Morte in canonica
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Anteprima del libro
Morte in canonica - Lorena Grattoni
Lorena Grattoni
MORTE IN CANONICA
Prima Edizione Ebook 2022 © Damster Edizioni, Modena
ISBN: 9788868104702
La foto di copertina è di Roberto Tomesani
Damster Edizioni è un marchio editoriale
Edizioni del Loggione S.r.l.
Via Piave 60 - 41121 Modena
http://www.damster.it e-mail: damster@damster.it
catalogo su
www.librisumisura.com
img1.pngLorena Grattoni
MORTE IN CANONICA
Romanzo
INDICE
UNA RIFLESSIONE SU MORTE IN CANONICA
, FORSE UNA PREFAZIONE
INTRODUZIONE
Campeda tra realtà e fantasia
Il dialetto di Campeda
Piccolo Dizionario
CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
CAPITOLO 14
CAPITOLO 15
CAPITOLO 16
CAPITOLO 17
CAPITOLO 18
CAPITOLO 19
CAPITOLO 20
CAPITOLO 21
CAPITOLO 22
CAPITOLO 23
CAPITOLO 24
RINGRAZIAMENTI
L’AUTRICE
CATALOGO
A Carlotta Amaranta
Perché le parole sono come fiori…
UNA RIFLESSIONE SU
MORTE IN CANONICA
,
FORSE UNA PREFAZIONE
Un’apparizione inattesa interrompe l’esistenza apparentemente quieta e monotona di una frazione situata nell’Appenino Tosco-Emiliano, dove tutti gli abitanti si conoscono fra loro da tempo immemorabile (o almeno così si illudono di credere).
La vicenda si sviluppa sullo sfondo di una realtà quasi dimenticata, di sapore antico, dove ogni personaggio presenta proprie caratteristiche ben delineate, protagonista di storie vissute con la dignità e la riservatezza tipiche di chi è nato e cresciuto in borghi lontani dai grandi centri abitati.
Il ritorno di Giuseppe, fratello del parroco del paese, risveglia ricordi ormai sopiti dal tempo in ciascuno dei protagonisti, a cominciare proprio da Don Antonio, che non esita ad accoglierlo con un’incontrollata manifestazione di sincero affetto. Basterà però pochissimo tempo perché Giuseppe si manifesti in realtà per quello che è sempre stato: un donnaiolo, una personalità irrequieta, invidioso e insofferente verso gli altri e l’ambiente che lo ha visto nascere, capace di non fermarsi di fronte a nulla pur di raggiungere i propri scopi e soddisfare i propri desideri.
Le singole reazioni dei vari abitanti del paese, fra i quali merita di essere ricordata Mariella, tratteggiata con sapiente maestria, persona di una struggente e quasi infantile tenerezza, si dipaneranno fino all’evento che costruirà l’epilogo della narrazione, nel quale Don Antonio sarà costretto ad affrontare con doloroso travaglio interno l’inevitabile conseguenza causata dallo sprezzante atteggiamento del fratello. Un finale amaro, caratterizzato da un addio gonfio di solitudine ma al contempo forse privo di rimorsi.
Lorena presenta una storia asciutta, priva di fronzoli, che scorre in maniera misurata; in realtà, si farebbe grave torto al romanzo se si tralasciasse l’aspetto con cui l’autrice dedica una grande parte della propria forza narrativa nella descrizione del piccolo paese collocato a metà fra la collina e la montagna e nella cura dedicata a tratteggiare delicatamente i particolari propri della quotidianità (abitudini alimentari, la semplicità della vita, l’assistenza reciproca).
Morte in canonica rappresenta un profondo atto d’amore verso un microcosmo intensamente vissuto e assorbito in prima persona già a partire dalla prima adolescenza: è sufficiente soffermarsi un attimo sullo splendido passo …Campeda è silenzio e vento…
per apprezzare compiutamente lo spirito della storia, degustandolo come si assapora un vino raro e fragrante.
Chi ha avuto modo di trascorrere anche un solo giorno in questo piccolo borgo, magari percorrendo in giovane età il sentiero che lo collega alla strada provinciale, con zaino e sacco a pelo al seguito, non potrà che convenire con quanto è appena stato detto.
Il lettore non dimentichi che il romanzo è un giallo dall’ambientazione particolare: nella caratterizzazione dei vari protagonisti traspare una metafora sui guasti dell’animo umano, che legano in maniera indissolubile le persone ai loro comportamenti trascorsi, nonostante l’appannamento della memoria dovuto al trascorrere degli anni. È la stessa, sapiente architettura della narrazione che consente di inquadrare gradualmente le singole figure dei personaggi, ognuno dei quali custodisce, salvo una o due eccezioni, il proprio scheletro privato nell’armadio.
Buona lettura, quindi.
Gabriele Giardini
INTRODUZIONE
Campeda tra realtà e fantasia
Ho scritto Morte in Canonica dopo alcuni anni passati a realizzare eventi utili alla riqualificazione del paese di Campeda, sito nel cuore dell’Appennino Tosco-Emiliano, come Presidente dell’allora neonata Pro Loco. Durante quel percorso di persone ne ho conosciute molte, ma quelle presenti in questo libro nascono e sono vissute solo nella mia fantasia, diventando per me sempre più reali, nella cornice di un luogo concreto e raggiungibile, circondato da boschi.
Il paese di Campeda è menzionato per la prima volta nel XVII secolo.
Campeda è la più piccola frazione del comune di Sambuca Pistoiese e sorge isolata nella Valle del fiume Reno, immersa tra boschi di castagni e querce. Non si ha menzione delle sue origini. Ora, quasi disabitato, comprende alcuni aggregati: Pidercoli, ricordato nello Statuto della Sambuca nel 1291, Campeda Vecchia e Campeda Nuova. In quest’ultima si trova la Chiesa dei Santi Giuseppe e Ignazio, nata come oratorio nel 1608 ed elevata a Parrocchia nel 1785 dal Vescovo Scipione de’ Ricci. Sul portone della Chiesa si possono vedere i nodi di Salomone, simbolo magico di origini antichissime, che secondo la credenza popolare è indice di magia e forza vitale (da Toscanissima.com).
La chiesetta dedicata a San Giuseppe e Ignazio, martire vissuto alla fine del primo secolo e l’inizio del secondo, vescovo di Antiochia, nasce nel 1608 come oratorio dedicato a San Giuseppe. La parrocchia, tuttavia, era quella di Sambuca Pistoiese. A mano a mano che passano gli anni,