La Conquista della Felicità: Il Metodo Scientifico Applicato alla Condizione Umana - Vol. IV
Di Giano Rocca
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La ricerca della felicità, non intesa come individuale lotta alla ricerca perenne dei modi per allontanare la personale infelicità, ma come realizzazione di una condizione stabile, cosciente e condivisibile, richiede la conoscenza approfondita del faticoso cammino, compiuto dalla specie umana, per salire i gradini della civilizzazione, conquista mai definitiva, ma sempre in pericolo e con il baratro incombente della regressione, presente nella prospettiva dell’evoluzione storica. Alcuni filosofi (come, ad esempio Esiodo) hanno teorizzato un “età dell’oro”, affermando che sia esistita in un lontano passato della storia umana, intesa come età della felicità: identificata da alcuni filosofi successivi, come le “stato di natura”, e da molte religioni con il “Giardino dell’eden”. Occorre demitizzare questa concezione, ed indagare, correttamente, la realtà delle primordiali società, appannaggio di tutte le specie viventi, ad un certo stadio dell’evoluzione. Questo è stato fatto in questo volume, analizzando, poi, il formarsi di società più complesse o dotate di strutture, che a nostro modo di vedere, costituiscono, per ogni grande tipologia organizzativa, uno specifico universo strutturale a sé stante, che rappresenta, anche, un più alto livello, nella conquista della civiltà: un più alto livello della civilizzazione, caratterizzato da un più alto grado di individualizzazione dei singoli, ed una più migliore possibilità di espressione dell'individuale, naturale, bisogno di socialità. Questi progressi, che hanno richiesto, per essere realizzati, svariati millenni, se non addirittura, una mutazione biologica e fisiologica profonda, frutto della generale evoluzione delle specie, non ha ancora soddisfatto il sogno di rendere realizzabile una società effettivamente coerente con la natura umana, così come si manifesta in ogni singolo individuo, poiché la attuali società statuali non consentono affatto di realizzare il sogno di una vita autenticamente felice, e basata sulle scelte consapevoli e responsabili di ciascun individuo che aderisca, con scelta volontaria e consapevole, ad una specifica società. Le modalità organizzative di una società siffatta appaiono così lontane dalle capacità organizzative e comunicative dei contemporanei, da far supporre che si debba attendere una invasione benefica di alieni più evoluti, oppure l’ulteriore evoluzione della cibernetica, che sia in grado di creare androidi, così evoluti da poter essere definiti “figli dell’uomo”, che ci possano insegnare una nuova modalità di comunicazione interpersonale, una nuova moralità ed una maggiore consapevolezza di noi stessi e della effettiva condizione storica in cui ci troviamo a vivere. Noi, tuttavia, non disperiamo, con l’applicazione del metodo scientifico, adattato allo studio degli esseri umani e delle relazioni sociali, di potere creare un progetto di organizzazione sociale, che consenta la realizzazione del sogno perenne degli esseri umani: una condizione di felicità consapevole, duratura e progressiva, frutto di un modello organizzativo che risolva il perenne conflitto tra gli individui e la collettività.
Giano Rocca
Giano Rocca was born in a small village in the Langhe, called Roccaverano, from parents of humble origins. After completing his primary school studies, he moved to Turin, where he attended secondary school and the University, enrolling in the Faculty of Letters and Philosophy. He was a pupil of the political philosopher Norberto Bobbio. He attended school institutions supporting himself with his work, employed by the large local industry, then called "FIAT". His interests can be summarized in the study of "social" and "human" sciences, although he soon realized that knowledge in these sectors had not yet reached the episteme of science. He was primarily determined to carry out an analysis of history capable of compensating for the gaps and contradictions of current conceptions and, in particular, of Marxist analysis, whose alleged "scientific essence" has been falsified by the anti-communist revolutions that have occurred in the Soviet Union and in the countries of realized Socialism, especially in Eastern Europe. The published books aim to provide an overall view of the human condition, with particular attention to the historical reality of societies based on statehood, analyzing them in their structural complexity and their historical dynamics, to identify the possible outcome of human evolution itself. He developed the concept of degrees of civilizing, identifying the fifth level of civilizing in the "closed societies", or feudal ones, while in the "open societies", or mercantile ones, he identified the sixth level of civilizing. The sixth level of civilizing, however, appears neither irreversible, nor automatically a harbinger of further progress, which progress can only come from a metamorphosis, or palingenesis, of the human condition, which undermines the very presuppositions of organic-stratified societies, of to which the societies based on statehood, as a whole, are but the most advanced examples. To accomplish this palingenesis, neither the "class struggle" nor the social and political revolutions are suitable. It is necessary to rethink, in depth, the causes of the formation of the historical structural reality and, once the remedies have been identified, apply them to individuals and their inter-personal relationships, a premise for overcoming the conflict between individuality and sociality, defined by philosophers as the great "social problem". It is necessary to lay the foundations for the planning and creation of a sociality consistent with the most authentic nature of individuals, enhancing, and not sacrificing, their individualization. This is achieved by creating nuclei of a new type of society, which is able to fully satisfy the basic needs of individuals and their need for progress of the level of civilizing. This new type of company can be defined: SOCIETY SOCIALITARIAN.
