La Storiografia: dall'Agiografia alla Prognostica - Sezione I - Il Metodo Scientifico Applicato alla Condizione Umana - Vol. VII
Di Giano Rocca
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La storiografia, convenzionalmente, viene considerata essere nata con Erodoto, e con Erodoto appariva sotto forma di “Storie”, ossia di aneddoti, molto simili all’attuale “gossip”. Giambattista Vico tentò di farne “La Scienza Nuova”, ma a parte le lodi degli illuministi e di alcuni storiografi dell’ottocento, che tentarono di farne una scienza, la storiografia rimase, in gran parte, l’agiografia (od esaltazione illimitata, fino a farne dei miti) dei personaggi, che gli storiografi hanno in simpatia, o li ritengano graditi a coloro che detengono il potere, nel momento cronologico in cui scrivono (oppure: li ritengano degni di attenzione per coloro che avranno il potere nel periodo storico che essi auspicano, o che ritengono si produrrà: necessariamente), oppure descrivono quei personaggi (od eventi in cui furono coinvolti) in modo che ne venga odiata l’esistenza, posasibilmente per tutta l’eternità (costruiscono, così, quella che i latini definivano la: “Damnatio Memoriae”).
La difficoltà, non tanto di creare una storiografia basata realmente su criteri scientifici, quanto di farla accettare, non tanto dagli storici, quanto dagli strati dirigenti di una qualsiasi società, è dovuta all’esigenza di dare alla storia esattamente il senso che serve a giustificare la realtà della condizione umana, in una data realtà strutturale, e con determinati regimi politici. E questo, anche se la possibilità di dare un senso, scientificamente comprovato, alla evoluzione storica, possa servire ai governanti di procedere, nelle loro scelte, non più al buio ed a tentoni, ma sapendo esattamente quale sia la realtà storica di un dato momento cronologico e quale sia l’evoluzione più probabile (a valutare, magari con l’aiuto di specifici algoritmi, entro specifici parametri) della stessa realtà storica, nel suo complesso, in ogni singola regione del globo e per ogni singola unità statuale.
La conoscenza scientifica delle cause che determinano l’evoluzione storica, cozza contro le convinzioni più profonde degli esseri umani, i quali, volendo dare un senso alla propria esistenza, sentono di poter avere un ruolo attivo, seppur magari infinitesimale, nell’evoluzione della storia (ameno che credano nella “provvidenza” di un Dio, dalla volontà non conoscibile, ma, in fondo, volta, sempre, al maggior bene finale dell’umanità). La consapevolezza del fatto che ci si trovi ingabbiati in una realtà storica che evolva secondo criteri, o cause agenti, del tutto estranei alla consapevolezza, ed alla volontà, degli individui, delle collettività e dei “grandi” personaggi storici (nonché di entità, o di un “essere”, trascendentale: ossia, spirituale), ci sconvolgerebbe in modo irreversibile e, forse, persino, in modo devastante.
Solo la prospettiva di poter progettare un’organizzazione sociale che coinvolga le facoltà mentali, la volontà, i desideri e le finalità di tutti gli individui che abbiano un’apertura mentale tale da liberarsi, gradualmente ed, almeno parzialmente, dal determinante condizionamento della realtà strutturale in cui siamo immersi, e possa consentire di raggiungere una piena dignità di esseri umani: totalmente consapevoli di sé; potrà consentire, a qualcuno (più libero di mente) di dare un’occhiata (priva di veli e di illusorie certezze) alla effettiva condizione di partenza dell’umanità, nel momento cronologico in cui ciascuno di questi individui si trovi a vivere, facendosi una chiara idea di quale sia la prospettiva evolutiva a breve – medio termine, ove si prescinda dalla progettazione di un nuovo modello di organizzazione della società, lasciando il futuro dell’umanità nelle mani del “pilota automatico”, che ci guida attualmente.
