Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Un conte da amare: Harmony History
Un conte da amare: Harmony History
Un conte da amare: Harmony History
E-book208 pagine3 ore

Un conte da amare: Harmony History

Valutazione: 4 su 5 stelle

4/5

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Inghilterra, 1818
Persephone Seaborne ha deciso che si sposerà soltanto per amore. Così, a quattro anni dal debutto in società, si è già lasciata alle spalle una scia di cuori infranti senza trovare un marito accettabile. Una sera, complici il buio e le stelle, incontra un uomo che non sembra in grado di conquistare una fanciulla di aristocratica bellezza e sprezzante alterigia come lei. Eppure, Alex Forthin, Conte di Calvercombe, sa far vibrare il suo cuore e, nonostante il loro rapporto appaia subito burrascoso, l'attrazione è innegabilmente intensa. Ma l'ombra di un complotto si allunga su di loro, e rischia di minare le fragili basi di quell'amore appena nato.
LinguaItaliano
Data di uscita10 giu 2019
ISBN9788858998830
Un conte da amare: Harmony History
Autore

Elizabeth Beacon

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Elizabeth Beacon

Autori correlati

Correlato a Un conte da amare

Ebook correlati

Narrativa romantica storica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Un conte da amare

Valutazione: 4 su 5 stelle
4/5

1 valutazione0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Un conte da amare - Elizabeth Beacon

    Immagine di copertina:

    Gian Luigi Coppola

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Scarred Earl

    Harlequin Mills & Boon Historical Romance

    © 2013 Elizabeth Beacon

    Traduzione di Daniela Mento

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A..

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-883-0

    1

    «La prossima volta toccherà a te» disse la Duchessa Vedova di Dettingham alla nipote, con un cenno compiaciuto al mazzo di boccioli di rosa, il bouquet che la sposa aveva gettato prima di partire per il viaggio di nozze con il suo innamorato.

    Persephone guardò i fiori come se fossero cardi e ortiche, e per poco non li lasciò cadere nella polvere.

    Jessica glielo aveva lanciato di proposito, dimostrando come fosse diventata un’intrigante, da quando si era innamorata di Jack Seaborne, Duca di Dettingham.

    Lei lo aveva preso al volo più per riflesso che per il desiderio di essere la prossima a convolare a nozze, secondo la tradizione. Chiedendosi chi la nonna desiderasse farle sposare quella volta, maledì silenziosamente i parenti ficcanaso di tutte le famiglie del mondo.

    «Vi prego, non affliggete Persephone in un giorno così speciale per mia figlia, Vostra Grazia» intervenne Lady Pendle, madre della sposa.

    La sua figlia più giovane era appena diventata la moglie del cugino di Persephone, Jack, il Duca di Dettingham, eppure trovava il tempo per salvarla dalla dispotica parente. Persephone gliene fu grata.

    «Comunque, credo che Miss Brittles e Sir John andranno all’altare molto prima di me. Vedo in loro tutti i sintomi classici dell’innamoramento» rifletté ad alta voce la fanciulla.

    Si meravigliò che una coppia formata da persone così diverse da Jessica e da Jack potesse avere gli stessi atteggiamenti felici, ogni volta che i loro occhi si incrociavano.

    Si accorse troppo tardi che le sue incaute parole avevano attirato sui due l’attenzione della duchessa, e rimpianse sinceramente di non aver tenuto la lingua a posto, in presenza della terribile matrona.

    «Ah, quei due sono troppo vecchi per fare i colombi in quel modo ridicolo!» commentò la nonna, con un cipiglio feroce nella loro direzione.

    Miss Brittles fece un involontario passo indietro e Sir John Coulter ricambiò la duchessa con un’occhiata altrettanto severa. Avendo trovato una preda più interessante della sua testarda nipote, la vedova dimenticò Persephone e Lady Pendle, che vigliaccamente si allontanarono in punta di piedi fra gli invitati che affollavano i famosi giardini della splendida residenza ducale di Ashburton.

    «Sir John sembra in grado di combattere da solo le sue battaglie» commentò imbarazzata Lady Pendle.

    «E sono sicura che Miss Brittles lo ritiene ancora più meraviglioso del solito, perché la difende da quel drago della nonna» fu l’opinione di Persephone.

