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Conquistata al primo sguardo: Harmony Bianca
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E-book151 pagine2 ore

Conquistata al primo sguardo: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Possibile che l'Uomo Giusto, quello che una donna aspetta da tutta la vita, sia sempre stato lì davanti ai suoi occhi?

La studentessa di medicina Lucy Clements evita le relazioni come la peste. In fondo, le uniche cose che un uomo vuole da lei sono il suo corpo sinuoso e i soldi di suo padre. È proprio vero, i maschi sono tutti uguali. Tutti, tranne uno: il suo attraente coinquilino, il dottor Matt Berenger. Matt è premuroso, attento, gentile e non si sognerebbe di sfiorarla nemmeno con un dito. Almeno fino al loro primo, rovente bacio. Lucy vorrebbe concludere quello che hanno iniziato, ma lui non sembra dello stesso parere e, dopo averla respinta, le comunica che ha intenzione di cambiare casa. Potrebbe essere la fine, ma per Lucy è soltanto l'inizio.
LinguaItaliano
Data di uscita9 nov 2018
ISBN9788858990520
Conquistata al primo sguardo: Harmony Bianca
Autore

Joanna Neil

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Conquistata al primo sguardo - Joanna Neil

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Dr Right All Along

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2012 Joanna Neil

    Traduzione di Monica D’Alessandro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-052-0

    1

    «Ce la farai per un pelo.» Matt Berenger aggrottò le sopracciglia, mentre Lucy correva in cucina. «Non devi cominciare il tuo nuovo lavoro in ospedale questa mattina alle otto in punto? Ciò significa che hai meno di mezz’ora.»

    «Lo so bene!» si lamentò Lucy. Lasciò cadere la borsa su una sedia e si passò una mano tra i capelli biondo oro, come se quel gesto la potesse aiutare in qualche modo a schiarirsi la mente. «Me ne sono andata da casa dei miei genitori alle sei del mattino, credendo di avere così un sacco di tempo, ma ho incontrato un incidente lungo la strada e, prima che me ne rendessi conto, sono rimasta bloccata in un incolonnamento lungo un miglio. Spero che chiunque ne sia rimasto coinvolto stia bene. Ho visto passare un paio di ambulanze, ma non sono riuscita a vedere cosa stesse succedendo.»

    Aprì lo sportello di una credenza e diede un’occhiata all’interno. «Sto morendo di fame. Non ho fatto colazione prima di mettermi in viaggio, perché credevo di resistere finché non fossi tornata qui.» Rimase delusa quando vide che la credenza era praticamente vuota.

    «Hai dimenticato di fare la spesa prima di andare via per il fine settimana» le fece notare Matt, con un tono di voce pungente. Si avvicinò alla macchina del caffè e azionò un interruttore.

    Lucy lo guardò con aria distratta per un paio di secondi. Lui indossava un paio di pantaloni scuri e una camicia di lino fresca di bucato, e sembrava già pronto ad affrontare la giornata, in forte contrasto con il suo aspetto stanco, provato dal sonno e dal viaggio. Aveva le braccia lunghe, affusolate e muscolose, la sua presenza sembrava dominare lo spazio della piccola cucina. Le metteva un po’ di soggezione. Non si aspettava neanche di trovarlo lì quella mattina. Era sicura che sarebbe uscito per andare in ospedale molto prima che lei arrivasse a casa.

    «Non abbiamo più niente» aggiunse lui, «a parte il latte.»

    Lucy batté le palpebre, ritornando con un sussulto alla realtà. «Oh, santo cielo, mi dispiace... era il mio turno di fare la spesa, non è vero? Avevo intenzione di farla, so che è così, ma deve essere successo qualcosa.» Scosse la testa, in preda alla frustrazione, facendo ondeggiare i suoi lunghi riccioli, mentre cercava di ricordare cosa l’avesse indotta a dimenticare. «È stata Jade, credo... mi ha detto che lei e Ben hanno comprato una casa, e voleva che andassi con lei a vederla. Avevo intenzione di passare dal supermercato sulla strada del ritorno, prima di lasciare il Berkshire, ma...»

    «Ma poi immagino che ti sia capitato qualche altra cosa.» Matt versò il caffè in una tazza e glielo porse. «Ecco, bevi questo. Forse ti aiuterà a mettere in ordine i pensieri.» La studiò per qualche istante, facendo scorrere i suoi penetranti occhi blu lungo la linea del vestito di Lucy, che le calzava a pennello sul corpo sinuoso. Matt batté le palpebre, rimanendo in silenzio per un po’, prima di ritornare alla situazione presente. «Pensavo che avessi in programma di tornare ieri sera.»

