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L amore non va in vacanza: Harmony Bianca
L amore non va in vacanza: Harmony Bianca
L amore non va in vacanza: Harmony Bianca
E-book143 pagine2 ore

L amore non va in vacanza: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Lavorare come medico d'urgenza sul set di un film ambientato alle Bahamas è già abbastanza gratificante. Se poi stai cercando di dimenticare una storia finita male e ti ritrovi come vicino di casa l'uomo più attraente che tu abbia mai visto, quella che credevi una fine può diventare un promettente inizio.

Tuttavia per la dottoressa Alyssa Jones e Connor Blackeley le cose non sembrano partire col piede giusto. Convinto che Alyssa sia alla ricerca di facili avventure e stia cercando di incastrare suo fratello, Connor ci metterà un po' a lasciarsi andare e a convincere la donna di cui si è innamorato che un sogno può durare per sempre.
LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2019
ISBN9788858997437
L amore non va in vacanza: Harmony Bianca
Autore

Joanna Neil

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    L amore non va in vacanza - Joanna Neil

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    His Bride In Paradise

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2012 Joanna Neil

    Traduzione di Silvia Calandra

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-743-7

    1

    «Non riesco a credere di essere stata così fortunata» ammise Alyssa eccitata, tenendo il ricevitore attaccato all’orecchio. «La casa è splendida, Carys, proprio sul mare.»

    «Me lo immaginavo» rispose sua cugina. «Quindi ce l’hai fatta a trovarla! E per il resto, tutto a posto?» Dall’altra parte del filo, la voce di Carey mal celava la sua impazienza e trepidazione.

    Alyssa sorrise, percependo il suo entusiasmo. Carys viveva in Florida, sulla terraferma, a circa sessanta o settanta miglia di distanza, e non vedeva l’ora di conoscere tutti i particolari.

    «Tutto bene» la tranquillizzò Alyssa. «Il taxi mi ha lasciata proprio davanti a casa. Pare che da queste parti tutti conoscano la proprietà dei Blakeley.» Si sistemò il telo di spugna intorno al corpo bagnato. Era appena uscita dalla doccia e si era seduta davanti alla toeletta ad asciugarsi i lunghi e ricci capelli castani che ora risplendevano alla luce della lampada. «Non puoi immaginare quanto sia bello.»

    Si alzò e andò a sedersi su un comodo e accogliente divano letto e distese le gambe lunghe e snelle. «Sono qui solo da un paio d’ore, perciò non ho avuto molto tempo per guardarmi in giro, ma la casa è perfetta. Tutte le finestre hanno i doppi vetri e dalla veranda si gode una vista magnifica dell’oceano Atlantico. È fantastico, Carys... è di un blu incredibile.»

    Una lieve brezza entrava dalla finestra aperta della veranda e Alyssa scorse i rami delle palme ondeggiare dolcemente contro il cielo al tramonto screziato di mille sfumature di colori. Gli uccelli si lanciavano richiami, volando assonnati nell’aria calda della sera. «Adesso sono seduta in casa e sento il fruscio delle onde sulla spiaggia. È un paradiso.»

    «Dev’essere davvero incantevole.»

    «Lo è, ti assicuro.» Alyssa non riusciva a credere a quel colpo di fortuna. Nel giro di poche settimane era passata da una situazione disperatamente infelice e cupa in Inghilterra a una incredibilmente idilliaca su un’isola incantata delle Bahamas. «Non faccio che pensare che da un momento all’altro verrà qualcuno, mi darà un pizzicotto e mi dirà che è stato solo un sogno.»

    Carys ridacchiò. «Tranquilla, è tutto vero. Ross è lì con te? So che voleva darti una mano a sistemarti.»

    «Mi ha telefonato per avvertirmi che arriverà più tardi. Aveva un appuntamento con il regista per appianare alcune divergenze prima dell’inizio delle riprese.»

    Alyssa si zittì un istante per ascoltare un lieve scricchiolio, come di passi sui gradini esterni che conducevano alla veranda. C’era qualcuno fuori? Ross aveva cambiato idea ed era arrivato prima del previsto?

