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Come un Lupo nell'ombra 2: L'ascesa di Kino
Come un Lupo nell'ombra 2: L'ascesa di Kino
Come un Lupo nell'ombra 2: L'ascesa di Kino
E-book249 pagine3 ore

Come un Lupo nell'ombra 2: L'ascesa di Kino

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Info su questo ebook

Krell è condannato e Smir sceglie di seguirlo nella fine. Ma prima deve trovare il modo di liberare i compagni che suo malgrado ha imprigionato nella montagna. Compito impossibile e la via verso valle è sigillata. L’unica possibilità potrebbe trovarsi sulla vetta che però resta al di fuori della sua portata.  Nel frattempo Kino, tra ostacoli e visioni, enigmi e incontri sconcertanti proverà a dipanarsi da una massa d’intricate ambiguità. Manca l’ultimo fondamentale elemento ma il tempo sta per scadere.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2021
ISBN9791220279956
Come un Lupo nell'ombra 2: L'ascesa di Kino

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    Anteprima del libro

    Come un Lupo nell'ombra 2 - Manfredi Venturini

    Note

    Come un Lupo nell'ombra 2

    L'ascesa di Kino

    A Val, il mio 0Δ F

    Personaggi principali

    Val - Smir : Guardiana, Custode e Incantatrice

    Man - Krell: Guardiano e Custode

    Candia Flesi - Ciaris : professoressa, Guardiana e Custode

    Kino: studente

    MariaGiovanna-MariJo-Magic: studentessa

    Cinzia: studentessa

    Rossana: studentessa

    Alex: ragazzo carnico

    Multy: imago

    Terry-Teresa: casara

    Pier: casaro

    C’è sempre una soluzione per ogni problema.

    Se non c’è... allora non è un problema:

    è un dato di fatto

    Krell

    da Il Libro delle Scelte

    PARTE QUARTA - TERRA

    LA BARRIERA

    PROLOGO

    Vuoto.

    Si sente vuoto. Come da tanto tempo ormai. Troppo.

    Alza gli occhi all’albero nel giardino sotto il quale si è attardato, è rigoglioso nonostante la lunga siccità che affligge la campagna attorno.

    «È tempo di dormire, amico mio, ne abbiamo visti di anni passare!»

    D a tempo non dà più frutti e solo rade foglie spuntano dai rami contorti. Il freddo invernale, la pioggia e i parassiti hanno scavato il nucleo del tronco e solo un sottile anello di legno sostiene la pianta cava. È vuota e l’uomo in questo la sente affine. Due esseri all’apparenza integri ma annientati nell’intimo. Simulacri, false facciate di normalità.

    Si gira volgendo lo sguardo a una macchia nerastra che contrasta col verde del prato, una zona di terreno morta a ricordo del suo errore, del suo maledetto errore. Non c’è giorno che non vi sosti davanti come a volersi infliggere una punizione quotidiana, ma lì nulla vi crescerà più. Mai più. Non da quel giorno lontano e nonostante attorno tutto sia un inno alla vita.

    Il cellulare lo riscuote dal malinconico torpore in cui si è immerso.

    «Si?» risponde «Certo, arrivo subito. Tra cinque minuti sono allo studio.» chiusa la conversazione infila il piccolo strumento nella tasca dei pantaloni.

    «Devo andare caro amico. Forse oggi non è ancora tempo di riposare, forse abbiamo ancora un perché di esistere.»

    Tristemente accarezza la rugosa corteccia per poi allontanarsi con un rassegnato sorriso. Si blocca interdetto osservandosi il palmo come stupito, gli sembra di provare una strana sensazione da tempo dimenticata, ma si riprende in fretta incamminandosi verso la sua auto con un’espressione di vago sconcerto.

    Un nuovo giorno incomincia. Come tanti, come sempre.

    Il sole pigramente si alza in una parabola lenta nel cielo. Il giardino si riempie di ronzii e piccole attività.

    Un germoglio spunta sul vecchio albero, poi un altro e un altro ancora. Diventano fiori di delicati petali bianchi. Nessun’ape si posa su di essi perché non c'è tempo: già piccoli frutti li hanno sostituiti mentre intorno ancora indugia una restia primavera.