Giano Rocca
Giano Rocca was born in a small village in the Langhe, called Roccaverano, from parents of humble origins. After completing his primary school studies, he moved to Turin, where he attended secondary school and the University, enrolling in the Faculty of Letters and Philosophy. He was a pupil of the political philosopher Norberto Bobbio. He attended school institutions supporting himself with his work, employed by the large local industry, then called "FIAT". His interests can be summarized in the study of "social" and "human" sciences, although he soon realized that knowledge in these sectors had not yet reached the episteme of science. He was primarily determined to carry out an analysis of history capable of compensating for the gaps and contradictions of current conceptions and, in particular, of Marxist analysis, whose alleged "scientific essence" has been falsified by the anti-communist revolutions that have occurred in the Soviet Union and in the countries of realized Socialism, especially in Eastern Europe. The published books aim to provide an overall view of the human condition, with particular attention to the historical reality of societies based on statehood, analyzing them in their structural complexity and their historical dynamics, to identify the possible outcome of human evolution itself. He developed the concept of degrees of civilizing, identifying the fifth level of civilizing in the "closed societies", or feudal ones, while in the "open societies", or mercantile ones, he identified the sixth level of civilizing. The sixth level of civilizing, however, appears neither irreversible, nor automatically a harbinger of further progress, which progress can only come from a metamorphosis, or palingenesis, of the human condition, which undermines the very presuppositions of organic-stratified societies, of to which the societies based on statehood, as a whole, are but the most advanced examples. To accomplish this palingenesis, neither the "class struggle" nor the social and political revolutions are suitable. It is necessary to rethink, in depth, the causes of the formation of the historical structural reality and, once the remedies have been identified, apply them to individuals and their inter-personal relationships, a premise for overcoming the conflict between individuality and sociality, defined by philosophers as the great "social problem". It is necessary to lay the foundations for the planning and creation of a sociality consistent with the most authentic nature of individuals, enhancing, and not sacrificing, their individualization. This is achieved by creating nuclei of a new type of society, which is able to fully satisfy the basic needs of individuals and their need for progress of the level of civilizing. This new type of company can be defined: SOCIETY SOCIALITARIAN.
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La Storiografia - Giano Rocca
La Storiografia: dall’Agiografia
(oppure dalla "Damnatio
Memoriae") alla Prognostica
Sezione I
Il Metodo Scientifico Applicato
alla Condizione umana
Vol. VII
GIANO ROCCA
Copyright © 2020 Tutti i diritti riservati.
INDICE:
PREFAZIONE:
PROLOGO:
BIOGRAFIA:
PARTE I: Ipotetica periodizzazione degli universi strutturali preesistenti quello basato sulla statualità e sorgere dell'universo strutturale basato sulla statualità
Capitolo 1: Indizi sulla periodizzazione dell'universo strutturale dell'orda e tribale
Capitolo 2: Indizi sulla periodizzazione dell'universo strutturale stratificato
Capitolo 3: Cronologia di massima della nascita dell'universo strutturale basato sulla statualità e nascita dei primi stati
PARTE II: Cicli dell'evoluzione strutturale storica dell'universo strutturale basato sulla statualità, a livello globale e regionale.
Capitolo 4: Definizione dei cicli storici dell'universo strutturale basato sulla statualità
Capitolo 5: Notizie sull'evoluzione dell’universo strutturale basato sulla statualità, avvenuta nel V e IV millennio AEV. Ciclo storico proto-arcaico
e sua cronologia evolutiva.
Capitolo 6: Ciclo storico alto arcaico
e sua cronologia evolutiva, nel III millennio AEV.
Capitolo 7: Ciclo storico medio arcaico
e sua cronologia evolutiva, tra la II parte del III e la I parte del II millennio AEV.
Capitolo 8: Ciclo storico basso arcaico
, tra la seconda parte del II millennio e la prima parte del I millennio AEV.
Capitolo 9: Cicli storici: proto-antico I e proto-antico II, vissuti dalla Grecia
PARTE II: Ciclo storico antico – alto medievale, e sua cronologia evolutiva
Capitolo 10: Evoluzione dell'universo strutturale basato sulla statualità, nel corso dell’VIII secolo AEV.
Capitolo 11: Evoluzione dell'universo strutturale basato sulla statualità, nel corso del VII secolo AEV.
Capitolo 12: Evoluzione dell'universo strutturale basato sulla statualità, nel corso del VI secolo AEV.
Capitolo 13: Evoluzione dell’universo strutturale basato sulla statualità, nel corso del V secolo AEV.
Capitolo 14: Evoluzione dell'universo strutturale basato sulla statualità, nel corso del IV secolo AEV.