    «Quindi non siamo due codarde a lasciare che Sua Grazia si diverta nel suo modo peculiare» convenne Lady Pendle. E condusse Persephone dove si trovava un’altra delle sue figlie, che era in compagnia del marito e teneva in braccio il figlio nato da poco.

    «Non ti preoccupare, Persephone cara, Sua Grazia la duchessa vedova non può sopportare la campagna per più di un giorno o due, e probabilmente già si strugge di desiderio per il rumore e il tanfo della città» osservò perfidamente Rowena, Lady Tremayne. «Anche se perseguitare i nipoti è una delle sue occupazioni preferite, tutti voi Seaborne sembrate condividere l’abitudine testarda di vivere a modo vostro. Non riesco a immaginare niente di più esasperante per la povera, cara duchessa di dover combattere incessantemente con discendenti tanto ingrati come questa ultima generazione, vero, amore mio?» chiese al marito, Sir Linstock. Poi gli passò il figlio ed erede sotto lo sguardo perplesso della bambinaia che li accompagnava, la quale non capiva perché quei nobili genitori si volessero sempre occupare personalmente del bambino, invece di lasciarlo a lei come avevano fatto tutti gli altri che aveva servito in precedenza.

    Il baronetto prese il figlio con un sorriso e una scrollata di spalle, come se fosse ormai rassegnato ad avere perso la nomea che aveva tanto faticato a guadagnarsi prima di sposare una donna dal fascino unico come Rowena e di avere quel figlio sano e robusto per cui chiaramente stravedeva. C’era un’espressione di serena gioia nei suoi occhi scuri, che Persephone non aveva mai pensato avrebbe scorto.

    Sir Linstock cullava suo figlio come se avesse studiato tutta la vita per diventare un padre amorevole. Eppure aveva goduto di una delle peggiori reputazioni di dongiovanni, a Londra. Solo i ridenti occhi azzurri di Rowena erano riusciti a compiere il miracolo, una sera a Mayfair, e lui era caduto ai graziosi piedi della fanciulla come avrebbe fatto un qualsiasi ragazzo ingenuo, appena arrivato dalla campagna.

    «Credo che ben presto la duchessa penserà di non essere stata trattata con il rispetto che merita e chiederà di essere immediatamente portata a casa» osservò lui laconico. «Il suo cocchiere se lo aspetta di sicuro, e starà già preparando i cavalli per la partenza.»

    Persephone rise. Le piaceva chiacchierare con la famiglia Pendle e godeva delle loro battute spiritose e sagaci, però si chiese perché perfino l’idea di un matrimonio come quello di Rowena e Sir Linstock le procurasse i brividi. Aveva ventidue anni e avrebbe dovuto trovarsi un fidanzato, se non altro per calmare le preoccupazioni materne. Ma non aveva incontrato nessuno a cui potesse sopportare di essere legata per tutta la vita, nel corso di tre Stagioni mondane nella capitale, che erano state comunque un successo per l’elevato numero dei corteggiatori che aveva avuto.

    Un altro brivido la percorse alla prospettiva di dover incontrare da sola il suo sposo nella camera nuziale, la prima notte di nozze.

    La colpa era dei suoi genitori, decise: era stata infatti testimone di quanto fosse diventata disperatamente difficile la vita di sua madre senza l’amato marito.

    Come cigni, i Seaborne sembravano destinati a fare coppia per tutta la vita, con la notevole eccezione di suo nonno, che si era sposato per denaro e aveva mantenuto un susseguirsi di esotiche e belle amanti, una volta che l’erede e un altro figlio di ricambio avevano fatto risuonare la nursery di Ashburton delle loro grida.

    Persephone si era chiesta spesso se l’infedeltà del marito fosse stata l’origine della famosa irritabilità della nonna Dettingham, anche molti anni dopo la morte di lui.

    Proprio a causa dell’esempio dei nonni, l’idea di non sposarsi per amore faceva rabbrividire Persephone di disgusto. Sapeva che l’intimità del letto nuziale non l’avrebbe mai attirata, a meno che non fosse stata appassionatamente innamorata, ma non riusciva a immaginare di esserlo.

    Sarebbe probabilmente diventata la zitella di famiglia, un destino comunque migliore dell’accettare un marito che avrebbe finito per odiare, solo per avere dei figli e un posto assicurato nel mondo come moglie di qualcuno.

