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Morte in canonica
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E-book91 pagine1 ora

Morte in canonica

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Info su questo ebook

Campeda, la più piccola frazione del Comune di Sambuca Pistoiese, sorge isolata nella valle del Reno, immersa tra boschi di castagni e querce. Diciannove case e una Chiesa. Dal 1972 ospita nella sua canonica Don Antonio Bonanni, insieme alla perpetua Mariella e una variegata famiglia allargata. La pace del luogo subisce un vero terremoto quando ne fa ritorno il fratello del prete, Giuseppe, uomo inquieto e affascinante, dopo la sua misteriosa sparizione, 40 anni prima. Il suo soggiorno sarà purtroppo di breve durata perché improvvisamente una drammatica morte lo sorprenderà. Don Antonio dovrà confrontarsi con diversi personaggi, tutti accomunati fra loro da rapporti con la vittima, alcuni dei quali equivoci e sfuggenti, lo metteranno nella condizione di dubitare persino del suo ruolo di uomo di Chiesa. Sarà proprio lui a scoprire la verità sulla vera causa della morte del fratello, in un finale inaspettato e drammatico, dove vengono svelati sconvenienti e tristi segreti, nascosti fra le pieghe dei monti che circondano il piccolo paese.
LinguaItaliano
Data di uscita1 gen 2022
ISBN9788868104702
Morte in canonica

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    Morte in canonica - Lorena Grattoni

    cover.jpg

    Lorena Grattoni

    MORTE IN CANONICA

    Prima Edizione Ebook 2022 © Damster Edizioni, Modena

    ISBN: 9788868104702

    La foto di copertina è di Roberto Tomesani

    Damster Edizioni è un marchio editoriale

    Edizioni del Loggione S.r.l.

    Via Piave 60 - 41121 Modena

    http://www.damster.it e-mail: damster@damster.it

    catalogo su

    www.librisumisura.com

    img1.png

    Lorena Grattoni

    MORTE IN CANONICA

    Romanzo

    INDICE

    UNA RIFLESSIONE SU  MORTE IN CANONICA,  FORSE UNA PREFAZIONE

    INTRODUZIONE

    Campeda tra realtà e fantasia

    Il dialetto di Campeda

    Piccolo Dizionario

    CAPITOLO 1

    CAPITOLO 2

    CAPITOLO 3

    CAPITOLO 4

    CAPITOLO 5

    CAPITOLO 6

    CAPITOLO 7

    CAPITOLO 8

    CAPITOLO 9

    CAPITOLO 10

    CAPITOLO 11

    CAPITOLO 12

    CAPITOLO 13

    CAPITOLO 14

    CAPITOLO 15

    CAPITOLO 16

    CAPITOLO 17

    CAPITOLO 18

    CAPITOLO 19

    CAPITOLO 20

    CAPITOLO 21

    CAPITOLO 22

    CAPITOLO 23

    CAPITOLO 24

    RINGRAZIAMENTI

    L’AUTRICE

    CATALOGO

    A Carlotta Amaranta

    Perché le parole sono come fiori…

    UNA RIFLESSIONE SU

    MORTE IN CANONICA,

    FORSE UNA PREFAZIONE

    Un’apparizione inattesa interrompe l’esistenza apparentemente quieta e monotona di una frazione situata nell’Appenino Tosco-Emiliano, dove tutti gli abitanti si conoscono fra loro da tempo immemorabile (o almeno così si illudono di credere).

    La vicenda si sviluppa sullo sfondo di una realtà quasi dimenticata, di sapore antico, dove ogni personaggio presenta proprie caratteristiche ben delineate, protagonista di storie vissute con la dignità e la riservatezza tipiche di chi è nato e cresciuto in borghi lontani dai grandi centri abitati.

    Il ritorno di Giuseppe, fratello del parroco del paese, risveglia ricordi ormai sopiti dal tempo in ciascuno dei protagonisti, a cominciare proprio da Don Antonio, che non esita ad accoglierlo con un’incontrollata manifestazione di sincero affetto. Basterà però pochissimo tempo perché Giuseppe si manifesti in realtà per quello che è sempre stato: un donnaiolo, una personalità irrequieta, invidioso e insofferente verso gli altri e l’ambiente che lo ha visto nascere, capace di non fermarsi di fronte a nulla pur di raggiungere i propri scopi e soddisfare i propri desideri.

