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Nozze d'affari: Harmony Destiny
Nozze d'affari: Harmony Destiny
Nozze d'affari: Harmony Destiny
E-book151 pagine2 ore

Nozze d'affari: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

"Vuoi divorziare?" Ecco le parole che Cia Allende vorrebbe sentirsi dire dal milionario Lucas Wheeler. Prima, però, devono sposarsi. Lei ha bisogno di un marito per avere accesso al proprio fondo fiduciario e aprire così una casa accoglienza per donne in difficoltà, mentre Lucas vede in Cia un mezzo per arrivare all'alta società di Dallas. Il matrimonio durerà solo sei mesi, e ovviamente prevede camere separate. Ma per Lucas non esistono mezze misure, ed è convinto che dividere la camera da letto renderà la loro finzione maggiormente credibile. Ma, soprattutto, la sua nuova moglie ha delle labbra che implorano di essere baciate e una pelle perfetta da accarezzare. E prima della fine del loro contratto, Lucas intende assaggiare ogni centimetro di quella pelle, notte dopo notte.
LinguaItaliano
Data di uscita11 mar 2019
ISBN9788858994795
Nozze d'affari: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Nozze d'affari - Kat Cantrell

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Marriage with Benefits

    Harlequin Desire

    © 2013 Kat Cantrell

    Traduzione di Lucilla Negro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-479-5

    1

    La maggior parte delle venticinquenni single sogna un matrimonio da favola con l’uomo dei sogni. Dulciana Allende, invece, sognava un divorzio.

    E Lucas Wheeler era l’uomo che gliel’avrebbe concesso.

    Cia puntò lo sguardo sul bell’esemplare di maschio, alto, biondo, spalle larghe, sul lato opposto della sala gremita. Lo sfoggio di ricchezza che la divideva dal suo bersaglio sfiorava spesso il cattivo gusto. Una vistosa matrona alla sua sinistra esibiva un anello così costoso che, da solo, sarebbe bastato a coprire le spese annuali dei generi alimentari necessari al centro d’accoglienza presso il quale lavorava come volontaria.

    Ovvio che se fosse stata capace di ottenere quel genere di elargizioni ora non si sarebbe trovata lì, a quel ricevimento dell’alta società di Dallas, sentendosi come un pesce fuor d’acqua, per cercare di mettere in atto il piano B.

    Non esisteva, purtroppo, nessun piano C.

    Mandò giù l’ultimo sorso del nauseante cocktail alla frutta che aveva distrattamente accettato da un cameriere di passaggio. Dopo aver sudato sette camicie per assicurarsi all’ultimo momento un invito alla festa di compleanno della signora Wheeler, il minimo che potesse fare era di ingurgitare qualsivoglia intruglio il prestigioso Black Gold Club spacciasse come alcolico e fingere di divertirsi. Se riusciva a portare a termine la trattativa, la signora Wheeler sarebbe diventata la sua futura suocera, e Cia ci teneva a farle una buona impressione.

    Vero è che la ricca signora si sarebbe ben presto trasformata nella sua ex suocera, per cui, tanto valeva non affannarsi troppo. Ma doveva giocare bene le sue carte se voleva che il suo piano andasse in porto.

    Un tizio vicino al bar provò ad agganciarla con lo sguardo, ma lei proseguì per la sua strada. Quella sera le interessava un solo uomo che, per l’appunto, stava ora accanto a sua madre e salutava gli invitati.

    I tacchi alti, a cui non era abituata, e il tubino nero che la fasciava fino alle ginocchia le rallentavano l’andatura.

    «Buon compleanno, signora Wheeler.» Cia strinse la mano alla sofisticata donna sulla cinquantina e sorrise. «Splendida festa. Sono Dulciana Allende. Piacere di conoscerla.»

    La festeggiata le restituì il sorriso. «Cia Allende. Santo cielo, quanto tempo è passato?» Il suo viso si rabbuiò all’istante. «Conoscevo i tuoi genitori. Che tragedia perderli tutti e due insieme.»

    Il cordiale sorriso, che Cia si era così faticosamente stampato sul viso, vacillò. Non si stupiva che li conoscesse. Si conoscevano tutti in quell’ambiente, ma nessuno poteva immaginare, però, il genere di emozioni che le si scatenavano dentro ogni volta che li sentiva nominare.

