Una scandalosa ereditiera (eLit): eLit
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Londra 1882
Lord Andrew Mabry, figlio secondogenito del Duca di Greystone, non desidera sposarsi. In quanto figlio cadetto, non ha l'obbligo di generare un erede, dunque si diverte a trascorrere i suoi giorni e le sue notti in locali e in compagnie equivoche. Ma di recente ha scoperto di voler vivere avventure peccaminose con l'innocente ereditiera americana Gina Hammersley.
Gina sa che, grazie alla sua dote, può ambire a sposare un nobile titolato, ma quando scopre che Lord Andrew Mabry la considera noiosa, cerca di dimostrargli in ogni modo che non è così, e lo sfida ad avventure sempre nuove, che rischiano di sfociare in uno scandalo colossale... o in una passione impetuosa.
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Anteprima del libro
Una scandalosa ereditiera (eLit) - Lorraine Heath
successivo.
Prologo
Dal diario di Lord Andrew Mabry
Sono un figlio cadetto. Secondogenito. In più. Quello di riserva. Quello arrivato senza la fanfara o i rintocchi di campana. Quello che non avrebbe ereditato a meno che l'erede non fosse schiattato all'improvviso.
Dal momento che mio fratello maggiore era un uomo di grande buonsenso, era improbabile che la sua scomparsa avvenisse prima che generasse un erede e un figlio di scorta.
Quindi da me ci si aspettava molto poco.
Dovevo essere un gentiluomo, dilapidare il mio sussidio mensile, fornire intrattenimento, essere sempre piacevole e sempre nelle retrovie. Accettai i miei compiti come se la Gran Bretagna potesse cadere se non li avessi svolti con entusiasmo e diligenza.
Ero un bravo ragazzo allegro, senza alcun progetto di sposarmi. Dopo tutto, non avevo responsabilità per la prossima generazione. Una moglie avrebbe intralciato i miei piaceri, sarebbe stata una responsabilità che mi era concesso evitare. Ero spensierato e volevo rimanere tale; avevo fatto voto di accogliere la morte in vecchiaia, da scapolo.
Poi la incontrai.
E lei mise alla prova tutto ciò che sapevo e che supponevo di me stesso.
1
Londra, luglio 1882
Mentre una musica d'organo si alzava fino alle travi della chiesa, Miss Virginia Hammersley avanzò lentamente lungo la navata verso l'altare dove il Marchese di Rexton aspettava, alto e affascinante. Era lei, Gina, che avrebbe dovuto sposarsi quella Stagione, colei che il marchese aveva in apparenza corteggiato.
Ma quel giorno Gina era solo la damigella d'onore, perché il Marchese di Rexton si era innamorato della sua chiacchieratissima sorella maggiore. Poiché il beau monde amava lo scandalo e la famiglia del marchese allo stesso modo, i banchi erano piuttosto stipati. Era incredibile come l'amore potesse sanare una reputazione rovinata.
Virginia era piuttosto orgogliosa del proprio ruolo nel sanarla, nel vedere Tillie, se non proprio accettata dalla società, per lo meno non più ostracizzata.
Rex la salutò con un leggero cenno del capo e un sorriso che era un eloquente segno di felicità, il genere di sorriso che lei sognava le avrebbe rivolto l'uomo che infine avrebbe sposato. Un sorriso che prediceva un amore così immenso che il tempo non sarebbe mai riuscito a cancellarlo. Adorazione che non avrebbe potuto essere misurata. Stima che non conosceva limiti.
Emozioni che erano esemplificate in ogni romanzo sentimentale che leggeva e stringeva al cuore una volta terminato, con le lacrime che rotolavano giù sulle guance. Un simile affetto non poteva essere descritto se non fosse esistito. E lei era determinata a trovarlo sotto forma di un duca, di un marchese o di un conte. Era una delle ereditiere più ricche che avessero mai calcato le coste inglesi. Con la riabilitazione di sua sorella, le possibilità che potesse ottenere tutto ciò che le stava a cuore aumentavano sensibilmente.
Sebbene la Stagione si avvicinasse al termine, non era ancora finita, e lei era determinata a ottenere il meglio dal tempo che restava; in questo modo avrebbe percorso la stessa strada in veste di sposa prima della fine dell'anno.
