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La principessa perduta: Harmony Collezione
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E-book163 pagine3 ore

La principessa perduta: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Il mio regno per un bacio 2/3
Quando Aleksandra Dimitriou scopre di essere la figlia segreta del vecchio re di Akathinia, frutto di una relazione extraconiugale, è combattuta tra il desiderio di proseguire la sua tranquilla esistenza insieme alla madre e quello di muovere i primi passi nello scintillante mondo delle teste coronate sotto la protezione di Aristos Nicolades.
Aristos ha ricevuto precisi ordini dal re: deve mantenere le distanze dalla giovane principessa. Ma l'innocente Aleksandra lo spinge a desiderare ciò che aveva sempre creduto gli fosse negato, e improvvisamente a entrambi diventa chiaro che l'unica persona da cui lui deve proteggere la principessa perduta è... se stesso!
LinguaItaliano
Data di uscita20 ago 2020
ISBN9788830517837
La principessa perduta: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    La principessa perduta - Jennifer Hayward

    successivo.

    1

    «Il Conte e la Contessa di Agiero.»

    Nell'atrio del palazzo reale di Akathinia un soldato in alta uniforme annunciò l'elegante coppia che precedeva Aleksandra Dimitriou nella fila di ospiti in attesa di varcare la soglia del grande salone. Il suo cuore ebbe un tuffo. Aveva sperato che arrivare in ritardo al party per il venticinquesimo compleanno della Principessa Stella avrebbe significato evitare la trafila delle presentazioni, d'altra parte cosa ne poteva sapere lei del protocollo vigente alla reggia? Non aveva mai partecipato a un evento della società che contava, men che mai a uno organizzato da una famiglia reale. Aveva noleggiato il vestito di seta blu che indossava, le scarpe dal tacco alto erano un prestito della sua amica Kira, come del resto i gioielli, falsi, naturalmente. In effetti nemmeno l'invito le apparteneva. Lo aveva rubato con l'intenzione di intrufolarsi alla festa non notata.

    Tuttavia la possibilità che almeno qualcuno fra gli ospiti presenti per festeggiare la Principessa Stella scoprisse il suo gioco era molto concreta, per non parlare poi dei paparazzi appostati ai lati del tappeto rosso.

    Gocce di sudore le imperlarono la fronte. La sua foto in manette portata via dalle forze dell'ordine, un'intrusa reale colta con le mani nel sacco nonostante i serrati controlli della sicurezza, avrebbe fatto scalpore. Riusciva a immaginare senza sforzo la reazione degli abitanti del piccolo paese costiero dove lei risiedeva se, svegliandosi, avessero trovato il suo viso in prima pagina su ogni rivista di cronaca rosa. La sorpresa si sarebbe trasformata in un batter d'occhio in sconcerto, senza dubbio.

    Il cuore prese a martellarle nel petto. Ormai non aveva modo di tirarsi indietro, pensò. Non poteva semplicemente tornare a Stygos e dimenticare quello stupido impulso che l'aveva spinta a desiderare di scoprire una parte di se stessa, di rimediare a un torto che affondava le radici nel passato.

    E comunque era troppo tardi per i ripensamenti. Il maggiordomo alla porta, un sorriso di convenienza stampato sulle labbra, stava aspettando di vedere il suo invito. La mano che le tremava leggermente, gli porse il cartoncino che recava impresso lo stemma della Casa Reale di Akathinia. L'uomo lesse la lista, poi la rilesse, una ruga che gli solcava la fronte. «Sono desolato, ma il suo nome non è fra quello degli invitati» mormorò infine.

    Aleksandra deglutì a disagio. Raddrizzò la schiena in un atteggiamento fiero, attingendo il coraggio da un posto dentro di sé di cui non aveva mai saputo l'esistenza. «Al principio sono stata costretta a declinare l'invito» replicò, «ma quando ho capito che, dopotutto, sarei rientrata in tempo dal mio viaggio all'estero, ho mandato un biglietto per accettare.»

    Il maggiordomo produsse un secondo elenco, lo consultò, parlò con qualcuno via radio. «È tutto a posto, lei è sulla lista originale» confermò infine, poi consegnò l'invito al soldato di guardia e si fece da parte per lasciarla passare. «Le auguro una buona serata» concluse.

    «Kara Nicholson» annunciò il militare con la sua voce tonante.