    1

    «Incredibile» esclamò sconcertato Alex seduto sulla lunga panca di legno grezzo coi gomiti appoggiati a un tavolo altrettanto rustico. I lunghi capelli neri e ribelli si scuotevano assecondando lo scrollare della testa. Di fronte a lui Cinzia, Kino e MaryJo ascoltavano le sue esclamazioni in silenzio.

    «Incredibile» ripetè per l’ennesima volta «Ma che giornata! E chi se lo immaginava che sarebbe andata così! Val una Guardiana! E anche Man! Per non parlare della vostra insegnante! E ora voi!»

    «Veramente il termine più appropriato per definirci sarebbe Potenze. Guardiani e Custodi degli Elementi sono gli attributi specifici delle attività che svolgiamo» lo corresse Kino scrupoloso e un po’ pedante.

    «Ok, non ho capito niente ma devi ammettere che siete portentosi! Come vi invidio!»

    «Non sono mica sicuro che sia una bella cosa, sai!»

    «Facciamo cambio allora, prendo io il tuo Potere.» provò a scherzare il ragazzo carnico. «E poi i nickname che hanno: Val è Smir, Man è Krell e la vostra prof Candia Flesi è Ciaris. Fighissimi!»

    Kino non diede segno di aver ascoltato le ultime frasi perso com’era nei suoi pensieri, con lo sguardo fisso in una venatura del legno che seguiva con l’unghia. Come le altre due compagne sedute lì accanto era ancora frastornato dal susseguirsi di eventi in quella vorticosa giornata nonchè dei cambiamenti avvenuti in loro, così inaspettati e in modo tanto repentino.

    La grande sala della Casera Pramosio era stipata dai loro compagni di classe, tutti reduci dall’attacco dell’EN, l’Eterno Nemico, lungo le rive del lago sulla montagna. La gita scolastica di sette giorni in Carnia, organizzata da Man, l’amico della loro Professoressa Candia, si era risolta in una battaglia tra le forze del Bene e del Male. Da un lato i Poteri dell’Aria, del Fuoco e dell’Acqua, dall’altra quelli molteplici dell’avversario.

    In un primo tempo la sconfitta e l'annientamento erano sembrati inevitabili, poi una nuova speranza si era riaccesa con la comparsa dei Doni nei tre giovani per poi sgretolarsi una volta ancora di fronte alla forza soverchiante dell’Oscuro, come Smir chiamava l’EN. Infine l’arguzia di Alex aveva suggerito la soluzione che li aveva salvati tutti. La lunga giornata li aveva poi condotti in quel ricovero sotto il monte, teatro dello scontro.

    Le tavolate di abete erano colme di brocche di tè caldo già in parte versato in tazze di coccio smaltato da cui esalavano volute di vapore. Alcune inquietanti teste imbalsamate di cervi e cinghiali li osservavano con severità dalle pareti. La maggior parte dei ragazzi era assiepata davanti al largo focolare in cui un grosso ceppo di faggio ardeva pigramente. Non era una stata giornata particolarmente fredda ma nonostante ciò i corpi dei presenti erano percorsi da brividi. La reazione allo stress si era ben presto manifestata al lago e tornare giù al pianoro si era dimostrato più faticoso del previsto.

    Il gruppetto di quattro ragazzi era appartato in un angolo del vasto locale. Non era stata una scelta deliberata bensì un isolamento conseguente a una inusuale distacco dimostrato dai compagni nei loro confronti, sia fisico che personale, come se fosse necessario un tratto di terra di nessuno a separarli.

    Erano cambiati in modo sostanziale e gli altri lo percepivano preferendo stare raggruppati sulle panche vicino al fuoco, o accovacciati di fronte alle fiamme. Pochi rivolgevano lo sguardo nella loro direzione e anche quel contatto era fugace come se stabilire un rapporto visivo fosse inopportuno. Eccetto Rossana.

    Seduta all’estremo opposto della panca di Kino con calma e delicatezza stava disponendo le piante da lei raccolte sul sentiero incurante di chi le sedeva vicino.