    Lucy annuì. «Già, ma mia madre e mio padre hanno invitato degli amici di famiglia all’ultimo momento, e sarebbe stato scortese andarsene dato che non li vedevo da un po’.» Sentì i crampi allo stomaco per la fame e guardò di nuovo la credenza, sconsolata. Si sentiva la mente annebbiata e non riusciva a pensare a ciò che doveva fare.

    «C’è mezza fetta di toast rimasta dalla mia colazione» le disse lui. «Forse ti va di mangiarla.» Le rivolse un sorriso ironico e le avvicinò un piatto. «Avrei fatto io la spesa, ma sono stato reperibile nel fine settimana. Non sono tornato a casa prima di ieri sera, sul tardi.»

    Lucy gli rivolse una rapida occhiata. «Grazie» mormorò, spalmando il burro sul toast freddo, e masticando riconoscente. Diede un altro morso. «Sarai esausto» osservò dopo un po’. «Devi tornare al lavoro oggi?» Dal modo in cui era vestito, riteneva che non avesse intenzione di stare a bighellonare per casa.

    «Sì. Ma non mi lamento. Faccio parte di un’ottima squadra, mi è stata data la possibilità di mettere in pratica procedure in cui ci siamo esercitati solo all’università, ed essere reperibile significa avere molte più responsabilità. È quello che voglio.»

    Lucy annuì, mentre finiva il toast e si puliva le dita dalle molliche. Mandò giù ciò che rimaneva del suo caffè. «Quest’anno è andato bene per te, non è vero? Immagino che, con un po’ di fortuna, sarò nella tua stessa posizione, una specializzanda del primo anno, ad agosto... anche se prima devo ancora superare gli esami.» Rifletté su quel particolare e fece una smorfia. «Vorrei che non fossero tanto presto. Sto passando ogni singolo momento che mi rimane a ripassare.» E si rendeva conto che il tempo iniziava ad esaurirsi. Per quanto amasse i suoi genitori, avrebbe preferito non tornare a casa quel particolare fine settimana.

    Si mise a cercare la borsa. «Devo andare» disse in fretta. «A che ora cominci il turno?»

    Matt diede uno sguardo all’orologio. «Presto. Vengo con te a piedi.»

    «Va bene.»

    Era strano essere da sola con Matt in quel modo, e Lucy non era sicura di come si sentisse. Di solito dividevano la casa in quattro, ma le cose erano cambiate ora che Jade e Ben avevano in progetto di sposarsi. Erano stati alla ricerca di una casa, e ultimamente non si erano fatti vedere molto in giro.

    Forse, era quello il motivo per cui Matt si era comportato in maniera diversa in quelle ultime settimane. Era una situazione insolita. Stranamente, aveva reagito in maniera molto tranquilla al fatto che si fosse dimenticata di fare la spesa, e ciò era strano, visto il modo in cui di solito si divertiva a stuzzicarla.

    «Hai detto che Jade ti ha portata a vedere la casa che hanno comprato» osservò Matt, interrompendo il flusso dei suoi pensieri. Si lasciarono alle spalle la fila di case in stile georgiano disposte a semicerchio, e si immisero nelle strade di Londra, diretti verso l’ospedale. «Immagino significhi che vogliono trasferirsi presto.»

    Lucy scosse la testa. «Passerà del tempo prima che lo facciano, credo. Visti i prezzi che ci sono a Londra, hanno optato per una casa che necessita di qualche ristrutturazione. Devono rifare l’impianto elettrico e installare il riscaldamento centralizzato, e così via, e solo dopo aver concluso i lavori potranno arredarla.»

    Matt fece una smorfia. «Sembra che dovranno lavorare sodo.»

    Lucy sorrise. «Non credo che si lascino scoraggiare. Sarà una casa fantastica appena i lavori saranno finiti. E sono sicura che, basta che stiano insieme, sono felici. Immagino che sia divertente sistemare quel posto come vogliono loro.»

    Matt le rivolse uno sguardo furtivo, alzando un sopracciglio. «Divertente? A giudicare dalla famiglia da cui provieni, avrei pensato che avresti preferito chiamare dei muratori.» Matt accennò un sorriso, e indugiò con lo sguardo sulle sue unghie curate.

