere. Proprio così, quando Maria Dolores dos Santos Aveiro legge il risultato del test di gravidanza del futuro Cristiano Ronaldo decide che no, possono bastare tre figli (Hugo, Elma e Liliana Cátia). Non ci sono abbastanza soldi in casa e il papà ha più spesso la bottiglia in mano… che i figli per mano. E invece il primo medico da cui si presenta Maria Dolores si rifiuta di farla abortire e così CR7 compie il suo primo dribbling prima ancora di nascere. Un dribbling alla vita. E non sarà l’ultimo.

    2) Il secondo è datato 1998. Quando ha appena tredici anni, CR7 sembra destinato a smettere con il calcio. Un controllo clinico di routine scopre nel suo cuore una tachicardia congenita, il suo battito cardiaco non funziona in modo regolare: un rischio troppo grande per fare lo sportivo professionista. CR7 ha bisogno di un delicato intervento chirurgico per poter proseguire con il calcio: ecco il suo secondo dribbling alla vita. Grazie anche a un po’ di fortuna che fa andare l’intervento nel migliore dei modi.

    3) CR7 non si sottrae a piccole scaramanzie. Prima di scendere in campo indossa sempre per primo il calzino destro, per poi fare il primo passo in campo con lo stesso piede. Sul pullman della squadra si siede sempre in fondo, mentre sull’aereo sempre nelle prime file. Difficile che siano questi i segreti dei suoi gol. Deve esserci qualche altro trucco nei suoi piedi.

    4) In effetti c’è un segreto nei suoi piedi che si può cogliere solo attraverso una radiografia: CR7 ha una particolare conformazione della caviglia destra, con un ossicino in più rispetto al 90% della popolazione mondiale. E grazie a quell’osso, secondo gli esperti di ergonomia e cinetica applicata al calcio, Cristiano Ronaldo è in grado di imprimere al pallone particolari effetti e forza.

    5) Talmente tanta forza che una domenica di qualche anno fa durante un’amichevole tra il Real Madrid e la squadra inglese del Bournemouth, Cristiano Ronaldo tira un calcio di punizione che farà veri e propri danni. La palla supera la traversa, scende subito dopo mantenendo tutta la sua forza e velocità, e si dirige a pieno regime verso i spettatori sugli spalti. Un bambino in particolare è il bersaglio designato. Si chiama Charlie Silverwood, è un piccolo tifoso di undici anni del Bournemouth. Charlie è prontissimo ad alzare il braccio per parare il tiro e proteggersi il volto. Peccato che la palla viaggi così forte da fargli un male cane. Nonostante la partita sia iniziata da pochi minuti, Charlie stringe i denti e chiede al papà di restare allo stadio per assistere al match fino all’ultimo minuto. Dopo il fischio finale va in ospedale. Viene sottoposto a una radiografia che emette un verdetto impietoso: frattura del polso in due punti. Charlie deve essere operato per la ricomposizione della frattura. Presto gli verrà recapitata una maglia autografata da CR7. Per il piccolo Charlie, regalo ricevuto e lezione mandata a memoria: i tiri di Cristiano Ronaldo sono talmente forti da poter finire nello spazio.

    6) E infatti nel giugno del 2015, quando un team di scienziati dell’Università di Lisbona scopre una galassia ben tre volte più brillante di quella più luminosa mai osservata prima, non ha dubbi sul nome con cui battezzarla.

    O meglio, parte del team non ha dubbi, quello formato dagli studiosi dell’Università di Lisbona. Gli altri, gli scienziati dell’Osservatorio di Leida, in Olanda, nicchiano. Ma alla fine i portoghesi hanno la meglio. Guardano al loro cuore… alle loro passioni… al loro idolo… Ed ecco la soluzione per il nome della galassia: Cosmos Redshift 7. In modo che l’abbreviazione diventi: CR7.

    Sì, un omaggio proprio a quel CR7… un altro astro, che brilla però nel firmamento calcistico: Cristiano Ronaldo.

    * * *

    Quale meteora bianconera segnò una tripletta al Milan?

