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Un marito nel letto (eLit): eLit
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E-book135 pagine1 ora

Un marito nel letto (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Qual è il miglior modo di svegliarsi la mattina? Aprire gli occhi e trovarsi accanto una rossa dal sorriso sexy con cui si è trascorsa una notte da incorniciare. Ecco il primo pensiero di Chance Warren nel vedere la bella Kristen nel suo letto. La faccenda diventa però spinosa quando il nostro eroe scopre di aver diviso con la sua compagna non solo una bruciante passione, ma anche un... certificato di matrimonio! E dire che lui, organizzatore di rodei, preferirebbe affrontare un toro infuriato piuttosto che sapersi sposato...
LinguaItaliano
Data di uscita30 ott 2017
ISBN9788858978146
Un marito nel letto (eLit): eLit
Autore

Kathie DeNosky

Inizia la sua giornata lavorativa alle due di mattina, in modo da poter scrivere in tutta tranquillità prima che il resto della famiglia si alzi.

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    Anteprima del libro

    Un marito nel letto (eLit) - Kathie DeNosky

    successivo.

    1

    Con gli occhi ancora chiusi per prolungare il piacere del sogno, Chance Warren fantasticava di sfiorare con le sue mani la pelle serica di un corpo femminile e di fermarsi a racchiudere un seno piccolo e sodo.

    Gli era già capitato di fare sogni così realistici prima di allora. A quale uomo non era mai successo? Ma neppure quando era ancora un ragazzo, con il corpo dominato dagli ormoni più che dal buonsenso, aveva passato una notte intera a sognare sempre la stessa donna, la più seducente che avesse mai conosciuto.

    La sua sfrenata immaginazione era arrivata al punto di dare persino un nome a quella visione. Un nome dolce e sexy che aveva ripetuto per tutta la notte, mentre si lasciava andare con lei alla passione.

    Christie? Crystal?

    Kristen.

    Kristen. Tenera, appassionata e capace di travolgere un uomo. Mentre rifletteva, una ruga di preoccupazione gli attraversò la fronte. Conosceva soltanto una donna con quel nome. Kristen Lassiter. La dama di ghiaccio dai capelli rossi che frequentava l'alta società di Dallas. Un tipo da città con cui lui aveva ben poco in comune.

    Quella donna proveniva da un ambiente completamente diverso dal suo. Passava il suo tempo a occuparsi di iniziative benefiche e a riempire le rubriche mondane dei quotidiani locali, mentre lui si guadagnava da vivere cercando di fare della sua squadra di rodeo la migliore del paese. I ricevimenti come quello della sera precedente erano le uniche occasioni in cui gli capitasse di incontrarla. In effetti, Chance non ricordava neppure che si fossero mai presentati ufficialmente. Non che gli importasse. Non aveva tempo per le relazioni sentimentali, né con lei né con altre donne. Ma gli pareva comunque strano aver sognato di fare l'amore con lei per tutta la notte.

    Aprì un occhio, attratto da un raggio di sole che faceva capolino dietro le pesanti tende della stanza d'albergo, e un dolore lancinante alle tempie si impadronì di lui.

    Perché si era fatto convincere dai suoi amici che brindare con una birra non era la stessa cosa che brindare con lo champagne? Quando lo beveva gli veniva sempre un terribile mal di testa. E gliene erano bastati soltanto pochi bicchieri per offuscare qualsiasi ricordo logico della serata precedente.

    Qualcosa, anzi qualcuno si stiracchiò accanto a lui, e Chance voltò la testa con un movimento lento. Quando incontrò con lo sguardo gli occhi più verdi che avesse mai visto, rimase senza parole e trattenne per un attimo il respiro.

    La donna che gli stava a fianco, la donna dei suoi sogni, non era affatto... un sogno! La donna con la quale aveva fantasticato di fare l'amore per tutta la notte era assolutamente reale e non era altri che la dama di ghiaccio dell'alta società di Dallas, Kristen Lassiter in persona!

    Si guardarono attoniti per un lungo momento, quindi lei si mise a urlare e, stringendo a sé le coperte, si buttò giù dal letto.

    L'urlo della donna gli rimbombò nella testa, che per un attimo gli sembrò stesse per esplodere. «Lo faccia un'altra volta e non mi riterrò responsabile delle mie azioni» le intimò, premendosi le mani sulle tempie come per alleviare il dolore.

    «Che cosa ci fa nel mio letto?» gli chiese lei, avvolgendosi nelle lenzuola.

    Chance si guardò intorno. «Credo che farebbe meglio a rendersi conto di dove si trova realmente, signorina Lassiter» le mormorò. «Questa è la mia stanza.»

    Lei si diede un'occhiata in giro. «Ma come...?»

    «Le dispiacerebbe abbassare la voce?» le chiese Chance, quindi si mise a sedere sul bordo del letto e si prese la testa tra le mani. «Ogni volta che lei apre la bocca mi sembra di sentire un martello pneumatico che mi trapana il cervello» si lamentò.

    «Be', mi scusi tanto, signor Warren» rispose lei in tono sarcastico. «Si dà il caso che io sia un tantino contrariata.»

    Lui alzò lentamente la testa e incontrò uno sguardo turbato. «E le dispiacerebbe esserlo a un volume un tantino più basso? Giusto da non sfondarmi i timpani.»

    «Solo se lei si copre» replicò Kristen arrossendo. «La situazione è già abbastanza imbarazzante così.»

    Lui si allungò per tirare a sé la coperta, ma il sorriso di scuse che stava per rivolgerle si trasformò in una smorfia sofferente. Il movimento dei muscoli del viso gli fece sentire un dolore tremendo. «Credo che siamo andati ben oltre...» esordì, ma lei lo interruppe.

