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Alla conquista della principessa: Harmony Collezione
Alla conquista della principessa: Harmony Collezione
Alla conquista della principessa: Harmony Collezione
E-book171 pagine2 ore

Alla conquista della principessa: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Per una sola sera di libertà, l'ingenua principessa Halina, sempre ligia al dovere, getta al vento ogni cautela e soccombe alla sapiente seduzione del famigerato playboy Rico Falcone. Le conseguenze di quella notte d'amore non tardano a rivelarsi, così Lina viene bandita dal regno ed esiliata in un luogo remoto dove il suo scioccante segreto rimarrà invisibile agli occhi del mondo per il tempo necessario a trovare una soluzione.

Rico però non è il tipo d'uomo che ama restare a guardare in disparte. Venuto a conoscenza della maternità di Lina, è disposto a qualunque cosa pur di riconoscere suo figlio, anche a chiedere la mano della principessa. Con ogni mezzo...
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2020
ISBN9788830512016
Alla conquista della principessa: Harmony Collezione
Autore

Kate Hewitt

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Alla conquista della principessa - Kate Hewitt

    successivo.

    1

    Fuggire alla fine risultò sorprendentemente facile.

    Abdul, la guardia del corpo reale che sorvegliava l'ingresso della loro suite all'hotel, verso le dieci si era appisolato con la testa sul petto e Halina Amari, principessa di Abkar, gli era scivolata accanto in punta di piedi, trattenendo il respiro. Non aveva mai fatto nulla del genere prima e, per quanto ristretti fossero i confini in cui era costretta a vivere, non era mai fuggita. Sebbene diverse volte avesse sofferto per le restrizioni che le erano imposte, si era limitata solo a spiegare le sue ali il più possibile. Ma quella sera era decisa a spiccare il volo, perché quella avrebbe potuto essere la sua ultima occasione. Il mondo si stava stringendo attorno a lei, divenendo sempre più piccolo grazie a suo padre e al suo fidanzato, il Principe Zayed al bin Nur. La consapevolezza che quanto prima sarebbe divenuta ancora più prigioniera di quanto già fosse, le fece saltare il cuore in gola. E in quanto a Olivia... ma ora non poteva pensare a lei, non durante la sua unica possibilità di godersi una sera di libertà. Halina si affrettò lungo il corridoio verso l'ascensore dell'esclusivo hotel di Roma. Abdul si stiracchiò e lei si schiacciò contro la parete, non poteva davvero credere che fosse stato così facile, ma perché no? La porta della loro suite era chiusa dall'interno e la guardia sistemata fuori per una questione di forma. Nessuno si sarebbe mai aspettato che Halina fuggisse. Lei stessa riusciva a stento a crederci. Le porte si aprirono con un sibilo ed entrò nell'ascensore, con il cuore che le batteva forte e le mani sudate. Cosa stava facendo? Aveva trascorso tutti i suoi ventidue anni di vita sempre dietro le enormi pareti del palazzo reale e del convento in Italia dove aveva studiato. In seguito era tornata a palazzo, in attesa che lo sconosciuto fidanzato che non aveva mai neppure incontrato, riconquistasse il proprio trono e divenisse così un degno corteggiatore. Era sempre in attesa che la sua vita iniziasse, o almeno che accadesse qualcosa. Tre giorni prima Zayed al bin Nur aveva erroneamente rapito Olivia Taylor, governante delle sue sorelle e sua compagna di scuola, pensando fosse Halina. Si diceva che l'avesse addirittura sposata nel deserto, prima di rendersi conto del grave errore che aveva commesso. Zayed aveva mandato un messaggio a suo padre, assicurandogli che non aveva fatto alcun male a Olivia, cosa per cui Halina si sentì profondamente sollevata. Tuttavia, l'episodio le aveva fatto realizzare quanto fosse precaria la propria posizione e quanto limitata la sua libertà. Inoltre, suo padre, il Sultano Hassan, si era infuriato e così l'aveva spedita in Italia insieme a sua madre, lontana dalle grinfie di Zayed. Halina era felice di quella fuga, lei non aveva mai voluto sposare Zayed, un uomo che non aveva mai nemmeno conosciuto. Inoltre non voleva essere rapita, sebbene dubitasse che il suo fidanzato sarebbe ricorso due volte allo stesso trucco. Tuttavia, dopo l'accaduto, suo padre si era assicurato che lei fosse ancora più controllata e protetta di quanto già era e questo era qualcosa che non poteva più sopportare. Dopo ventidue anni di attesa, Halina voleva vivere, anche se per una notte soltanto. Le porte dell'ascensore si aprirono e dalla sontuosa sala da ballo dell'hotel, arrivò il suono della musica di un pianoforte e un tintinnio di cristalli, insieme al basso mormorio di voci sommesse. Quando quel pomeriggio lei e sua madre erano arrivate, Halina aveva visto nell'atrio dell'hotel l'avviso di una festa privata, un evento di beneficenza organizzato da un qualche amministratore delegato per ricchi e affascinanti italiani. Sua madre le aveva rivolto un sorriso comprensivo. «Un giorno anche tu andrai a feste simili» le aveva detto guidandola verso l'ascensore. «Quando sarai sposata, ma per ora trascorrerai una serata tranquilla mentre aspettiamo ulteriori istruzioni da tuo padre.»