Capitolo 15: Evoluzione dell'universo strutturale basato sulla statualità, nel corso del III secolo AEV.
Capitolo 16: Evoluzione dell'universo strutturale basato sulla statualità, nel corso del II secolo AEV.
Capitolo 17: Evoluzione dell’universo strutturale basato sulla statualità, nel corso del I secolo AEV.
Capitolo 18: Evoluzione dell’universo strutturale basato sulla statualità, nel I secolo EV.
Capitolo 19: Evoluzione dell’universo strutturale basato sulla statualità, nel II secolo EV.
Capitolo 20: Evoluzione dell’universo strutturale basato sulla statualità, nel III secolo EV.
Capitolo 21: Evoluzione dell’universo strutturale basato sulla statualità, nel IV secolo EV.
Capitolo 22: Evoluzione dell’universo strutturale basato sulla statualità, nel V secolo EV.
Capitolo 23: Evoluzione dell’universo strutturale basato sulla statualità, nel VI secolo EV.
Capitolo 24: Evoluzione dell’universo strutturale basato sulla statualità, nel VII secolo EV.
Capitolo 25: Evoluzione dell’universo strutturale basato sulla statualità, nella prima metà dell’VIII secolo EV.
EPILOGO:
BIBLIOGRAFIA:
PREFAZIONE:
Il concetto di causalità non implica la necessità di presupporre l’esistenza di una trascendenza, rispetto alla natura cosmica, poiché la natura ha in sé stessa sia le cause che le conseguenze della propria evoluzione (compresa l’evoluzione, rivoluzionaria, del cosiddetto Big Bang
, che portò lo stato del cosmo da una condizione preesistente alla materia alla condizione di materia). Lo stesso vale per la natura umana, distinta dalla natura cosmica, ma analoga alla natura di tutti i viventi, sebbene gli umani abbiano una potenzialità di evoluzione dell’espressione della propria individualità e della propria socialità che, attualmente, non sembra avere eguali in altre specie viventi conosciute. La compresenza della casualità e della causalità dà ragione della difficoltà, (o, in dati ambiti: dell’impossibilità) di prevedere l’evoluzione di tutti gli elementi cosmici, poiché nel cosmo vi è la compresenza di elementi di ordine e di caos.
L’evoluzione della condizione umana, che si è realizzata fino ad oggi, al contrario, è basata sul verificarsi di causalità esulanti dalla volontà, e dalla coscienza, degli esseri umani, ma che non sono affatto estranee ai meccanismi di evoluzione delle strutture sociali, che gli umani hanno accettato (inconsapevolmente e senza una precisa progettazione), nel tempo, di applicare alla propria vita comunitaria, o collettiva, e che contengono in sé stesse, molti elementi di caos (percepiti come iniquità) e pochi elementi di ordine, o razionalità.
La natura umana, e gli elementi storici che ne determinano la condizione di esistenza, non appartengono alla stessa essenza ontologica. Da questo divario ontologico, dipende l’infelicità ed il senso di incompletezza, ed inadeguatezza, che avvertono, pressoché, tutti gli esseri umani. Nasce da questo, il concetto di trascendenza, sfruttato dalle religioni, per assoggettare meglio gli esseri umani (a livello psicologico) alla realtà storica in atto. Nasce, anche, di qui, l’esigenza di quello che è stato definito il progresso umano
, e che andrebbe collegato con il progresso nel processo universale di civilizzazione (che coinvolge, su livelli diversi, tutte le specie viventi) e non, come erroneamente viene inteso, come progresso, od accrescimento delle conoscenze in campo tecnico-scientifico, sebbene l’evoluzione strutturale, possa avvalersi, seppure indirettamente, di questo progresso conoscitivo. La finalità, avvertita generalmente, di un autentico progresso umano, rispetto alla condizione in atto, non implica, ma non esclude, la presenza di una universale finalità cosmica, che, ove esista, sarebbe insita nella stessa natura cosmica e, quindi (in ogni caso) escluderebbe, ogni concetto di trascendenza.
