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La maledizione dei Carson: eLit
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E-book168 pagine2 ore

La maledizione dei Carson: eLit

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Info su questo ebook

Durante il ballo di San Valentino, Dan Carson incontra casualmente Celeste, una ragazza dall'aria misteriosa. Tra i due nasce subito una forte attrazione. Ma chi è in realtà Celeste? Da chi sta cercando di fuggire? E che ruolo hanno nella vicenda l'anello che la ragazza nasconde e la maledizione che sembra funestare la vita sentimentale della famiglia Carson? È proprio quello che si propone di scoprire Black, un gatto detective che, occasionalmente, si diverte a vestire i panni di Cupido.

Serie "Black Cat Mysteries" - Vol. 6

LinguaItaliano
Data di uscita27 feb 2015
ISBN9788858933985
La maledizione dei Carson: eLit

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    Anteprima del libro

    La maledizione dei Carson - Caroline Burnes

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Familiar Valentine

    Harlequin Intrigue

    © 1999 Carolyn Haines

    Traduzione di Alessandra Roccato

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2001 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-398-5

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

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    1

    Dicono che in Texas è tutto più grande, e in effetti questo ballo è persino più grandioso di quelli della Casa Bianca a cui talvolta mi invita Socks, il Primo Gatto. I fiori sono splendidi, c’è un’orchestra al posto della solita band e le donne texane sono delle autentiche bellezze dall’accento affascinante. Per non parlare del cibo: caviale, champagne e raffinati frutti di mare squisiti persino per un palato esigente come il mio.

    Questa sì che è vita! Non riesco a credere che Ashley e Brak, a cui Eleanor e Peter mi hanno affidato per questa settimana, abbiano tentato di lasciarmi a casa. Avrebbero dovuto sapere che non avrei accettato un rifiuto, nascondermi nel bagagliaio della loro auto è stato un giochetto da ragazzi. Così eccomi qui al party di San Valentino, a Palazzo Redwing. In mezzo a questa bolgia nessuno si accorgerà della presenza di un gatto, così credo che andrò in giro ad ammirare i costumi.

    Il tema della serata è l’amore nel corso dei secoli, e da quello che vedo sembra che abbia destato una sorprendente creatività. Brak e Ashley si sono travestiti da Tarzan e Jane, ma ci sono anche Romeo e Giulietta e persino Adamo ed Eva. C’è anche una solitaria Mata Hari, che sta guardando con passione un biondissimo Nosferatu. Ah, ma è Dan Carson, il capo della Carson Dynamics, lo scapolo d’oro di Dallas.

    Ecco che Mata Hari si confonde di nuovo tra la folla. Mi chiedo se non sia una vecchia fiamma di Carson: pareva molto interessata.

    E chi è quella Dea azteca, tutta ingioiellata e coperta di piume, che viene dalla mia parte? Sembra una donna in carne e ossa, anche se non ho mai visto un essere così straordinario, mi sta guardando e sorride! Se non fossi un gatto macho, mi scioglierei; vorrei affogare in quegli occhi color della cioccolata; potrei morire se mi prendesse in braccio e mi facesse le fusa; vorrei strusciarmi contro quelle gambe lunghissime... Oh, mi sento davvero innamorato!

    Ma aspetta un attimo, qui c’è qualcosa che non va. I suoi occhi sono pieni di lacrime, e le tremano le mani. Decisamente c’è qualcosa che mi sfugge.

    Celeste osservava la folla di ricchi texani che le turbinavano intorno e si chiese di nuovo per quale bizzarro scherzo del destino fosse capitata a quel ballo. Era sempre vissuta in Texas, ma mai a contatto con gente così ricca e importante. La sua famiglia era benestante: non aveva idea di quanto importante fosse suo padre, ma di certo molto. E non solo per via del denaro...

    Rifiutò la coppa di champagne che un cameriere le aveva offerto e iniziò a passeggiare tra la gente. Si trovava lì come rappresentante della società per cui lavorava, e il solo pensiero che avesse ottenuto un posto nella più prestigiosa società finanziaria del paese, la rinfrancò. Se lo era guadagnato, quel lavoro, studiando sodo anche contro il volere della sua famiglia.

    Tutti nella sala sembravano divertirsi, e Celeste si disse che nel giro di qualche minuto forse anche lei si sarebbe sentita a suo agio. Quella sera però si sentiva strana. Era tutto il giorno che aveva la sensazione che stesse per accadere qualcosa di brutto, qualcosa che non avrebbe potuto evitare o sfuggire. Il suo sguardo si soffermò su un tipo alto, vestito da Dracula. Il cuore le fece un balzo nel petto, e sentì lo strano impulso di avvicinarglisi. Era da un po’ che lo stava guardando. Era un tipo attraente, anche lui si trovava da solo al ballo e la stava fissando con insistenza.

