Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Il giorno più bello: Harmony Collezione
Il giorno più bello: Harmony Collezione
Il giorno più bello: Harmony Collezione
E-book146 pagine2 ore

Il giorno più bello: Harmony Collezione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Era uno scherzo di cattivo gusto?

Doveva essere la giornata più emozionante della loro vita, ma quello che è appena successo rischia di sconvolgere la futura vita matrimoniale di Julia e Benjamin Carreras. Durante il pranzo, infatti, si è presentata in sala una donna con un fagotto in braccio.

Ha guardato “Ben” e gli ha comunicato che...
LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2017
ISBN9788858960929
Il giorno più bello: Harmony Collezione
Autore

Catherine Spencer

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Catherine Spencer

Autori correlati

Correlato a Il giorno più bello

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Il giorno più bello

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Il giorno più bello - Catherine Spencer

    successivo.

    Prologo

    Aveva appena finito di radersi quando suonò il cellulare. Sistemandolo tra la spalla e il mento, si allacciò il cinturino dell'orologio e andò verso la camera da letto. «Ben Carreras.»

    «Ben, ciao! Sono Marian.»

    «Ciao» rispose lui guardando l'orologio. «Stavo giusto per uscire e venire in aeroporto, ma... ti aspettavo tra un'ora. Hai preso il volo prima.»

    «No» rispose lei sorpresa; qualcosa, nella pausa che seguì, lo mise in allarme.

    «Che cosa c'è, Marian? Stai bene?»

    Un'altra pausa, anche questa carica di tensione. «Non verrò a Vancouver stanotte.»

    Il sollievo che provò lo fece vergognare di sé, ma in verità gli pesava la visita di lei. Quando Marian aveva ventilato l'idea di arrivare da Calgary in volo per passare il Capodanno con lui, non era riuscito a elaborare abbastanza velocemente una scusa per disimpegnarsi. La verità era che la loro relazione era a un punto morto. Pensava di dirglielo prima che lei ripartisse.

    «Caspita!» esclamò intingendo un dito nel drink che si era preparato, per girare il cubetto di ghiaccio che si stava sciogliendo. «Che peccato! È successo qualcosa all'improvviso?»

    «In un certo senso.» Altra pausa, mentre lei si schiariva la voce. «Non potrò vederti. Mai più

    Si sentì liberato da un peso, ma cercò di non lasciarlo trasparire dal tono di voce. «Ah... Qualcosa che ho fatto o non ho fatto io?»

    La udì sospirare. «No. È solo che... Be', non sono stata proprio corretta nei tuoi confronti... Insomma, sono sposata, Ben...»

    Ben si strinse l'asciugamano che gli stava scendendo intorno alla vita, e pensò che fosse un bene che lei non riuscisse a vedere il suo sorriso smagliante. «Non starai scherzando, vero? Devo ammettere che è stata una decisione piuttosto veloce.»

    «Non proprio. Wayne e io siamo insieme da tre anni.»

    Corrugando la fronte, lui prese in mano il bicchiere. C'era qualcosa che non quadrava. «Intendi dire che vi conoscete da tre anni?»

    «No» riprese lei. «Siamo sposati da tre anni.»

    Lui si bloccò con il bicchiere a metà strada verso la bocca. «Mi stai dicendo che in tutto questo tempo in cui ci siamo frequentati, tu avevi un marito nascosto da qualche parte?»

    «Già, proprio così.»

    Ben mandò giù un sorso di scotch per eliminare l'amaro che sentiva in bocca. «Perché hai aspettato così tanto a dirmelo, Marian?»

    «Mi dispiace. So che probabilmente avrei dovuto dirtelo prima» fece lei con il tono di una bambina che vuole farsi perdonare.

    «Probabilmente? Ehi, c'era in giro un tipo che mi avrebbe potuto sparare perché avevo una relazione clandestina con sua moglie, e io non lo sapevo!»

    «Non era così, Ben» protestò lei singhiozzando. «Quando ci siamo incontrati, all'inizio di ottobre, Wayne e io eravamo separati. Pensavo che il mio matrimonio fosse finito. Ora, però, lui vuole che ricominciamo da capo, e anch'io lo voglio.»

    Tirò su col naso singhiozzando. In sottofondo si sentiva la voce di un uomo borbottare, sembrava il ringhio di un rottweiler che si stesse preparando a un incontro con una barboncina. Si trattava senza dubbio del marito.

