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Le ragioni del cuore: Harmony History
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Le ragioni del cuore: Harmony History
E-book241 pagine2 ore

Le ragioni del cuore: Harmony History

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Info su questo ebook

Breaking the Marriage Rules 2
Londra,1895
Nellie Regan non ha bisogno dell'amore, un sentimento che causa solo complicazioni. Nel suo futuro ci sono un salone di acconciature per signora e l'indipendenza. E avendo visto da vicino la vacuità delle unioni matrimoniali, irridere la vita e il fidanzamento di Mr. Dominic Lockhart le risulta del tutto naturale. Ciò che non si aspetta, invece, è che lui la difenda durante una rissa in una locanda, dimostrando non solo di aver dimenticato la sua maleducazione, ma di avere un cuore caldo e nobile, del tutto inatteso per Nellie! L'esistenza di Dominic è condizionata da forti vincoli: la classe, l'onore sociale e... le apparenze. Potrebbe rinunciare a tutto per amore? Impossibile, nonostante il sentimento che ormai lo lega a Nellie sembri inarrestabile.
LinguaItaliano
Data di uscita21 set 2020
ISBN9788830519145
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    Anteprima del libro

    Le ragioni del cuore - Eva Shepherd

    successivo.

    1

    Inghilterra, 1895

    Ma guardali... Incredibile!

    Esalando un sospiro sdegnato, Nellie Regan scosse il capo. Doveva essere una celebrazione, quella, invece sembrava un funerale. E dire che nella nativa Irlanda perfino una veglia funebre sarebbe stata più allegra di quel triste ballo a Hardgrave Estate, la tenuta di famiglia in cui quella sera si festeggiava il fidanzamento di Lady Cecily Hardgrave con Mr. Dominic Lockhart.

    Dal suo comodo punto di osservazione dietro una grande palma in vaso disposta sul palco dei cantori che sovrastava la sala da ballo, Nellie seguiva con lo sguardo la coppia che volteggiava sulle note di un valzer. Si toccavano a stento senza sorridere, senza scambiarsi né uno sguardo, né una parola. Era come se ballare insieme fosse un dovere, non un piacere.

    No, Nellie non sarebbe mai riuscita a capire le classi superiori, con il loro rigido formalismo e l'assoluta assenza di passione. Sembravano una specie a parte, del tutto separata dal resto dell'umanità.

    Scosse di nuovo il capo. Se quella fosse stata una festa di fidanzamento tra gente della sua classe, si sarebbero susseguiti canti, risate, baci e abbracci. La gente avrebbe bevuto alla salute della coppia di fidanzati i cui volti, c'era da giurarci, sarebbero stati splendenti di gioia e di amore.

    Per quei fidanzati, invece, sembrava che gioia e amore fossero concetti alieni di cui non avevano mai sentito parlare. Nellie se la rise sotto i baffi, dicendosi che se anche ne avevano sentito parlare, probabilmente li consideravano sentimenti troppo comuni per persone come loro.

    Nonostante quello, Mr. Lockhart era davvero un bell'uomo. Alto più di sei piedi, capelli neri come l'ebano, carnagione olivastra e mento volitivo... sì, era senz'altro un bell'uomo. E l'abito nero da gran sera che indossava gli conferiva un'aria virile e attraente, poiché evidenziava le spalle larghe e vigorose: un tratto, quello, a cui Nellie era sempre stata particolarmente sensibile. Il panciotto di seta bianca, il colletto rigido e la cravatta bianca, infine, mettevano in risalto il suo aspetto da bel tenebroso.

    Come se ciò non bastasse, era anche un ottimo ballerino. Qualsiasi donna sarebbe stata felicissima di trovarsi tra le braccia di un uomo così affascinante, ma il volto teso di Lady Cecily suggeriva il contrario.

    Nellie serrò le labbra, allargò le narici e sollevò il naso per aria per imitare l'espressione arcigna della giovane. Tutto questo toccarsi in pubblico... santo cielo, è sconveniente!, immaginò i pensieri di Lady Cecily, ridendo fra sé.

    Intanto continuava ad ammirare Mr. Lockhart, i cui grandi occhi marroni erano più freddi di una notte invernale. Chissà perché aveva quell'aria tanto triste? Per l'amor del cielo, era la sua festa di fidanzamento! Ed era davvero un gran peccato che tutto quel ben di Dio di fascino virile mancasse della benché minima traccia di passione. No, si disse Nellie scuotendo di nuovo la testa. Non sarebbe mai riuscita a capire le classi superiori.