    «Incredibile!» ripetè per l’ennesima volta Alex scuotendo ancora la testa «ma adesso dovete raccontarmi per bene com’è cominciato tutto, da quando avete scoperto che la vostra insegnante era una Guardiana.»

    Kino rigirò la propria tazza col tè ancora intatto guardandoci dentro come a leggervi qualcosa, i pensieri che tornavano a quasi un anno prima. Si tirò su la manica della tuta un po’ lunga sul braccio. I proprietari della casera gli avevano procurato indumenti di ricambio appartenuti ai loro figli adulti ormai lontani. Anche Cinzia e Magic, la sua amica MaryJo, ne avevano ricevuti perchè improvvisamente anche i loro vestiti si erano fatti corti e stretti e inoltre l’estenuante battaglia li aveva rovinati in modo irrimediabile. Non erano rimaste molto soddisfatte della scelta vista lo scarso stile di quelle tute e salopette da lavoro, ma data la situazione non potevano pretendere di meglio.

    Alzò lo sguardo come se solo in quel momento si fosse accorto che Alex gli aveva chiesto qualcosa. Indugiò ancora per qualche secondo bloccato da una morsa di panico improvvisa allo stomaco. Era spaventato, lo erano tutti, perchè loro tre avevano affrontato troppe cose e ora guardando le due amiche si rese conto di quanto davvero fossero cambiati in quelle ore. Sovrastavano i compagni di una decina di centimetri ed era questo in primo luogo a intimorirli, soprattutto lui che era sempre stato il più mingherlino della scuola e ora quasi riempiva il nuovo indumento di due taglie più grande dei suoi. Inoltre, come tutti aveva notato con stupore e grande interesse soprattutto del ragazzo carnico di un paio d’anni più vecchio, le due ragazze si erano sviluppate anche in zone del corpo che avevano lasciate loro stesse sconcertate e un po’ sgomente.

    A un grugnito eloquente finalmente Kino si riprese concentrandosi sulla domanda postagli pocanzi

    «Ah si, scusa, stavo pensando. Allora, tutto è cominciato nell’ultimo giorno di scuola dell’anno scorso quando a un tratto si è fatto scuro attorno a noi.»

    «Un temporale?» chiese l’amico

    «Magari! Molto peggio. Le Ombre Diafane, quelle che allora credevamo solo nubi, uscirono dal suolo lungo i pendii della montagna che sovrasta il nostro paese e scivolando raggiunsero la nostra scuola. Erano dense, oscure, come quelle che hai visto sul lago. Si stesero coprendo tutto. Non si vedeva più nulla né attraverso, né all’interno di esse, non filtrava alcuna luce e le case, gli alberi, le auto e le persone scomparivano alla vista appena ne venivano avvolte. Era così ovunque girassimo lo sguardo. Alla fine si chiusero attorno a noi e a Candia. Mi chiedevo come mai proprio lì, e perchè noi, come se fossimo il centro di un bersaglio.»

    «Penso» si inserì Magic «che l’EN volesse isolare la nostra insegnante con un anello obliterante.»

    «Ma come parlate? Che scuola avete frequentato da usare parole così ricercate?» si stupì Alex cercando di afferrare il senso di ciò che il nuovo amico raccontava.

    «Suppongo perché la prof ci fa leggere molto e discutere i termini più difficili.»

    «Ah ecco. Ma tornando ai fatti, perchè l’Oscuro avrebbe voluto farla scomparire, perché è questo che intendevi, vero?» domandò Alex

    «Sì più o meno. Comunque lui sapeva che Candia è la Custode dell’Aria e poteva ricevere aiuto da altri suoi affini, come Krell o Smir, se avessero percepito l’attacco a una loro collega e forse l’anello d’ombra la isolava.»

    «Sì, credo sia questa la ragione più probabile.» concordò Kino riprendendo la narrazione «Fu allora che lei ci fece disporre per la prima volta nel Cerchio per poi attivarlo con il NO ripetuto in sequenza da ognuno di noi. Le Ombre furono imprigionate nel vortice che avevamo scatenato. Poi accadde l’incredibile: la Prof lanciò un unica breve sillaba: un possente SÌ e l’Oscurità, liberata dal nostro vincolo, si scagliò su di lei. Si lasciò avvolgere, la compresse concentrandola tra le mani per poi scagliarla verso l’alto, verso gli abissi del cielo.»