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Anteprima del libro
La Conquista della Felicità - Giano Rocca
Indice:
Biografia:
Prologo:
Prefazione:
PARTE I: Universalità (o globalità
) della realtà strutturale storica
Capitolo 1: Universalità relativa della realtà strutturale storica
Capitolo 2: Autonomia dell’evoluzione della realtà strutturale statuale
Capitolo 3: Giustificazioni delle società strutturali storiche
PARTE II: Società di natura inconsapevole e formarsi degli universi strutturali pre-statuali
Capitolo 4: Capacità intellettive utilizzate da coloro che vivano nelle società pre-strutturali
Capitolo 5: Rapporto tra i sessi nelle società pre-strutturali e nelle società strutturali pre-statuali
Capitolo 6: Caratteristiche delle società pre-statuali
Capitolo 7: Grado di socialità consentita dalle società pre-strutturali e dalle strutture pre-statuali
Capitolo 8: Specie pre-umane e strutture storiche
Capitolo 9: Limitazione della comunicazione: conseguente nascita del potere e della realtà strutturale storica
PARTE III: Strutture storiche e loro articolazioni, o cesure, interne ad esse
Capitolo 10: Essenza delle strutture storiche
Capitolo 11: Origine inconsapevole delle strutture storiche
Capitolo 12: Partizioni delle strutture storiche
PARTE IV: Cause dell’evoluzione delle strutture storiche
Capitolo 13: Cause psicologiche dell’evoluzione strutturale
Capitolo 14: Metateorie della sezione dominante della società e loro influenza sull’evoluzione storica
Capitolo 15: Ottimismo e pessimismo, generalizzati, e loro influenza sull’evoluzione storica
Capitolo 16: Conservatorismo, e sua influenza sull’evoluzione storica
Capitolo 17: Spirito scientifico ed evoluzione strutturale
Capitolo 18: Spirito militare e sua relazione con l’evoluzione strutturale
Capitolo 19: Scelte politiche, attuate dai governi, e loro influenza sull’evoluzione strutturale
Capitolo 20: Forzature, attuate dalla politica, e dai ceti dominanti, sull’evoluzione
Capitolo 21: Cause strutturali dell’evoluzione
Capitolo 22: Cause demografiche dell’evoluzione
Capitolo 23: Teorie varie sulle cause dell’evoluzione
Capitolo 24: Sviluppo produttivo e suo rapporto con l’evoluzione strutturale
Capitolo 25: Posizione geografica e sua influenza sull’evoluzione strutturale
Capitolo 26: Sviluppo tecnico-scientifico e suo effetto sull’evoluzione strutturale
Capitolo 27: Incidenti storici ed evoluzione strutturale
Capitolo 28: Collegamenti, commerciali e culturali, interregionali, ed influenza sull’evoluzione strutturale
Capitolo 29: Differenziazioni, e livellamenti, regionali, o locali, nello sviluppo produttivo, come cause dell’evoluzione strutturale
Capitolo 30: Diversità di velocità di evoluzione tra i diversi popoli, al susseguirsi dei cicli dell’universo strutturale statuale e delle strutture storiche, in genere
Capitolo 31: Alimentazione e sue conseguenze sull’evoluzione storica
Capitolo 32: Influenze climatiche sull’evoluzione strutturale
Capitolo 33: Influenze astronomiche sull’evoluzione storica
Capitolo 34: Fenomeni di regressione dall’universo strutturale statuale ad universi strutturali pre-statuali
PARTE V: Universi strutturali pre-statuali
Capitolo 35: Universi strutturali pre-statuali: caratteristiche organizzative
Capitolo 36: Rapporto tra i sessi, nelle strutture pre-statuali
Capitolo 37: Potere, nelle strutture pre-statuali
Capitolo 38: Elementi comuni agli universi strutturali pre-statuali ed all’universo strutturale statuale
Capitolo 39: Magia, e religione, negli universi strutturali pre-statuali
PARTE VI: Essenza delle metamorfosi tra universi strutturali diversi
Capitolo 40: Metamorfosi, o passaggi inconsapevoli, tra universi strutturali
PARTE VII: Universo strutturale tribale, e sua specificità, rispetto all’universo strutturale delle orde
Capitolo 41: Caratteristiche dell’universo strutturale delle orde
Capitolo 42: Tribù ed essenza delle gentes
Capitolo 43: Elementi della metamorfosi, che conduce all’universo strutturale stratificato