    «Lucas caro, hai già conosciuto la signorina Allende?» La donna lo sospinse verso di lei. «Suo nonno è il proprietario della Manzanares Communications

    Cia incontrò lo sguardo dell’uomo che aveva deciso di sposare... ed ebbe un inaspettato tuffo al cuore. Oltre a essere bello, emanava un carisma, un magnetismo... Qualità che non si potevano percepire da delle foto su Internet.

    «Signorina Allende.» Lucas accostò le labbra alla sua mano con una galanteria d’altri tempi, forse un po’ datata, ma di grande effetto. E il tuffo al cuore si trasformò in uno sfarfallio nello stomaco. No, no, no. L’attrazione non era prevista. La destabilizzava, la distoglieva dal suo obiettivo primario. E mai come in quella circostanza doveva restare lucida.

    «Wheeler.» Ritrasse in fretta la mano. «Complimenti. Non credo di aver mai conosciuto nessuno di più somigliante a Ken, il fidanzato di Barbie.»

    Per fortuna, la madre stava chiacchierando con uno dei suoi ospiti e non sentì l’assurdità che le era uscita di bocca, prima che questa si collegasse al cervello. Come aveva potuto illudersi di farcela? Si era prefissata un compito al di sopra delle sue capacità.

    Lucas, invece, fu bravo a non battere ciglio. La squadrò da capo a piedi, imperturbato, procurandole una scia di brividi lungo la schiena e aggravando la sua già precaria stabilità emotiva. «Lo prendo come un complimento.»

    Una risatina stridula, da classica reazione isterica, le vibrò in gola. Che diavolo le prendeva? Non doveva piacerle, per la miseria. Lo aveva scelto proprio perché credeva che non le facesse né caldo né freddo. Dagli articoli che aveva letto in rete sul suo conto, si era fatta l’idea che fosse uno dei tanti casanova che aveva conosciuto ai tempi del college, belli ma vuoti.

    Si dava il caso, però, che il belloccio in questione rappresentasse la risposta al problema di come salvare la vita di centinaia di persone. Quel matrimonio avrebbe aiutato tante donne a ricostruirsi una vita. E nel caso quella non fosse stata per lui una ragione sufficiente per sposarla, gli avrebbe fatto cambiare opinione lei, sfoderando tutte le armi in suo possesso. Comprese quelle classiche.

    Rassicurata da quel pensiero, si impresse un bel sorriso sulle labbra e recuperò fiducia in se stessa. Si trattava di affari, dopotutto. Se solo le mani avessero smesso di tremarle... «A dire il vero, stai meglio tu in giacca e cravatta di Ken.»

    «Uhm... e son due.» Lucas si protese appena verso di lei e piegò il capo da un lato. «Se i nostri genitori si conoscevano, com’è che io e te non ci siamo mai incontrati?»

    La sua voce sabbiata accarezzava ogni parola con quella cadenza texana un po’ biascicata che le ricordava i cowboy di tanti film western, capaci di lunghe, estenuanti cavalcate. Incontrò i suoi occhi grigio-azzurri e irrigidì le ginocchia. «Non amo la vita mondana.»

    «Balli?» le chiese, indicando con un cenno del capo l’affollato riquadro di parquet dove gli ospiti ondeggiavano in coppia al ritmo di un pezzo jazz suonato dall’orchestra dal vivo.

    «Non in pubblico.»

    Lo vide restringere appena gli occhi ed ebbe come la sensazione, dal lampo che gli accese per un attimo lo sguardo, che si stesse immaginando una qualche scena di danza molto privata.

    «Sei sicura che non ci siamo mai visti?» le chiese poi.

    «Al cento per cento» gli confermò.

    Fosse stato per lei, rifletté, avrebbe proseguito volentieri in quella reciproca mancanza di conoscenza. Da uomini come Lucas, collezionisti di donne, esperti nell’arte della seduzione, era meglio tenersi alla larga. Erano troppo pericolosi per una come lei che ci metteva sempre il cuore in tutto quello che faceva.

    Ma era disposta a qualunque compromesso pur di riuscire ad aprire un nuovo centro di accoglienza per donne vittime di violenza e realizzare, così, il sogno di sua madre. Persino sposare un uomo che irradiava sensualità come lo spot pubblicitario di un afrodisiaco. «Ci stiamo vedendo adesso per la prima volta, e ho una proposta da farti.»

    Un sorrisetto lento, malizioso gli affiorò sul viso. «Di già? Adoro le proposte.»