    «Erano due parole di Potere.» intuì Alex «Incredibile, la magia esiste!»

    «Non è magia, è la Vis che, come ci hanno spiegato, è un’energia, l’Erg, la capacità che alcune persone possiedono di usare il Potere degli elementi. Per estensione Vis è anche l’azione risultante dall’uso di questa Forza. Quella che hai chiamato erroneamente magia»

    «Ma parla sempre così questo qua?» chiese Alex ruotando gli occhi al cielo.

    «Ma no,» rispose ridendo MaryJo «oggi è stanco e non è forbito come al solito.»

    Kino le lanciò un’occhiataccia che non solo non la intimorì ma che la stimolò a continuare lei la spiegazione

    «I Custodi vedono dentro le cose proprie del loro Elemento e le modificano. La prima volta che ci siamo riuniti nel Circolo abbiamo visto nitidamente le particelle che compongono l’aria e istintivamente abbiamo saputo dove e come spingerle, un po’ di Vis spicciola.»

    «E poi?» incalzò il ragazzo carnico dando di gomito a Kino perché la smettesse col broncio e continuasse il racconto, cosa che l’altro fece con una smorfia di riluttanza

    «Alla ripresa del nuovo anno scolastico tutto pareva tornato alla normalità e come ogni inizio autunno Candia organizzò una gita culturale scegliendo come meta il Vesuvio e lì l’EN, che in quei mesi di calma sembra avesse accumulato nuova energia, rapì Candia imprigionandola in un cristallo. La liberammo…»

    «Ehi, ehi, piano,» rise Magic riprendendo la parola «la fai facile. Smettila di essere così riservato quando si tratta di te stesso.»

    Alex la osservò. Negli occhi di lei vide una forte carica di ironia, ma anche una luce di affetto profondo.

    Come se avesse intuito di essere stata troppo palese lei mascherò rapida il sentimento con un ghigno canzonatorio.

    «Mi sa proprio che devo concludere io.» Bevve un sorso di tè per sciogliere la lingua mentre l’amico strusciava nervosamente i piedi sulla barra sotto il tavolo detestando di essere al centro dell’attenzione, ma non replicò limitandosi a tenere lo sguardo sulla sua bevanda. Cinzia osservò quelle punzecchiature con uno sbuffo per poi tagliare corto

    «Ma quanto ci mettete per un riassunto voi due? Ditegli come stanno le cose e basta, no?»

    «Ok ok, non siamo mica tutti seriosi come te, a volte ci piace scherzare» le rispose la compagna che, con il buonumore che la distingueva, riprese il filo «Allora, quando tutto sembrava perduto e la professoressa scomparsa, il nostro Kino qui presente, ha fatto girare i minutissimi ingranaggi del suo ineffabile cervellino e da alcune frasi casuali dette da Candia qualche giorno prima riuscì a capire come rintracciare il Custode del Fuoco, Krell, che tu conosci da sempre come Man. No Kino, non protestare, solo tu ci potevi arrivare. Ecco, bravo, bevi il tuo tè che io continuo.» ridacchiò «Una volta che Krell ci ebbe raggiunti temevamo ci incenerisse tutti col suo Potere perché la prof ci aveva parlato di lui in modo … non troppo lusinghiero, anzi! Ci faceva paura col suo sguardo torvo e quei penetranti occhi verdi. Poi col tempo si è svelato per ciò che è: gentile e generoso e alla fine si è affezionato a noi, e noi a lui, e siamo diventati amici.»

    «Va bene, ma cosa è successo, come avete salvato Candia?»

    «Siamo tornati con lui sul Vesuvio, ci ha occultati tutti con un artifizio temporaneo fornito da Smir, un Incantesimo Estraniante, che svia l’attenzione, non ti fa notare e vieni pure dimenticato da chi ti conosce. Così potemmo ritrovarci senza dover sottostare a eventuali divieti dei genitori. Non sarebbe stato facile liberarci da loro per una missione che non avrebbero potuto capire. E così eravamo ignorati da tutti. Lo so, è un po’ complicato. Ma è come essere invisibili, solo che la gente non ti urta, ma ti evita istintivamente. Credo abbia a che fare col piegare della luce e …»

    «Distorsione delle immagini mediante effetti prismatici delle particelle acquee in sospensione»

    «Grazie Kino, adesso sì che ci è tutto più chiaro! Sono commossa, davvero!» lo sbeffeggiò Cinzia

    «Wow, forte!» esclamò invece affascinato Alex «Ma continua MaryJo, com’è andata a finire?»