PARTE VIII: Universo strutturale stratificato e sua analogia con l’universo strutturale statuale
Capitolo 44: Caratteristiche organizzative dell’universo strutturale stratificato
Capitolo 45: Divisione orizzontale e verticale del lavoro, incipiente nell’universo strutturale stratificato
Capitolo 46: Organizzazione del potere nell’universo strutturale stratificato
Epilogo:
Bibliografia:
Biografia:
Giano Rocca è nato in un paesino delle Langhe, denominato Roccaverano. Trasferitosi a Torino all’età di 18 anni, ha frequentato la Scuola Secondaria Superiore e l’Università, allievo di Norberto Bobbio, di cui ha apprezzato, soprattutto, la capacità di rinunciare totalmente alle proprie convinzioni, allorché si fossero dimostrate fallaci, che è del resto il principio basilare del metodo scientifico, e questo principio perseguì, fino a ricondurlo all’accettazione del principio socratico: so di non sapere
.
Giano Rocca ha riflettuto, lungo tutto il corso della sua vita, su questo fatto: se la filosofia dimostra di saper riconoscere il proprio fallimento, in assenza dell’adozione sistematica del metodo scientifico, si evidenzia come, in assenza di una filosofia della storia, basata su solide basi scientifiche, lo studio della storia, e delle cosiddette scienze sociali
, sia del tutto vano e fuorviante, in quanto si tratta di studi basati su criteri ideologici, od una forma di conoscenza priva della fondamentale base della dimostrabilità o, in alternativa, della falsificabilità.
La sua ricerca, solitaria, vuole porre le basi di un’autentica scienza della società, in quanto ponga le fondamenta delle proprie ipotesi e teorie, su elementi interamente, e facilmente, verificabili, e possa, quindi, costituire un elemento di progresso della conoscenza, ove le suddette ipotesi e teorie siano corroborate dal confronto con la realtà, ossia con gli eventi socioeconomici.
Prologo:
La conquista della felicità consapevole è un processo lungo e travagliato. Contrariamente a quanto affermato da alcuni filosofi (come, ad esempio, Esiodo), i quali parlavano della società naturale primordiale ed inconsapevole, che è alla portata di tutte le specie animali che esprimono la loro primordiale socialità, in una forma elementare di società, come la cosiddetta società dell’oro
, ritenendo che le successive società, dotate di strutture, costituissero una decadenza, in quanto non sono più società naturali (ossia, coerenti con la natura biologica di tutti gli esseri viventi) e non sono neppure coerenti con la natura umana (che è differente, rispetto alla natura cosmica, ed alla natura di tutte le altre specie biologiche), e non permettono, quindi, la costanza della felicità consapevole, che può derivare, solo, dalla coerenza della realtà sociale con la natura umana, che si materializza in ogni individuo umano. Noi, al contrario, riteniamo che le società strutturali, che hanno soppiantato la società naturale inconsapevole, costituiscano, da un lato: un artificio, rispetto alla natura animale, ed umana (in particolare), ed una costruzione sostanzialmente inconsapevole, e con meccanismi evolutivi estranei alla volontà umana; dall’altro lato: costituiscano strumenti del progresso della civilizzazione universale, poiché consentono di ravvisare, ad ogni specifica tipologia di società, una maggiore opportunità di espressione della naturale socialità e della individualità cosciente di sé e, quindi, un più alto livello di civilizzazione (rispetto al livello di civilizzazione inferiore) e, quindi, un graduale progresso umano e sociale. Ogni gradino del progresso universale, che vada oltre la società naturale incosciente (definibile come primo livello della civilizzazione) è identificabile come un universo strutturale storico. Solo il raggiungimento di una società naturale cosciente, o coerente con la natura umana, consentirà di acquisire uno stato di durevole felicità cosciente, ma questo comporterà il superamento della realtà strutturale storica.