Torino, 29/09/20
Giano Rocca
PROLOGO:
Può apparire del tutto fuori luogo parlare di storiografia come di agiografia, dopo quasi un secolo dall’apparire della Nuova Storia
, sorta attorno alla rivista Annales
, la quale Nuova storia
si richiama a La Scienza Nuova
di Giambattista Vico, pubblicata circa due secoli prima. In effetti, la Nuova Storia
del XX secolo, proseguendo sulla scia degli insegnamenti di Voltaire (vissuto due secoli prima), secondo cui la storia non debba essere solo narrazione di avvenimenti, ma storia delle strutture, ha tentato di conferire alla ricerca storiografica una nuova qualità scientifica. Se il tentativo, di Voltaire e degli illuministi, avvenne nel XVIII secolo, Guizot e Chateaubriand, nel XIX secolo, tentarono di fondare una Nuova Storia
, detta, anche, storia moderna
. Tutti questi tentativi, precursori della ricerca storiografica, sorta attorno alla rivista Annales
, nata nel 1929, hanno contribuito a togliere alla storia il carattere di agiografia (o, al contrario, di damnatio memoriae
, se così conviene ai vincitori
, contemporanei degli storiografi) dei grandi personaggi
, e dei grandi eventi
, ossia della vita e delle gesta dei vincitori
(o dei, supposti, perdenti) della narrazione storica. Tuttavia, gli storici, teorici della Nuova Storia
, non hanno saputo realizzare una interpretazione dell’evoluzione storica realmente soddisfacente, circa l’analisi delle cause effettive di tale evoluzione, ma si sono persi in ricerche minuziose, quanto, spesso, del tutto inutili, sulla vita quotidiana di individui comuni, con il sogno, improbabile e sciocco, di realizzare una storia olistica
dell’umanità. Questo filone della storiografia, tuttavia, non è riuscito a sconfiggere la storiografia, come costruzione agiografica, che continua ad essere il filone principale del mestiere degli storici.
L’analisi della realtà storica, nella sua essenza di molteplici universi
(nella loro rispettiva, e reciproca, autonomia), di organizzazione sociale, e nell’evoluzione (di cui abbiamo analizzato, nei volumi pubblicati in precedenza, la molteplicità di cause) di ciascuna di tali strutture storiche, evidenzia un modello, che riteniamo del tutto nuovo: di analisi dell’evoluzione storica e del tempo storico, che si discosta, fortemente, dallo scorrere del tempo cronologico, potendosi avere, contemporaneamente, diversi universi strutturali, ciascuno con un diverso meccanismo evolutivo e ciascuno caratterizzato da uno (o più di uno) specifico livello di un universale processo di civilizzazione.
In questo volume (che sostanzia la prima sezione di questa analisi) analizziamo il momento dell’evoluzione storica, di ogni parte del pianeta, in ciascun momento cronologico, sulla base delle conoscenze storiche che abbiamo a disposizione, che sono una frazione (che riconosciamo essere di minima entità) delle conoscenze storiche messe a disposizione dalle ricerche storiografiche fino ad oggi realizzate, a loro volta frazione minima delle conoscenze storiche che i moderni mezzi di ricerca consentirebbero. Per tale ragione, cercheremo di collocare nella durata dei millenni gli universi strutturali che hanno scarsa, o nessuna, produzione letteraria (e che sono, quindi, definiti pre-letterali). Collocheremo, poi, nell’ambito dei secoli, i primi cicli storici dell’universo strutturale basato sulla statualità, di cui si abbia poca, o nessuna, documentazione letteraria, per soffermarci più a lungo sui momenti evolutivi dei cicli storici di cui si abbia a disposizione una maggiore produzione letteraria, fino ad analizzare l’evoluzione che si produce da un decennio all’altro e, dove possibile, anche quella che si produce in un tempo infra-annuale.
Nella seconda sezione di questa ricerca, che raccoglieremo in un ottavo volume, analizzeremo l’evoluzione del ciclo storico in cui si trova a vivere l’Occidente, analizzando, al contempo, il ciclo storico (o l’universo strutturale di tipo diverso) in cui si trovino a vivere, nello stesso momento cronologico, altri popoli o regioni del globo.
