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Destinazione: Palma di Maiorca (eLit): eLit
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E-book140 pagine1 ora

Destinazione: Palma di Maiorca (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Una valigia per... Maiorca - È una sua fervida lettrice! Cressy Vale non ha perso un reportage dei viaggi del giornalista Nicolas Talbot. E quando lo incontra in aeroporto, non immagina che sarà lei la protagonista della prossima avventura.

Un'avventura d'amore!
LinguaItaliano
Data di uscita29 lug 2016
ISBN9788858957486
Destinazione: Palma di Maiorca (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    Destinazione - Anne Weale

    successivo.

    1

    Di solito, quando viaggiava in aereo, Cressy Vale sceglieva il volo più economico, ma l'urgenza di quel viaggio a Maiorca l'aveva costretta a prendere un biglietto in business class, la sola dove c'era ancora posto.

    Non era ancora alta stagione, tuttavia giugno era il mese prediletto dai turisti che volevano evitare la ressa e il caldo di luglio e di agosto e, soprattutto, apprezzare in tranquillità la bellezza dell'isola, prescelta anche dalla famiglia reale spagnola per le vacanze estive.

    Cressy non andava a Maiorca per un viaggio di piacere, bensì per assistere un'anziana signora, una parente di suo padre, che si era trasferita da anni sull'isola.

    Il volo per Palma, la capitale dell'isola, sarebbe decollato alle nove e un quarto e a mezzogiorno circa Cressy avrebbe finalmente ritrovato la luce calda e dorata del sole, invece della grigia umidità che pesava su Londra ormai da Pasqua.

    Durante il tragitto in treno che porta dalla stazione Victoria all'aeroporto di Gatwick, si era accorta di essere l'unica passeggera a viaggiare con lo zaino in spalla e a indossare abiti casual, al punto che aveva cominciato a sospettare di essere fuori posto in business class con un paio di jeans e uno sbiadito maglione di cotone color indaco.

    Naturalmente, i jeans erano freschi di bucato e il maglione, anche se aveva visto giorni migliori, era stato comprato da sua sorella Anna e quindi non poteva essere che di marca e di ottima qualità. Anche le scarpe blu con una moderata zeppa erano appartenute ad Anna.

    Cressy aveva due sorelle ed entrambe spendevano parecchio per il loro guardaroba, sia perché guadagnavano abbastanza da poterselo permettere, sia per la frenetica vita sociale che conducevano. Lei, invece, stava risparmiando per un viaggio di gruppo alle isole Galàpagos, una riserva di fauna rara nel mezzo dell'Oceano Pacifico. Perciò, si sentiva fortunata ad avere delle sorelle che la rifornivano di vestiti smessi, ma di prima qualità.

    Comunque, quando raggiunse il check-in di business class e si mise in coda, ogni timore riguardo il suo aspetto svanì alla vista del passeggero che le stava davanti.

    Mai, in tutta la sua vita, aveva visto un esemplare di maschio tanto attraente. Per un istante rimase a fissarlo col cuore in gola. Da un minuto all'altro l'uomo si sarebbe voltato e lei avrebbe potuto vederlo in viso. Era probabile che, visto di fronte, non fosse tanto eccezionale. Se esisteva una giustizia a questo mondo, non poteva che essere così.

    Cressy lo studiò in ogni particolare visibile. Doveva essere alto almeno un metro e ottanta, con spalle ampie e gambe muscolose e affusolate, esibite con naturalezza oltre l'orlo dei pantaloncini che gli arrivavano a metà coscia. Non erano però i pantaloncini indossati dai turisti che trascorrevano le vacanze in spiaggia bevendo sangrìa. Avevano più l'aria di un indumento di tipo coloniale, in tela grezza, tipico di coloro che amano l'avventura e la scoperta.

    Come il suo maglione, Cressy pensò che anche quei pantaloncini avevano sostenuto parecchie battaglie, così come i robusti scarponi di cuoio che l'uomo aveva ai piedi. Sopra indossava una camicia blu con le maniche arrotolate oltre i gomiti e le braccia non potevano che essere forti e abbronzate.

    I capelli scuri e ribelli gli avrebbero accarezzato le spalle se non fossero stati trattenuti da una piccola banda elastica nera.

    Nel guardargli la testa, Cressy notò un bagliore argentato sul profilo di un orecchio. Intuì immediatamente cosa fosse perché ne aveva uno identico lei stessa nella cassettina dei pochi oggetti preziosi che possedeva e che teneva nascosta a casa. Si trattava di un minuscolo arrampicatore in argento che lei portava come anello, ma che poteva anche essere fissato all'orecchio perché la fascetta era aperta sul retro.

    Forse, l'uomo era un arrampicatore. La struttura forte e al contempo agile e slanciata del suo corpo dava credito a tale ipotesi, si disse lei sempre più interessata allo sconosciuto.

    Improvvisamente, un colpo ai polpacci la trascinò fuori dal suo stato di trance e prima ancora di voltarsi Cressy intuì che era stato causato dall'urto di un carrello carico di bagagli.

    La donna alla guida del carrello era una signora sulla cinquantina dalla capigliatura biondocenere, con un tailleur color pastello impreziosito da girocollo e bracciali in oro, e un set di valigie di marca.

    «Questa è la coda per la business class» disse senza neppure pensare a scusarsi.

    «Lo so» rispose Cressy.

    «E allora perché non va avanti? Tocca a lei» l'aggredì la donna.

    Se fosse stata sua madre o una delle sue sorelle a parlarle in quel modo, Cressy non avrebbe risparmiato loro una battuta sulle belle maniere, ma il suo livello di tolleranza era piuttosto alto. Se le persone erano maleducate, riteneva fossero sotto stress. Chissà, vista la situazione, era anche possibile che quella donna fosse terrorizzata all'idea di prendere un aereo.

