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Una ladra tra le lenzuola: eLit
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Una ladra tra le lenzuola: eLit
E-book152 pagine2 ore

Una ladra tra le lenzuola: eLit

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Info su questo ebook

CACCIA AL LADRO - Vol. 5. Michael Wolff è giovane, scapolo e carino. In più è miliardario. Perciò è normale che le donne lo cerchino e mirino al suo denaro. Quello che Michael proprio non si aspetta è di trovarne una addirittura che sta aprendo la sua cassaforte! Sarah Hewitt, questo il nome della presunta ladra, in realtà ha un ottimo motivo per avere... le mani nel sacco. Il difficile sarà convincere Michael delle sue buone ragioni. Così, quando lui le fa una proposta che non si può rifiutare...

I romanzi della serie:

1) La bella, la ladra e...

2) Ladro lui, ladra lei

3) Una pericolosa rubacuori

4) Il ladro di cuori

5) Una ladra tra le lenzuola

LinguaItaliano
Data di uscita29 gen 2016
ISBN9788858948972
Una ladra tra le lenzuola: eLit

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    Anteprima del libro

    Una ladra tra le lenzuola - Kristin Gabriel

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Propositioned?

    Harlequin Temptation

    © 2003 Kristin Eckhardt

    Traduzione di Lucia Esposito

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2003 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-897-2

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    In vita sua, Sarah Hewitt non si era mai presentata a una festa senza essere stata invitata, né aveva mai scassinato una cassaforte. Ma quella sera avrebbe fatto entrambe le cose.

    I suoi stivali di pelle nera affondavano nella neve soffice mentre si avvicinava furtivamente alla villa dei Wolff. L’alto cancello di ferro battuto era stato lasciato aperto, così le fu facile intrufolarsi senza dare nell’occhio.

    Aveva parcheggiato la sua vecchia Toyota in una stradina non asfaltata a circa un chilometro di distanza. La lunga camminata nella frizzante aria di montagna le aveva fatto intirizzire le guance. Aveva il respiro affannoso e si sentiva gelare, ma il suo corpo era carico di adrenalina.

    Da quel punto della montagna riusciva a scorgere le luci di Denver. Era lì che viveva con suo nonno, al quale quella sera aveva dovuto mentire, dicendo che andava a festeggiare il Capodanno a casa di amici.

    Ma come poteva confessargli che stava per seguire le sue orme sulla strada del crimine?

    Si muoveva rapidamente nell’oscurità mentre osservava la lunga fila di limousine che, l’una dopo l’altra, si fermavano brevemente davanti all’ingresso per far scendere gli invitati vestiti in maschera.

    Il ballo organizzato ogni anno dai Wolff era uno degli avvenimenti mondani di maggior risalto nella città di Denver. O almeno così Sarah aveva sempre sentito dire. In realtà, non prestava molta attenzione alle cronache mondane. Era troppo impegnata a cercare di guadagnare abbastanza per mantenersi agli studi e conseguire la laurea in sociologia. Attualmente aveva due lavori, di giorno lavorava in banca come cassiera e la sera e nei finesettimana faceva la cameriera.

    Quando aveva intravisto sulla scrivania del direttore della sua banca un invito per la festa in maschera dei Wolff, aveva capito che era un segno del destino. Non poteva essere un caso quella preziosa opportunità di porre finalmente rimedio a un errore che sarebbe costato troppo caro alla sua famiglia.

    Adesso che si trovava sul portico della villa, nascosta dietro una colonna di marmo, osservava il maggiordomo dare il benvenuto agli ospiti all’ingresso del foyer.

    Si strinse nella lunga mantella rossa, contenta di aver scelto un costume caldo. L’abito da Cappuccetto Rosso con cappuccio, stivali e guanti lunghi fino al gomito era l’ideale per quella gelida missione in montagna. Inoltre, i guanti le avrebbero consentito di non lasciare tracce.