    Per evitare di essere sopraffatta dal disagio e dalla paura, spostò l’attenzione su alcuni gruppi di invitati, che chiacchieravano mentre si avvicinavano alla terrazza sul lato meridionale della casa. Da lì si godeva di una spettacolare vista delle colline gallesi da un lato e della verdeggiante campagna dell’Herefordshire dall’altro.

    I grandi clan famigliari dei Seaborne e dei Pendle si erano disposti in gruppi casuali e a coppie, insieme agli amici e ai vicini di casa di Jack, e sembravano felici e rilassati mentre si scambiavano le ultime novità della capitale.

    Sir Linstock aveva avuto ragione nell’affermare che la duchessa vedova deplorava anche tali semplici piaceri e che le sembrava una vergogna che tutta l’alta società non pendesse dalle sue labbra, come secondo lei avrebbe dovuto.

    Persephone notò lo sguardo divertito di Rowena Tremayne quando una parte considerevole del clan dei Pendle e tutti i Seaborne circondarono Sua Grazia, che intendeva tornare a Londra senza alcun indugio.

    Solo dopo che fu partita sulla sua splendida carrozza, con tutta la pompa che poteva rassicurarla della propria importanza, Persephone tornò alla terrazza con il resto della famiglia. Aveva la strana sensazione di essere osservata da qualcuno che non si perdeva una sua mossa. Provò l’impulso di nascondersi, ma rifiutò di mostrarsi codarda.

    Cercando di non dare l’impressione di stare ispezionando la folla degli invitati per cercare la causa di quello strano senso di disagio, finì per incontrare lo sguardo intenso di Alexander Forthin, Conte di Calvercombe, e lo trovò ancora più inquietante.

    Ecco un uomo che non avrebbe mai amato nessuno, a parte se stesso, considerò lei.

    Alex le aveva sempre provocato una sensazione molto particolare di ansia, eppure non poteva essere lui la causa di ciò che stava provando in quel momento.

    Il conte la irritava costantemente senza fare alcuno sforzo.

    Era ritenuto una specie di eroe dalle dame più superficiali dell’alta società, le quali avrebbero cambiato idea se solo lo avessero frequentato più spesso; sognavano da lontano la sua imperturbabile bellezza maschile, nonostante le ferite sul viso. Tuttavia ci sarebbe voluto più di un paio di cicatrici di guerra e un sorriso cinico per farne il fidanzato ideale di Persephone.

    Comunque doveva ammettere che c’era in lui molto più di un sorriso ironico e di un volto intrigante ancora bello. Aveva un titolo antico, un passato opportunamente misterioso, un corpo virile e vigoroso e quell’aria fredda e autoritaria.

    Era una donna perbene, Persephone, ma si chiedeva perché lui le facesse sempre venire voglia di non esserlo. Sembrava un eroe malvagio uscito da un romanzo gotico, di quelli che andavano tanto di moda, ma di certo si sarebbe ribellato all’idea dei vizi immaginari o delle virtù che gli venivano attribuiti dalle sue ammiratrici.

    Persephone quasi sorrise all’idea, ma si fermò appena in tempo, inorridita che il conte potesse credere che si stava rivolgendo a lui, quando niente era più lontano dalla sua mente.

    Evitò l’intenso sguardo dei suoi occhi azzurri con tutta la dignità possibile, e si diresse con passo leggero verso l’altro lato della terrazza, per fare il suo dovere di ospite con la crema della società locale e metà della nobiltà londinese, che Jack aveva invitato alle sue nozze.

    La maggior parte di loro sarebbe stata curiosa di sapere perché il Conte di Calvercombe fosse intervenuto a quel matrimonio. Il suo amore per la solitudine era ben noto e, fino a quel giorno, lui era sempre sfuggito all’attenzione dei pari.

    Lei era sorpresa che avesse rischiato di incontrare così tanti di loro, offrendosi di fare da testimone allo sposo, e cercò di ricordarsi che era ingiusto prendersela con lui solo perché aveva avuto il ruolo che sarebbe spettato a suo fratello Richard.

    Se Rich non fosse uscito misteriosamente dalla loro vita tre anni prima, da un giorno all’altro, senza una parola per rassicurarli di essere ancora vivo, Jack non avrebbe accettato come testimone nessun altro che il cugino, il quale era sempre stato come un fratello per lui.