    In procinto di entrare nella sala da ballo, Aleksandra esitò per qualche istante, in attesa che qualcuno dichiarasse che lei non era Kara Nicholson bensì un'imbrogliona. Il brusio di fondo però non si attenuò. Il soldato le rivolse un'occhiata perplessa. Con un sorriso tirato, sollevò l'orlo della gonna e in qualche maniera costrinse i suoi piedi ad avanzare.

    La prima sosta fu nel bagno delle signore, dove verificò che il trucco fosse in ordine. Il fatto che lei e Kara, l'ereditiera americana che aveva soggiornato presso il suo piccolo hotel, qualche settimana prima, avessero entrambe capelli scuri e occhi azzurri, era la fortunata coincidenza che le aveva fatto nascere l'idea. Era l'invito che Kara aveva gettato nel cestino della carta straccia che le aveva permesso l'accesso al party, ed era la sua identità che aveva assunto. Ma somigliare alla bella salottiera e interagire con i ricchi e i famosi che Kara di solito frequentava erano due cose ben diverse.

    Doveva soltanto fingere fino al termine della serata, poteva farcela, decise, quindi raddrizzò la schiena, tornò nel magnifico salone e si aggirò fra gli ospiti riuniti per festeggiare il compleanno di Stella.

    Prese una coppa di champagne dal vassoio di un cameriere che le passò accanto, poi avanzò verso il centro della sala in cerca del suo obiettivo. Bevve un sorso di quel vino costoso, le bollicine che le scivolavano in gola provocandole un'ondata di calore.

    Esattamente la spinta di cui aveva bisogno.

    Si fermò in un angolo che le offriva una visuale quasi completa e ammirò ciò che la circondava. La sala era una vera festa per gli occhi. Lo stemma della famiglia reale era proiettato sul pavimento di marmo nero, imponenti lampadari di cristallo pendevano dai soffitti altissimi e dipinti di inestimabile valore adornavano le pareti. Tanto lusso le faceva girare la testa, d'altro canto quella sensazione d'irrealtà l'aveva accompagnata sin da quando sua madre, che aveva lavorato come dama di compagnia della Regina Amara, aveva violato un silenzio durato per tutti quegli anni, facendo esplodere la bomba che le aveva sconvolto la vita.

    Cioè che lei non era figlia di un facoltoso uomo d'affari di Akathinia morto prima della sua nascita, niente affatto, bensì di Gregorios, il re che aveva appena abdicato, che con sua madre aveva intrattenuto una lunga relazione extraconiugale, terminata quando la regina aveva scoperto la tresca e naturalmente licenziato la traditrice.

    Portò la coppa alle labbra e bevve un altro sorso di champagne. Che sua madre, per lei da sempre un esempio di forza e di coraggio, il simbolo di quello che di buono c'era al mondo, fosse stata l'amante di un uomo sposato le sembrava ancora incredibile. Inconcepibile.

    Tuttavia era la verità. Aveva un padre che non aveva mai conosciuto, e dei fratelli che non avrebbe mai incontrato se sua madre non avesse infine confessato.

    Il risuonare di una risata cristallina attirò la sua attenzione. La Principessa Stella, la sua sorellastra, era al centro del salone, attorniata da un gruppo di giovani uomini che facevano a gara per ottenere la sua attenzione. Era bellissima, avvolta in un vestito color argento, il fisico snello e i capelli biondi costretti in un'elaborata acconciatura. Una vera principessa, in tutto e per tutto.

    Quanto diversa sarebbe stata la sua esistenza se sua madre non avesse taciuto così a lungo?, si chiese. Avrebbe avuto anche lei la stessa vita, lo stesso atteggiamento nobile di sua sorella, lontana dalla tranquilla vita condotta a Stygos?

    Un nodo le strinse la gola. Come i suoi fratelli l'avrebbero accolta, era tutto da vedersi. La sua priorità comunque al momento era la precaria salute del vecchio sovrano, il motivo che poi la aveva portata a palazzo quella sera. Un brutto infarto aveva costretto Gregorios a settimane di ospedalizzazione, e la sua assenza alla festa lasciava sospettare che non si fosse ancora ristabilito del tutto. Lei però doveva incontrarlo, era l'unica cosa che aveva saputo con certezza durante quei mesi di caos assoluto.

    Riprese a scrutare la folla fino a localizzare il Re Nikandros, che s'intratteneva con un gruppo di ospiti, la moglie Sofia al suo fianco.

    Suo fratello.