Solo dopo aver preso il proprio posto osò scoccare un'occhiata all'uomo accanto al marchese, il fratello minore, Lord Andrew Mabry. Avrebbe voluto limitarsi solo a quello, ma lo sguardo dell'uomo catturò e trattenne il suo, come per metterlo al sicuro con delle corde e rinchiuderlo dietro delle sbarre.
Da quando lo aveva conosciuto una sera a teatro, in maggio, aveva trovato difficoltà a interrompere il contatto visivo con lui una volta che i loro sguardi si incrociavano. Come quelli di suo fratello, gli occhi di Lord Andrew erano azzurri, ma in essi c'era una nota burrascosa, come se lui provasse gusto a corteggiare il pericolo, lo scandalo. C'erano state chiacchiere sul suo recente coinvolgimento con un'attrice. Era risaputo che non aveva intenzione di sposarsi mai, il che rendeva le madri circospette e le giovani donne propense ad ascoltare gli avvertimenti di stargli alla larga.
Non che lei avesse bisogno di avvertimenti. Lui le causava delle strane reazioni. La sua pelle si riscaldava, le dita dei piedi si contraevano, ogni terminazione nervosa pizzicava; e tutto questo accadeva quando poca distanza li separava.
Inoltre lei aveva preso la decisione di sposare un gentiluomo titolato. Che peccato: perché Lord Andrew ottenesse un titolo, Tillie sarebbe dovuta diventare vedova e senza figli maschi. E Tillie aveva vissuto troppi anni di infelicità perché Gina desiderasse un epilogo così terribile per lei.
Però non poteva negare che qualcosa in Lord Andrew stuzzicava la donna dissoluta che era in lei, soprattutto quando il suo esame era così accurato come in quel momento, e lei poteva immaginare che nella sua mente lui slacciasse piano ogni bottone, lasciasse i nastri in libertà, le scostasse l'abito dalle spalle e lo tirasse giù fino a farle balzare fuori il seno e a chiudere la sua bocca sensuale su un capezzolo turgido.
Gina sapeva che sarebbe stato turgido perché li sentiva increspare sempre ogni volta che lui era vicino, quando il suo sguardo scendeva, lasciandole l'impressione che lui sapesse di preciso che aspetto aveva sotto i vestiti.
La Marcia nuziale di Mendelssohn proruppe all'improvviso dall'organo, interrompendo l'incantesimo sensuale in cui era caduta. Grata di poter rivolgere la propria attenzione al fondo della chiesa, guardò suo zio che accompagnava la sorella nell'adorabile abito lilla – il bianco era proibito, dal momento che non si trattava del primo matrimonio – lungo la navata. In quel momento sentì la mancanza dei genitori più di quanto credeva fosse possibile. Sua madre era morta qualche anno prima, suo padre da poco più di un anno. Alla sua morte, lei e Tillie avevano acquisito una fortuna e avrebbero ricevuto la loro quota di utili annuale dalla fabbrica di armi da fuoco di famiglia. Era per quel motivo che Gina poteva decidere chi sposare. Aveva potere. Avrebbe potuto mettere gli occhi su un principe, se desiderava. Forse lo avrebbe fatto.
Tillie stava sposando un marchese che un giorno avrebbe ereditato un ducato. Sua sorella sarebbe stata duchessa. Gina pensò che sarebbe stato splendido ottenere quello stesso rango. Sorelle duchesse: come sarebbe stato divertente. Sebbene, a dire la verità, avrebbe deciso per un indigente se le avesse fatto irradiare tutta la felicità che Tillie manifestava in quel momento, mentre camminava verso di lei.
Sua sorella meritava quella gioia. Il suo primo matrimonio era sfociato in uno scandaloso divorzio che l'aveva vista cacciata in malo modo dall'aristocrazia. Gina non aveva dubbi che questa unione sarebbe durata fino alla fine dei tempi.
L'amore con cui Rexton fissava la sua sposa fece sospirare di sicuro ogni donna presente in chiesa, che desiderava essere oggetto dello stesso genere di adorazione. Di certo per Gina era così.
Voleva quel che aveva Tillie, ed era determinata ad averlo.
Gli obblighi familiari e l'affetto per il fratello tennero Lord Andrew Mabry legato all'altare quando avrebbe preferito essere da qualsiasi altra parte. Le cerimonie nuziali erano così dannatamente noiose, sembravano protrarsi in eterno e non riuscivano a mantenere la sua attenzione.
