Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Stregato da uno sguardo (eLit): eLit
Stregato da uno sguardo (eLit): eLit
Stregato da uno sguardo (eLit): eLit
E-book163 pagine2 ore

Stregato da uno sguardo (eLit): eLit

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

ROMANZO INEDITO
Dani Kalinski non può farci nulla. È una brillante avvocatessa di Chicago e crede solo a ciò che vede. Tutto il contrario della sua nonnina: l'eccentrica vecchietta, infatti, si diverte a giocare alla "novella Cupido" e passa il tempo a lanciare incantesimi per unire cuori solitari. Ma a volte l'amore può rivelarsi una maledizione e l'anziana signora, seppur animata dalle migliori intenzioni, finisce col ritrovarsi citata in tribunale da un innamorato insoddisfatto.

Dani è determinata a trovare le prove necessarie per scagionarla dalle accuse, ma per farlo ha bisogno di aiuto. E chi mai potrebbe affiancarla in un'impresa tanto assurda? Solo Travis Walker, ex compagno di scuola, folle quanto basta, sexy più del necessario. Per cadere tra le braccia di un tipo così, non si ha certo bisogno di essere vittima di un sortilegio.
LinguaItaliano
Data di uscita2 mag 2019
ISBN9788830500068
Stregato da uno sguardo (eLit): eLit

Correlato a Stregato da uno sguardo (eLit)

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Stregato da uno sguardo (eLit)

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Stregato da uno sguardo (eLit) - Liz Jarrett

    successivo.

    1

    Travis Walker rilesse il messaggio che aveva in mano. Cliente richiede aiuto per maledizioni della nonna. Incontro alle 13. Che cosa significava? La Walker Investigations era caduta così in basso? Se suo fratello non fosse stato in viaggio di nozze, Travis l'avrebbe cestinato prendendolo come un altro dei soliti scherzi di Max.

    Ma stavolta era impossibile. No, l'appunto era opera del loro fedele collaboratore Elvin Richards. Travis usciva con la zia di Elvin all'epoca in cui l'avevano assunto. Una volta che la sexy zia dalle splendide gambe era uscita di scena, la Walker Investigations avrebbe potuto licenziare Elvin, ma non sarebbe stato carino. Oltretutto lui si dava un gran da fare, anche se i risultati a volte lasciavano a desiderare. Comunque come si faceva ad allontanare uno così? Sarebbe stato come dare il benservito a Babbo Natale!

    «Elvin!» urlò Travis non volendo perdere tempo con l'interfono che aveva più pulsanti di un distributore automatico. Max ne andava matto, ma lui l'odiava. «Che cosa significa questo messaggio?»

    La testa biondo-rossa di Elvin fece capolino dalla porta. Sulle labbra l'immancabile sorriso da bravo ragazzo. «Quale messaggio, capo?»

    «Quello relativo all'incontro dell'una.» Travis sventolò il pezzo di carta in aria. «Mi spieghi che cosa vuol dire?»

    Elvin fece un piccolo movimento con la testa, mormorando: «Significa che quella signora vuole il nostro aiuto per le maledizioni di sua nonna».

    Travis aggrottò le sopracciglia. «So leggere. Ma che cosa significa? Non le hai chiesto qualche informazione in più?»

    Elvin continuò a sorridere scuotendo la testa. «No. Mi sono attenuto a quello che lei e Max mi avete sempre raccomandato. Di non chiedere mai nulla a potenziali clienti. Per non infastidirli.» Si guardò intorno aggiungendo sottovoce: «Penso che questa nonna sia un tipo un po' particolare. Anche la mia lo era».

    Travis non ne dubitava, visto il nipote. Ma l'informazione non gli era di grande aiuto in quel momento.

    «La prossima volta cerca di scoprire qualcosa di più» gli suggerì, ringraziando mentalmente il cielo che almeno Max non fosse lì ad assistere a quella conversazione. Come tutti i fratelli, Max si divertiva un mondo a fargli notare quanti problemi creasse la decisione di affidarsi all'istinto nella gestione della propria attività.

    «Non sono molto abile a scovare informazioni. Che altro le avrei potuto chiedere senza estorcergliele?» Elvin socchiuse gli occhi un po' confuso.

    Travis fece un profondo respiro prima di mormorare risentito: «Siamo investigatori privati. Estorcere informazioni è il nostro lavoro».

    «Mi sembra scortese.»

    Prima che Travis potesse rispondere - e gli erano venuti in mente diversi modi per farlo - si sentì suonare alla porta avvertendoli che la cliente era arrivata. Elvin si precipitò fuori dall'ufficio di Travis, dirigendosi verso la porta d'ingresso. Travis non si mosse, aspettando che Elvin l'accompagnasse da lui. Ma non vedendo arrivare nessuno, ci rinunciò e si recò lui stesso all'ingresso.

    Vi trovò Elvin seduto dietro la scrivania che fissava inebetito la nuova venuta. Davvero molto professionale, lanciare sguardi languidi ai clienti.

