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Il suo unico desiderio: Harmony Collezione
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Il suo unico desiderio: Harmony Collezione
E-book157 pagine2 ore

Il suo unico desiderio: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Il solo uomo che odia...

Famoso e affascinante pilota automobilistico, Alessandro Roselli non è un uomo al quale è facile resistere, ma Charlotte è certa che nasconda qualcosa sulla morte di suo fratello, ed è disposta a tutto pur di scoprire cosa.

... è anche l'unico cui non sa resistere!

Nonostante tutto, Charlotte finisce però col perdersi nell'eccitante mondo di Sandro, e il desiderio di essere sfiorata dal suo tocco diventa sempre più impellente. E a quel punto il problema non sarà più scoprire cosa lui nasconda, ma se la loro relazione riuscirà a sopravvivere alla verità.

LinguaItaliano
Data di uscita19 feb 2016
ISBN9788858945001
Il suo unico desiderio: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Il suo unico desiderio - Rachael Thomas

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Craving Her Enemy’s Touch

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2015 Rachael Thomas

    Traduzione di Maria Paola Rauzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-500-1

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Il rombo di un’auto sportiva interruppe la quiete del pomeriggio, riportando la mente di Charlotte indietro nel tempo, agli eventi dell’ultimo anno.

    Era cresciuta in mezzo al glamour del mondo delle competizioni automobilistiche, ma la morte del fratello l’aveva spinta a ritirarsi nel santuario del suo cottage in campagna. Era un luogo sicuro, tuttavia il suo istinto la mise subito in guardia che quella sicurezza era minacciata. Ascoltò l’inconfondibile suono di un motore V8 mentre rallentava nella stradina al di là del giardino. Ogni pensiero riguardo ai bulbi da piantare la primavera seguente sparì rimpiazzato da immagini di momenti felici, seguiti poi da altre nelle quali il suo mondo era andato in pezzi.

    Inginocchiata in un angolo del prato non poteva vedere l’auto, ma sapeva che si trattava di una macchina potente e che si era fermata fuori dal suo cottage. Il motore si spense e ora soltanto il canto degli uccelli disturbava la pace della campagna inglese. Chiuse gli occhi in preda al terrore. Non aveva bisogno di visite dal passato. Quell’inaspettato visitatore doveva avere a che fare con suo padre, che la stava spingendo da settimane ormai a riprendere la sua vita.

    Il rumore della portiera che si chiudeva venne seguito da quello di passi sulla strada. Alcuni secondi più tardi, scricchiolavano sulla ghiaia del sentiero.

    «Mi scusi» disse in italiano una profonda voce maschile facendola sobbalzare. L’uomo alto e imponente, fermo nel suo giardino, la privò momentaneamente dell’abilità di pensare e di parlare. Lo sconosciuto indossava un paio di jeans che gli fasciavano le cosce, una maglietta nera e una giacca di pelle. Sembrava del tutto fuori posto, eppure aveva un’aria vagamente familiare, oltre che sicura e affascinante. I capelli scuri erano folti e brillavano alla luce del sole. Un principio di barba sul suo volto abbronzato ne esaltava i tratti belli e regolari. Tuttavia erano i suoi occhi neri, concentrati su di lei, che le rendevano impossibile respirare.

    «Sto cercando Charlotte Warrington.»

    L’accento dello sconosciuto era marcato e sexy, così come il modo in cui pronunciò il suo nome.

    Charlie si tolse lentamente i guanti, consapevole dei suoi jeans vecchi e della maglietta che aveva conosciuto momenti migliori. I capelli erano legati in una coda di cavallo.

    Non aveva dubbi che l’uomo di fronte a sé fosse il socio d’affari di suo fratello... lo stesso che lo aveva coinvolto nel mondo delle corse automobilistiche al punto da fargli dimenticare l’esistenza della sua famiglia.

    «Hai bisogno di qualcosa?» gli chiese alzandosi in piedi sotto lo sguardo attento dell’altro.

    «Sei la sorella di Sebastian?»

    Il dolore che Charlie credeva di cominciare a superare la investì ancora una volta nel sentire il nome di suo fratello.

    «Sì» ribatté secca con una certa irritazione nella voce. «E tu sei...?» gli domandò pur conoscendo la risposta, consapevole che l’unica persona che non avrebbe mai voluto conoscere, e che riteneva responsabile di avere allontanato Seb da lei, oltre che della sua morte, se ne stava impudentemente nel bel mezzo del suo giardino. E, come se non bastasse, aveva provato una certa attrazione nei suoi confronti non appena l’aveva visto. Già si odiava per quello. Come poteva sentire qualcosa di diverso dal disprezzo per l’essere che l’aveva privata di Seb?

    «Roselli» rispose lui confermando i suoi peggiori sospetti. Poi si avvicinò sorridendole, anche se il sorriso non raggiungeva i suoi occhi. «Alessandro Roselli.»

    Lei lo fissò sperando che captasse la sua rabbia. Se lo meritava.

    «Non ho niente da dire» dichiarò cercando di restare indifferente al suo sguardo. «E adesso, per favore, vattene» aggiunse superandolo e avviandosi verso il cottage, convinta che seguisse il suo invito. Il profumo virile che inspirò quando gli passò accanto le fece trattenere il respiro, confondendola.

    «No.»

    Quella parola, pronunciata in modo deciso, la bloccò sul posto. Un brivido di paura le corse lungo la schiena. Paura per tutto ciò che quell’uomo rappresentava. Si voltò lentamente a fissarlo.