    Cia avvertì un brivido lungo la schiena e, all’istante, quel sorriso divenne la cosa che gradiva di meno di Lucas Wheeler. Era un’arma troppo rischiosa e lui non esitava a sfoggiarla, consapevole del suo effetto. Dios, detestava farsi confondere così, soprattutto da un uomo con cui sperava di suggellare un rapporto coniugale di tipo platonico. «Non è quel genere di proposta» lo rimbeccò aspra.

    «Uhm, allora bisogna vedere se sono interessato» mormorò lui con voce suadente, mentre si poggiava un dito sulle labbra carnose e si insinuava lentamente nel suo spazio vitale, inebriandola con l’aroma speziato della sua colonia.

    Ci sapeva fare, non vi era alcun dubbio. In fondo, lo sapeva benissimo che le donne gli crollavano ai piedi come birilli.

    «Sono sicura di sì» affermò, indietreggiando di un passo. In base alla sua meticolosa ricerca, non poteva essere diversamente. Aveva passato in rassegna decine di potenziali candidati al matrimonio, sottoponendoli anche al vaglio della sua amica Courtney, prima di scegliere quello.

    Naturalmente, non aveva messo in conto di avere una reazione del genere.

    «Vado dritta al punto» disse. «Centinaia di donne sono vittime quotidianamente di maltrattamenti domestici. Il mio obiettivo è offrire loro un posto tranquillo dove vivere, lontano da uomini violenti che le usano come sacchi da pugilato. I centri di accoglienza esistenti sono tutti strapieni e c’è bisogno di costruirne uno nuovo; ma ci vogliono un sacco di soldi per farlo. Ed ecco che entri in gioco tu.»

    Un velo calò sul volto di Lucas. «No, no, no» pronunciò, scuotendo la testa. «Hai bussato alla porta sbagliata, mia cara. Il mio denaro non si tocca.»

    «Non lo voglio, infatti. Ho già il mio. Ma è su un conto fiduciario. Devo solo riuscire a trovare il modo per svincolarlo, così da poter costruire quel centro con le mie forze, senza l’aiuto di benefattori, investitori e prestiti.»

    «Be’, non vedo allora a che cosa ti possa servire io ... sempre che tu non mi voglia proporre qualcosa di tutt’altro genere. In tal caso, fammi sapere» pronunciò ammiccante e, voltandosi, si rituffò tra la folla.

    «Non ho finito.» Cia incrociò le braccia sul petto e lo seguì fino al bar. «Il mio fondo fiduciario è bloccato. Per sbloccarlo devo o aver compiuto il mio trentacinquesimo anno di età, vale a dire fra un decennio, oppure sposarmi. Se è mio marito a chiedere il divorzio, il gioco è fatto. Mi servi eccome, invece, perché vorrei che a sposarmi fossi tu.»

    Lucas emise una cupa risata, ma grazie al cielo mantenne il contegno. «Perché voi donne siete tutte così fissate coi soldi e il matrimonio? Francamente mi hai deluso. Ti credevo diversa. E invece sei come le altre.»

    «Proprio per niente.» Altre donne puntavano a tenersi il marito, lei, al contrario, a disfarsene il prima possibile. «Il fatto è che tu hai bisogno di me quanto io ne ho di te. Vuoi sapere perché?»

    Wheeler strabuzzò gli occhi e lei notò come in un battibaleno le iridi assumessero varie sfumature di blu. «Questa sì che è bella. Lo voglio sapere, sì. Non vedo l’ora.»

    «Hai chiuso qualche grosso affare, ultimamente?»

    Lucas si irrigidì tutto sotto l’abito sartoriale e allargò le spalle.

    «Che c’entra questo con il tuo fondo fiduciario?»

    «Ti spiego. Tu hai bisogno di rifarti la reputazione, di recuperare di credibilità, io invece di un divorzio. Possiamo darci una mano a vicenda. Vedrai, non te ne pentirai.»

    Nessun altro uomo in tutto lo stato era più adatto di lui allo scopo e, sinceramente, non aveva il coraggio di accostarsi di nuovo a un estraneo con quell’insolita proposta. Solitamente, liquidava gli uomini nel giro di poco, il che la preservava dalle delusioni amorose, ma al contempo non le dava la possibilità di affinare certe armi femminili. Ragion per cui, non potendosi basare solo sulla seduzione, era stato necessario che mettesse sul piatto qualcosa che il suo futuro marito non avrebbe potuto rifiutare.

    «Parla, mia cara. Direi che hai conquistato

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