    Nikandros era salito al trono in seguito alla malattia del padre in un momento politico molto delicato, quando la vicina isola di Carnelia aveva minacciato un'aggressione militare per riannettere Akathinia all'arcipelago Catharian, privandola così della sua indipendenza e ripristinando la situazione di oltre un secolo prima, qualcosa di inammissibile, ovviamente. In molti temevano che il settantenne Re di Carnelia avesse infine perso davvero il senno, e che fosse realmente pronto a dichiarare guerra.

    Ecco perché lei aveva scelto proprio i festeggiamenti per il compleanno di Stella per tentare di parlare al re, perché, date le circostanze, ogni altro tentativo di avvicinarlo sarebbe stato destinato al fallimento.

    Dunque era adesso la sua occasione. Appoggiò la coppa vuota sul vassoio di un cameriere, ne prese un'altra. L'ottimo vino stava facendo miracoli per alleviare la tensione che le costringeva il petto. Dopo quel bicchiere, avrebbe chiamato a raccolta tutta la sua forza per portare a termine il compito che si era prefissa, cioè scuotere dal profondo la famiglia reale con uno scandalo nel momento politico sicuramente meno adatto.

    Aristos Nicolades si appoggiò a una colonna nell'affollata sala da ballo, poi osservò la bellissima giovane fasciata in un sexy abito blu che stava finendo di bere la sua seconda coppa di champagne in un solo sorso, segno evidente che era alla ricerca di coraggio. Il perché però non lo immaginava, pensò mentre le accarezzava con lo sguardo la figura snella.

    Considerando che aveva mentito per avere accesso al party, lui aveva reputato opportuno non perderla di vista. Era stato alle sue spalle nella fila all'ingresso, dove era arrivato all'ultimo momento poiché il suo volo dagli Stati Uniti era partito con un'ora di ritardo.

    In tutta onestà, avrebbe preferito andare subito a casa per fare una doccia e riposare dopo una stressante settimana trascorsa all'estero, ma siccome il re gli aveva finalmente concesso la licenza per costruire quello che sarebbe stato il suo fiore all'occhiello, una casa da gioco nella piazza principale di Akathinia, non intervenendo alla festa avrebbe commesso un passo falso.

    Quando aveva sentito la donna presentarsi al maggiordomo come Kara Nicholson, si era detto che probabilmente aveva le allucinazioni dopo quasi trentasei ore da sveglio. La Kara Nicholson con cui aveva condiviso un bollente weekend a Las Vegas, quella che frequentava aristocratici del calibro della Principessa Stella, di sicuro non era la donna che ora era a pochi passi da lui.

    Con quegli occhi da cerbiatta e l'aspetto angelico, non sembrava proprio un emissario del Re di Carnelia, o peggio. Nessun dettaglio però poteva essere trascurato a causa della crisi politica in corso, in effetti di recente erano state smascherate diverse spie, e avevano iniziato a crearsi fazioni separatiste, e poiché il servizio di sicurezza per quella sera era stato affidato a una delle sue agenzie, preferiva non correre alcun rischio.

    La donna in questione aveva ovviamente i nervi a fior di pelle nonostante i suoi tentativi di mantenere un contegno. Era venuta da sola, non aveva rivolto la parola ad anima viva ed era evidente che non conosceva nessuno. L'unica persona per cui aveva manifestato interesse era stato il re, tranne che per gli sguardi che di soppiatto aveva rivolto a lui, sulla scorta di quell'immediata attrazione che si era stabilita fra loro.

    Probabilmente era solo una delle tante ragazze single e di origini nobili che non riuscivano ad accettare che il Re Nikandros fosse felicemente sposato, ragionò. O forse una ex amante del giovane sovrano, un'ipotesi che trovava fondamento nel suo atteggiamento incerto.

    La donna si girò verso di lui, quasi avesse percepito di essere osservata. La confusione che scorse nei suoi grandi occhi celesti sollecitò ulteriormente la sua curiosità. Una confusione però sostituita subito da quel lampo d'interesse che aveva già notato prima. Eccola di nuovo, quella spontanea connessione fra loro, quella sorta di corrente elettrica che serpeggiò nell'aria.

    Fu lei la prima a interrompere il contatto visivo, il volto all'improvviso soffuso di rossore. Una tale manifestazione d'imbarazzo mal si addiceva alla sua immagine sexy, un dettaglio che lo spinse finalmente a muovere qualche passo nella sua direzione. Aveva giocato partite di gran lunga meno gradevoli di quella cui quella donna lo stava invitando a partecipare, decise.

    Diavolo, stava puntando dritto verso di lei, si rese conto Aleksandra atterrita. Lei era lì per parlare con suo

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