    Proprio in quel momento colse di nuovo il suo sguardo. Fissò quegli occhi azzurri, e fu come se quell’uomo le volesse parlare. Il legame che si era creato tra loro era tanto forte da riuscire a confondere tutto il resto. Fece un passo esitante verso di lui, attratta da una forza a cui non riusciva a resistere, ma lui si girò e continuò a conversare con una bruna, alta e carina. Allora Celeste lo riconobbe. Era Dan Carson. La sua foto era comparsa di recente su tutte le riviste di Dallas. Quell’uomo era un vero enigma, la sua società risiedeva a Houston, ed era presente in molte trattative finanziarie di rilievo. La ragazza sospirò, l’unica cosa di cui sicuramente non aveva bisogno in quel momento era proprio di una relazione sentimentale, e nemmeno nel prossimo futuro. Sarebbe stato troppo pericoloso per lei.

    Si diresse alla toilette e quasi andò a sbattere contro Mata Hari. Il velo le lasciava scoperti solo gli occhi scintillanti di rabbia. Celeste emise un sospiro, avrebbe preferito una serata più tranquilla, magari da sola nell’appartamento ammobiliato in cui si era stabilita da poco. Non si sentiva a suo agio in quel posto, ma sapeva che con un po’ di fortuna e di tempo sarebbe potuta diventare Celeste Sanchez, il mago della finanza. Doveva solo pazientare e concentrarsi sulla nuova vita che aveva deciso di intraprendere.

    Quando vide il gatto nero fu pervasa da una sensazione di piacere. Adorava i gatti, e quello era un felino dall’aria molto elegante. «Micio, micio» disse chinandosi ad accarezzarlo. Immediatamente avvertì uno sguardo su di sé, e si chiese se fosse quello di Dan Carson. Sollevò il viso, e vide un paio di occhi neri che la scrutavano. Per un istante si sentì gelare. Non conosceva quell’individuo, almeno non di persona, ma riconobbe gli occhi dei Rom e capì che era stato suo padre a mandarlo. No, non avrebbe ceduto, non sarebbe tornata a casa. Le si riempirono gli occhi di lacrime, e così si diresse frettolosamente verso una porta che dava sull’esterno. Aveva il diritto di vivere la sua vita. Nemmeno suo padre, il capo del suo popolo, avrebbe potuto costringerla a sposare un uomo che non amava.

    Dan Carson si strinse nelle spalle, si congedò dalla bruna con un accenno d’inchino e si diresse verso il punto in cui aveva visto per l’ultima volta la donna in costume azteco. Non aveva intenzione di sedurla, ma c’era qualcosa di speciale in lei che aveva attirato istantaneamente la sua attenzione. Gli pareva quasi di conoscerla, ma non come conosceva decine di persone, bensì in un modo personale e profondo che al tempo stesso lo eccitava e gli incuteva un senso di timore. Era proprio per quello che doveva considerarla pericolosa per lui. Tuttavia guardarla non gli avrebbe fatto male. Sentì ribollire dentro di sé l’antica rabbia, ma la ricacciò indietro. Non era il tipo d’uomo che viveva di rimpianti e che ripensava alle sue disgrazie. Era andato al ballo di San Valentino solo per concludere un affare, perciò le complicazioni sentimentali non facevano parte dei suoi programmi.

    D’un tratto la scorse: stava per chinarsi ad accarezzare un gatto nero. Che storia, un gatto a una serata di gala. Era incuriosito e affascinato da quella ragazza. Sapeva che non avrebbe dovuto fissarla in quel modo, ma era più forte di lui. Si accorse che era spaventata e che stava guardando un uomo appoggiato alla parete, un tipo in smoking, anziché in costume. Se non fosse stato per il modo in cui guardava la ragazza, sarebbe potuto passare tranquillamente per uno del servizio di sicurezza, ma Dan notò tutto e si irrigidì all’istante.

    La donna in costume azteco si immobilizzò, poi sembrò sul punto di scoppiare in lacrime. Invece si voltò e se ne andò, seguita a ruota dall’uomo in smoking.

    «Dan Carson!»

    Era l’uomo che doveva incontrare. «Jess!» lo salutò stringendogli la mano con vigore. «Che bello rivederti.»

    «Davvero! Ho sentito grandi cose sulla Carson Dynamics» si complimentò l’altro ricambiando il saluto.

