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Piccola storia del ritratto (in pittura)
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Piccola storia del ritratto (in pittura)
E-book54 pagine26 minuti

Piccola storia del ritratto (in pittura)

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Dall'antico Egitto al Novecento: tutta la nostra civiltà artistica scorre in queste pagine, vista nell'ottica del ritratto. E le pur veloci considerazioni bastano a suggerire come quell'ottica offra un eccellente veicolo a delineare i caratteri delle varie epoche: se tutte le espressioni artistiche manifestano l'uomo e la civiltà che si è creato, il ritratto, prendendo l'uomo direttamente a soggetto della rappresentazione, del suo mondo presenta per così dire la quintessenza. O meglio, quella dimensione che di volta in volta è stata ritenuta centrale, si tratti dei faraoni egizi, delle divinità e degli atleti greci, dei patrizi romani, dei santi medievali, dei nobili rinascimentali cui in età barocca si associano i "pitocchi", dei borghesi ottocenteschi, per arrivare ai tempi nostri, le cui tragedie sono bene espresse, come scrive Gian Maria Erbesato, dalla pittura in cui "prevalgono la 'deformazione' e lo 'sfiguramento' di uomini e cose, che cancellano, con impetuosa violenza espressiva, i tratti peculiari dell'essere umano".
LinguaItaliano
Editoreepf
Data di uscita8 set 2019
ISBN9780244516666
Piccola storia del ritratto (in pittura)

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    Piccola storia del ritratto (in pittura) - Gian Maria Erbesato

    Gian Maria Erbesato

    Piccola storia del ritratto

    (in pittura)

    © 2015, Gian Maria Erbesato

    Tutti i diritti riservati

    Presentazione

    Dall'antico Egitto al Novecento: tutta la nostra civiltà artistica scorre in queste pagine, vista nell'ottica del ritratto. E le pur veloci considerazioni bastano a suggerire come quell'ottica offra un eccellente veicolo a delineare i caratteri delle varie epoche: se tutte le espressioni artistiche manifestano l'uomo e la civiltà che si è creato, il ritratto, prendendo l'uomo direttamente a soggetto della rappresentazione, del suo mondo presenta per così dire la quintessenza. O meglio, quella dimensione che di volta in volta è stata ritenuta centrale, si tratti dei faraoni egizi, delle divinità e degli atleti greci, dei patrizi romani, dei santi medievali, dei nobili rinascimentali cui in età barocca si associano i pitocchi, dei borghesi ottocenteschi, per arrivare ai tempi nostri, le cui tragedie sono bene espresse, come scrive Gian Maria Erbesato, dalla pittura in cui prevalgono la 'deformazione' e lo 'sfiguramento' di uomini e cose, che cancellano, con impetuosa violenza espressiva, i tratti peculiari dell'essere umano.

    Ci sarebbe da disperare, se con questa analisi l'autore non indicasse anche un possibile orizzonte positivo. Occorre, dice, "recuperare il sentimento di un mondo a dimensione dell'uomo e della sua sacralità. Credere fermamente all'Umanesimo, inteso in senso metastorico, come a una probabile via di salvezza, contro la minaccia permanente della barbarie che oltraggia quella straordinaria vis umanistica che reclama il primato dello spirito".

    Non si può non essere d'accordo.

    Roberto Brunelli

    giugno 2015

    Piccola storia del ritratto (in pittura)

    "La sola frase di Rembrandt che si conosca è: Ho fatto solo ritratti".

    Henry Matisse, Scritti e pensieri sull'arte

    Par vivo, par che senta… e che voglia parlar. Il ritratto funebre del Commendatore terrorizza Leporello e turba Don Giovanni: la sua apparizione segna la svolta dell'opera di Mozart e la burla precipita verso la tragedia. Lorenzo da Ponte, autore del libretto del melodramma mozartiano (1787), riprende e sviluppa un tema caratteristico che attraverserà i secoli: la magia del ritratto.

    La parola ritratto deriva dal latino re-traho, e ha un percorso etimologico molto simile a quello dell'analogo termine portrait derivato da pro-traho. L'esatta traduzione dal latino indica l'azione di tirar fuori. Un tocco di sottigliezza

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