    «Come dicevo siamo saliti ancora una volta sul Vesuvio e dentro a un grotta, raggiunta attraverso dei cunicoli tortuosi abbiamo trovato la nostra prof.»

    «Davvero? Deve essere stato pauroso!»

    «Eccome! Se pensi che Man ancora ci intimoriva puoi ben immaginare come ci sentivamo: percorrere in fila indiana tunnel bassi e stretti, tetri, illuminati solo da particelle emesse da Krell, un adulto che ci era stato descritto come un inaffidabile poco di buono. In ogni caso l’abbiamo finalmente rintracciata immersa in un enorme cristallo. Col nostro aiuto Krell ha generato il calor bianco per sciogliere il diamante di gelo, dove Candia era imprigionata: lui ha creato una fiamma e noi, col vento prodotto dal nostro Cerchio, l’abbiamo intensificata e quello si è frantumato. E fu così che liberammo la prof.»

    Non si sentiva pronta a raccontare dell’aiuto ricevuto dalla strana entità, la stessa che poi avrebbe fatto germogliare in loro i Poteri.

    «E così l’avete salvata! Che avventure avete vissuto!»

    «Ma non è finita lì.» riprese finalmente Kino guardando assorto un punto lontano fuori dalla finestra, la tazza che ruotava tra le sue dita. «Il corpo di Candia era sì libero dalla prigione di ghiaccio, lei però era praticamente morta. Solo grazie a Cinzia, che mise in gioco la propria vita, resuscitò.»

    Cinzia stava ghignando apertamente a mascherare l’imbarazzo per lo sguardo ammirato e stupefatto di Alex che sconcertato esclamò «Volevi morire per la tua professoressa?!»

    «Non solo per lei, stupido: per tutta la gente del mondo. Non potevamo lasciare il Male libero… e qualcuno doveva farlo.» rispose semplicemente

    «Ma perché tu? »

    «Domanda sbagliata. Chiunque sarebbe andato bene, quindi quella giusta è: perché non io?»

    «Ma l’hai fatto tu, non altri!»

    «Lascia stare. Il fatto è che alla fine è andata bene, siamo tutti qui. Beh non proprio tutti…» e lo sguardo si adombrò ripensando a Man, il Guardiano Krell, prigioniero a un’ora di cammino da lì, fuso nella montagna mentre le sue cellule venivano sostituite dalla roccia con lentezza inesorabile. E lassù era rimasta anche Val, la sua compagna e Incantatrice Smir, la Guardiana Custode dell’Acqua che l’avrebbe vegliato fino all’ultimo respiro, per poi seguirlo nel suo destino.

    «Vero, non siamo tutti qui.» si unì Magic con un’insolita rabbia nella voce pensando alla grotta al lago, dove due persone stavano aspettando la fine.

    «L’abbiamo abbandonato lassù.» la voce di Kino era incrinata «Gli avevo assicurato che sarei tornato da lui e invece sono qui, al caldo e al sicuro. L’ho deluso, non ho mantenuto la promessa!» un singhiozzo troncò le sue parole.

    «Ehi, amico» lo consolò Alex «non gli hai detto quando saresti tornato, solo che l’avresti fatto. Conosco Man da molto tempo e appena sarai di nuovo lassù gli dirai proprio questo, sono sicuro che apprezzerà la sottigliezza.»

    «Ma è un inganno!»

    «No, è un’ interpretazione, lui la spiegherebbe in questo modo. L’importante è che tu ci torni, prima o poi.»

    «Certo che sì! Ho intenzione di tornare stasera stessa!»

    «E se la prof te lo impedisce?» obiettò preoccupata MaryJo.

    «Magic, le cose non sono più come prima,

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