    «Non abbiamo nulla da dirci. Mi pare di essere stata chiara quando ho risposto alla tua lettera dopo la morte di Sebastian.» Ancora adesso Charlie faceva fatica ad ammettere che non avrebbe più rivisto suo fratello. Eppure, il responsabile della sua scomparsa aveva avuto la faccia tosta di ignorare la sua richiesta, invadendo il suo cottage, il suo unico santuario.

    «Non è così per me» ribatté Sandro avvicinandosi di un passo.

    A quel punto lei sostenne il suo sguardo, consapevole che Alessandro Roselli faceva esattamente quello che voleva senza alcun rispetto per nessuno.

    «Non ho intenzione di stare ad ascoltarti» dichiarò Charlie. E nemmeno di parlargli. Non voleva guardarlo, benché un innegabile istinto primitivo la spingesse a farlo. A ogni modo cercò di tenere sotto controllo il misto di rabbia e dolore che provava.

    «Comunque lo dirò lo stesso» dichiarò Sandro abbassando la voce.

    Lei si chiese chi di loro, in realtà, stesse facendo più fatica a mantenere la calma. Aggrottò un sopracciglio, osservandolo contrarre la mascella. Ottimo, pensò soddisfatta allontanandosi verso la sicurezza del cottage. Non voleva sentire nulla di ciò che aveva da dirle.

    «Sono venuto perché Sebastian mi ha detto di farlo.»

    Quelle parole bloccarono di nuovo Charlie. «Come ti permetti? Sei qui a causa del tuo senso di colpa.»

    «Del mio senso di colpa?» ripeté lui annullando di nuovo la distanza tra loro.

    Il cuore di lei iniziò a martellarle nel petto e sentì le ginocchia cederle.

    «Sì. Sei tu il responsabile della morte di Sebastian» lo accusò. Il sole si nascose dietro una nube, quasi avesse captato l’arrivo di guai. Si trattò di un istante, seguito poi da una fredda rabbia. Alessandro Roselli era così vicino e alto che Charlie desiderò di aver indossato i tacchi che metteva di solito prima che la sua vita venisse sconvolta. Tenne gli occhi puntati su di lui, determinata a non farsi intimidire dal suo atteggiamento aggressivo.

    «Se è stata davvero colpa mia, non avrei aspettato un anno a venire qui» ribatté Sandro avvicinandosi ulteriormente, tanto che avrebbe potuto chinarsi a baciarla. Quel pensiero la scioccò, tuttavia rimase ferma al suo posto. Non aveva fatto niente di sbagliato. Casomai, era lui il colpevole.

    «È stata la tua auto a schiantarsi.»

    «Tuo fratello e io l’abbiamo progettata e costruita insieme» le ricordò lui.

    «Però è stato Sebastian a fare il test di guida.» Charlie combatté contro i demoni che credeva di avere sconfitto una volta per tutte.

    Lui non disse nulla, così lei continuò a guardarlo con il cuore che le batteva forte... e non solo a causa del ricordo di suo fratello. Istintivamente Charlie comprese che la potente virilità di quell’uomo stava disturbando la donna assopita che si celava in lei e si detestò per quello.

    «Di certo non giova alla reputazione della scuderia se uno dei suoi piloti muore alla guida di un prototipo dell’azienda» dichiarò con un tono di sfida.

    Sandro non fece una piega e continuò a fissarla con i suoi occhi penetranti, come se riuscisse a leggerle dentro l’anima.

    «Non giova a nessuno» ribatté gelido facendola rabbrividire malgrado il caldo sole di settembre.

    Charlie deglutì imponendosi di non piangere. Ormai aveva chiuso con le lacrime. Era arrivato il momento di intraprendere un nuovo cammino, di certo non poteva più tornare a fare quello che faceva prima. Il suo tempo davanti alle telecamere a rappresentare il team di Seb era concluso.

    «Credo che dovresti andartene» disse allontanandosi. «La tua presenza qui non giova neppure a me.»

    «Sono venuto perché me lo ha chiesto Sebastian.»

    Lei scosse la testa, cercando di tenere a bada la tempesta emotiva da cui rischiava di essere travolta.

    «Voglio che tu te ne vada comunque» ripeté, desiderando al contempo fuggire dal fascino che quell’uomo ovviamente usava per ottenere ciò che voleva senza tener conto degli altri.

    Lui chiuse gli occhi poi sospirò mentre osservava Charlie attraversare il giardino per raggiungere la porta del cottage. Per un istante valutò di salire sulla sua auto e allontanarsi il più velocemente possibile da quel posto. Dopotutto lui aveva mantenuto la promessa fatta a Sebastian.

    «Maledizione!» imprecò alla fine seguendola. Il profumo di lavanda che si sprigionò sfregando con le gambe contro i cespugli gli ricordò quando aveva assistito la sorella durante la convalescenza in seguito a un incidente. Entrò in casa deciso a non farsi liquidare così facilmente. Quella donna aveva rifiutato la richiesta del fratello di andare in Italia a vedere l’auto a cui stavano lavorando, cosa che lo aveva fatto arrabbiare. Poi, dopo l’incidente, le aveva offerto il suo sostegno, ma lei lo aveva respinto, negando persino la sua esistenza.

    Charlie si strinse le braccia al petto e si appoggiò al tavolo della cucina abbassando la testa, disperata.

    «Come osi?» sbottò furiosa.

    «Oso perché ho promesso a Sebastian che lo avrei fatto» ribatté Sandro avvicinandosi.

    «Sono sicura che Seb non avrebbe fatto promettere a nessuno di venirmi a seccare in questo modo.»

    Lui la osservò mordersi le labbra per evitare di aggiungere altro e provò lo strano desiderio di baciarla e assaporare la sua rabbia e la

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