    Tra le coppie degli invitati, soltanto la Duchessa di Somerfeld sembrava spassarsela un mondo, mentre ballava con il marito, ma forse dipendeva dal fatto che era americana ed era abituata a rilassarsi e a divertirsi. Probabilmente non era stata ancora contagiata da quel morbo orrendo che accomunava buona parte dell'aristocrazia inglese: la rigidezza del labbro superiore.

    I volteggi della coppia ducale le strapparono un sorriso. A differenza dei fidanzati, l'amore tra quei due era evidente: si rifletteva in ogni sguardo, in ogni carezza, in ogni sorriso.

    La duchessa era l'unica ragione per cui Nellie presenziava a quella malinconica festa di fidanzamento. Era al suo servizio sin da prima delle nozze, quando si chiamava ancora Arabella van Haven e aveva lasciato l'America per andare sposa a un duca inglese. La duchessa, che l'aveva portata con sé in Inghilterra, l'aveva sempre trattata con grande rispetto, più come un'amica che come una domestica. Aveva anche assunto un'altra cameriera personale, ma in occasioni speciali come il ricevimento di quella sera preferiva ancora che fosse Nellie ad accompagnarla. E sebbene per Nellie i giorni di servitù fossero terminati, le faceva sempre piacere accontentare la duchessa, che per lei aveva fatto tanto, spingendosi fino a finanziare la sua attività imprenditoriale.

    Nellie, dal canto suo, aveva tutte le intenzioni di restituirle il capitale iniziale con tanto di interessi, anche se Arabella aveva sempre affermato che si trattava di un regalo.

    Un sorriso compiaciuto le distese le labbra. Alla fine della settimana sarebbe tornata a Londra al suo salone da parrucchiera, il Venus Hair and Beauty Parlour, di proprietà di Eleanor Regan. Il salone di bellezza serviva un numero sempre crescente di ricche borghesi che non potevano concedersi le spese per una domestica personale, ma alle quali piaceva apparire sempre ben pettinate e curate.

    Oh, sì! Ne aveva fatta di strada, da quando dieci anni prima, rimasta orfana appena tredicenne, era partita dall'Irlanda diretta in America per lavorare come sguattera nelle cucine della famiglia van Haven.

    Chiuse gli occhi e trasse un breve sospiro al ricordo degli adorati genitori, poi si asciugò le lacrime che le avevano colmato gli occhi e si sforzò di bandire la tristezza.

    Non c'era niente di cui rattristarsi. Era stata davvero fortunata a trovare lavoro presso i van Haven, quando invece molti altri irlandesi trapiantati a New York erano ancora costretti a fare la fame.

    La sua vita era proprio come la desiderava, si disse mentre scoccava un'altra occhiata in direzione di Dominic Lockhart. Aveva lavorato sodo per arrivare fin lì, e forse proprio quello era il motivo per cui era in grado di apprezzare maggiormente ciò che aveva, al contrario di coloro che erano nati nell'opulenza e si aspettavano che tutto fosse loro dovuto.

    I componenti della classe dominante conducevano una vita agiata solo grazie al lavoro incessante di veri e propri eserciti di domestici, ma neppure quello sembrava renderli felici. Ne erano prova Mr. Lockhart e Lady Cecily, le cui espressioni assomigliavano a quelle di due condannati alla forca, anziché di due giovani fidanzati innamorati.

    Quella gente sembrava incapace di lasciarsi andare e di divertirsi, quasi non si rendesse conto della fortuna che era toccata loro nel nascere in un ceto ricco e privilegiato.

    Non che ci fosse da stupirsene, del resto! Non avevano sfide da affrontare, nessun ostacolo da superare lungo il cammino. L'unica sfida delle loro giornate era quella di occupare il tempo libero e spendere immani fortune, un destino che Nellie non sarebbe riuscita mai a sopportare. Essere occupata la rendeva felice. Le piaceva pensare di guadagnarsi da vivere lavorando sodo, e in più le piaceva fare un lavoro in cui eccelleva.