    Sbirciando attraverso la maschera rossa, sporse la testa dalla colonna e notò una certa confusione nel foyer. Una delle invitate, una donna vestita da showgirl di Las Vegas, era rimasta impigliata con una piuma della sua altissima acconciatura in un lampadario di cristallo.

    Approfittando del provvidenziale trambusto, Sarah si mise a correre, raggiunse il foyer e si avviò a passo svelto verso la sala da ballo. Anche se la sera prima non avesse memorizzato la piantina della villa, sarebbe bastata la forte musica dell’orchestra a guidarla verso il salone.

    Mentre si affrettava lungo il corridoio, Sarah trattenne il respiro, timorosa che qualcuno potesse suonare l’allarme e cacciarla fuori. Ma con sua enorme sorpresa, nessuno si accorse di lei. Ben presto si trovò sotto l’arco d’ingresso del salone, felice di rimanere anonima dietro la maschera.

    Si sentiva sollevata, anche se sapeva che la parte più difficile della missione doveva ancora arrivare. Si guardò intorno ammirata, colpita dalla lucentezza del pavimento di marmo e dei lampadari di cristallo. Tutti gli invitati, per nascondere la propria identità, indossavano una maschera che si sarebbero tolti soltanto allo scoccare della mezzanotte.

    Ma per allora Sarah avrebbe già fatto la sua prossima mossa.

    Guardò l’orologio e si rese conto che aveva ancora molto tempo a disposizione. Non le restava che mescolarsi alla folla e tentare di comportarsi come gli altri invitati. Dopo, sarebbe finalmente tornata alla sua vita di sempre, tra le persone di sempre.

    Sempre che prima non l’avessero arrestata.

    A quel pensiero tirò un profondo respiro e strinse forte il piccolo cesto di vimini che teneva sotto il braccio. Non era andata lì per rubare qualcosa, ma per restituirla. Era entrata nella villa con il preciso intento di rimettere la preziosa collana di diamanti, che adesso giaceva nel suo cestino, nella cassaforte dei Wolff al terzo piano della villa.

    E aveva un disperato bisogno di riuscire a farlo prima che qualcuno notasse la sua scomparsa. Prima che potessero accusare suo nonno, Bertram Hewitt, di averla rubata... di nuovo.

    Malauguratamente, suo nonno era colpevole, benché fosse convinto del contrario. Quarant’anni prima, Bertram Hewitt e Seamus Wolff erano stati soci in affari. Acquistavano l’intero patrimonio di persone decedute da poco e poi lo rivendevano, ricavando grossi profitti. Ma dopo due anni di lauti guadagni, Seamus Wolff aveva improvvisamente deciso di sciogliere la società e di dividerne i beni.

    Ancora oggi Bertram accusava Seamus di sapere dell’inestimabile collana di diamanti nascosta in una vecchia cassa del loro deposito, una cassa che Seamus aveva voluto tenere per sé al momento della spartizione. In seguito, proprio grazie a essa, l’uomo era diventato milionario, utilizzando il gioiello come garanzia per numerosi affari fortunati.

    Tutto questo, mentre Bertram cercava di sbarcare il lunario in un monte di pegni, convinto ogni giorno di più che il vecchio amico l’avesse imbrogliato. Per questo motivo, aveva già rubato la collana diciotto anni prima, sperando di utilizzarla per salvare la moglie gravemente ammalata. Ma era stato arrestato e aveva scontato la sua colpa in carcere, dove il suo rancore era divenuto ancora più sordo, inducendolo a giurare a se stesso che presto o tardi si sarebbe rimpossessato del gioiello.

    E così, solo qualche giorno prima, approfittando del viaggio dei Wolff in Giamaica per le vacanze di Natale, si era travestito da imbianchino e aveva rubato la collana per la seconda volta, adducendo la migliore delle giustificazioni: restituire alla nipote Sarah quella che definiva una sua eredità legittima.