La nostra analisi si basa sul metodo scientifico, che definiremmo galileiano - popperiano, della prova ed errore (o, per meglio dire: della corroborazione o della falsificazione), che si contrappone al metodo normalmente usato dalle scienze umane e sociali: della assenza di auto-contraddizione di una data teoria (che potremmo definire il metodo lisenkoista), che può consentire di far considerare scientifica ogni assurdità, purché non sia auto-contraddittoria e, soprattutto, che sia appoggiata, od approvata, da coloro che detengono il potere, l’autorità o l’autorevolezza, ritenuta necessaria per dare il timbro di scientificità a determinate affermazioni. Il metodo da noi usato, applicato all’analisi della realtà storica, se sufficientemente sviluppato, potrà consentire di vedere, con chiarezza, le tendenze dell’evoluzione dell’universo strutturale basato sullo statualità a breve – medio termine, ed a predire le prospettive di tale evoluzione, sul periodo medio – lungo.
Torino, 20/12/2020
Giano Rocca
BIOGRAFIA:
Giano Rocca è nato in un paesino delle Langhe, denominato Roccaverano. Trasferitosi a Torino all’età di 18 anni, ha frequentato la Scuola Secondaria Superiore e l’Università, allievo di Norberto Bobbio, di cui ha apprezzato, soprattutto, la capacità di rinunciare totalmente alle proprie convinzioni, allorché si fossero dimostrate fallaci, che è del resto il principio basilare del metodo scientifico, e questo principio perseguì, fino a ricondurlo all’accettazione del principio socratico: so di non sapere
.
Giano Rocca ha riflettuto, lungo tutto il corso della sua vita, su questo fatto: se la filosofia dimostra di saper riconoscere il proprio fallimento, in assenza dell’adozione sistematica del metodo scientifico, si evidenzia come, in assenza di una filosofia della storia, basata su solide basi scientifiche, lo studio della storia, e delle cosiddette scienze sociali
, sia del tutto vano e fuorviante, in quanto si tratta, solamente, di studi basati su criteri ideologici, od una forma di conoscenza priva della fondamentale base della dimostrabilità o, in alternativa, della falsificabilità.
La sua ricerca vuole porre le basi di un’autentica scienza della società, in quanto ponga le fondamenta delle proprie ipotesi e teorie, su elementi, interamente, e facilmente, verificabili, e possa, quindi, costituire un elemento di progresso della conoscenza, ove le suddette ipotesi, e teorie, siano corroborate dal confronto con la realtà, ossia, dagli eventi socioeconomici.
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2nd Edition, 2020, Ebook, ISBN: 9781005678401
PARTE I:
Ipotetica periodizzazione degli universi strutturali preesistenti quello basato sulla statualità e sorgere dell'universo strutturale basato sulla statualità
Capitolo 1:
Indizi sulla periodizzazione dell'universo strutturale dell'orda e tribale
Secondo gli antropologi il sorgere della cultura paleolitica
avvenne nell'Africa Orientale, ossia nella regione del Tanganica, all'incirca 1.860.000 anni fa. Tale tecnica permise agli ominidi di divenire carnivori, facilitandone la sopravvivenza (1). L'universo strutturale dell'orda è certamente preesistente l'insorgere della tecnica della lavorazione dei minerali, detta: paleolitico inferiore
. L'universo strutturale dell'orda precedette il sorgere delle prime specie di ominidi (dal momento che viene riscontrata tra specie animali molto diverse dai primati) e si protrasse fino all'epoca definita del paleolitico medio
o, forse, fino a quello definito: superiore
.
Nel Maghreb, il paleolitico inferiore
comparve prima, rispetto all'Europa, poi si protrasse nel tempo, tanto da conservarsi oltre il periodo in cui nell'Europa Centro – Settentrionale era già comparso il paleolitico superiore
(2). La causa del suddetto evento è da ricercarsi nel clima più favorevole del Maghreb, rispetto all'Europa del Nord, dove, all'epoca, vi era l'era glaciale
e, dunque, tale clima non avrebbe favorito il progresso culturale. La scansione tradizionale delle età
pre-letterali indica, al massimo, una variazione di modello artistico. L'ominide che creò il paleolitico inferiore più progredito
, detto acheuleano
, nel Maghreb, era assai più arcaico, sul piano bio-antropologico, rispetto all'ominide che creò l'acheuleano
in Europa (3). Ominidi assai arcaici hanno realizzato le tecniche del paleolitico medio mousteriano
, a dimostrazione di come ominidi assai inferiori (per capacità cranica) all'uomo, abbiano realizzato le stesse tecniche realizzate dall'uomo (homo sapiens
) e, dunque, possano aver raggiunto l'universo strutturale tribale (4), come è stato per gli appartenenti alla specie umana. Vi sono casi di umani (homo sapiens
) rimasti ancorati a tecniche ritenute caratteristiche del paleolitico inferiore
(5). Infatti, il paleolitico inferiore
si diffuse in tutta l'Africa, mentre il paleolitico medio e superiore
era alquanto regionalizzato e delimitato a ben precise aree.
