Caracollo Express

Di Livy Former e Lucia Monjoi

Un gatto, un ragazzino e tre adulti salgono un giorno sul Caracollo Express.
Sono convinti che sia un treno come tanti, fino a che non si accorgono di non poter scendere e di essere gli unici passeggeri a bordo. Stazione dopo stazione, infatti, nessuno sembra accorgersi della loro locomotiva.
E la destinazione, poi? Neanche lontanamente quella che immaginavano.
Un tragitto davvero imprevedibile, che in fondo assomiglia a un viaggio dentro se stessi: il più avventuroso!
Età: dai nove anni in su.

• Lingua: Italiano
• Editore: Condaghes
• Data di uscita: 6 mar 2021
• ISBN: 9788873567806

Anteprima del libro

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Livy Former

Caracollo Express

illustrazioni di Lucia Mongioj

ISBN 978-88-7356-780-6

378

Condaghes

Indice

Caracollo Express

Il professore è preoccupato

E adesso cosa faccio se ho perso la vena?

La signora Rosetta

La signora Rosetta ha un’idea

Il professore ci pensa su

Il professore parte con Mister Gugu

E il treno va

Il professore ha sbagliato treno?

Ma chi sono gli altri passeggeri?

Il Caracollo Express

Che si tratti di un rapimento?

Ma a Reggio Calabria...

A pranzo sul Caracollo Express

Il Caracollo Express riparte

La strana corsa del Caracollo Express

Adesso ci deve proprio dire dove stiamo andando

Il signor Aurelio Denaroni

La signora Filomena Mandarancio

Fermata a Soffice City

Il super ipermercato di Soffice City

Alla ricerca di Gigi

La storia di Gigi

E adesso?

Un incontro

Sono un risparmiatore impegnato

E se invece desiderassimo...

Si riparte?

Da solo con Mister Gugu

Ma poi anche col signor Denaroni

Ora siamo soli davvero

Ma lei, perché è salito sul Caracollo Express?

Si ritorna a casa

Caracollo Express, addio

Una sorpresa per la signora Rosetta

L'Autrice e l'Illustratrice

Colophon

Caracollo Express

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Il professore è preoccupato

Il professor Guglielmo Spennapolli camminava avanti e indietro, borbottando fra sé a capo chino, sulla striatura sbiadita che attraversava a metà il vecchio tappeto rosso che ricopriva buona parte del pavimento del suo studio e formava una specie di sentiero liso.

Era uno spilungone secco, con la testa grigia di capelli disordinati un po’ incassata dentro le spalle curve; sulla faccia magra spiccavano un lungo naso leggermente a becco, due folte sopracciglia nere, un pizzetto corto che gli copriva in parte il mento appuntito e due vivaci occhi scuri.

Indossava, sorretti da un paio di bretelle marroni, un paio di calzoni grigio topo che avevano perso la piega da tempo e una camicia chiara con le maniche rimboccate. Ai piedi calzava delle babbucce di panno verde.

– Acciderboli, ma cosa mi sta succedendo? – si chiese per tre volte, e dato che da se stesso non gli venne nessuna risposta, rivolse la domanda a quella specie di palla di pelo nera che era il suo gatto, che se ne stava acciambellato su un decrepito divanetto a fiori verdi a lato della grande scrivania di legno scuro.

Mister Gugu aprì un occhio e soppesò per un attimo il professore. – Miahiii – fu tutto quello che rispose.

Mister Gugu aveva due sole risposte, che utilizzava per qualsiasi tipo di comunicazione.

Miahiii stava a significare: «E io che ne so, perché lo chiedi a me?», «Boh!», «Vattelapesca».

Miahuuu voleva dire: «Non sono assolutamente d’accordo», «Non ci sto», «Non se ne parla neppure», «Mi dissocio!».

Non c’era stata, nella vita di Mister Gugu, neppure una volta in cui avesse pronunciato Miahooo, equivalente della magica parolina «sì» nel linguaggio umano.

– Già, ma perché lo chiedo a te? Devo essere proprio suonato, visto che sei il gatto più menefreghista che sia mai nato su questo pianeta! – esclamò il professore gesticolando con le mani ossute verso Mister Gugu che, per tutta risposta, chiuse l’occhio che era rimasto nel frattempo aperto e si rimise a dormire senza scomporsi.

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E adesso cosa faccio se ho perso la vena?

Il professore sospirò. Possibile che avesse esaurito la vena? Negli ultimi anni aveva scritto molto, di tutto e di più su vari argomenti, ma da qui a non riuscire a mettere più insieme neppure un raccontino… C’era di che preoccuparsi.

Ripensò con soddisfazione ai suoi libri più famosi, da quel primo Craccola il vampiro che gli aveva aperto una carriera di scrittore dopo tanti anni di insegnamento. Era stato un vero trionfo al quale ne erano seguiti diversi altri: tutti i suoi racconti erano diventati best sellers.

Andò a sedersi alla scrivania, spostò pile di libri, riviste, giornali, foglietti con appunti incomprensibili e cataste di lettere per crearsi uno spazio. Prese un