    Meteora è la definizione perfetta per descrivere la breve ma intensa parabola calcistica di Giuseppe Galderisi, detto Nanu, l’enfant prodige della Juve trapattoniana di inizio anni Ottanta. In tempi non sospetti, il suo primo talent scout fu Čestmír Vycpálek, uno che avrebbe intravisto il talento anche nel bel mezzo della nebbia di un’alba torinese, figuriamoci sotto il sole di Vietri sul Mare, ridente località in provincia di Salerno, dichiarata dall’

    UNESCO

    patrimonio dell’umanità. Il vecchio mister bianconero seguì a lungo Galderisi e infine lo chiamò sotto la Mole per il provino decisivo. Quel giorno, allo stadio Combi, c’era anche quel vecchio volpone di Giampiero Boniperti, che si fermò una mezzoretta a guardare gli allenamenti. Alla sera, il presidente juventino chiamò Vycpálek per suggerirgli di bloccare quel ragazzino che in mezzo agli altri riusciva a giganteggiare nonostante fosse il più basso di tutti. «Già fatto», gli rispose il cecoslovacco. «Un talento così mi ricorda Rivera. Ha due piedi perfetti, a vederlo giocare mica riesci a capire se è destro o mancino».

    Il piccolo fenomeno venuto dal Mezzogiorno d’Italia non aveva ancora quattordici anni e la Juve decise di aprire il portafoglio e scucire addirittura 6 milioni e mezzo di lire pur di averlo. Galderisi, in effetti, sembrava possedere i numeri giusti per diventare un grande attaccante: aveva un’agilità fuori dal comune, innate qualità tecniche e un mostruoso fiuto per il gol. Le doti del baby talento del vivaio bianconero erano talmente evidenti che il Trap, a soli diciassette anni, lo pretese in prima squadra. Emozionato come non mai, il minuscolo Nanu lavorò duro in allenamento, educando il piede in palleggio col Barone Causio, apprendendo da Bobby gol Bettega i trucchi per muoversi in area e resistere ai colpi, segnando beffardi gol in pallonetto che facevano imbestialire il solitamente compassato Zoff. Quando poi si trattò di scendere in campo con la maglia numero 9 da titolare, il gioiellino campano accecò tutti con la sua sfolgorante bravura. L’apice di questa improvvisa ascesa verticale venne toccato il 14 febbraio 1982 a Torino. Era il giorno di San Valentino e tutto il Comunale si innamorò perdutamente di quel folletto inviperito che da solo rese vana la doppia rimonta del malcapitato Milan. Insomma, per farla breve: Galderisi 3, Rossoneri 2, una vera e propria apoteosi! Pochi giocatori, infatti, possono vantarsi di aver battuto l’intera squadra avversaria, poche volte nel calcio succede che un uomo riesca a schiantare con le sue sole forze il collettivo altrui. In quei novanta minuti del destino, il nanerottolo venuto dal Meridione seppe trasformarsi in un titano, regalando alla Juve 2 punti fondamentali per la volata-scudetto contro la Fiorentina, che si decise solo all’ultima giornata, quando i bianconeri diedero la zampata decisiva e si cucirono sulle maglie, oltre al tricolore, anche la seconda stella: quella del ventesimo campionato vinto.

    Alla luce di una simile impresa, persino il più cauto presidente d’Italia, Giampiero Boniperti, ritenne fosse d’obbligo sbilanciarsi: «Questo Galderisi fa gol come Zoff para». E il paragone era più che lusinghiero se pensiamo che il portierone juventino stava ancora lucidando la Coppa del Mondo conquistata pochi mesi prima in Spagna. Il giovane Nanu, insomma, metteva d’accordo proprio tutti i tifosi bianconeri, che speravano di aver trovato il loro nuovo Messia. Tuttavia, quel suo senso del gol che all’inizio pareva quasi inesauribile, finì con lo spegnersi dopo appena tre stagioni, pur coronate da un bis di scudetti con la Coppa Italia per dessert. Capita non di rado che il calcio decida di distruggere i propri miti con la stessa rapidità con la quale li ha creati: la storia di Giuseppe Galderisi andò esattamente in questo modo. Quello che fino a poco tempo prima, nonostante i suoi 169 centimetri di bassezza, veniva considerato il più grandioso astro nascente del panorama nostrano, finì per bruciare troppo in fretta. Doveva essere la nuova stella bianconera, invece si rivelò una meteora.