    Persephone non poteva biasimare il Conte di Calvercombe per aver fatto il suo dovere di vecchio amico, ma quello non significava che fosse attratta da lui. Per fortuna aveva troppo buonsenso per desiderare che quel lupo solitario focalizzasse la sua formidabile attenzione su di lei. Gli lanciò un’occhiataccia esasperata per farglielo capire chiaramente.

    Quando il conte se ne accorse e inarcò un sopracciglio con aria interrogativa, gli girò le spalle per dimostrargli che non significava nulla per lei e tornò a dedicarsi agli ospiti.

    Di certo la conversazione di tutti avrebbe riguardato Richard Seaborne e la sua strana sparizione, se quello non fosse stato il matrimonio di Jack e lei non fosse stata la sorella di Rich.

    Nessuno avrebbe mai osato fare domande in proposito, ma la curiosità era evidente in molti occhi.

    Sua madre, Lady Seaborne, aveva organizzato il felice evento in modo così impeccabile che tutti coloro che erano intervenuti erano rimasti affascinati dalla coppia di sposi innamorati, e perfino la nonna era sembrata contenta, anche se a modo suo.

    A Persephone venivano le lacrime agli occhi se pensava a quanto il suo amato padre avrebbe goduto di una simile giornata.

    Quando il padre di Jack era mancato tragicamente, poco dopo la morte per parto della sua duchessa e della figlia che aveva dato alla luce, i suoi genitori si erano trasferiti ad Ashburton per aiutare Jack, che aveva solo sedici anni, ad affrontare i suoi nuovi doveri di duca e tutte le responsabilità che gli erano cadute sulle giovani spalle.

    Vergognandosi un po’, Persephone ricordava di avere messo il broncio per quei cambiamenti improvvisi nella loro vita e perché il padre e la madre si erano dovuti occupare anche del nipote. Si chiese se il fratello avesse sofferto in maniera ancora più dolorosa.

    Si rifiutò di pensarci, mentre c’era tanto ancora da fare. Intrattenne gli invitati come se non avesse una preoccupazione al mondo, e sorrise e rise fino a farsi dolere i muscoli del viso.

    Finalmente la compagnia iniziò a disperdersi. Alcuni andarono a riposare prima di cena e quelli che vivevano nelle vicinanze tornarono a casa. Persephone poté finalmente correre a nascondersi nel suo rifugio preferito.

    Una volta che fu fuori della vista della casa, si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. Era felice per Jack e la sua nuova duchessa, ed esasperata con se stessa per essersi sentita a disagio in un giorno così gioioso. Purtroppo la preoccupazione per la sorte del fratello non la abbandonava mai.

    Anche in quella splendida giornata di sole di fine estate sentiva il freddo dell’autunno, come la premonizione di un pericolo imminente.

    Rabbrividì nonostante la calura del pomeriggio e sentì che tutto stava cambiando intorno a lei. L’istinto la stava avvertendo che qualcosa di malvagio, non meglio definito, stava per aggredire il mondo sicuro che i Seaborne si erano costruiti intorno in tante generazioni.

    Almeno era riuscita a far partire Jack e la sua nuova duchessa con una risata, ingiungendo loro di godersi talmente il viaggio di nozze sui laghi inglesi da dimenticarsi di tornare a casa prima di Natale.

    Nonostante il desiderio di rimanere finalmente solo con la sua sposa, Jack non sarebbe mai partito se avesse temuto qualche problema ad Ashburton.

    Comunque si trattava solo di una sua impressione, non c’era nulla di tangibile di cui preoccuparsi veramente, nessun nemico visibile. Per il momento, almeno, concluse mentre una figura alta appariva in quella parte isolata del giardino.

    Che cosa ci faceva lì il Conte di Calvercombe? Aveva bisogno di una distrazione dopo aver fatto da testimone allo sposo?

    In ogni caso, non aveva il diritto di tormentarla perfino in quel luogo, con i suoi consigli non richiesti e il sarcasmo che era una sua caratteristica. Si chiese perché un lupo solitario come lui non potesse lasciar godere anche a lei un po’ di solitudine, almeno per una volta.

    Apparentemente ignaro

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1