D'altro canto, Miss Virginia Hammersley...
Lui stava lottando per ignorarla, per non essere sorpreso a fissarla mentre immaginava l'adorabile pelle rosa e alabastro che si celava sotto l'abito bianco con la decorazione di perle. Quei pensieri erano del tutto inappropriati, e Andrew sapeva che, se Rex avesse percepito la loro direzione, alla fine di quella straziante cerimonia lo avrebbe preso a pugni. Il marchese aveva un incredibile istinto di protezione verso Gina, si era sforzato di aiutarla a cercare un marito, finché non si era innamorato alla follia della sorella.
Andrew credeva davvero nell'amore. Come poteva non essere così quando era stato cresciuto da genitori che si adoravano? Ma pensava che fosse uno spreco concentrare tutte le emozioni su una sola persona. Preferiva spargerlo attorno a sé. Di recente si era invaghito di un'attrice, prima della commessa di un negozio, prima ancora della cameriera di una taverna, di un'artista, di una scrittrice, di un'arpista e della figlia di un carbonaio. Era stata la sua prima donna. Non poteva sentire il carbone che bruciava senza ripensare a lei con affetto.
Del resto, poiché si erano sempre lasciati in ottimi termini, pensava a tutte loro con affetto. Be', quasi tutte. C'era un'eccezione che cercava di dimenticare con incessante impegno.
Gina Hammersley era diversa. Diversa dalle altre. Diversa da chiunque altra avesse mai conosciuto. E lui non riusciva a comprendere il perché. Forse perché era proibita, intoccabile, il genere di donna con cui un uomo non si trastullava. Reputazione impeccabile, libera dagli scandali, destinata all'altare. Una ragazza che si sarebbe aggrappata alla propria verginità fino alla prima notte di nozze. Non il genere di donna che gli interessava conoscere.
Tuttavia, lasciò scivolare di nascosto lo sguardo su di lei. Era minuta, delicata, come un folletto. Guardava la coppia che si scambiava i voti nuziali come se non avesse mai visto o udito nulla di più meraviglioso in tutta la vita.
Andrew aveva un folle desiderio di mostrarle qualcosa di molto meglio: il mondo dalla cima di una montagna, un viaggio lento sul Nilo, le piramidi, il Taj Mahal, Parigi, Roma. Un bacio. Una carezza. Il piacere. Le possibilità cominciarono a vorticargli nella mente, mentre immaginava lei che lo fissava con l'adorazione che adesso riservava a suo fratello e alla sua sposa.
Ma Andrew sapeva la verità: poteva solo fantasticare o sognare. Lei desiderava rango e un titolo. Lui era solo un figlio cadetto. Per quanto potesse intrigarlo, Gina Hammersley era una sfida che non poteva accettare.
Un tranquillo ma intenso schiarirsi di voce lo strappò dal suo sogno a occhi aperti, e lui si trovò a fissare quegli occhi così simili ai suoi che lo rimproveravano, rivelando una certa impazienza. Giusto. L'anello. Lo tirò fuori dalla tasca del panciotto e lo lasciò cadere nel palmo della mano del fratello. Mentre Rex si voltava, Andrew ebbe la netta impressione che il marchese fosse consapevole della direzione in cui avevano vagato i suoi pensieri, nel qual caso avrebbe ricevuto senza dubbio una ramanzina dopo il pranzo di nozze. Ma non ci avrebbe fatto molto caso.
Spostò di nuovo la sua attenzione su Miss Hammersley, i cui occhi traboccavano di lacrime. Perché mai le donne piangevano in momenti come quello, quando un uomo veniva incatenato a vita? Avrebbe dovuto essere l'uomo a piangere, perché tutta la gioia veniva prosciugata dalla sua esistenza.
2
«Devi stare lontano da Gina.»
In piedi nell'angolo più distante della terrazza, bevendo un whisky mentre scendeva l'oscurità, Andrew non si preoccupò neanche di lanciare un'occhiata al fratello. «Non dovresti portare a letto tua moglie, adesso?»
La giornata era stata terribilmente lunga. Il pranzo nuziale – non sapeva neanche perché venisse chiamato così, quando prendeva buona parte del pomeriggio – era