L'universo strutturale tribale, testimoniato dalla presenza di sepolture e, dunque, da una certa forma di religione, comparve nell'Europa Occidentale nel periodo in cui gli storici ed i paletnologi parlano di paleolitico medio
, ossia attorno al 70.000 AEV (6). Pare che anche i neandertaliani
, ominidi collaterali all'uomo, in quanto ramo collaterale provenienti, come l'homo sapiens, da un ceppo originario comune (7), siano pervenuti all'universo strutturale tribale. L'universo strutturale tribale pare sia continuato, almeno in alcune regioni, fino al periodo che gli storici definiscono età neolitica
(8), ossia fina a, circa, il 4.000 AEV. Dalle affermazioni degli antropologi si desume che prima del 70.000 AEV vi fosse, unicamente, l'universo strutturale delle orde.
L'attività produttiva del paleolitico
, specie del paleolitico antico
(9), si sviluppò soprattutto nell'Europa Centro – Occidentale (10). Nell'Europa Centro – Occidentale si sviluppò una vera e propria industria paleolitica
, nonostante si siano rinvenute tracce dell'homo pre-sapiens (homo neanderthalensis) e dell'homo sapiens, in epoche contemporanee, in varie altre regioni del mondo (11). Gli antropologi ritengono che, anche ove si rinvengano oggetti, ossia prodotti di tecnologia analoga, in regioni del mondo anche molto lontane tra loro, il centro di produzione sia stato unico e la diffusione dei prodotti sia avvenuta mediante scambi, non necessariamente di tipo mercantile, ma consoni agli universi strutturali preesistiti a quelli basati sullo stato. Secondo alcuni storici, gli amerindi sarebbero giunti in America Meridionale attraverso l'America Centrale, ossia lo stretto di Panama, oppure attraverso l'Oceano Pacifico, essendo certamente esistiti contatti culturali, seppure radi e sporadici, con l'Oceania (12). L' emigrazione venuta dal Nord, avvenne probabilmente tra il 14.000 e l'8.000 AEV. All'epoca era in atto l'universo strutturale di tipo tribale (13).
Attorno al 1900 AEV giunse in Palestina, o Cananea, una tribù di nomadi ebrei
(termine che pare significare, appunto, nomadi), scacciati dai babilonesi, i quali, giunti in Palestina, distrussero, o contribuirono a distruggere, la società strutturale locale basata sullo stato, che pare fosse anche sconvolta da eventi tellurici cataclismatici: Sodoma e Gomorra, sprofondate in seguito ad un cataclisma naturale. Gli ebrei vivevano in una società di tipo preesistente a quello basato sullo stato (probabilmente una struttura tribale composta da una confederazione di 12 tribù).
Morgan affermava che, al momento della scoperta dell'America, gli indiani
del Nord America, per la maggior parte, non avessero ancora costituito l'aggregazione di tribù, ossia quella che fu denominata da Morgan stesso: Confederazione
, ossia non vi fossero tracce, in quelle regioni, dell'universo strutturale stratificato. Morgan affermava che tutti gli indiani
dell'America del Nord, eccetto gli eschimesi, avessero un unico tipo di famiglia
, che fu da lui definita ganowaniana
, e che si era diffusa su tutto il Continente, per via di svariate ondate di migrazione, che si sono succedute, partendo da un nucleo originario, diffusione avvenuta per cause demografiche. Tale teoria derivava da circostanziate analisi delle variazioni linguistiche all'interno del popolo suddetto (14). Il tipo di famiglia si dimostra essere un elemento del tutto secondario, in rapporto all'evoluzione della realtà strutturale complessiva della società. Nell'attuale Messico Nord-Occidentale, nel Texas Meridionale, nel Grande Bacino, nell'Altopiano delle Montagne Rocciose (15), sulla costa Nord-Occidentale, nella Zona Artica e Sub-Artica (16), gli indigeni
erano rimasti nell'universo strutturale tribale, fino all’epoca dell’avvenuto contatto con gli europei (17).