    «Se fosse vero solo la metà di quel che si dice, sarebbe già un successo» replicò Dan guardandosi intorno, giusto in tempo per vedere che la dea azteca stava uscendo dalla sala. E l’uomo di prima sembrava seguirla. Un incontro d’amore? Più che probabile. E comunque non era una cosa che lo riguardava, ora doveva concentrarsi solo sugli affari.

    «Qualcosa che non va?» chiese Jess Harper.

    «Donne!» rispose Dan con un sogghigno sardonico.

    «Non sei affatto cambiato dai tempi della scuola» commentò Jess, arrossendo un attimo dopo. «Mi sono espresso male, Dan, scusami... So che con quel che è successo con Shawna...»

    «Non pensarci» lo interruppe Dan un po’ più bruscamente del voluto. «Mi spiace. Mi sa che sono ancora un po’ troppo sensibile.» Non c’era modo di spiegarlo.

    Jess annuì. «È stato terribile. Benché siano passati dieci anni, anch’io non posso fare a meno di pensarci. Non ti avevo mai visto così felice e poi... Ma adesso sembri davvero in forma» proseguì. «Eravamo tutti preoccupati all’idea che potessi cadere in depressione... È davvero bello rivederti dopo tutto questo tempo. Allora, cos’è questo affare urgentissimo di cui mi dovevi assolutamente parlare prima della fine del ballo?»

    Dan sorrise. «Sto cercando dei soci, e ho pensato che tu avresti potuto mettere insieme un gruppo di persone con un po’ di soldi. Gente che non fa troppe domande se ha l’occasione di ricavarci un bel guadagno.»

    «Non mi sarei mai aspettato da te che facessi qualcosa di poco limpido. Di che si tratta?»

    Dan si aspettava qualche resistenza, ma era convinto che sarebbe riuscito a persuaderlo. Aveva saputo che il suo vecchio amico Jess Harper si trovava in una pessima situazione finanziaria. «Sono in contatto con un petroliere, un certo Phil Norris, devo pagarlo in contanti, e ho pensato che tra te e me saremmo riusciti a farlo entrare negli Stati Uniti e nelle raffinerie senza grandi difficoltà.» Non poteva parlare chiaramente, ma era convinto che Jess avrebbe saputo leggere tra le righe, avrebbe capito che il petrolio arrivava dall’estero, che l’affare era illegale e che avrebbe fruttato loro un sacco di soldi.

    Jess lo fissò. «Per quando è previsto lo scambio?»

    «Dovresti darmi la tua disponibilità per l’inizio della settimana prossima. Poi fisserò un incontro con quest’uomo, voglio capire con chi sto trattando e soprattutto voglio vedere i contanti.»

    «Quanto ti serve?»

    «Venti milioni.»

    Jess inarcò le sopracciglia in segno di stupore. Era davvero una somma ragguardevole.

    «Si potrebbe vendere al doppio del prezzo a cui l’abbiamo acquistato, ammortizzando così i venti milioni in un batter d’occhio.» Dan notò che il suo amico stava valutando le varie possibilità, e improvvisamente si sentì un po’ in colpa. In tempi diversi Jess avrebbe rifiutato categoricamente un simile affare. «Allora, ci stai?»

    «Ti chiamerò domani sera per fissare l’incontro.»

    «Io tornerò a Houston domani mattina presto. Mi troverai in ufficio.» Per concludere l’affare aveva bisogno di Jess, ma in cuor suo sperava che il vecchio amico non lo chiamasse.

    Cercò di capire dove fosse andata a finire la dea azteca, ma non la trovò da nessuna parte. Era scomparsa. Vide con la coda dell’occhio il gatto nero che puntava qualcosa fuori della finestra e agitava nervosamente la coda. L’attenzione con cui stava scrutando la notte incuriosì Dan talmente tanto che, quando l’animale balzò fuori della finestra, istintivamente lo seguì.

    La mia Dea si è diretta verso l’uscita. È astuta, ma io sono un osservatore allenato, e certe cose, come una donna in lacrime, le noto subito. Mi sa che la seguirò, tanto per controllare. Potrebbe essere una sciocchezza, magari il fidanzato non le ha portato lo champagne, oppure è successo qualcosa di più serio. Se c’è una cosa che ho imparato sugli umani, è che non reagiscono mai in modo equilibrato. Affrontano la morte senza batter ciglio, ma se un gatto nero attraversa loro la strada si fanno prendere dal panico. Sono creature del tutto irrazionali.

    Ecco, la

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