    «Oh, come al solito...» commentò lei, con un tono di voce alterato. «Perché tutti pensano di conoscermi solo dando uno sguardo al mio aspetto esteriore? E tu ne sei un esempio evidente. Possiamo anche avere vissuto nella stessa casa negli ultimi mesi, ma non mi conosci affatto. Sarei anch’io in grado di fare dei lavori manuali.»

    Non che avesse mai avuto la necessità di fare qualcosa del genere, ma ciò non significava che non sarebbe stata in grado se la situazione lo avesse richiesto.

    «Okay, okay... mi rimangio tutto. Non c’è bisogno che ti scaldi tanto. Non avevo intenzione di farti indispettire.» Lucy lo guardò con sospetto. Stava forse reagendo in maniera esagerata? Era stato un fine settimana difficile, e doveva ammettere di essere stanca e di cattivo umore.

    Rimase in silenzio per un istante, a riflettere. A quanto pareva, lei e Matt sarebbero stati da soli in casa per molto tempo, a partire da quel momento, e certo poteva essere difficile per entrambi, senza Jade e Ben che mettevano a tacere le loro discussioni. Erano due persone con caratteri opposti. Matt era tranquillo, tollerante, felice di strimpellare la chitarra ogni volta che ne aveva l’occasione, mentre lei...

    Aveva molte cose contro cui lottare, soprattutto ultimamente, da quando suo padre aveva deciso di espandere i suoi affari. Questi cambiamenti implicavano più lavoro da svolgere. Lucy era una studentessa di medicina, ma aveva sempre dato una mano nella società di sviluppo edilizio dei genitori, da quando era stata abbastanza grande da reggere l’altro capo di un metro. Era stata in giro a visitare innumerevoli proprietà con suo padre e suo nonno, persino adesso suo padre la mandava a svolgere dei lavori per conto suo.

    «Vedi se riesci a trovare un fornitore per quelle piastrelle di ceramica che mi servono per i lavori nel vecchio cottage, va bene?» le aveva chiesto lui, la settimana prima. «E fai una ricerca su internet per vedere se ci sono proprietà simili nelle vicinanze. Scopri quanto costano lì le case. Puoi riferirmi tutti i dettagli quando vieni per il fine settimana. Tua madre non vede l’ora di averti con noi per il pranzo della domenica, e io voglio mostrarti il vecchio cottage della fattoria ora che i lavori sono quasi finiti.»

    Tutte queste cose richiedevano tempo, quando lei invece avrebbe dovuto studiare, ma non si lamentava. Dopo tutto, la casa in cui tutti loro abitavano apparteneva al padre, e lei, almeno, non doveva pagare l’affitto. Non si meravigliava che Matt pensasse che fosse una viziata figlia di papà, anche se in realtà anche lei pagava a sua volta facendo delle ricerche per conto del padre.

    Non era giusto, il modo in cui veniva giudicata. Solo perché proveniva da una famiglia benestante, ed era bionda e di bell’aspetto, la gente vedeva soltanto la parte in superficie. Vedevano una specie di top model dai capelli dorati, e davano per scontato che le interessasse soltanto il suo aspetto fisico e stare al passo con le ultime tendenze della moda.

    Era lo stesso in ospedale. Doveva lavorare più duramente di chiunque altro per essere accettata per quello che era, una ragazza che un giorno sarebbe diventata un bravo medico.

    O almeno, era questo che sperava di diventare. Se non ci fosse riuscita, non sarebbe stato perché non ci aveva provato.

    «Lavorerai in Pediatria la prossima settimana?» le chiese Matt.

    «Sì» rispose lei. «Jade mi ha detto che si è trovata bene con l’équipe del professor Farnham, quindi spero che sarà lo stesso anche per me. Tuttavia, non so se sarò in grado di lavorare con i bambini.»

    «Sono sicuro che andrà tutto bene.» Matt le mise una mano sulla schiena e la esortò a oltrepassare la porta automatica dell’ospedale. «Devo incontrare il mio primario. Probabilmente ci vedremo dopo.»

    Anche se Matt aveva tolto la mano, Lucy sentiva ancora il calore sulla sua schiena, mentre camminavano lungo il corridoio verso l’ascensore. Era una sensazione insolita, intima, e fece un respiro profondo per cercare di gestire quelle strane emozioni che si erano all’improvviso impossessate di lei.

    «Forse.» Lucy annuì, anche se, con un po’

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