Scandali e passioni: Harmony Collezione
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Info su questo ebook
Carole Mortimer
Carole Mortimer was born in England, the youngest of three children. She began writing in 1978, and has now written over one hundred and seventy books for Harlequin Mills and Boon®. Carole has six sons, Matthew, Joshua, Timothy, Michael, David and Peter. She says, ‘I’m happily married to Peter senior; we’re best friends as well as lovers, which is probably the best recipe for a successful relationship. We live in a lovely part of England.’
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Anteprima del libro
Scandali e passioni - Carole Mortimer
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Prince’s Pleasure
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2005 Carole Mortimer
Traduzione di Velia De Magistris
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-3052-072-1
1
Zak Prince scosse lievemente la testa mentre guardava la donna in piedi sulla soglia della porta della sua suite. «Perché immaginavo che lei fosse un uomo?» domandò infine.
Gli occhi color cioccolato di Tyler Wood si illuminarono di incredulità. «Io non ne ho idea» replicò. «Per quale motivo immaginava una cosa simile?»
Zak sospirò. «Questo bisognerebbe chiederlo al mio caro fratello Nik» affermò.
«Ho l’aspetto di un uomo?»
Assolutamente no. Il fatto era che Nik non si era dilungato in troppe spiegazioni. Si era limitato a informarlo di aver concesso, in sua vece, a un reporter di nome Tyler Wood un’intera settimana da trascorrere con lui con lo scopo di raccogliere elementi necessari per un’intervista esclusiva. E, tipico di Nik, aveva omesso di dirgli che il reporter in questione non solo era una reporter, ma che era anche giovane e bella.
«Per niente» ammise Zak, indeciso se essere più risentito nei confronti del fratello o dell’affascinante giornalista. «Nik ha anche dimenticato di precisare che lei è americana» aggiunse. Ovviamente, anche questa omissione non era per nulla casuale. Suo fratello aveva ipotizzato – e a ragione – che per lui sarebbe stato più difficile tenere a distanza un’avvenente connazionale piuttosto che un pedante cronista inglese.
Tyler Wood scrollò le spalle. «Deduco che suo fratello sia un uomo di poche parole.»
Deduzione esatta. Ma se c’era una cosa che detestava, era essere raggirato, pensò Zak osservando la giornalista. Perché, nonostante i pantaloni mimetici, la semplice maglia di cotone nera aderente, e i capelli castano scuro, nessuno avrebbe potuto pensare che Tyler Wood fosse un uomo. Gli occhi di un caldo nocciola ombreggiati da ciglia lunghissime, i lineamenti perfetti del viso, le labbra carnose e il naso piccolo puntato verso l’alto non davano adito ad alcun dubbio. Come del resto anche i fianchi tondi e il seno piccolo, ma pieno, che premeva contro la stoffa della maglia parlavano chiaro.
«Perché un’americana lavora per una testata inglese?» domandò incuriosito, poiché sapeva che negli States c’erano molte possibilità di carriera per una giornalista.
«Per lo stesso motivo per cui un attore americano firma un contratto in Inghilterra» ragionò Tyler. «Pensa che possa entrare?» buttò lì infine.
Ovviamente, Zak non aveva intenzione di lasciarla tutta la mattina in piedi in un corridoio di albergo, ma era ancora contrariato dall’aver scoperto che una donna così bella sarebbe stata la sua ombra per sette interi giorni.
Già non era stato particolarmente entusiasta quando Nik gli aveva comunicato di aver preso l’impegno al suo posto, per quanto capisse che suo fratello era stato costretto a ricorrere a misure straordinarie per difendere la sua neo sposa da un battage pubblicitario tanto inatteso quanto nocivo. Infatti, era stata proprio Tyler Wood a mettersi sulle tracce di sua moglie, ma Nik era intervenuto e l’aveva convinta a lasciar perdere quella storia offrendole come contropartita un’intervista esclusiva con lui, attore di fama mondiale che fa sempre notizia.
Però, chissà per quale motivo, lui aveva capito di dover tollerare per una settimana la presenza di un uomo, che avrebbe scritto la sua intervista prima di sparire per sempre dalla sua vita. Scoprire che, invece, Tyler era un’avvenente fanciulla, gettava una luce diversa sull’intera situazione. «Sì, suppongo che possa entrare» sospirò, facendosi da parte.
