Come l'amore e l'ombra
Di Fulvio Fusco
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Anteprima del libro
Come l'amore e l'ombra - Fulvio Fusco
twitter.com/youcanprintit
Pensieri
Chi trova nella lettura quella sensazione di appagamento, quell’attrazione fatale che impedisce di staccare gli occhi dalle pagine, si riconoscerà in ascoltare fra le righe.
Un bel testo è come una partitura musicale e si distingue anche per il suono della scrittura.
Se le parole servono il ritmo in modo piacevole e fluido, già non si può desiderare di più.
Ma poi viene l’armonia, i suoni mentali che supportano le parole.
E infine la parte più bella: la libera improvvisazione.
Attraverso qualche speciale canale, la storia sgorga liberamente da dentro.
Tutto quel che devi fare è seguirne il flusso.
Sinossi
Laura e Paolo sono una coppia affiatata, amanti del trekking e della natura.
Le loro escursioni, da diversi anni, si ripetono nelle belle zone montagnose dell’Austria, e lì accadono dei fatti imprevisti.
Cinzia, la sorella minore di Laura, è una ragazza strana e sempre pronta a cacciarsi nei guai, e questa volta anche abbastanza seri.
Col passare del tempo, Paolo dovrà affrontare nuove ed imprevedibili situazioni, che lo porteranno a fare delle scelte importanti, … scelte di vita.
NB: La storia, i luoghi e i personaggi descritti nel racconto, sono pura fantasia dell’autore.
Capitolo 1
Anche quel giugno del 2009, Paolo e Laura avevano programmato le loro vacanze in Austria. Ormai erano sette anni che vi si recavano, cambiando regione ogni volta.
La loro passione per il trekking li portava a scoprire luoghi sempre più impervi lontano dai centri abitati.
Paolo Serchi, professore di storia antica a Belluno, era un gran camminatore; un quarantenne che amava la natura ed esplorare nuove zone montagnose e boschive. Sposato con Laura Carmin da otto anni, una bella trentacinquenne bionda dal fisico atletico, anch’essa insegnante all’Isef della stessa città: per scelta non avevano figli.
La passione di Paolo era stata trasmessa alla moglie fin dal tempo in cui erano stati fidanzati, e da allora, avevano gironzolato tra i rifugi del Veneto e Trentino Alto Adige, in ogni weekend libero da altri impegni e durante le ferie estive.
Entrambi nati a Belluno [vedi nota 1], si erano conosciuti durante una festa di compleanno in casa di amici; dopo timide parole e qualche scambio di sms, Paolo era riuscito a strapparle un appuntamento per una cenetta. Il passo successivo fu molto breve, e la coppia iniziò a frequentarsi stabilmente, sposandosi dopo due anni.
Andarono a vivere nella casa dei genitori di Paolo che era figlio unico, divenuta libera a causa della loro morte per un incidente stradale, fecero qualche modifica agli interni rendendola più moderna.
Laura invece aveva una sorella più giovane di cinque anni: Cinzia, una ragazza simpatica ma asociale; dopo il liceo finito a stento, non aveva voluto proseguire gli studi e dopo un lungo periodo a bighellonare con degli amici poco raccomandabili, aveva trovato dei lavori saltuari nei call center, ed infine un posto come cassiera in un supermarket.
I rapporti tra le due sorelle non erano idilliaci, Laura aveva sempre rimproverato a Cinzia il suo modo di vivere nella pigrizia, tanto che la sorellina aveva preso quasi definitivamente le distanze. Ora si vedevano a casa dei genitori in rarissime occasioni, e in quei frangenti, trovavano quasi sempre il modo di litigare.
Le previsioni meteo avevano previsto dei giorni soleggiati, e questa volta la coppia aveva scelto la bella città di Steyr [vedi nota 2], nell’Alta Austria come base per le loro escursioni. In hotel o per strada, Laura attirava gli sguardi degli uomini per la sua provocante bellezza, anche se amava vestire in modo casual. Paolo era gelosissimo, lo era sempre stato fin da quando si erano conosciuti, ma cercava di manifestarlo il meno possibile. Ora Laura a trentacinque anni, aveva raggiunto l’apice della bellezza, i suoi occhi azzurri e il suo viso emanavano un fascino tutto particolare, anche il suo corpo longilineo le donava un portamento regale e attraente.
Steyr poteva vantare immensi boschi e parchi naturali, colline scoscese che terminavano in numerosi corsi d’acqua. I mesi precedenti erano stati molto piovosi, ed ora i fiumi e torrenti si erano ingrossati a dismisura.
La mattina del terzo giorno dopo aver posteggiato la Renault Laguna bianca ai margini di una fitta boscaglia, indossati gli scarponi da trekking, bastoni da montagna e k-way per ogni evenienza, si inoltrarono nella vegetazione seguendo dei sentieri che conducevano verso le sommità delle colline.
Prima di ogni escursione studiavano attentamente i percorsi da fare su alcune cartine dettagliate, e anche quella mattina il loro itinerario era quello di raggiungere un vecchio castello diroccato. Con la Nikon professionale Paolo era un vero maestro, riusciva a cogliere dei magnifici particolari dei luoghi attraversati, e la loro collezione di foto digitali, nel corso degli anni, era divenuta ben nutrita, da far invidia ai loro amici bellunesi.