    «Non lo dica neppure» gli intimò, tirando su col naso. Quindi si voltò in direzione della porta.

    Chance notò che aveva chiuso per un attimo gli occhi, e poi li aveva riaperti, come sperando che per miracolo la vista che le si presentava davanti sarebbe scomparsa. Il pavimento della stanza era invaso dagli abiti di entrambi, sparsi in disordine qua e là. L'abito da sera in lamé di lei e il suo smoking di ottimo taglio, insieme a una camicia candida e a un paio di eleganti décolleté erano ammucchiati proprio davanti alla porta. A pochi centimetri di distanza, un paio di slip neri di pizzo facevano capolino dietro i calzini di lui, mentre ai piedi del letto i suoi boxer di cotone, le calze di seta di lei e il reggicalze davano tutta l'impressione di essere stati abbandonati in gran fretta.

    «Si ricorda quello che è successo la notte scorsa?» le chiese lui.

    «Certo che me ne ricordo. Sono stata alla cena di gala per il trofeo Professional Bull Riders, e poi... poi...»

    «Non me ne ricordo neppure io» aggiunse Chance, massaggiandosi le tempie. «L'ultima cosa che rammento è di aver parlato con un giornalista del Rodeo Review del fatto che Gray Ghost sia stato nominato Bucking Bull dell'anno. Poi qualcuno mi ha messo in mano un'altra coppa di champagne e...» Si interruppe come per provare a ricordare. «E poi non mi ricordo più nulla.»

    Quando sentì Kristen che tirava ancora una volta su col naso, Chance si voltò a guardarla. Si augurava proprio che non aprisse i rubinetti. Se c'era una cosa che non sopportava erano le donne piagnucolose. «Non avrà per caso intenzione di mettersi a piangere?» le chiese.

    Lei gli lanciò un'occhiata gelida. «Sono raffreddata» gli spiegò in tono secco.

    La signorina Iceberg era ritornata, pensò Chance, mentre la guardava raccogliere il resto dei vestiti e avviarsi verso il bagno, richiudendosi sonoramente la porta alle spalle. Il rumore gli rimbombò nella testa.

    Forse avrebbe fatto meglio a cercare di non pensare per un po'. Avrebbe avuto tempo a sufficienza, sulla via del ritorno a casa, per analizzare la differenza tra la fantasia bollente che aveva popolato la notte precedente e la gelida realtà della mattina dopo.

    A tempo di record, Kristen uscì dal bagno vestita da capo a piedi.

    Gli abiti erano eleganti come sempre, i capelli rossi pettinati alla perfezione e l'andatura regale. Nulla, però, riusciva a cancellare dal suo volto la luce del desiderio soddisfatto quella notte. Chance sapeva di esserne il responsabile, ma avrebbe tanto desiderato ricordare qualcosa di più.

    «Siamo al Mirage?» chiese Kristen, avviandosi verso la porta.

    «No. Al MGM Grand» rispose Chance mentre si alzava dal letto facendo attenzione a non farsi scivolare di dosso la coperta. «Non saprei dire cosa imponga il galateo in questi casi per la mattina seguente, ma...»

    «È ovvio che nessuno di noi ricorda come siamo arrivati a questo punto» lo interruppe Kristen. «Io penso che meno se ne parla, meglio è per entrambi. Arrivederci, signor Warren» lo liquidò, mentre apriva la porta con piglio deciso.

    Chance guardò la porta che le si chiudeva lentamente alle spalle e improvvisamente si sentì trattato come un banale incidente, un errore di cui presto lei si sarebbe dimenticata.

    «Be', cosa diavolo ti aspettavi, Warren?» si chiese mentre si avviava verso la doccia. «La gran dama si è ubriacata ed è scesa dalla sua torre d'avorio per una notte. Cosa ti faceva pensare che non si sarebbe precipitata a risalirvi alle prime luci del giorno?»

    Una mezz'ora più tardi, Chance sistemò tutte le sue cose in un borsone e controllò che la macchina fotografica fosse a posto nella sua custodia. Non vedeva l'ora di mettersi in cammino. Erano più di due settimane che non vedeva i nipoti, e dal momento che mancava soltanto una settimana alla notte di Halloween, doveva fare in modo di riuscire a mantenere la promessa che aveva fatto loro, e cioè di aiutarli a scavare e decorare una zucca.

    Si voltò a prendere il portafogli e le ultime cose, ma aveva la netta sensazione di stare dimenticando qualcosa di importante. Eppure aveva controllato la stanza per ben due volte, e non riusciva proprio a capire di che cosa si potesse trattare.

    Quando si toccò la tasca posteriore dei jeans, un sorriso gli si disegnò sul volto. Doveva aver lasciato la sua agata portafortuna nella tasca dello smoking.

    Certo di aver risolto il mistero, riaprì il borsone e cercò a lungo nella giacca, ma mentre tirava fuori dalla tasca il trofeo finalmente ritrovato, una busta di carta pergamena volteggiò nell'aria e raggiunse il pavimento.

    Si chinò per raccoglierla e, messosi in tasca la piccola pietra, estrasse dalla busta quello che sembrava un documento ufficiale.

    Rimase senza parole, mentre il cuore gli batteva forte in petto. Alcuni elementi gli saltarono inequivocabilmente all'occhio.

    Chance T. Warren e Kristen M. Lassiter... Uniti in matrimonio.

    «Che diavolo significa?»

    Scuotendo la testa, si avviò al telefono e compose il numero della cappella riportato sul retro della busta. Al secondo squillo rispose una voce femminile.

    «Vorrei avere delle informazioni su un matrimonio che dovrebbe essere stato celebrato ieri sera» esordì lui.

    «Mi può dire i nomi?»

    «Warren e Lassiter.»

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