    «Non è possibile che tu riesca a farmi cambiare idea» concluse in fretta lei. «È finita tra noi, Ben.»

    «Su questo hai ragione! Una cosa del genere non sarebbe mai dovuta nemmeno incominciare.»

    «Mi dispiace se ci resti male.»

    «Sopravvivrò» replicò lui. «Goditi la vita, Marian. Spero che tutto ti vada come desideri.»

    «Grazie» lo salutò lei. «E buon anno!»

    1

    I discorsi erano terminati, la cerimonia del taglio della torta conclusa. I camerieri si muovevano tra i tavoli riempiendo le flûtes di champagne, e per quelli che non si erano stancati del Perrier Jouet, versavano quel delizioso nettare da duecento dollari a bottiglia come se fosse acqua del rubinetto. Sul palco dall'altro lato della sala da ballo, un'orchestra composta da dieci musicisti stava rimpiazzando il quartetto che aveva suonato musica classica durante la cena.

    Se fosse stato interpellato, Ben si sarebbe accontentato di un matrimonio meno sfarzoso. Infatti, a lui sarebbe bastata solo Julia per renderlo perfetto. Ma non era stato interpellato... Sua suocera si era occupata di tutto, consultandolo solo quando non aveva avuto altra alternativa, e anche in quelle rare occasioni aveva fatto in modo di trasmettergli la sua disapprovazione all'idea di imparentarsi con lui.

    «È uno che traffica tra bagni e cucine, per carità!» l'aveva sentita sfogarsi con un'amica con cui giocava a golf. «Julia può ripetere quanto vuole che lui è a capo della sua impresa e che esiste una lista d'attesa lunga un chilometro di clienti che lo pregano di disegnare gli interni delle loro case, ma ci vuole ben altro che costruire un bell'armadio per poter far parte dell'élite.»

    «Io pagherei qualsiasi cifra per farmi ristrutturare la cucina da lui» l'aveva interrotta l'amica. «Marjorie Ames è riuscita a ingaggiarlo per casa sua, e adesso il valore immobiliare della sua villa ha superato il milione di dollari.»

    Non lasciandosi impressionare, Stephanie Montgomery aveva replicato piuttosto irritata: «Per quanto mi riguarda, non è che una specie di... di idraulico sopravvalutato».

    Ma a Ben importava poco della sua stima. Aveva Julia; il suo amore, la sua vita. Adesso, finalmente e per sempre, era sua moglie.

    La sua mano piccola e graziosa era appoggiata sul tavolo di fianco a lui, la fede che le aveva infilato al dito non più di tre ore prima scintillava dietro l'anello di fidanzamento, un raffinato solitario. L'idea che lei avrebbe potuto avere qualunque uomo desiderasse e che avesse scelto proprio lui gli serrava la gola per l'emozione. Non pensava che fosse possibile amare così.

    Sapeva che sarebbe stata una bellissima sposa, perché era una donna splendida sotto ogni aspetto. I capelli scuri raccolti da una tiara incastonata di pietre preziose che le tratteneva il velo, e il profilo illuminato dal tardo sole di luglio attraverso le portefinestre alle sue spalle, lo lasciavano senza fiato ogni volta che la guardava. Somigliava a un angelo, aveva qualcosa di magico.

    Parlando con il sottofondo della musica, il maestro di cerimonia, un vecchio amico di famiglia, invitò gli sposi ad aprire le danze.

    Con il cuore quasi sul punto di scoppiare, Ben respinse la sedia e aiutò Julia ad alzarsi.

    Sentiva il bisogno di dirle qualcosa di profondo, qualcosa che avrebbero ricordato anche dopo quarant'anni, ma le uniche parole che gli venivano in mente erano quelle solite e banali: mi concede questo ballo, signora Carreras?

    Julia meritava qualcosa di più, il meglio che la vita potesse offrire. Decise quindi di stare zitto e si accontentò di attrarla ancora di più a sé.

    La seta del vestito avvolgeva entrambi, celando il fatto che nemmeno uno spillo sarebbe potuto passare in mezzo a loro. Ben ringraziò Dio e lo stilista dell'abito da sposa, perché l'ampiezza del vestito riusciva a nascondere la reazione incontrollabile del suo corpo, dovuta alla loro vicinanza. Riusciva a immaginare l'orrore e la rabbia della suocera, qualora se ne fosse accorta. Si è lasciato andare, Garry! Ha lasciato che le sue pulsioni si svegliassero proprio mentre ballavano! Non è riuscito ad aspettare di restare solo con lei. Quel pervertito ci ha umiliato in pubblico e ha messo nostra figlia in imbarazzo nel giorno più importante della sua vita!