Morgan, analizzando dettagliatamente tutte le tribù indiane
del Nord America, riscontrò, nel popolo degli Sioux una regressione dalla struttura tribale alla struttura dell'orda, ossia delle bande, a causa dell'invasione dei coloni provenienti dall'Europa ed a causa dello sconvolgimento provocato da tale fatto nella loro esistenza. La struttura dell'orda, in cui ritornarono, conservava, però, alcune caratteristiche della struttura tribale, quale la funzione del sachem
e la sua ereditarietà. Questo fatto conferma la possibilità di una regressione strutturale, in seguito ad invasione, o sconvolgimento sociale, analogamente alla possibilità di un progresso strutturale, a causa dell'influenza di una colonizzazione di un determinato tipo.
Morgan affermava di trovare, nel XVIII secolo EV, esempi di organizzazioni tribali in Europa, e precisamente in alcuni luoghi dell'Irlanda e della Scozia. Nel XXI secolo non appaiono esservi esempi meno numerosi di tale fenomeno. Si tratta, certo, di sopravvivenze di strutture di tipo precedenti la società basata sulla statualità, rinvenibili nelle strutture basate sulla statualità stessa, ma anche tentativi di ritorno alle strutture preesistite, da parte di popoli che da millenni vivono in strutture basate sulla statualità. Questi fenomeni di ritorni eccezionali, o sporadici, ad universi strutturali preesistenti lo stato, se comprovati, sono da ascriversi al generale conservatorismo di chi ama le tradizioni ed al rifiuto delle civiltà
rappresentata dalle strutture basate sulla statualità (o, per meglio dire, dei livelli di civilizzazione consentiti dalle società basate sul concetto di stato), considerate meno civili
e più inumane delle stesse strutture preesistite allo stato (18); del resto, ogni popolo tende ad aderire al livello di civilizzazione che gli è più consono, ossia più adeguato alla manifestazione dell’essere che esprime, in un dato momento temporale.
Capitolo 2:
Indizi sulla periodizzazione dell'universo strutturale stratificato
La scoperta di vie di comunicazione, attraverso cui avvenivano scambi commerciali su vasta scala, nel periodo detto del paleolitico superiore
(che secondo alcuni risalirebbe a circa 400.000 anni fa, mentre secondo altri parte da 40.000 AEV) dimostra come possa essere esistito, in alcune regioni del mondo, l'universo strutturale stratificato, sebbene all'epoca non vi fosse ancora la specie dell'homo sapiens
(questo dimostra come il progresso tra i diversi livelli del processo di civilizzazione sia un fatto non esclusivo della specie umana, ma sia di valore universale). Dalle affermazioni di alcuni storici si desume che vi sia stato, in Cina, l'universo strutturale stratificato tra il 25.000 ed il 10.000 AEV, allorché, secondo una parte di storici e paletnologi, vi era, ancora, il cosiddetto paleolitico superiore
(1). La natura di universo strutturale stratificato si desume dall’intensità degli scambi di beni.
Sebbene non vi sia connessione bi-univoca, tuttavia non si può escludere una certa connessione tra passaggio dal nomadismo della caccia – raccolta all'agricoltura e la metamorfosi dall'universo strutturale tribale a quello stratificato. Entrambe sembrano essere avvenute, in molte regioni del mondo, nel mesolitico
oppure nel neolitico
(2). In Palestina si è rinvenuta una città (Gerico), appartenuta all'universo strutturale stratificato, nel 7000 AEV, e con tecnica appartenente al cosiddetto neolitico
(3).
Nell'America Centrale l'agricoltura si sviluppò a partire dal 7000 – 5000 AEV (4). L'agricoltura, nell'America Meridionale, sorse a partire dal V millennio AEV; in Perù e Bolivia, sorse come scoperta autonoma, od autoctona. Allo stesso periodo si