Non era molto alta, la sua testa gli sfiorava appena la spalla, notò Zak quando lei lo oltrepassò. E il suo sorriso era davvero ammaliatore, si rese conto quando la giornalista si voltò verso di lui. E tutto ciò lo infastidiva, e molto! Era sempre riuscito ad avere un rapporto decente con i rappresentanti della stampa perché era sempre stato lui a dettare i termini di quel rapporto; non solo, ma non aveva mai provato alcun tipo di attrazione per uno di loro. Ora, invece, come avrebbe fatto a trascorrere sette giorni in compagnia di quella donna così intrigante mantenendo allo stesso tempo da lei le dovute distanze?
Tyler chinò la testa da un lato e lo osservò con aria pensosa per qualche istante. «Ammetto di aver sempre pensato che lei fosse diverso...» commentò. «Più affascinante, e decisamente più gentile.»
Perché con i giornalisti mi comporto in modo affascinante e gentile, pensò Zak, anche se in verità era qualcosa che non stava facendo con Tyler. Svelto, cercò una scusa per giustificare i suoi modi bruschi. «Sono le nove del mattino, e sono andato a dormire alle quattro. In queste condizioni, pensa davvero che potrei essere disponibile a un incontro con una cronista?»
Tyler rise. «Deve scusarmi, signor Prince, la mia non voleva essere una critica.»
Zak le rivolse un’occhiata circospetta. Non solo era stato sgarbato, ma era perfettamente consapevole del proprio aspetto. La festa a cui era intervenuto la sera prima si era protratta più a lungo del previsto, e lui aveva bevuto qualche coppa di champagne di troppo. Gli era costato un’enorme fatica scendere dal letto quella mattina, qualcosa che aveva fatto non più di cinque minuti prima che lei bussasse alla sua porta.
Quindi aveva indossato alla svelta il pantalone scuro e la camicia bianca che aveva lasciato per terra quando si era spogliato, si era passato una mano fra i corti capelli scuri, e non aveva neanche preso in considerazione la possibilità di radersi. Per quanto in genere preferisse un look volutamente trasandato, immaginava che il suo aspetto di quella mattina fosse trasandato e basta.
«So di essere stato piuttosto scortese» riprese. «Forse è colpa dell’età? Una volta ero in grado di divertirmi per tutta la notte e di presentarmi sul set alle sei del mattino, fresco come una rosa. Ma queste non sono informazioni che deve usare per il suo articolo» si affrettò a precisare, quando la vide estrarre dalla tasca una penna e un blocco per gli appunti.
«Capisco.» Un’ombra di disappunto velò gli occhi nocciola di Tyler, che comunque ripose immediatamente il blocco. «Esattamente quanti anni ha?» si informò.
«Trentasei. E lei?»
«Ventisei.»
Zak annuì. «E riesce ancora ad andare in giro per tutta la notte e ad essere pronta per lavorare il mattino seguente?»
Di nuovo Tyler rise. «Questo, onestamente, non l’ho mai fatto.»
«Allora forse per me c’è ancora speranza» commentò Zak scrollando le spalle.
«Forse sì, signor Prince...»
«Zak» la corresse lui. «Il signor Prince è mio fratello Nik.» Cioè un uomo del tutto unico, arrogante, determinato, sicuro di sé e del proprio valore. E adesso anche felicemente sposato.
«Mi stavo chiedendo, signor... Zak» si corresse subito Tyler, «se per caso ti sei sentito costretto, da me o da tuo fratello, a rilasciarmi questa intervista.»
«Per caso, lei dice? Sicuramente, signorina...»
«Tyler» precisò lei.
«Tyler, d’accordo. Sono stato costretto, da te e da Nik, a rilasciare questa intervista. Ma di cosa si tratta, comunque? Sono quasi certo che il giornale che ha pubblicato il tuo ultimo articolo su Nik e Jinx non può essere interessato a un’esclusiva.»
Tyler abbassò la testa, come per eludere il suo sguardo. Il suo imbarazzo era ovvio, pensò Zak, perché la testata per cui lei lavorava non era altro se non uno squallido giornale scandalistico.
Un solo istante dopo però lei aveva ripreso a sorridere. «Ovviamente hai ragione» confermò, «ma la domenica il Daily Informer esce in edicola con un supplemento, una rivista dedicata alle famiglie, piuttosto interessante in verità.»
