Il destino dell'umanità: Il metodo scientifico applicato alla condizione umana
Di Giano Rocca
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L'umanità, in questo momento più che mai, si trova ad un bivio: o riesce a progettare un nuovo tipo di relazioni inter-individuali ed un nuovo tipo di società, oppure rischia di ricadere in un livello di civilizzazione inferiore all'attuale. I filosofi ed i pensatori delle varie scienze sociali hanno, da millenni, teorizzato l'inadeguatezza del modello di società in atto, rispetto alla natura, ai bisogni ed alle finalità umane. La crescita demografica dell'umanità e le tensioni che ne derivano, come la migrazione in atto di proporzioni "bibliche", ed il livello raggiunto dalla potenza distruttiva delle "armi di distruzione di massa", fanno correre, più che mai prima d'ora, il rischio di estinzione della stessa specie umana. Queste considerazioni inducono a ripensare la condizione umana, adeguando gli strumenti di analisi della realtà storica con la metodologia delle scienze galileiane. Il fallimento dell'analisi marxista della storia, comprovato dalla fine delle società del "socialismo reale", ha lasciato attonita e sconcertata l'umanità ed i pensatori. Ma se fallisce una certa analisi, non se ne deve dedurre l'incapacità dell'umanità di comprendere la realtà in cui vive! Si tratta di trovare il giusto metodo di indagine, di individuare i "fatti storici" realmente rilevanti per l'analisi e la comprensione della realtà storica, delle sue dinamiche evolutive e delle possibilità concrete di dare a ciascun singolo essere umano la capacità di decidere in quale tipo di società egli voglia vivere, fornendogli gli strumenti per realizzare quel dato tipo di società. In questo saggio ci siamo limitati ad analizzare, in linea molto generale, l'essenza della condizione umana, individuando i sei livelli di civilizzazione percorsi per realizzare le società "più avanzate" in cui ci troviamo a vivere. Ne discende l'alternativa tra un ritorno (già reiterato in molteplici cicli storici) al quinto livello di civilizzazione, o la progettazione di una nuova tipologia di società, che si possa configurare e classificare universalmente come il settimo livello di civilizzazione (agognato e progettato in molteplici forme e modalità di visione, fino ad ora fallite nel tentativo della loro realizzazione pratica).
Giano Rocca
Giano Rocca was born in a small village in the Langhe, called Roccaverano, from parents of humble origins. After completing his primary school studies, he moved to Turin, where he attended secondary school and the University, enrolling in the Faculty of Letters and Philosophy. He was a pupil of the political philosopher Norberto Bobbio. He attended school institutions supporting himself with his work, employed by the large local industry, then called "FIAT". His interests can be summarized in the study of "social" and "human" sciences, although he soon realized that knowledge in these sectors had not yet reached the episteme of science. He was primarily determined to carry out an analysis of history capable of compensating for the gaps and contradictions of current conceptions and, in particular, of Marxist analysis, whose alleged "scientific essence" has been falsified by the anti-communist revolutions that have occurred in the Soviet Union and in the countries of realized Socialism, especially in Eastern Europe. The published books aim to provide an overall view of the human condition, with particular attention to the historical reality of societies based on statehood, analyzing them in their structural complexity and their historical dynamics, to identify the possible outcome of human evolution itself. He developed the concept of degrees of civilizing, identifying the fifth level of civilizing in the "closed societies", or feudal ones, while in the "open societies", or mercantile ones, he identified the sixth level of civilizing. The sixth level of civilizing, however, appears neither irreversible, nor automatically a harbinger of further progress, which progress can only come from a metamorphosis, or palingenesis, of the human condition, which undermines the very presuppositions of organic-stratified societies, of to which the societies based on statehood, as a whole, are but the most advanced examples. To accomplish this palingenesis, neither the "class struggle" nor the social and political revolutions are suitable. It is necessary to rethink, in depth, the causes of the formation of the historical structural reality and, once the remedies have been identified, apply them to individuals and their inter-personal relationships, a premise for overcoming the conflict between individuality and sociality, defined by philosophers as the great "social problem". It is necessary to lay the foundations for the planning and creation of a sociality consistent with the most authentic nature of individuals, enhancing, and not sacrificing, their individualization. This is achieved by creating nuclei of a new type of society, which is able to fully satisfy the basic needs of individuals and their need for progress of the level of civilizing. This new type of company can be defined: SOCIETY SOCIALITARIAN.
