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L’Ungheria tra l’Ammiraglio Horthy e Protocolli di Roma
L’Ungheria tra l’Ammiraglio Horthy e Protocolli di Roma
L’Ungheria tra l’Ammiraglio Horthy e Protocolli di Roma
E-book102 pagine1 ora

L’Ungheria tra l’Ammiraglio Horthy e Protocolli di Roma

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Nelle prime luci dell'alba del 4 novembre 1918 sul fronte italiano, i cannoni smisero di sparare dopo anni di guerra lunghi ed estenuanti, in seguito all'armistizio firmato tra l'Austria-Ungheria e l'Italia, a Villa Giusti. Il millenario Impero Asburgico sarebbe di lì a poco crollato, in seguito a molte ragioni, fra cui le crisi e gli scioperi che si stavano susseguendo in tutte le città, mentre le fortissime spinte secessionistiche interne e la volontà dei paesi dell'Intesa di punire duramente gli Imperi Centrali fecero il resto. Il colpo di grazia infine fu dato dall'Epidemia Spagnola, che mentre reclamava decine di milioni di vitenell'interoecumene, decise anche di prendersi un ulteriore tributo di sangue dall'Impero che si quantificherà successivamente in 250.000 anime (135.000 in Austria e 115.000 in Ungheria). Ma cos'ha significato la Prima Guerra Mondiale per l'Ungheria?
LinguaItaliano
Data di uscita23 ago 2021
ISBN9791220352802
L’Ungheria tra l’Ammiraglio Horthy e Protocolli di Roma

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    L’Ungheria tra l’Ammiraglio Horthy e Protocolli di Roma - Storia Edizioni

    Tavola dei Contenuti (TOC)

    Introduzione

    Capitolo 1 L’UNGHERIA A CAVALLO DELLE DUE GUERRE MONDIALI

    1.1 Un paese devastato

    1.2 L’effimera Repubblica dei Consigli ungherese

    1.3 L’Ammiraglio Horthy prende il potere

    1.4 Il Trattato del Trianon

    1.5 Tentativi di Restaurazione imperiale

    1.6 Nem, nem, soha! (No, no, mai!)

    1.7 Le epoche di Bethlen, Gömbös e il Trattato italo-ungherese del 1927

    Capitolo 2 DALLACONFERENZA DI MONACO ALLE CROCI FRECCIATE

    2.1 L’accordo a 4

    2.2 Primo Arbitrato di Vienna

    2.3 Secondo Arbitrato di Vienna

    2.4 Attacco alla Jugoslavia e inizio dell’Operazione Barbarossa

    2.5 Il vento cambia

    2.6 Presa di potere di Szálasi

    Capitolo 3 DALL’INVASIONE COMUNISTA ALLA REPUBBLICA POPOLARE UNGHERESE

    3.1 Arrivano i Sovietici

    3.2 Magyar Köztársaság (la Seconda Repubblica ungherese)

    3.3 Ricollocamento dell’etnia ungherese

    CONCLUSIONI

    BIBLIOGRAFIA

    SITOGRAFIA

    Notes

    Vagnini A., Ungheria:la costruzione dell'Europa di Versailles,Carocci,Roma, 2015, pagg.22-23

    L’Ungheria tra l’Ammiraglio Horthy e Protocolli di Roma

    Storia Edizioni

    Introduzione

    Nelle prime luci dell’alba del 4 novembre 1918 sul fronte italiano, i cannoni smisero di sparare dopo anni di guerra lunghi ed estenuanti, in seguito all’armistizio firmato tra l’Austria-Ungheria e l’Italia, a Villa Giusti. Il millenario Impero Asburgico sarebbe di lì a poco crollato, in seguito a molte ragioni, fra cui le crisi e gli scioperi che si stavano susseguendo in tutte le città, mentre le fortissime spinte secessionistiche interne e la volontà dei paesi dell’Intesa di punire duramente gli Imperi Centrali fecero il resto. Il colpo di grazia infine fu dato dall’Epidemia Spagnola, che mentre reclamava decine di milioni di vitenell’interoecumene, decise anche di prendersi un ulteriore tributo di sangue dall’Impero che si quantificherà successivamente in 250.000 anime (135.000 in Austria e 115.000 in Ungheria).¹

    Ma cos'ha significato la Prima Guerra Mondiale per l'Ungheria?

    Nel comune esercito austro-ungarico in cinque anni di guerra hanno combattuto 8.321.050 di ungheresi, di cui 5.051.424 sono stati i morti, feriti, dispersi o prigionieri di guerra.