«Capisco. E tu intendi pubblicare l’intervista su questo supplemento?»
Invece di rispondere, Tyler si avvicinò alla finestra. «Uno splendido panorama» commentò in un’ovvia manovra elusiva.
Che ovviamente non sfuggì a Zak. «Sì, splendido» confermò, poi aprì la bocca per riprendere a parlare ma fu interrotto da un colpo alla porta.
«Questo deve essere il mio fotografo» affermò lei.
«No!»
«Oh, invece io credo proprio che sia lui» insistette Tyler con tono rassicurante dopo aver guardato l’orologio di metallo che portava al polso sottile. «Ho chiesto a Perry di raggiungermi alle nove e un quarto.»
«Non ero in disaccordo con te su chi poteva esserci fuori dalla porta» precisò Zak. «Ma il patto che hai fatto con mio fratello non includeva un fotografo.» Almeno, pensò, sperava che non lo includesse.
«Ma io ho bisogno di foto per corredare l’articolo!» protestò Tyler.
«Le avrai, ma alla fine della settimana, quando lo deciderò io.»
Per qualche istante lei sembrò interdetta, infine annuì. «Va bene» concesse, «avviso Perry del cambiamento di programma, così poi noi potremo iniziare...»
«Io torno a letto» la interruppe Zak, «ma non ho obiezioni se vuoi raggiungermi lì per iniziare...» Intenzionalmente lasciò la frase in sospeso, negli occhi blu un muto messaggio di sfida. Era sempre meno felice all’idea di dover restare in compagnia di quella donna per un’intera settimana e, se non fosse stato per il profondo affetto che lo legava a suo fratello maggiore, non avrebbe avuto alcuna esitazione nel metterla alla porta. In realtà, tentò di rassicurarsi, era un espediente al qualche poteva sempre ricorrere.
Tyler socchiuse gli occhi. «Ho la sensazione che ti piaccia giocare con me» borbottò.
«In altre circostanze, mi piacerebbe eccome» sottolineò Zak. «Ma in questo preciso momento, con un fotografo fuori alla porta della mia suite...» Scosse la testa. «Voglio soltanto andare a dormire. Da solo» aggiunse poi.
«Naturalmente.» Con passi agili e aggraziati Tyler raggiunse la porta. «Forse possiamo incontrarci questo pomeriggio?» propose. «Senza fotografo.»
«Forse» concesse Zak. «Ma telefona prima di salire. Non vorrei urtare la tua sensibilità facendomi trovare in buona compagnia.»
Tyler impugnò la maniglia della porta, quindi si girò. «La mia sensibilità non è così delicata» affermò. «In effetti, sono già piuttosto sorpresa di averti visto da solo stamattina. Dimmi, quando hai lavorato con John Devaro l’anno scorso...»
«No, non un’altra ammiratrice di John Devaro» sospirò lui. «Ma sì, è bello di persona così come appare sul grande schermo. E sì, è un tizio molto simpatico.»
«In realtà io volevo chiederti se ti ha infastidito il fatto che al suo nome fosse stato dato maggior rilievo che al tuo sui cartelloni pubblicitari.»
Un attacco, e per di più inaspettato, capì Zak. «Per niente» replicò con noncuranza. «Abbiamo deciso insieme di adottare un neutrale ordine alfabetico.»
«Oh, bene. Ci vediamo dopo, allora.»
E con un sorriso beffardo che le aleggiava sulle labbra, Tyler uscì dalla suite e richiuse accuratamente la porta alle sue spalle.
Forse, in Tyler Wood c’era qualcosa in più di un paio di occhi nocciola e di un viso perfetto, ipotizzò Zak. Forse, aveva sottovalutato la determinazione di una donna americana che stava cercando di farsi strada in un campo professionale in genere dominato dagli uomini, e in un paese a lei straniero, oltretutto. Comunque gli restavano solo due possibilità. Continuare a opporsi, mostrandosi rude e poco disposto alla collaborazione, oppure cedere all’attrazione che provava verso di lei e cercare di affascinarla fino al punto di portarsela a letto.
Una scelta difficile, in realtà.
2
«Ma che razza di arrogante» borbottò Perry mentre attraversava al fianco di Tyler l’ampio atrio dell’albergo per raggiungere la porta d’ingresso.
Tyler capiva la sua