    Si guardò intorno nella sala da ballo ed esalò un altro sospiro sconfortato. Non era per spiare Mr. Lockhart e la sua fidanzata che si era nascosta sul piccolo palco, bensì per osservare le acconciature delle dame presenti. Non si sarebbe dovuta scomodare, però. Nessuna delle signore era pettinata all'ultima moda, quella francese, né secondo lo stile più ardito importato dall'America. Nessuna, a eccezione della Duchessa di Somerfeld, naturalmente.

    Adesso che aveva visto ciò che doveva vedere, tuttavia, non aveva motivo di restare nascosta dietro la palma sul palco. Il suo sguardo si spostò di nuovo su Dominic Lockhart. No, nessun motivo, si ripeté. E soprattutto non aveva ragione di continuare a guardare l'ospite d'onore, un uomo che, se anche non fosse stato talmente al di sopra della sua classe, non avrebbe avuto comunque ragione di nutrire alcun interesse per lei.

    Le bastava guardarlo per intuire che genere di uomo fosse: arrogante, a giudicare dal portamento, senza dubbio consapevole del proprio fascino. E tuttavia, non bastavano bellezza e portamento aristocratico a rendere attraente un uomo, almeno non secondo i parametri di Nellie. Come poteva definirsi attraente un uomo incapace di ridere, di mostrare voglia di godersi la vita?

    No, Mr. Lockhart non era il suo tipo.

    Osservò la schiera di lacchè allineati in fondo alla sala come una sfilza di soldatini in uniforme rossa e dorata. Ecco, quelli rientravano più nei suoi gusti. Sul lavoro erano costretti a comportarsi con sussiego, ma Nellie era sicura che, una volta finito il turno, sarebbero stati molto più gioviali e inclini a godersi la vita. Ce n'era uno, in particolare, che attirava la sua attenzione. Non era bello quanto Mr. Lockhart, ma ci andava vicino. E forse alla fine della serata sarebbe stato disposto a concedersi qualche minuto di svago insieme a lei.

    A giudicare dall'atmosfera, la fine della serata non era lontana. Sembrava che gli ospiti non vedessero l'ora di andarsene. Nellie ondeggiò dolcemente al rimo de Sul bel Danubio blu, mentre le poche coppie ancora rimaste in pista volteggiavano rigide come manichini, lo sguardo fisso, il naso sollevato per aria.

    Nellie sapeva che per quella sera i suoi servigi non sarebbero stati più necessari. A molte domestiche veniva chiesto di aiutare le padrone a spogliarsi, ma la duchessa preferiva riservare quel compito al marito.

    No, non c'era niente che la trattenesse ancora lì. Scoccando un ultimo sguardo a Mr. Lockhart, si diresse verso le scale di servizio per scendere nella zona riservata alla servitù. Le era concesso trattenersi nel soggiorno riservato ai domestici di rango superiore, ma temeva che neppure quel raduno sarebbe stato molto divertente. I domestici più importanti avevano la sconcertante tendenza a imitare i padroni, ritenendo il divertimento e le risate abitudini troppo plebee per persone di rango elevato. Tanto valeva andarsene in cucina, dove la cuoca e le sguattere sghignazzanti l'avrebbero aiutata a ingannare il tempo, in attesa che il lacchè dall'elegante livrea smontasse di turno.

    Dominic Lockhart prese la mano inguantata della fidanzata e l'accompagnò al margine della pista da ballo, dove c'erano ad attenderla i genitori, il Duca e la Duchessa di Ashmore. Quel ricevimento rappresentava un successo per entrambe le famiglie. Il fidanzamento con Lady Cecily avrebbe riportato la sua famiglia al giusto posto che le competeva in società, assicurando al tempo stesso a Lady Cecily l'agio e le ricchezze che si confacevano a una dama del suo rango e che la famiglia d'origine stentava sempre più ad assicurarle.

    Rivolse un cenno di saluto al Duca di Ashmore, il futuro suocero, e si inchinò alla duchessa, la quale ricambiò con un sorriso compiaciuto. Anche per i duchi i vantaggi di quel matrimonio erano evidenti. Sebbene quella di Hardgrave Estate fosse una magnifica residenza di campagna immersa in infiniti acri di campagna lussureggiante, non ci voleva molto per accorgersi che aveva un immediato bisogno di restauri, che la famiglia Hardgrave non poteva permettersi.