[nota 1] Belluno, Belùn in bellunese, Belum in ladino) è un comune italiano di 35.000 abitanti, capoluogo della provincia omonima in Veneto. Fondata come municipium romano nel I secolo a.C., è attualmente il comune più abitato della provincia, settimo ed il più settentrionale tra i capoluoghi di provincia del Veneto. La città è situata alla confluenza del torrente Ardo e del fiume Piave, posizione difensiva strategica per la quale è stata protagonista nelle due guerre mondiali. Belluno è stata insignita del titolo di Città alpina dell'anno 1999. La parte antica della città di Belluno sorge su uno sperone di roccia in prossimità della confluenza del torrente Ardo con il fiume Piave. A nord si stagliano verso il cielo l'imponente gruppo dolomitico della Schiara (2565 s.l.m) con la caratteristica Gusela del Vescovà, il monte Serva (2133 s.l.m) e il monte Talvena, mentre a sud le prealpi separano il Bellunese dalla pianura veneta. Sempre a sud, nella zona del Castionese, si erge il Nevegal (pronuncia: Nevegàl) sul quale sono situati impianti di risalita e piste da sci. Belluno è indicata come la città capoluogo di provincia più fredda d'Italia nelle temperature medie invernali. Anche la temperatura media annua è spesso la più bassa fra quelle dei capoluoghi di provincia italiani. Nel 1998, ad esempio, essa fu di 9,8 °C, mentre la media mensile di gennaio fu di circa 0 °C. Nel torrido 2003 la temperatura media annua non raggiunse i 10,0º. Assai consistente è la piovosità: su Belluno cadono annualmente circa 1400–1500 mm di precipitazioni (1355 mm nel 2005), concentrate nei mesi da aprile a novembre, che possono anche raggiungere i 2000 mm, mentre l'inverno è siccitoso con cielo sereno. Il clima della città complessivamente è perciò piuttosto freddo e caratterizzato da precipitazioni piovose e nevose. Secondo le classifiche stilate da Legambiente la città, nel 2007, 2008 e 2010, si è classificata al primo posto per sostenibilità dell'ecosistema urbano fra tutti i capoluoghi di provincia italiani. Inoltre il Comune ha ricevuto già nel 2007 la certificazione EMAS, confermata dopo controllo ispettivo anche per il 2008. La certificazione EMAS si riferisce al rispetto del Regolamento CE n. 761/2001 (EMAS) e viene attribuita a quelle amministrazioni che si impegnano a migliorare le proprie prestazioni ambientali (gestione dei rifiuti, qualità dell'aria e delle acque etc.). Belluno è il primo Comune Capoluogo d'Italia a essere stato inserito nel Registro Europeo delle Organizzazioni registrate EMAS. Le primissime popolazioni passate per i luoghi bellunesi furono quelle pre-indoeuropee prima del 3000 a. C, e lasciarono la loro firma su molte località e nomi comuni del Bellunese. Nel territorio bellunese i Paleoveneti giunsero dalla pianura Padana seguendo la valle del Piave. I primi insediamenti umani individuati nel territorio di Belluno risalgono alla prima metà del I millennio a.C.: presso gli attuali quartieri di Fisterre e Cavarzano sono stati rinvenuti dei reperti che dimostrano la presenza paleoveneta sulla superficie comunale. La cultura paleoveneta del bellunese, fiorente nel V secolo a.C., si caratterizzava per delle peculiarità linguistiche rispetto a quella della pianura veneto-friulana, e i reperti ritrovati attestano un'area culturale collegabile con un influsso celtico e aperta verso la valle dell'Isonzo. Un esempio dell'influenza celtica è il ritrovamento, sempre a Cavarzano, di una fibula con sfinge, che non è riscontrabile con la cultura paleoveneta della pianura. Molti dei reperti paleoveneti di Belluno sono conservati nel Museo Civico di Belluno. Durante i successivi secoli, la presenza celtica si rafforzò nel territorio, fino a quando i Romani non ricacciarono a Nord queste popolazioni, iniziando la loro penetrazione nel mondo alpino. Non ci sono dati precisi sulla fondazione della città, ma pare che essa sia stata fondata tra il 220 e il 200 a.C., quindi precedentemente alla conquista romana, la quale iniziò nel triveneto nel 181 a.C. con la fondazione di Aquileia. La conquista fu graduale e pacifica: ciò si spiega con la natura anti-celtica dell'avanzata romana e con il fatto che la popolazione di Belluno era quasi prevalentemente venetica. Altri elementi che indicano l'amicizia delle popolazioni bellunesi con i Romani sono gli schieramenti a favore della città eterna nel 225 a.C. nella lotta contro i Galli e successivamente durante la seconda Guerra Punica contro Annibale. Gli iniziali contatti con il mondo Romano furono però quasi sempre commerciali, infatti a Belluno si potevano trovare parecchio ferro e rame, e solo durante il I secolo a.C. Belluno entrò a far parte stabilmente della Res Publica Romana dal punto di vista giuridico e politico. In un periodo non ben definito compreso tra la morte di Cesare e l'impero nel periodo di Augusto, circa tra il 40 a.C. e il 10 d.C., Bellunum (nome romano della città) divenne municipium romano facente parte della Regio X Venetia et Histria. Il municipium di Belluno venne assegnato alla tribù Papiria, una delle 35 tribù nelle quali, nei comizi tributi, veniva suddiviso il popolo che poteva fregiarsi della cittadinanza romana. La città era retta