Nella I Parte di questo IV Volume, della serie intitolata: Il Metodo Scientifico Applicato alla Condizione Umana
, abbiamo analizzato il concetto di una universalità relativa (che, con un termine attualmente molto diffuso, viene definita, pur con significati molteplici, e contraddittori: globalità
), per indicare una diffusione planetaria di determinate, e ben individuabili, forme, di una realtà strutturale, che si sovrappone, e confligge, con l’universalità più autentica, e davvero universale, che è la natura umana, e che può essere definita come: universalità assoluta. Abbiamo analizzato, brevemente, l’autonomia dell’evoluzione della predetta realtà strutturale storica, rispetto alla volontà e la consapevolezza degli esseri umani che ne sono coinvolti, sia considerati singolarmente, quanto collettivamente. Ne abbiamo considerato, inoltre, le giustificazioni per la sua esistenza, come veicolo del progresso universale.
Nella II Parte, abbiamo analizzato l’essenza dello stato di natura
primordiale, o società naturale inconsapevole, come prima forma di espressione della socialità degli individui. Ne abbiamo esplorato le caratteristiche, i limiti (nei termini di espressione del naturale bisogno di socialità, di ogni singolo individuo) e le qualità apprezzabili, come l’assenza di ogni gerarchia, discriminazione ed assoggettamento di un individuo rispetto ad uno, o più, altri. Abbiamo, quindi, analizzato il graduale costituirsi delle prime forme di organizzazione sociale non naturale, ma dotate di una struttura organizzativa, più o meno stabile nel tempo, e dapprima, di tipo organico. Abbiamo constatato come le prime forme di organizzazione sociale dotate di strutture, non siano una esclusiva della specie umana, ma se ne possano rintracciare elementi consistenti anche in possesso di altre specie, meno evolute della specie umana.
Nella III Parte del presente saggio, abbiamo analizzato, nel suo complesso, la realtà strutturale storica, di cui le prime forme avevano un aspetto puramente di tipo organico, mentre le successive forme, più evolute, avevano un aspetto di tipo organico-stratificato. Abbiamo classificato le varie forme di organizzazione strutturata, raggruppandole in vari: universi strutturali, ritenendo che le varie tipologie organizzative, possano delineare, ciascuna, uno specifico livello dell’universale processo di graduale progresso della civilizzazione.
Nella IV Parte, abbiamo analizzato i vari agenti causali, che intervengono a determinare l’evoluzione della predetta realtà strutturale. L’evoluzione tra i predetti universi strutturali, costituisce un progresso, innegabile, sul piano della civilizzazione, ossia, sul piano dell’individualizzazione dei singoli, e della manifestazione della loro socialità, che costituiscono i due aspetti della manifestazione dell’essere, quintessenza del significato dell’esistenza di ciascun essere vivente.
Nella V Parte, abbiamo analizzato i vari elementi della realtà sociale degli universi strutturali che hanno preceduto, cronologicamente, ma anche sul piano della civilizzazione, l’universo strutturale che si basa sulla forma organizzativa statuale, la quale ultima è l’unica che può dirsi esclusiva della specie umana.
La VI Parte del saggio l’abbiamo dedicata all’analisi delle modalità con cui avviene il passaggio da un universo strutturale all’altro, passaggio che noi abbiamo definito: metamorfosi, volendo indicare una mutazione lenta e graduale, così come è graduale la trasformazione dei bachi in farfalle, trattandosi del passaggio da un dato stadio, o livello, di civilizzazione ad un altro.