    Poi una leggera tenda di voile si mosse sospinta da una lieve corrente. Lei scosse il capo. Ross le aveva detto che era un appuntamento importante. Probabilmente era stata una porta a scricchiolare.

    «Vedrai che lui farà in modo che tutto vada bene, ne sono certa» mormorò Carys. «Ti butterai tutti i problemi alle spalle e dimenticherai il tuo orribile ex. Conosco Ross da sempre ed è un pezzo di pane. Si prenderà cura di te. Ti adora dalla prima volta che ti ha visto.»

    Alyssa si appoggiò ai cuscini. «Oh, no... non è possibile... Almeno, spero non lo sia.» Ross sapeva che era venuta in quel luogo per dimenticare una relazione sbagliata. Si era avvinghiata all’opportunità che Ross le aveva offerto per trovare una via di fuga.

    Anche sul piano lavorativo in Inghilterra c’erano stati diversi problemi e per questo alla fine aveva deciso di prendersi un momento di pausa anche da quella che un tempo era sembrata una promettente carriera medica. Tuttavia, sperava che quel trasferimento sarebbe durato relativamente poco, ma abbastanza per riprendersi dalla scottatura che l’aveva colta alla sprovvista.

    Doveva cercare di rimettersi in sesto e contava sui benefici di quel luogo paradisiaco. Per il resto...

    «Ho chiuso con l’amore» ammise con voce calma e misurata.

    «Se lo dici tu...» rise Carys. «Comunque, finalmente il tuo ex si è tolto dai piedi e con un po’ di fortuna potrai rilassarti e goderti qualche mese di lusso e ozio assoluti.»

    «Naturalmente» rispose Alyssa, ironica. «Come potrei non spassarmela? Non devo fare altro che prendere il sole, fare surf e ringraziare la mia buona stella. Guadagnerò un mucchio di soldi e mi godrò tutti gli annessi e connessi dell’amore.»

    «Non stento a crederci» mormorò seccamente Carys. «Adesso devo andare, ma ci sentiamo presto. Ti voglio bene.»

    «Anch’io.»

    Alyssa interruppe la chiamata e, mentre appoggiava il ricevitore, udì di nuovo uno strano scricchiolio. C’era qualcuno fuori?

    Scrollò le spalle e uscì in veranda. Un ibis bianco in lontananza catturò la sua attenzione. Volava lungo la linea della costa, affondando di tanto in tanto il becco rosso tra le onde in cerca di qualche bocconcino trascinato dalle acque.

    «Ne vediamo spesso di questi uccelli da queste parti» osservò una voce maschile, cogliendola alla sprovvista. Il tono profondo e suadente di quella voce sorvolò su di lei, facendola girare di scatto.

    L’uomo si spostò dai gradini della veranda e, con disinvoltura, come se fosse perfettamente a suo agio, si appoggiò alla balaustra.

    «Chi è lei? Cosa ci fa qui?»

    Lei lo fissò sbalordita, un po’ impaurita e indecisa sul da farsi. Era sola. E lui era alto, robusto, con le gambe lunghe. Valutò in fretta come comportarsi. I vicini erano troppo lontani e se avesse gridato non l’avrebbero sentita. Per un attimo ebbe paura, poi rifletté. Forse era un vicino di casa e lei stava saltando troppo in fretta alle conclusioni. Il solo fatto che fosse sulla veranda di Ross non significava che fosse un criminale... o no?

    «Stavo pensando di prepararmi qualcosa da bere o da mangiare» rispose lui, scrollando le spalle. «Credevo non ci fosse nessuno in casa, ma poi ho sentito una voce e ho pensato di venire a vedere chi fosse.»

    Lui la osservò attentamente e con lo sguardo si soffermò sulle sue morbide spalle nude, prima di spostarsi a poco a poco sul piccolo telo di spugna che le copriva le dolci curve e d’indugiare sulle gambe abbronzate. Poi abbassò gli occhi. Lei era a piedi nudi, le unghie di un delicato color rosa con minuscoli brillantini incassati nello smalto perlaceo. Un lieve sorriso gli sfiorò le labbra.

    «Certo non mi aspettavo di trovare una creatura così graziosa ad accogliermi.»