    Halina non era mai stata a un vero party. Da quando aveva compiuto diciotto anni, aveva partecipato solo a qualche cupo evento di stato, consistente in banchetti infiniti con vecchi dignitari noiosi, ma mai a un party. Non aveva mai indossato un abito da cocktail, flirtato, o bevuto champagne ed era proprio questo che voleva fare quella sera. Essere normale per una sola volta come una giovane donna qualunque che si divertiva, godendosi la vita. Naturalmente c'era qualche ostacolo da superare, il primo era sfuggire alla sorveglianza e ci era riuscita. Prima di mettere in atto la propria fuga, aveva dichiarato di avere una forte emicrania e si era ritirata in camera sua, finché sua madre non era andata a farsi un bagno. Il secondo erano gli abiti. Halina non aveva nulla di appropriato da indossare, ma per fortuna l'hotel aveva una boutique esclusiva e dopo aver attraversato l'atrio in tutta fretta, era scivolata nell'elegante negozio e aveva scelto il primo abito adatto che aveva visto, un tubino di seta nera, semplice, ma molto sexy. Aveva trovato anche calze velate e scarpe dai tacchi altissimi e messo tutto sul conto della stanza. Avrebbe pensato in seguito alle conseguenze, sperava che sua madre non controllasse il conto. Reggendo l'elegante sacchetto con il logo argentato in rilievo, Halina sgattaiolò nei lussuosi bagni della hall e si cambiò. Le tremavano le mani, mentre infilava il suo semplice abito nel sacchetto della boutique. Stava facendo sul serio? Era impazzita? Le era sempre piaciuto scherzare e a scuola si cacciava spesso nei guai, ma erano cose di poco conto, questa invece... era decisamente ben altra faccenda. Se sua madre l'avesse scoperta, o se suo padre fosse venuto a saperlo... Halina tremò pensando alla loro delusione e alla collera. I suoi genitori erano affettuosi, ma non avevano mai dovuto affrontare atteggiamenti di sfida da parte sua o delle sue sorelle. Tuttavia, ora era decisa a provare, poi avrebbe affrontato le eventuali conseguenze, qualunque fossero. La porta dei bagni si aprì e Halina trattenne il respiro, la sua mano tremante corse al chiavistello della propria cabina. Non poteva essere scoperta ora, non quando la sua serata stava proprio per iniziare. Sentì un ticchettio di tacchi femminili e da sotto la cabina vide dei piedi davanti ai lavandini. «Lo hai visto?» chiese una di loro in italiano, mentre l'altra apriva una bustina del trucco. Halina che parlava fluentemente quella lingua, scrutò attraverso la fessura della porta e vide due donne, raffinate ed eleganti, davanti allo specchio. «Falcone? Sì, è appena arrivato» rispose l'altra. «Quell'uomo è più sexy che mai, ma con un cuore di ghiaccio. Ha chiuso anche con la sua ultima amante, le ha dato il solito bracciale in diamanti come liquidazione e ora non la saluta nemmeno. Lei adesso sta piangendo accanto al buffet.»

    «La top model francese? Ma è durata una settimana!»

    «Non durano mai di più.» L'altra donna si diede il rossetto con un movimento deciso. «Ti piace lui?»

    «A chi non piace! Però non so se ci starei. Stando a quello che ho sentito, a letto dev'essere fantastico, ma non penso che riuscirei a scaldarmi con un uomo così gelido. Mi hanno detto che subito dopo pretende che la sua amante di turno se ne vada. Capisci? Solo pochi secondi e ti caccia fuori!»

    «Potrebbero esserci cose peggiori.»

    «Inoltre evita tutte le domande personali. Nessuna domanda, nessuna risposta, nulla. Non gli importa.»

    «Ma basta sapere che...»

    «Quindi sarebbe davvero solo sesso» sospirò la donna. «E a quanto pare fantastico. Quella top model ha detto che lo ricorderà per la vita, ed è durata solo una settimana.»

    Halina si sentì girare la testa a quel genere di pettegolezzi. Chiunque fosse Falcone, sembrava un uomo terribile e affascinante allo stesso tempo. Sesso favoloso? Lei non era mai stata nemmeno baciata!

    «Qualcuno ha detto che stasera sarà già in cerca della sua prossima preda, pare detesti aspettare tra un'amante e l'altra» osservò la seconda donna, chiudendo la borsa.