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Anteprima del libro
Il destino dell'umanità - Giano Rocca
Ogni individuo si crea una propria opinione circa gli agenti che determinano il proprio ciclo vitale ed il proprio ruolo all’interno della realtà sociale in cui vive. Si oscilla dall’idea che tutto dipenda dalla propria determinazione e costanza, al fatalismo più completo ed assoluto. I destini individuali sono, in ogni caso, un riflesso del destino dell’umanità, in quanto specie, a sua volta connesso col destino della generale vita biologica sulla terra, nonché dell’evoluzione cosmica.
L’analizzare le opinioni, per quanto autorevoli, di chi si è pronunciato a favore di una data tesi non ne incrementa il valore scientifico, tuttavia, analizzare una parte delle argomentazioni, riflessioni e considerazioni di alcuni pensatori, siano essi: filosofi, teologi, ideologi od esperti di scienze sociali
, può essere utile ad enucleare il problema, ponendole a premessa della propria indagine.
I filosofi di ogni tempo hanno fornito le più varie teorie circa le modalità e le cause dell’evoluzione della realtà sociale. Dare conto dell’enuclearsi delle teorie che più si avvicinano a quella che ci siamo formata e che sosteniamo apparirà, forse, un esercizio inutile ed ozioso. Ma noi riteniamo che costituisca una premessa necessaria, sebbene non convalidi i nostri assunti, né possa dare loro alcuna legittimazione od autorità, poiché questa può derivare soltanto dalla loro verifica nella stessa realtà e nella sua evoluzione. Solo questo può corroborare o confutare le nostre teorie.
Ogni teoria ed ancor più, ogni sistema teorico, necessita di una terminologia in parte nuova per potersi esprimere. Ci auguriamo che la terminologia che abbiamo adottato non renda troppo oscuro il nostro pensiero e la sua formulazione complessiva.
Torino, 13 maggio 2016
Copyright: hall rights reserved
Giano Rocca
Dedicato a Caterina De Michele
Altre opere pubblicate:
Il grande segreto ed i suoi custodi
, 2013, 1^ Edizione.
Fine del mondo, fine della storia o fine dell’inferno sulla terra? Una risposta scientifica agli eterni quesiti: da dove veniamo? Chi siamo? (Dove siamo?) Dove andiamo?
, 2014, 2^ Edizione, ISBN: 9781311740090
L’essere umano e la realtà strutturale storica: I sette livelli della civilizzazione
, 2015, 3^ Edizione, ISBN: 9781310751226
La fine del conflitto tra dio e l’io: Le ricerche del Graal e le teorie gnostiche svelate. I fondamenti della scienza dell’uomo e della sua socialità
, 2015, 1^ Edizione, ISBN: 9781311330628
Simbiosi tra Amore e Razionalità: Come Realizzare il Settimo Livello della Civilizzazione
, 2016, 2^ Edizione, ISBN: 9781310488269
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Biografia:
Giano Rocca è nato in un paesino delle Langhe, denominato Roccaverano. Trasferitosi a Torino all’età di 18 anni, ha frequentato l’Università di questa città, allievo di Norberto Bobbio, di cui ha apprezzato soprattutto la capacità di rinunciare totalmente alle proprie convinzioni, allorché si siano dimostrate fallaci, che è del resto il principio basilare del metodo scientifico, fino a ricondurlo all’accettazione del principio socratico: so di non sapere
. Se la filosofia dimostra così di saper riconoscere il proprio fallimento, in assenza dell’adozione sistematica del metodo scientifico, si evidenzia come in assenza di una filosofia della storia, basata su solide basi scientifiche, lo studio della storia e delle cosiddette scienze sociali
sia del tutto vano e fuorviante, in quanto si tratta di studi basati su criteri ideologici o di conoscenza priva della fondamentale base della dimostrabilità o, in alternativa, della falsificabilità. Questo studio vuole porre le basi di un’autentica scienza della società, in quanto basa le proprie ipotesi e teorie su elementi interamente e facilmente verificabili e può, quindi, costituire un elemento di progresso della conoscenza, ove le suddette ipotesi e teorie siano corroborate dal confronto con la realtà degli eventi socio-economici.