    Solo quando tornò a guardare davanti a sé si rese conto che l'uomo non c'era più. Si voltò istintivamente di lato e lo vide che si allontanava con l'andatura elastica e leggera di chi è in perfette condizioni fisiche.

    Così, non aveva avuto modo di vedere che faccia avesse.

    Nicolas si sedette in una delle comode poltroncine della sala delle partenze di prima classe con una copia del New York Herald Tribune che aveva preso dal tavolino all'ingresso. Ma non iniziò a leggerlo subito. Dopo mesi trascorsi in luoghi remoti, aveva da tempo smesso di seguire gli affari del mondo e non aveva premura di riprendere a farlo.

    Così, rimase a guardarsi attorno, anche se nessuno dei suoi compagni viaggiatori riusciva a trattenere il suo sguardo per più di un secondo. In gran parte erano i soliti uomini d'affari, dall'aspetto pallido ed efficiente, coppie di pensionati benestanti che andavano in vacanza a Maiorca o, forse, in qualche altro luogo al caldo.

    A quell'ora non c'era solo il volo per Palma in partenza da Gatwick e quei passeggeri potevano essere diretti verso altre destinazioni. Con una espressione rassegnata, stava per rivolgere l'attenzione alla prima pagina del giornale, quando una giovane donna entrò incerta nella sala.

    In un primo momento, pensò che fosse arrivata lì per errore e attese che la hostess al banco informazioni le indicasse dove andare. Dopo una breve conversazione, però, la nuova venuta sorrise e annuì, poi si diresse verso l'area non fumatori dove lui era seduto. Scelse una poltrona, sfilò il piccolo zaino che teneva in spalla e si avviò a un tavolo dove c'erano del caffè e delle bevande per i passeggeri.

    Sebbene camminasse spedita con le spalle erette, Nicolas aveva l'impressione che non si sentisse a suo agio. La guardò mentre versava dei cubetti di ghiaccio in un bicchiere prima di riempirlo con del succo d'arancia. Doveva essere alta quasi quanto lui e la sua figura gli faceva pensare a quella di un'amazzone. Sorridendo tra sé e sé, Nicolas si disse che non per caso si era sentito attratto da lei. Non gli erano mai piaciute le donne esili e delicate come bambole di ceramica.

    La ragazza aveva capelli molto chiari con striature di biondo più scuro. Ma non erano riflessi dovuti a qualche seduta da un parrucchiere esperto. Erano piuttosto i riflessi naturali che alcuni bambini hanno. Non era truccata e all'apparenza sembrava davvero una donna fatta per vivere all'aria aperta. Proprio come piacevano a lui. Peccato che fosse troppo giovane e probabilmente diretta dove non lo era lui.

    I suoi pensieri si interruppero quando la giovane donna, dopo essersi guardata attorno come aveva fatto lui poco prima, incontrò il suo sguardo e capì che la stava osservando.

    Per un paio di secondi apparve visibilmente disorientata, poi l'imbarazzo le colorò leggermente le guance, finché si voltò e rimase a fissare la porta.

    La sua timidezza lo divertì e lo intrigò. Non capitava spesso di trovare una ragazza che arrossisse per lo sguardo di un uomo. Neppure se aveva solo diciannove anni, l'età che doveva avere lei. Solitamente, le donne ricambiavano i suoi sguardi, invitandolo tacitamente a fare la mossa successiva.

    Cressy appoggiò il bicchiere sul tavolino accanto alla poltrona e si sporse in avanti fingendo di cercare qualcosa in una tasca dello zaino.

    Non si sarebbe mai aspettata di ritrovarselo di fronte che la guardava. Ma non era per questo che si sentiva agitata. Era così sicura che se l'avesse visto davanti ne sarebbe stata delusa che ora, di fronte all'evidente errore, non sapeva come reagire.

    Per quanto fosse possibile, il viso dell'uomo era ancora più attraente del suo corpo.

    Un volto straordinario. La pelle abbronzata sembrava scolpita su una struttura ossea che aveva la nobiltà di un antico condottiero. Gli occhi scuri erano profondi e carezzevoli, la linea della bocca decisa, eppure sensuale, e il sorriso era semplicemente irresistibile.

    Cressy avrebbe voluto tornare a guardarlo, ma non osava, temendo che lui la stesse ancora osservando. Cercò così di distrarsi e di pensare ad altro, dicendosi che, comunque, non avrebbero preso lo stesso volo.

    Mezz'ora più tardi, quando scoprì che invece avevano la stessa meta, ebbe un tuffo al cuore. Si ritrovarono seduti sulla stessa fila in senso orizzontale, entrambi vicino ai finestrini. Accanto a Cressy c'era un posto libero, mentre lui era seduto a fianco di una coppia di mezza età.

    Poco dopo il decollo, quando la scritta luminosa che invitava i passeggeri a tenere le cinture di sicurezza allacciate si fu spenta, l'uomo si alzò dal suo posto chiedendo educatamente scusa ai suoi vicini per potere passare.

    Cressy pensò che dovesse andare ai servizi, ma quando fu nel corridoio lui si chinò verso di lei.

    «Le spiace se mi siedo qui? Mi sento soffocare stretto in quell'angolo» confidò accennando un sorriso che gli illuminò il volto.

    Lei annuì e subito percepì lo stesso tremito interiore che l'aveva turbata quando lo aveva visto nella sala d'attesa. Dalla tasca sul retro del sedile anteriore estrasse una rivista che pubblicizzava la compagnia aerea sulla quale viaggiavano e affondò il viso tra quelle pagine, fingendosi molto interessata alla lettura.

    Persino in business class, Nicolas trovava che lo spazio per le gambe era inadeguato, anche

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