    Alyssa avvertì un lieve rossore risalirle le guance e si strinse la salvietta intorno al seno. Lui sembrava del tutto a suo agio, ma non si era ancora presentato.

    «Chiunque tu sia, non dovresti essere qui» gl’intimò, fissandolo con i vivaci occhi verdi. «È meglio se te ne vai prima che chiami la polizia.»

    In ritardo, si ricordò di aver lasciato il telefono sul comodino. Impossibile rientrare in casa e telefonare senza che lui glielo impedisse. Però...

    Lui non si mosse. «Non capisco perché non te ne vai» insistette lei con voce chiara. «Devo chiamare davvero la polizia?»

    «Capisco... ma non sarebbe una buona idea.»

    «Dal tuo punto di vista, naturalmente.» Fece un paio di passi indietro per rientrare in camera da letto, senza distogliere lo sguardo da lui. Il pavimento liscio di piastrelle italiane era fresco sotto i piedi e calmava i suoi nervi tesi. Il cuore le batteva forte, il polso era irregolare.

    Lui non sembrava scomporsi minimamente. Indossava un paio di pantaloni sportivi di cotone dall’aria molto costosa e un’ampia camicia di cotone. Aveva i capelli scuri e il volto spigoloso, ma erano gli occhi che più di ogni altra cosa... Adesso la fissavano, stretti, grigi come il mare in tempesta, incalzanti, con una luce in profondità che la scrutava.

    Lentamente lui si spostò dalla balaustra e si avvicinò, e lei si sentì stringere lo stomaco per la paura. Tutt’a un tratto si rese conto che era il tipo d’uomo che sa quello che vuole e come ottenerlo. Non sembrava intenzionato ad andarsene né ad ascoltare il suo consiglio.

    Lei cercò di raggiungere il telefono sul comodino.

    «Davvero... se fossi in te non lo farei» mormorò lui, seguendo i suoi movimenti con lo sguardo. «Ti ritroveresti a dover spiegare che cosa ci fai in casa mia.»

    Lei rimase a bocca aperta per una frazione di secondo. «Casa tua?» Aggrottò la fronte, poi gli lanciò un’occhiata glaciale. «No... non può essere. Sei tu l’intruso, non io. Glielo spiegherò.»

    «Okay, chiariamo le cose. Io sono Connor Blakeley e questa è casa mia da un bel po’ di anni. Anche mio fratello vive qui, di tanto in tanto, ma sull’atto di proprietà c’è il mio nome.» La osservò con attenzione. «Adesso ti dispiacerebbe dirmi chi sei tu e cosa ci fai qui?» Sorrise divertito. «Forse potrei provare a indovinare. Scommetto che c’entra Ross. Devi essere la sua ultima ragazza.»

    Lei s’irrigidì. Sembrava che ci fosse stata una lunga serie di ragazze. Decise di ignorare il commento e scrollò il capo, facendo ondeggiare sulle spalle i ricci luminosi. «Ross mi ha detto che Connor sarà via per i prossimi sei mesi. Pare sia in Florida per organizzare un nuovo reparto di medicina d’urgenza.»

    Lui annuì. «Infatti. Ma mi hanno chiesto di rientrare per occuparmi del nostro Pronto Soccorso. Lavorerò qui e seguirò a distanza il nuovo reparto in Florida.»

    Lei inspirò profondamente. Ciò che aveva detto era plausibile. Forse aveva sbagliato a dubitare di lui. Anche se non assomigliava affatto a Ross.

    Appoggiò il telefono sul comodino e raddrizzò le spalle. E adesso? All’improvviso si sentì avvampare. La situazione era umiliante. In Inghilterra aveva già dovuto ingoiare parecchi rospi e questo avrebbe dovuto essere un nuovo inizio. Ora invece sembrava che le sue aspettative di trascorrere alcuni mesi senza preoccupazioni sarebbero state disattese.

    Sollevò il mento e provò a darsi un contegno. Era solo un contrattempo. Avrebbe trovato un altro posto dove stare. Sperava solo che non le venisse a costare più di quanto potesse permettersi. Era stato Ross a convincerla a prendersi quel periodo di riposo offrendole un alloggio gratuito.

    «Mi spiace molto» abbozzò. «Non avevo

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