Capitolo 1:
Concezioni della storia umana, nella filosofia
Il pensiero del novecento tendeva a distinguere la natura e la cultura, pur considerando la cultura connaturata all'essere umano: ignorando di fatto ciò che vi sia di innaturale rispetto all'essere umano, ossia di irrazionale, nella cultura, ossia nell'insieme della realtà strutturale statuale. L'istituzionalismo di Louis Althusser giunse ad identificare la natura con le strutture e queste ultime identificate nelle istituzioni statuali. Tali filosofie del novecento dimostrano quanto sia potuta cadere in basso la ragione umana e la speculazione filosofica in un periodo di crisi della società mercantile. I filosofi tendono ad identificare le strutture storiche con la vita umana, definendo storia ciò che è cronaca (più o meno partigiana), spesso avulsa dall'effettiva evoluzione delle strutture storicamente date. Essi considerano generalmente l'uomo artefice della storia e quindi le strutture storicamente date come prodotto diretto della vita umana e quindi considerano la vita umana imprescindibile dalle strutture storiche e più in particolare dalle strutture statuali, che diventano così il paradigma della condizione umana. Essi prescindono, in tal modo, non solo dalle strutture storiche pre-statuali, pur ancora presenti presso alcuni popoli, ma tendono ad ignorare e negare implicitamente ogni possibilità, anche teorica, di un superamento delle strutture statuali, la cui evoluzione fanno, dunque, risalire all'azione cosciente
delle élites politiche e sociali. I materialisti, nella variante determinista, considerano l'evoluzione statuale come un evento, avente logica a sé stante, su cui le élites o le masse
possono comunque incidere, seppure solo sulla velocità dell'evoluzione stessa. Il materialismo considera la realtà strutturale come un elemento della natura, come se fosse un elemento della stessa natura umana. L'idealismo, al contrario tende a considerare la realtà strutturale come una divinità, od una persona della trinità divina, come fa, ad esempio, il neo-platonismo. Il materialismo, considerando le strutture storiche la quintessenza della storia umana, finisce per teorizzare implicitamente una divinità immanente, considerando le strutture storiche connaturate all'essere umano.
G. W. F. Hegel prescindeva totalmente da ciò che è umano e vedeva nella storia, identificata con l'evoluzione della realtà strutturale, la realizzazione dell'Assoluto
, ponendo così le basi del marxismo
(1). Il volontarismo umanista, come il determinismo del materialismo storico da un lato, e l'idealismo dall'altro, errano nell'identificare la storia umana con la realtà strutturale storica. L’idealismo considera la realtà storica modificabile a piacere o secondo la volontà umana, il materialismo considera la storia umana niente affatto modificabile secondo i desideri o bisogni umani.
Il marxismo
presenta un finalismo escatologico, il quale è vanificato dall'identificazione operata tra realtà strutturale statuale e l'essenza stessa della storia umana. Il marxismo
identifica l'evoluzione dell'universo strutturale statuale con il raggiungimento delle finalità umane, ideologicamente o strumentalmente definite. Occorre, al contrario, distinguere nettamente tra evoluzione dell'universo strutturale statuale e l'insieme della storia umana, senza confondere il progresso che la storia umana può avere per essere coerente con la natura umana, e l'evoluzione ciclica dell'universo strutturale statuale, la cui ciclicità ne denuncia e comprova l'irrazionalità od innaturalità rispetto all'essere umano.
Karl Marx utilizzava il principio hegeliano per poter considerare ciascuna società come in sé contraddittoria e dunque destinata ad essere superata. Egli, ritenendo la società l'unica espressione umana che meriti di essere presa in considerazione, accusava G. W. F. Hegel di porsi l'assurdo problema di eliminare la storia
(2), intesa come totalità organica
(3). Quello di Marx era, come lui stesso lo definiva, un naturalismo conseguente
, per il quale l'uomo è immediatamente ente naturale
in quanto sarebbe creato dalla realtà strutturale storica, la quale ultima egli, quindi, considerava la quintessenza della natura (4). Marx si poneva in questo modo in una dimensione positivista, mentre Hegel parlava, a proposito della natura, di pura soggettività
la quale, affermava Jean Hyppolite, è il nulla
, ossia un'entità puramente potenziale (5). La concezione hegeliana appare vicina alla comprensione della reale natura umana e della sua situazione contingente. Al contrario, Karl Marx finalizzava la propria concezione dell'essere umano alla propria cultura feudalizzante, come dimostreremo in seguito. Il marxismo
considera, infatti, naturale tutto ciò che si riferisce, in qualche modo, alla storia, ritenendo le strutture statuali la quintessenza della naturalità. Scopo effettivo del marxismo
è favorire l'evoluzione storica in funzione ri-feudalizzante, seppure