    Travis fissò a sua volta la persona seduta sul divano e fece un profondo respiro. Okay, forse Elvin non aveva tutti i torti. Si trattava di una bella donna, alta e bruna, quel tipo di donna che si rivolge a un investigatore privato solo nei film, ma mai nella vita reale.

    La donna gli fece un bel sorriso che gli provocò uno strano brivido. Poi si alzò, andandogli incontro con un'aria sexy e un'andatura se possibile ancor più conturbante.

    Oh, accidenti.

    «Salve» lo salutò con voce altrettanto seducente. Quando gli fu vicina Travis non poté fare a meno di notare quanto fossero scuri i suoi occhi. Non castani. Neri. Un nero profondo. Quel tipo di occhi che possono ammaliare un uomo.

    «Si sente bene?» gli chiese lei, aggrottando le sopracciglia.

    Travis cercò di riprendersi. Ottimo, mancava solo che continuasse a fissarla imbambolato come stava facendo Elvin. Spronandosi mentalmente le sorrise e, porgendole una mano, si affrettò a esclamare: «Eccome! Salve, sono Travis Walker».

    Lei gli prese la mano nelle sue, ma invece di stringergliela inclinò la testa da un lato sorridendogli pacatamente. «E io sono...»

    Cavolo. Travis provò un senso di delusione. Finalmente si presentava una cliente mozzafiato nel suo ufficio e lui scopriva che si trattava di una vecchia conoscenza. La sua solita fortuna.

    «Felice di conoscermi?» osservò lui, sperando di risultare spiritoso.

    L'espressione della donna non cambiò, ma il suo sguardo si fece più cupo. Percependo tutta la sua delusione, Travis l'osservò con più attenzione. Doveva averla già vista da qualche parte, ma dove? La risposta più semplice era che tempo prima fosse uscito con lei, ma sapeva che non poteva essere vero. Si sarebbe ricordato di una donna così. Impossibile dimenticarla.

    «Sono Danielle. Danielle Karlinski» disse lei con voce vellutata. «Dani.»

    Improvvisamente lui la riconobbe. Ecco chi era. «Gypsy!»

    Lei rise di cuore. Una risata seducente come tutto il resto. «Adesso sono passata a Dani, mio caro Killer.»

    Dall'altra estremità della stanza Elvin chiese: «Killer? Perché Killer?».

    Era da anni che nessuno lo chiamava più così. «Era il mio soprannome di quando frequentavo il liceo. Niente di particolare.»

    Non aveva intenzione di aggiungere altro pensando che Elvin non avesse bisogno di una spiegazione. Ma si era dimenticato che Gypsy non stava mai zitta.

    Dopo avere rivolto un sorriso a Travis, Dani disse a Elvin: «Facevamo parte dello stesso gruppo al liceo. Ciascuno di noi aveva un soprannome. Il mio era Gypsy per via dei miei capelli e dei miei occhi scuri...».

    Travis scosse la testa. «No. Non per questo. Ti chiamavamo Gypsy perché tua nonna ci aveva detto che la tua famiglia era di origine zingara.»

    «Ma non è vero» ribatté lei sorridendo. «E soltanto voi creduloni ci potevate cascare.» Lanciò un'occhiata a Elvin. «Mio padre è un assicuratore e mio nonno gestiva una ferramenta. Difficile prenderli per zingari.»

    Dani si rivolse di nuovo a Travis e lui non poté fare a meno di sorriderle. Maledizione, che piacere rivederla. Era molto cambiata negli anni. Al liceo era stata un tipetto scarno con grandi occhiali.

    Non lo era più. Adesso era una bella ragazza. Alta, con curve generose e un modo molto sexy di muoversi, era la personificazione di una fantasia.

    «Ehi, Killer.» Dani fece un cenno con la mano per richiamare la sua attenzione. «Sei qui con noi?»

    «Certo che ci sono.» Poi, rendendosi conto che non aveva senso mentirle, visto che quello a cui stava pensando molto probabilmente glielo si leggeva in faccia, confessò: «Stavo notando che sei diventata davvero splendida».

    «Ah, che carino, Killer. Grazie. Dovrei dire che anche tu sei cambiato, ma... Be', non lo sei.» Dani sorrise di nuovo. «Sempre pronto a flirtare.»

    «Ehi» protestò lui. Certo, talvolta lo faceva. Okay, forse anche abbastanza spesso, ma non in quel momento.

    Tuttavia bastò un'occhiata a Dani per capire che lei non era intenzionata a credergli.

    «Oh, ammettilo, Travis!» esclamò lei. «Sei sempre lo stesso.»

    Lui stava per protestare di nuovo, ma poi decise di tentare un approccio diverso. Le rivolse uno sguardo contrito. Funzionava sempre con le donne. «So che ero alquanto scapestrato al liceo, ma adesso sono un adulto. Ero sincero prima. Sei bella e non solo esteriormente. Hai la stessa dolcezza interiore di quando eravamo adolescenti.»