    «Nemmeno qualche minuto sembra» scherzò l'amica. «Bene, non sarò io.» Con un fruscio di gonne le due amiche uscirono dal bagno. Halina emise un sospiro di sollievo, era di nuovo sola ed era tempo anche per lei di uscire. Infilò la borsa con il suo semplice abito dietro a un lavandino, con la speranza che lì sarebbe rimasto finché non sarebbe tornata alla sua suite. Non aveva ancora pensato come avrebbe fatto! E se Abdul, la sua guardia, si fosse nel frattempo svegliata? Avrebbe sempre potuto inventarsi qualcosa come una passeggiata a causa dell'insonnia, o la voglia di un po' d'aria fresca e sperato che lui e sua madre si bevessero la bugia. Quella era la sua serata per risplendere, o almeno luccicare un pochino. Halina uscì dalla cabina e spalancò gli occhi alla vista della sua immagine riflessa nello specchio. L'abito aderiva alla sua figura formosa, lasciando poco spazio all'immaginazione. Non aveva mai e poi mai indossato qualcosa di così palesemente sexy, oltre che elegante e sfacciato. Si sentiva praticamente nuda. Le calze velate e i tacchi alti facevano sembrare le sue gambe ancora più lunghe. Non aveva né gioielli né trucco e avrebbe dovuto lasciarsi i capelli sciolti sulle spalle. Non sarebbe mai sembrata sofisticata come le donne che aveva appena spiato, ma avrebbe dovuto tentarci una sera, almeno un'ora. Tutto ciò che lei desiderava era girare tra la gente, bere champagne, chiacchierare e magari flirtare un po'. Poi sarebbe sgattaiolata di nuovo a letto, ma per un'ora o due si sarebbe divertita e avrebbe finalmente vissuto. A testa alta, uscì dal bagno. Non era abituata ai tacchi e all'inizio incespicò, prima di capire come fare, poi fece ondeggiare i fianchi e prese a camminare con disinvoltura. Allo sguardo ammirato dell'uomo dietro la reception dell'albergo, Halina rafforzò la propria fiducia. Era certa che lui non l'avesse riconosciuta per la ragazza che si era registrata quel giorno insieme alla madre. Seguì le indicazioni per il party e poi di colpo si fermò, quando vide un uomo sulla porta che controllava una lista degli invitati. Non ci aveva pensato! Alla prospettiva di essere mandata via prima ancora di avere messo piede nella sontuosa sala da ballo, si sentì mancare per la delusione e lo sconcerto. Non poteva permettere che accadesse! Una coppia le passò accanto e si fermò davanti all'uomo. Halina li osservò, mordicchiandosi le labbra, mentre gli davano i loro nomi e lui li spuntava dalla lista. Giunse un'altra coppia e seguì la stessa procedura. Come sarebbe riuscita a conquistarsi l'entrata? Aveva una predisposizione per il melodramma, ma solo nella sicurezza di casa sua, o a scuola. Non aveva mai cercato di incantare un estraneo, tuttavia suppose di dover tentare. Proprio allora, l'uomo con la lista incontrò il suo sguardo e, con fare inquisitore, chiese: «Posso esserle utile signorina?».

    Halina aprì la bocca con il cuore che le batteva forte. «Ebbene...» iniziò, cercando disperatamente qualche motivo valido per cui, anche se il suo nome non era sull'elenco, le sarebbe stato permesso di entrare alla festa. «In realtà...»

    Il sorriso dell'uomo iniziò a raggelarsi. «Lei è tra gli ospiti di stasera, signorina...?»

    Halina lo fissò in modo triste. Stava per finire prima ancora di cominciare, poi sentì una voce bassa, profonda e forte alle proprie spalle. «Sì, lo è» affermò l'uomo. «La signorina è con me.»

    Rico Falcone stava cercando una donna e, dalla morsa che gli serrava le viscere, capì di averla appena trovata. Alla donna in questione sfuggì un ansito spaventato, le sue labbra rosa si schiusero, mentre si voltava a guardarlo, con i capelli scuri sciolti sulle spalle sottili. L'aveva vista di sfuggita, mentre attraversava la hall e la sua attenzione era stata immediatamente attratta. Una figura snella e sinuosa, fasciata in un abito attillato di seta nera. Una cascata di lunghi capelli scuri che la ragazza portava sciolti e selvaggi, come una sorta di invito. Quando si voltò, Rico vide spalancarsi un paio di occhi castani, del colore del mogano, orlati da ciglia scure come la fuliggine.

    «Io..» iniziò lei con voce ansimante.

    «Cara» sussurrò Rico, facendole scivolare una mano attorno alla vita e godendo di quel contatto. «È stato così carino da parte tua aspettarmi.»

    «Io... io...» balbettò lei scioccata. Stava giocando a fare l'innocente, o era solo lenta? Ovviamente era un'imbucata, quindi Rico si sarebbe aspettato che avesse recitato la sua parte con prontezza. Non c'era problema, non si portava certo a letto le donne per il loro cervello.

    «Molto bene, signor Falcone» osservò l'uomo e spuntò il suo nome dalla lista. Rico entrò nella sala, con il braccio ancora attorno alla vita di Halina e subito si rese conto che lei non opponeva resistenza.

    «Champagne» mormorò, facendo schioccare le dita. Subito accorse un cameriere e Rico prese due coppe dal vassoio che gli veniva

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