    Julia, però, non era imbarazzata. Forse era arrossita un filo accorgendosi dell'effetto che aveva scatenato in lui, ma questo non l'aveva trattenuta dall'avvicinarsi ancora di più.

    «Riconosci la canzone che stanno suonando?» La voce di Julia, il suo respiro caldo sul collo, lo riportarono al presente.

    «If Ever I Should Leave You» disse inclinando la testa in modo da sfiorarle la bocca. «La nostra canzone. Devi averla scelta tu.»

    «Sì. Mamma avrebbe preferito un valzer classico. Ma io mi sono opposta. Volevo qualcosa che avesse un significato particolare per noi. Ti amo così tanto, Ben!»

    Si erano conosciuti durante l'intervallo di Camelot a teatro il febbraio precedente, e in pochi istanti Ben aveva deciso che lei sarebbe stata la donna della sua vita: un'idea pazzesca, per lui che non era un tipo impulsivo. E poi, oltre il nome non sapeva altro di lei, tranne che era stupenda, con quegli occhi castano scuro caldi e dolci come quelli di una cerbiatta.

    L'aveva subito invitata a pranzo per il giorno dopo, anche se temeva che si sarebbe rivelata l'ennesima donna bella e altezzosa che c'era in città. Aveva scoperto invece che era intelligente e interessata agli altri, ed era rimasto colpito al punto da passare sopra ogni obiezione che avevano avanzato i genitori di lei per scoraggiare la loro unione.

    «Gli farò capire come sono» le aveva promesso.

    «Perché?» aveva chiesto lei. «Sono io quella che tu stai sposando, e a me non devi provare nulla.»

    «Anch'io ti amo» mormorò lui riprendendosi da quei ricordi e sforzando le parole oltre il nodo che sentiva in gola, consapevole che non trasmettevano la profondità dei suoi sentimenti per lei. «Non c'è mai stata nessuna come te, Julia. Ti vorrei dare tutto il mondo.»

    «Non mi serve il mondo. Voglio solo te.» Gli fece scivolare una mano dalla spalla sul collo, accarezzandolo lentamente. «Ricorda le parole della nostra canzone, Ben. Io mi sento esattamente così.»

    Lui le stuzzicò l'orecchio con la lingua e si compiacque del brivido di piacere che le aveva provocato. «Quando pensi che potremo svignarcela?»

    «Non prima che tu abbia compiuto il tuo dovere... ballare con mia madre e con le damigelle d'onore, e che lanci il bouquet» lo informò lei con un sorriso malizioso.

    «Sai quanto vorrei prenderti e portarti via in questo momento per averti tutta per me, Julia? Hai un'idea di quante volte, negli ultimi cinque mesi, ho sognato di tenerti tra le braccia per tutta la notte?»

    «Ma io non ho... noi non abbiamo mai...»

    «Lo so. Ma non era per mancanza di desiderio da parte mia. Volevo solo che tutto fosse perfetto. Volevo fare tutto perbene. E se questo ti sembra folle...»

    «No, che non lo è» lo assecondò lei accarezzandogli il viso e mettendosi in punta di piedi per baciarlo sulla bocca. «Mi sembra magnifico, proprio come te.»

    «Sono lontano dall'essere perfetto, amore» sospirò, mentre un applauso prendeva il posto della musica che stava ormai finendo. «Ho commesso anch'io un bel numero di errori, come qualunque altro uomo.»

    «Troverò un modo per farteli pagare!» Ridendo, si scostò da lui. «E puoi cominciare ballando con mia madre.»

    La lasciò andare di malavoglia. «Non potrei chiedere questo ballo a tua nonna, invece? Felicity mi è più simpatica, e ha ammesso che le piacerebbe fare quattro salti.»

    Lei gli appoggiò l'indice sulla bocca per farlo tacere. «Comportati bene! Amma è già fin troppo scatenata per la sua età, senza che tu le dia corda! Non hai notato come sta facendo gli occhi dolci a ogni uomo presente?»

    «No» rispose lui, divertito anche dal nomignolo con cui lei si rivolgeva

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1