    Perfino la sala da ballo mostrava evidenti segni di incuria. I fregi dorati sul soffitto erano in buona parte graffiati o scorticati, e gli imponenti candelabri di cristallo recavano soltanto la metà delle candele, molte delle quali erano fatte di sego, anziché di cera. A un occhio attento, inoltre, non sarebbe sfuggito il fatto che buona parte dei dipinti appesi alle pareti erano dozzinali riproduzioni, per non parlare dei riquadri sbiaditi sulla carta da parati, che dimostravano quante opere d'arte fossero state vendute per pagare i debiti sempre crescenti della famiglia.

    Dominic aveva incontrato Lady Cecily in svariate occasioni, nel corso degli anni, poiché anche la sua famiglia, come quella di lei, possedeva una residenza nella campagna del Kent. Ciononostante, non l'aveva mai presa in considerazione come potenziale futura sposa, ed era rimasto alquanto stupito quando il padre di lei gliel'aveva prospettata come tale. E tuttavia non gli ci era voluto molto per capire che si trattava di un accordo piuttosto soddisfacente. Aveva ventisette anni, un passato piuttosto burrascoso, ed entrare a far parte di una famiglia dall'antico lignaggio come gli Hardgrave era il meglio che gli potesse capitare.

    Oltretutto, Lady Cecily aveva un carattere timido e schivo, e sarebbe diventata una moglie ideale. Sì, forse era un tantino fredda, ma Dominic non se ne preoccupava. Aveva constatato di persona quanti danni avesse fatto la passione, ai suoi genitori, conducendoli lungo una china che aveva finito per renderli invisi alla buona società.

    Sorrise a Cecily e in cambio ne ricevette un sorriso tirato. Poteva solo sperare che con l'andar del tempo la giovane imparasse a rilassarsi e ad abbandonarsi a una relazione un tantino più cordiale. In fondo aveva accettato senza esitazione il fidanzamento con lui, e in più di una circostanza gli aveva confessato di esserne molto lieta.

    In ogni modo, avrebbero avuto tempo a sufficienza per imparare a conoscersi, prima delle nozze. In fondo era passata soltanto una settimana da quando il duca gli aveva proposto quell'accordo, quindi non c'era da stupirsi che tra loro ci fosse ancora dell'imbarazzo. Il duca aveva insistito per annunciare subito il fidanzamento, forse per rassicurare le banche creditrici che presto sarebbe stato in grado di onorare i propri debiti.

    Sia Dominic sia Lady Cecily avevano accettato senza batter ciglio. In fondo non c'era motivo di rimandare quello che agli occhi di tutti appariva come un sodalizio ideale. E anche se tra loro regnava ancora una certa freddezza, Dominic era convinto che un matrimonio basato sull'interesse di due famiglie fosse preferibile a un'unione governata da sentimenti ed emozioni irragionevoli.

    Un sospiro gli salì alle labbra mentre cercava di concentrarsi sulle parole del duca e di non pensare ai problemi causati dal matrimonio dei suoi genitori: al modo in cui sua madre, una donna solitamente assennata, si era lasciata trascinare dalla passione e, pur essendo figlia di un barone, era andata in sposa a un semplice stalliere, attirando lo scherno e il ridicolo su di sé e sui suoi figli.

    Osservò sua sorella, che come al solito faceva tappezzeria in un angolo della sala, ignorata da tutti i gentiluomini presenti. Sposando Lady Cecily, Dominic avrebbe risolto anche quella dolorosa situazione. Amanda avrebbe avuto la possibilità di scegliere un corteggiatore adeguato tra tutti i conoscenti di una famiglia dall'antico lignaggio come quella degli Hardgrave, e finalmente sarebbe stata in grado di tornare a testa alta in società.

    La vergogna era un sentimento che purtroppo anche Dominic conosceva bene. Aveva cominciato a provarla sui banchi di scuola, ogniqualvolta i compagni lo insultavano per via del suo rango, sebbene lo stalliere di un tempo fosse diventato nel frattempo un uomo molto ricco. Lui stesso aveva aumentato la ricchezza di famiglia, quando aveva ereditato la tenuta paterna.

    Sì, quello con Lady Cecily era un fidanzamento perfetto. Entrambi avevano solide origini. Lui, almeno, le aveva per parte di madre, la cui famiglia risaliva addirittura all'epoca della conquista normanna.

    Per fortuna tutte quelle angustie erano ormai acqua passata.