    Le singole reazioni dei vari abitanti del paese, fra i quali merita di essere ricordata Mariella, tratteggiata con sapiente maestria, persona di una struggente e quasi infantile tenerezza, si dipaneranno fino all’evento che costruirà l’epilogo della narrazione, nel quale Don Antonio sarà costretto ad affrontare con doloroso travaglio interno l’inevitabile conseguenza causata dallo sprezzante atteggiamento del fratello. Un finale amaro, caratterizzato da un addio gonfio di solitudine ma al contempo forse privo di rimorsi.

    Lorena presenta una storia asciutta, priva di fronzoli, che scorre in maniera misurata; in realtà, si farebbe grave torto al romanzo se si tralasciasse l’aspetto con cui l’autrice dedica una grande parte della propria forza narrativa nella descrizione del piccolo paese collocato a metà fra la collina e la montagna e nella cura dedicata a tratteggiare delicatamente i particolari propri della quotidianità (abitudini alimentari, la semplicità della vita, l’assistenza reciproca).

    Morte in canonica rappresenta un profondo atto d’amore verso un microcosmo intensamente vissuto e assorbito in prima persona già a partire dalla prima adolescenza: è sufficiente soffermarsi un attimo sullo splendido passo …Campeda è silenzio e vento… per apprezzare compiutamente lo spirito della storia, degustandolo come si assapora un vino raro e fragrante.

    Chi ha avuto modo di trascorrere anche un solo giorno in questo piccolo borgo, magari percorrendo in giovane età il sentiero che lo collega alla strada provinciale, con zaino e sacco a pelo al seguito, non potrà che convenire con quanto è appena stato detto.

    Il lettore non dimentichi che il romanzo è un giallo dall’ambientazione particolare: nella caratterizzazione dei vari protagonisti traspare una metafora sui guasti dell’animo umano, che legano in maniera indissolubile le persone ai loro comportamenti trascorsi, nonostante l’appannamento della memoria dovuto al trascorrere degli anni. È la stessa, sapiente architettura della narrazione che consente di inquadrare gradualmente le singole figure dei personaggi, ognuno dei quali custodisce, salvo una o due eccezioni, il proprio scheletro privato nell’armadio.

    Buona lettura, quindi.

    Gabriele Giardini

    INTRODUZIONE

    Campeda tra realtà e fantasia

    Ho scritto Morte in Canonica dopo alcuni anni passati a realizzare eventi utili alla riqualificazione del paese di Campeda, sito nel cuore dell’Appennino Tosco-Emiliano, come Presidente dell’allora neonata Pro Loco. Durante quel percorso di persone ne ho conosciute molte, ma quelle presenti in questo libro nascono e sono vissute solo nella mia fantasia, diventando per me sempre più reali, nella cornice di un luogo concreto e raggiungibile, circondato da boschi.

    Il paese di Campeda è menzionato per la prima volta nel XVII secolo.

    Campeda è la più piccola frazione del comune di Sambuca Pistoiese e sorge isolata nella Valle del fiume Reno, immersa tra boschi di castagni e querce. Non si ha menzione delle sue origini. Ora, quasi disabitato, comprende alcuni aggregati: Pidercoli, ricordato nello Statuto della Sambuca nel 1291, Campeda Vecchia e Campeda Nuova. In quest’ultima si trova la Chiesa dei Santi Giuseppe e Ignazio, nata come oratorio nel 1608 ed elevata a Parrocchia nel 1785 dal Vescovo Scipione de’ Ricci. Sul portone della Chiesa si possono vedere i nodi di Salomone, simbolo magico di origini antichissime, che secondo la credenza popolare è indice di magia e forza vitale (da Toscanissima.com).

    La chiesetta dedicata a San Giuseppe e Ignazio, martire vissuto alla fine del primo secolo e l’inizio del secondo, vescovo di Antiochia, nasce nel 1608 come oratorio dedicato a San Giuseppe. La parrocchia, tuttavia, era quella di Sambuca Pistoiese. A mano a mano che passano gli anni,

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