    * * *

    Paolo Montero era così cattivo come si racconta?

    Acavallo tra gli anni Novanta e i Duemila, Paolo Montero da Montevideo era considerato il difensore più cattivo d’Italia. Figlio d’arte nato da una famiglia benestante, quando l’uruguaiano giunse nel nostro Paese aveva appena vent’anni e di conseguenza non possedeva ancora l’esperienza necessaria per barcamenarsi a dovere in un campionato notoriamente duro come quello italiano, né aveva ancora imparato la malizia che compete a ogni cerbero della retroguardia. Ma quattro anni più tardi, nel 1996, Montero fu ritenuto pronto per dirigere la difesa più importante d’Italia, quella bianconera, che all’epoca era nel pieno della prima età dell’oro lippiana. Da quel momento, per dieci anni, chiunque avesse avuto l’impudente pretesa di segnare alla Juve, sarebbe dovuto passare sul cadavere del feroce guerriero venuto da Montevideo.

    Spingeva il suo agonismo sempre al limite, spesso con atteggiamenti da galeotto, ma un ferreo codice d’onore gli impedì di fare mai davvero male a qualcuno. Eppure, dopo tante scivolate in tackle, qualche scivolone lo commise anche Montero. Per la verità, più di qualcuno… Il fatto più eclatante avvenne il 3 dicembre 2000 durante un derby d’Italia, a gioco fermo. Pochi istanti prima che l’interista Recoba battesse un calcio d’angolo, il bad boy uruguaiano sferrò un pugno – ma si potrebbe anche parlare di caloroso buffetto – che colpì in viso uno degli avversari: nello specifico Gigi Di Biagio. A partire dal 1998, questo tipo di comportamenti scorretti lontano dall’azione potevano essere giudicati con la prova televisiva. Accadde esattamente questo al centrale difensivo bianconero, che si beccò un’esemplare squalifica di tre giornate senza diritto di replica. La severa punizione comminata della giustizia sportiva, ovviamente, scatenò la reazione della Juventus: finirono sotto accusa anche le riprese

    TV

    e Moggi chiese di rivedere tutte le moviole che riguardavano le altre partite. Nel bel mezzo delle polemiche che toccavano questioni morali e giuridiche, il piantagrane di Montevideo entrò rude a gamba tesa davanti alle telecamere: «Il calcio è uno sport maschio che prevede il contatto. Di Biagio può andare a giocare a pallavolo, al massimo». Ecco fatto, non proprio le parole più distensive del mondo! A ogni modo, ai tifosi bianconeri non è mai dispiaciuto l’atteggiamento impenitente del loro beniamino e neppure il fatto che lui avesse deciso di rifilare al nemico interista un bel cazzotto, o meglio una bella pigna, come si dice in gergo. Da quel momento in avanti, infatti, Pigna divenne il suo soprannome.

    Atti sconsiderati a parte, uno come Paolo Montero meglio ritrovarselo in squadra che come avversario. Le sue credenziali sono riassunte in un titolo che resiste ancora oggi, quello di recordman di espulsioni in Serie

    A

    : ben 16!, in un cumulativo che tiene in considerazione sia gli anni trascorsi all’Atalanta sia quelli tra le fila della Vecchia Signora. Sulla lavagna dei cattivi, infatti, il nome di Montero precede di gran lunga quello di Bergomi, che in carriera è riuscito a collezionare solo 11 rossi. Entrando ancor più nello specifico, anche nella disdicevole classifica generale degli espulsi di marca bianconera non si assiste a sorprese. A quota 9 ci sono due satanassi brutti, sporchi e cattivi. Si tratta di Capitan Furia e del Cabezón, vale a dire il grintoso Beppe Furino e l’indisciplinato Omar Sívori: siciliano dal sangue caldo il primo, testone matto d’Argentina il secondo. Un gradino più su, a quota 10 espulsioni, l’idrofobo Pitbull del Suriname, Edgar Davids, affiancato da un insospettabile Alessio Tacchinardi. Mentre più in alto di tutti, ovviamente, svetta irraggiungibile il Pigna, che in 278 presenze ufficiali in bianconero è stato capace di collezionare lo sproposito di 13 cartellini rossi: 10 in campionato, uno in Coppa Italia, uno in Coppa