    Lady Cecily si scusò per andare a controllare la servitù, e Dominic si rilassò all'istante. Far conversazione con la promessa sposa era in genere un'ardua impresa. La giovane sembrava restia a stabilire un qualsiasi rapporto tra loro, ma se rimpiangeva di aver accettato il matrimonio, di sicuro non gliene aveva mai fatto parola.

    «Lasciate che vi presenti il Duca di Stonebridge.» Il futuro suocero richiamò la sua attenzione per condurlo all'altro capo della sala. «È un uomo di grande influenza che vale la pena di conoscere.»

    Era proprio su contatti del genere che Dominic faceva affidamento per incrementare il volume di affari della famiglia Lockhart. La Stagione era quasi giunta al termine, e sua sorella non aveva ricevuto neppure una manifestazione di interesse. L'anno seguente avrebbe fatto il suo ingresso in società anche la sorella minore, Violet, e in capo a otto anni sarebbe toccato a Emmaline. Era suo dovere trovare un buon marito a tutt'e tre, quindi poteva soltanto accogliere con piacere conoscenze come quella con il Duca di Stonebridge.

    Era talmente preso dalla conversazione con il duca e con altri nobili ospiti che non si accorse che la fidanzata tardava a tornare e, quando finalmente se la ritrovò al fianco, era ormai quasi la fine della serata e sul carnet di ballo di Cecily non restava che un'ultima danza. Ligio al dovere, dunque, Dominic la condusse sulla pista da ballo, fingendo di ignorare la rigidità nel corpo di lei, l'impassibilità nella sua espressione, e di conseguenza soffocando quella vocina insistente che continuava a ripetergli che quel fidanzamento era un errore.

    Gli cadde lo sguardo sulla sorella, ancora sola in un angolo della sala, e si rimproverò della propria disattenzione. Avrebbe dovuto ballare con lei, si disse, anziché passare tutta la serata a parlare di affari. Subito dopo tuttavia si rassicurò, pensando che tutto quello che faceva era solo per il suo bene. Grazie alle conoscenze degli Hardgrave e alla loro posizione privilegiata a corte, anche le sue sorelle avrebbero potuto contrarre matrimoni vantaggiosi e assicurarsi una posizione sociale di tutto rispetto.

    Quando l'ultimo ballo ebbe termine, Lady Cecily si allontanò subito, lasciando a lui la possibilità di andare a parlare con Amanda. Mentre attraversava la sala, si fermò a salutare diversi ospiti, tutte persone che fino a quel momento erano state liete di fare affari con lui ma che non l'avevano mai ritenuto degno di far parte dei loro circoli sociali. Dopo l'annuncio del fidanzamento, però, quella situazione iniziava già a cambiare.

    Sorrise alla sorella, e da lei ricevette il primo sorriso spontaneo della serata. «Mi dispiace tanto, Amanda, avrei dovuto invitarti a ballare, anziché lasciarti seduta qui tutta sola.»

    «Oh, sai che non mi dispiace affatto» replicò lei facendogli cenno di sedersi sulla sedia accanto alla sua. «Non c'era nessuno con cui mi sarebbe piaciuto ballare, stasera. E comunque mi sono divertita. Ho avuto modo di conoscere la Duchessa di Somerfeld. Suo marito è molto amico del fratello di Lady Cecily.» Amanda lo afferrò entusiasticamente per un braccio. «Sapevi che la duchessa è la famosa attrice Arabella Huntsbury? Ha sposato un duca, ma continua ancora a calcare le scene. In questo periodo è impegnata con le prove per uno spettacolo di Gilbert & Sullivan. Guarda com'è bella! E guarda quanto è moderna ed elegante la sua acconciatura!»

    Dominic non aveva idea di chi parlasse. Non sapeva niente di attrici e di duchesse, lui, e in quanto alle acconciature delle signore, gli sembravano tutte uguali. Ciononostante, sorrise indulgente alla sorella. «Mi fa piacere che ti sia divertita, e ti prometto che non ti trascurerò come ho fatto stasera, durante il ballo che organizzeremo alla nostra tenuta.»

    Un broncio appena accennato increspò le labbra della giovane. «Immagino inviterai tutti quelli che abbiamo conosciuto stasera. Sono così noiosi, Dominic, e io davvero non mi trovo a mio agio, con loro!»

    Lui represse un sospiro irritato. «Non sono noiosi. Sono le persone più potenti e prestigiose del Paese, e vedrai che ben presto anche tu ti troverai bene, con

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