Nella Parte VII, abbiamo analizzato, sommariamente, l’universo strutturale delle orde, che riteniamo abbia costituito il secondo livello della civilizzazione universale (essendo la prima forma di società dotata di strutture), confrontandone le caratteristiche con l’universo strutturale tribale, ossia, il terzo livello della civilizzazione universale.
Infine, nell’VIII parte del presente lavoro, abbiamo analizzato le caratteristiche dell’universo strutturale stratificato (da noi classificato, come: il quarto livello della civilizzazione), confrontandole con gli elementi fondamentali dell’universo strutturale statuale.
Torino, 22 gennaio 2018
Giano Rocca
Prefazione:
La speculazione filosofica e la metafisica non hanno mai saputo dare risposte accettabili, intese non come definitive, ma come basate su solide basi cognitive, alle domande che stanno alla base della nostra ragione di esistere: chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Se, dunque, questi quesiti si ripropongono continuamente, in modo, anche, stucchevole, è evidente come la filosofia abbia fallito il proprio compito. Tale fallimento è ascrivibile al non aver fatto proprio il metodo di indagine che è caratteristico della scienza galileiana – newtoniana: ossia il metodo della dimostrabilità (ossia: corroborazione), o della falsificabilità, delle teorie proposte, consentendo la cumulabilità della conoscenza acquisita. Se tale metodo non è stato applicato, non è tanto a causa dalla difficile dimostrabilità della corrispondenza delle risposte, alla reale essenza della natura cosmica, della natura umana e della realtà storica, che costituisce la condizione umana, nella società; ma soprattutto al velo di inconoscibilità, che è frapposto, dalla realtà sociale, alla conoscenza ultima dei suoi fondamenti e meccanismi. Profeti e demiurghi di varie epoche e levatura si sono cimentati con il compito di squarciare questo velo di inconoscibilità. Che non vi siano riusciti, è dimostrato dal fatto che le loro intuizioni sono state trasformate in dogmi, posti alla base di religioni, od ideologie politiche, che costituiscono la giustificazione del perdurare della condizione storica preesistente a quelle stesse intuizioni.
La scienza, nonostante i suoi spettacolari progressi, è stata messa a dura prova (da una certa epistemologia), nel XX secolo, e da certe sue evoluzioni (come, ad esempio, il contributo dato dalla scienza alla costruzione della bomba atomica). Tutto questo ha messo in cattiva luce, a livello collettivo, la scienza, applicata alla natura. La sua applicazione alla realtà sociale ed umana non ha, ancora, raggiunto lo status di leggi scientifiche. Inoltre, è convinzione generale (anche dei sedicenti scienziati sociali
), che in campo sociale non sia possibile sperimentare le teorie elaborate. Noi, al contrario, siamo convinti che si siano compiuti, nel corso della storia, molteplici esperimenti sociali. Per il XX secolo si possono citare, ad esempio: l’Unione Sovietica, la Cina continentale, la Cuba di Fidel Castro, Il Viet Nam, la Cambigia dei Kmer Rossi
ed il Nord Corea. Tali grandiosi esperimenti sociali possono essere, superficialmente, considerati falliti, dato che i sistemi sociali che ne erano derivati non si sono generalizzati a tutto il mondo, od almeno, alla parte preponderante di esso, ed hanno finito per essere superati, od emarginati, ed atrofizzati. Ma la tendenza alla loro generalizzazione vi è stata (indipendentemente dalle guerre di conquista attuate, direttamente, od indirettamente, dai regimi politici in atto in quei sistemi sociali), negli anni ‘trenta, con l’instaurarsi in Occidente, di vari regimi, che hanno forzato la società ad attuare una transizione graduale ad un sistema intermedio tra il sistema capitalista oligopolista ed i cosiddetti sistemi socialisti
(meglio definibili come sistemi intermedi tra i sistemi feudali e quelli burocratici, di tipo: centralizzato, parzialmente centralizzato o decentralizzato); ci riferiamo ai regimi fascisti
e pseudo-fascisti, quello nazista
ed il cosiddetto new deal
negli Usa. Un’altra tendenza a generalizzare (o globalizzare
) i