    Fortunatamente nessuno aveva ancora notato l’assenza della collana dalla cassaforte, altrimenti la polizia avrebbe già bussato alla sua porta. Ecco perché Sarah doveva restituirla. Subito. Finché esisteva ancora una possibilità di salvare il nonno.

    «Hai qualcosa per me in quel cestino, bambina?» vibrò alle sue spalle una voce così profonda da farla rabbrividire.

    Si voltò lentamente con il cuore che le batteva forte e sgranò gli occhi. Un lupo di poderose dimensioni si ergeva dietro di lei. Il sopra e il sotto del costume erano di una folta pelliccia nera, così verosimile sull’ampio torace che Sarah dovette reprimere l’impulso di alzare una mano e colpire.

    «Niente che le possa interessare» rispose alla fine, conscia di stare mentendo. «Perché non prova al tavolo del buffet?»

    Anche se non avesse riconosciuto la voce, avrebbe riconosciuto quegli occhi ovunque. Erano di Michael Wolff, spietato uomo d’affari e rinomato playboy. Il nipote di Seamus Wolff. Il nemico giurato degli Hewitt.

    Ma lui l’aveva riconosciuta? La banca presso cui lavorava faceva parte del gruppo finanziario di cui lui era proprietario. Fortunatamente, però, non si era mai avvicinato al suo sportello, e ora il costume da Cappuccetto Rosso la nascondeva a sufficienza.

    Perché, però, lui aveva fatto riferimento al cestino? Sapeva forse della collana?, si chiese Sarah con illogica apprensione.

    Istintivamente guardò in direzione della porta, domandandosi se potesse costituire una valida via di fuga. Era arrivata quinta alla gara di corsa a ostacoli quando stava alle superiori, ma Michael era così... atletico. L’avrebbe raggiunta con un paio di falcate prima che lei fosse riuscita a uscire dalla porta.

    No, decisamente non era una buona idea scappare. Non davanti a un uomo dal fisico così scattante e... perfetto. Be’, non poteva negare di averlo già notato in passato, ogni volta che lo aveva visto entrare in banca e dirigersi con passo elegante verso l’ascensore. Come tutte le sue colleghe, non aveva potuto esimersi dal lanciargli occhiate di sincera ammirazione, occhiate a cui lui, tuttavia, era sempre rimasto indifferente.

    Almeno fino a ora.

    «Il bosco è pericoloso per un gustoso bocconcino come te, Cappuccetto. Ti sei persa mentre andavi dalla nonna?» le chiese con un sorriso da predatore.

    Sarah tirò un sospiro di sollievo. No, non l’aveva riconosciuta. Stava semplicemente interpretando la parte del lupo cattivo. Perciò, anche lei avrebbe fatto bene a stare al gioco, se non voleva insospettirlo.

    «Ho deciso di fare un giro» gli rispose, in-crociando il suo sguardo intenso. «Anche se il bosco è molto affollato di questi tempi.»

    Lui fece vagare lo sguardo nella sala. «È vero. Ma nessun altro è appetitoso come te.»

    Il tono roco di quella voce le stava facendo sudare le mani. Poteva mai essere che Michael Wolff la stesse corteggiando? Malgrado avesse deciso di forzare la cassaforte, Sarah non si era mai sentita attratta dal pericolo. Eppure qualcosa in quel sorriso accattivante sotto i lunghi baffi finti e nella luce maliziosa di quegli splendidi occhi grigi, visibili attraverso la maschera, la intrigava profondamente.

    «Scommetto che dici la stessa cosa a tutte le ragazze che si perdono nel bosco» replicò.

    «Il bosco può essere insidioso» ribadì lui avvicinandosi pericolosamente.

    «Non mi spavento tanto facilmente.»

    «Dovresti. Io sono un lupo molto affamato» le sussurrò all’orecchio. «Potrei darti la caccia per tutta la notte.»

    La fama di dongiovanni precedeva quell’uomo, eppure Sarah continuò:

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