    Dani lo guardò con un'espressione pensierosa sul volto. Travis riuscì a malapena a nascondere un'aria di vittoria. Sì! Era certo che lei non sarebbe stata capace di resistere al suo sguardo. Era quello il modo in cui conquistava le donne, facendo loro credere...

    «Stai scherzando, vero?» La sua risata stavolta fu un po' più scomposta. «Non sei sincero quando dici queste cose a una donna, non è così? Almeno è questa l'impressione che dai.» Dani gli batté su un braccio. «Noi donne sappiamo quando voi uomini ci state mentendo, Travis. La tua battuta di prima suonava alquanto insincera. In qualità di avvocato ho avuto modo di studiare le persone e mi sento obbligata a far notare che quando si mente è solo perché si hanno dei problemi di fiducia in se stessi.» Gli toccò di nuovo un braccio. «Forse dovresti farti aiutare.»

    Travis sollevò un sopracciglio. «Che carina. E, a proposito, grazie per l'interessamento, ma me la caverò anche da solo.»

    Dani gli lanciò quel tipo d'occhiata che le donne riservano ai cuccioli. «Okay, ma ricordati che non è una vergogna ammettere di avere un problema.»

    Travis era conscio che Elvin non si stava perdendo una battuta, perciò decise che sarebbe stato più opportuno continuare la conversazione nel suo ufficio.

    «Il tuo interessamento è davvero esagerato» disse asciutto, ma lei si limitò a sorridergli di nuovo. E Travis non poté che fare altrettanto. Che strano, si era quasi dimenticato di quanto tempo avessero passato al liceo a ridere. Ma adesso, rivedendo Gypsy, doveva ammettere che quelli erano stati degli anni davvero gloriosi.

    «Non mi ha detto perché lo chiama Killer» osservò Elvin sempre seduto alla sua scrivania. «Ha fatto qualcosa di male al liceo?»

    Senza distogliere gli occhi da Travis, Dani gli spiegò: «Travis era un vero e proprio killer con le donne. Un rubacuori fatto e finito. E le ragazze impazzivano per lui».

    «No, non è vero» si affrettò a precisare Travis. «Ero solo un po' più disinibito di altri. E voi vi lasciavate facilmente impressionare.»

    Un altro sorriso. E stavolta anche incredibilmente sexy. Dani era proprio una gran bella donna.

    «Travis? Un rubacuori?» Elvin storse il naso. «Sei sicura?»

    Le parole grondanti scetticismo di Elvin riportarono Travis alla realtà. Era stato quasi tentato di dire che sì, aveva fatto impazzire le ragazze al liceo. Poi si rese conto che la cosa non l'avrebbe aiutato a convincere Dani che ora era una persona adulta.

    «Immagino che tu abbia poco tempo. Vieni nel mio ufficio e dimmi di tua nonna.» Aprì la porta e stavolta, quando lei gli sorrise, mantenne un cortese distacco professionale. Lei gli passò accanto e a lui non sfuggì il compiacimento che lesse sulle sue labbra. Come neppure il piacevole odore di muschio del suo profumo.

    Ancora una volta avvertì un fremito. E, sentendosi osservato, si girò verso Elvin. «Non hai del lavoro da fare?» gli chiese.

    Elvin scrollò le spalle. «Penso di sì. Ma questa faccenda è molto più interessante.» Poi, con voce un po' più bassa, domandò: «Che cosa è successo a sua nonna?».

    «Mi faccia entrare qui dentro con Travis, così glielo dirò» ribatté Dani.

    «D'accordo. Mi aggiornerà più tardi?» chiese Elvin.

    Travis aggrottò le sopracciglia. «Non credo proprio. Adesso torna a lavorare.»

    Entrò nell'ufficio e chiudendo la porta notò che Elvin aveva ripreso a concentrarsi su un gioco elettronico.

    «Che moccioso» borbottò.

    «Probabilmente ha solo bisogno di una figura maschile di riferimento che gli insegni come comportarsi» osservò Dani.

    «Lo dici in qualità di studiosa del comportamento umano?» le chiese Travis avvicinandosi a lei.

    «Più o meno. È un giovane intelligente che cerca di fare una buona impressione.»

    In quel momento Elvin iniziò a canticchiare la melodia di una pubblicità di giocattoli. Mentre cantava, il tono diventava via via più forte e più entusiasta. Travis fissò Dani sollevando un sopracciglio. «Mi sembra che tu non sia molto brava a giudicare le persone.»

    «Di solito sì» ribatté lei. «Forse quel ragazzo ha bisogno di un po' più di tempo per crescere.»

    «Sì, gli ci vorranno un paio di secoli.»

    Lei gli sorrise di nuovo. «Che piacere rivederti, Travis. Non ridevo così da anni.»

    Poi fece l'unica cosa che Travis aveva sperato che lei non facesse. L'abbracciò.

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1