    UEFA

    e uno anche in Coppa Intertoto, più una doccia anticipata fuori conteggio addirittura durante una partita amichevole. Perché Paolo Montero da Montevideo, almeno in campo, amichevole non lo è mai stato con nessuno.

    Fuori dal rettangolo di gioco, al contrario, il litigioso uruguaiano che amava i cartellini rossi ha sempre dimostrato di possedere un cuore d’oro. L’estate successiva al suo addio alla Juventus, quando l’ex compagno Gianluca Pessotto finì in coma a seguito di uno sciagurato volo dal tetto della sede bianconera, Montero pensò di non poter restare a migliaia di chilometri ad aspettare buone notizie, così prese il primo aereo da Montevideo, si sobbarcò sedici ore di volo e corse al capezzale del suo amico. Il Pigna piantò le tende all’ospedale Molinette, tre ore di fila due volte al giorno, finché anche la moglie di Pessotto chiese di autorizzarlo a entrare in sala rianimazione. Il tosto uruguaiano con la fedina penale sporca fu infatti l’unico, oltre ai parenti, a poter stare così vicino a Gianluca. Per due intere settimane Paolo Montero non si schiodò da lì, decidendosi a tornare in Sudamerica solo quando Pessotto fu dichiarato fuori pericolo. Insomma, a ben vedere, il difensore più cattivo della Serie

    A

    non è poi così cattivo come tutti pensano.

    * * *

    Quale calciatore bianconero fu soprannominato Bello di notte? E di giorno cosa combinò?

    Herman Melville viene annoverato unanimemente fra i massimi autori americani e il suo capolavoro, Moby Dick, è stato tradotto in tutte le lingue e compare di diritto in ogni antologia del pianeta. Quello che molti ignorano, tuttavia, è che al momento della sua morte, avvenuta a New York nel 1891, Melville era considerato uno scrittore dimenticabile e i suoi romanzi erano confinati ai margini della letteratura ottocentesca americana. Basti pensare che il necrologio pubblicato per la sua scomparsa mostrava un refuso tanto madornale quanto probante, ovvero il nome di un altro: non Herman, ma Henry Melville. La riabilitazione del suo nome, infatti, avvenne, decisamente postuma, solo nel corso del Novecento.

    Talmente dimenticabile il nome del padre di Moby Dick, quanto impronunciabile quello del nuovo acquisto juventino giunto dalla Polonia nell’estate mundial del 1982. Tutti lo chiamano fin da subito Zibì, una forma abbreviata e rapida che si allinea perfettamente alla sua caratteristica efficacia nello scatto. Ciò che si trova scritto per esteso nei registri dell’anagrafe polacca, però, assomiglia a un codice fiscale piuttosto che a un nome: Zbigniew. E come esattamente si pronunci Zbigniew, ancora oggi non è dato sapere. Il suo cognome, al contrario, è facile da pronunciare e ancor più da ricordare, trattandosi del calciatore più rappresentativo mai espresso dal calcio polacco. Infatti è impossibile non conoscere Boniek, il ventiseienne che ha guidato la sua nazionale a un insperato terzo posto al termine del mondiale spagnolo appena disputato. Con annesso di gol pesantissimi, la sua rossa chioma ha furoreggiato in lungo e in largo durante le fasi decisive della competizione e di certo l’assenza per squalifica dell’amuleto polacco contro l’Italia ha inciso non poco sull’agevole 2-0 con cui gli uomini di Bearzot sono approdati in finale. Quella che ha vinto Spagna

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