    Nelle retroguardie il 18% della popolazione partecipava ai preparativi di guerra, e a questi deve aggiungersi l'industria bellica che occupava 88 mila persone. Le spese di guerra dell'Ungheria ammontarono a 7,82 miliardi di dollari (a parità di cambio del 1920) e tale somma superava di trenta volte il PIL medio annuale dello Stato ungherese degli anni anteriori alla guerra.

    La nazione magiara, oltre alle enormi perdite umane e materiali di quei lunghi anni di carneficine europee, perderà in un solo colpo, gran parte delle sue terre storiche, appartenenti all’Ungheria fin dai tempi della fondazione del Regno di Santo Stefano.

    In questa tesi verranno esaminati e valutati gli accadimenti e l'evoluzione della situazione politico-economica-sociale dell'Ungheria, dalla fine della Grande guerra fino all’instaurazione della Repubblica Popolare Ungherese nel Secondo dopoguerra, con il successivo scambio di popolazioni.

    Ci si soffermerà, in particolare, sull'attività diplomatica dei governi europei e sugli Arbitrati di Vienna che, come vedremo, svolgeranno un ruolo fondamentale nello scardinare il già precario equilibrio balcanico, oltre a far cadere definitivamente l’Ungheria nelle braccia dell’Asse italo-tedesco.

    Personalmente, ho sempre trovato molto interessante la storia del paese magiaro, che, nella sua millenaria esistenza, si è rivelato un crocevia di popoli e culture diverse,ma,purtroppo, anche un campo di battaglia di regni e imperi.

    Il primo capitolo si dipanerà tra gli anni '20 e '30, un periodo ricco di infausti avvenimenti per la Magyarország. L’effimera Repubblica Sovietica di Bela Kun e il Trattato del Trianon sono indubbiamente tra questi eventi, che portarono l’Ungheria, dalla condizione di grande potenza dell’Europacentro-orientale, a ritrovarsi in una posizione subalterna, schiacciata geograficamente tra potenze ostili e diffidenti. Nello stesso periodo, tuttavia, vi furono anche  altriaccadimenti, come la lenta ripresa del Paese alla normalità, sotto lareggenza dell’Ammiraglio MiklósHorthy (il temuto Ammiraglio dell’ormai scomparsa flotta Austro-Ungarica), o gli accordi Italo-Ungheresi che permisero la fine dell'isolamento internazionale e un timido recupero economico del paese danubiano. In questo ventennio di stabilizzazione economica e diplomatica del nuovo stato, ufficialmente ancora un regno, ma senza un re, l’Ammiraglio Horthy rimase un reggente in attesa, fino alla sua destituzione avvenuta nel 1944, da parte del partito delle Croci Frecciate, sostenute dalla Germania nazista. Buona parte dei semi maligni della Seconda Guerra Mondiale, oltre che a Versailles, furono seminati proprio a Trianon, dove in barba al principio di autodeterminazione dei popoli enunciato dal Presidente Woodrow Wilson, la nazione magiara veniva amputata di buona parte della sua popolazione etnica, di gran parte delle sue terre arabili e delle sue industrie, oltre che del suo unico e secolare sbocco sul Mediterraneo, ovvero Rijeka (Fiume). Lo stesso Ferdinand Foch ebbe a dire che non era una pace, ma solo un armistizio di 20 anni.

    La parte finale della prima periodizzazione, coincide, in questa tesi, con la Conferenza di Monaco del settembre 1938, che sfocerà, pochi mesi dopo, nella firma del Primo Arbitrato di Vienna.

    Il secondo capitolo si apre proprio con l’Accordo a 4, dove l’Ungheria, osservatore interessato di ciò che stava succedendo in Cecoslovacchia, si associa alle mire di conquista che aveva la Germania verso il paese cecoslovacco, sperando in una rettifica dei confini slovacchi a suo favore.  Questa rettifica avvenne successivamente nell’Arbitrato, un fatto che rinvigorì non poco l’irredentismo magiaro e che sposterà definitivamente l’ago della bilancia a favore dell’Asse nell’Europa centro-orientale. La tesi prende in considerazione anche la questione della neutralità ungherese fino al 1940, che si è interrotta al momento della ratifica del Secondo Arbitrato di Vienna, dopo il quale il Paese è entrato definitivamente nel Patto Tripartito.

    La tesi tratta, infine, anche del ruolo dell'Ungheria nella Seconda Guerra Mondiale fino al 1944, quando le Croci Frecciate e Szálasy presero il potere, dando vita, così, a uno dei regimi collaborazionisti più terribili dell’intero conflitto.

    Nel terzo

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