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Hotel California - Nove brevi racconti sul sesso
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E-book105 pagine1 ora

Hotel California - Nove brevi racconti sul sesso

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Info su questo ebook

"Joe si guardò allo specchio. La mano di Fred intorno al suo cazzo gli donava. Era bello e davvero sexy. Per un istante si chiese quanto sarebbe stato sexy avere le labbra di Fred intorno, invece della mano. Non dovette domandarselo a lungo, perché Fred chinò la testa e iniziò a leccargli la cappella". Joe e Fred sono andati in auto da Los Angeles a Las Vegas e ora stanno tornando indietro attraverso il deserto. Joe maledice Fred per avere avuto quell'idea, visto che tocca a lui guidare mentre il suo amante se la dorme beatamente. Quando infine sulla strada appare un motel, Fred viene svegliato dalla risata di Joe e non tarda a unirsi a lui quando vede il nome dell'albergo. Nella suite padronale, con tanto di specchio sul soffitto sopra il letto, i loro discorsi sconci si trasformano in azioni erotiche e si chiedono perché mai uno dovrebbe andarsene dall'Hotel California... Nove brevi racconti sul sesso, di Julie Jones: Sixty-Four - Pazienza - In auto con la star - Hotel California - Uno spettacolino privato - Questione di mani - Tra gli alberi - La sera del debutto - Anteprima-
LinguaItaliano
EditoreLUST
Data di uscita15 dic 2021
ISBN9788726536287

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    Anteprima del libro

    Hotel California - Nove brevi racconti sul sesso - Julie Jones

    Hotel California - Nove brevi racconti sul sesso

    Cover image: Shutterstock

    Copyright © 2021 Julie Jones and LUST, an imprint of SAGA, Copenhagen

    All rights reserved

    ISBN: 9788726536287

    E-book edition, 2021

    Format: EPUB 3.0

    All rights reserved. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrieval system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    Sixty-Four

    Barrie si svegliò con la musica. Niente di nuovo, in realtà, eppure stamattina c’era qualcosa di diverso. Riconobbe all’istante la musica allegra e gli spuntò un sorriso.

    "When I get older losing my hair,

    Many years from now.

    Will you still be sending me a Valentine,

    Birthday greetings bottle of wine..."

    Le immagini di ieri gli passarono sulle palpebre chiuse: gli abiti su misura, le sue nipotine coi loro adorabili vestitini, le risate, lo champagne, i lavori. Il suo sorriso si trasformò in un ghigno malizioso quando il pensiero corse alla notte precedente. Respiri ansimanti, vestiti lanciati, corpi sudati che si muovevano in un’unione frenetica… Si sforzò di aprire gli occhi, rotolò sul fianco e spinse alcuni cuscini verso la testiera. Così appoggiato, attraverso le porte doppie aperte sull’ampio salotto osservò l’uomo seduto al piano a mezza coda. Era stata una bella scocciatura portare il piano lì dentro ma ne era valsa la pena; non succede tutti i giorni di assistere a una performance privata di un Jonathan Bartlett tutto nudo. A Barrie, in verità, non succedeva neppure così di rado.

    "Give me your answer, fill in a form

    Mine forevermore

    Will you still need me?

    Will you still feed me,

    When I’m sixty-four?"

    Barrie fischiò, acclamò e applaudì quando il piano smise di suonare. Jonathan si voltò sullo sgabello e gli sorrise.

    Be’, sarà così? Chiese Jonathan.

    Così come?

    Mi vorrai ancora, mi nutrirai ancora? Rispose citando la canzone.

    Vieni qui, tu.

    Barrie diede un colpetto al materasso accanto a sé. Jonathan si alzò e passeggiò verso il letto in tutta la sua nuda gloria. Riuscì a districare le lenzuola abbastanza da scoprire il petto nudo di Barrie e accoccolarsi accanto a lui; le sue dita lunghe furono immediatamente attratte dall’anello al capezzolo sinistro di Barrie.

    Barrie baciò la testa di Jonathan e passò le dita in quel caos ribelle di capelli castani con qualche filo grigio. Avvolse le braccia intorno al corpo più sottile - e in questo periodo più magro - e lo strinse forte.

    Le ragazze erano bellissime ieri, vero?

    Tu eri bellissimo.

    Jonathan smise di giocherellare con l’anello e alzò quei suoi incantevoli occhi verdi su Barrie. il quale avrebbe potuto giurare che in quel momento il suo cuore non avesse soltanto perso un battito ma si fosse fermato del tutto. Tutto era immobile. Quel sorriso sciocco ed ebete che non riusciva a controllare quando Jonathan lo guardava si diffuse di nuovo sul suo volto. Prese il viso di Jonathan tra le mai e lo attirò a sé, abbastanza vicino da raggiungere la sua bocca. Tutto il fervore famelico della sera precedente era svanito. La libidine aveva già lasciato il posto alla tenerezza quando piantò un bacio morbido sulle labbra di Jonathan. Strofinò il naso contro quello di Jonathan, senza smettere di sorridere come un idiota. Non si stancava mai di carezzare le guance di Jonathan; c’era qualcosa di provocante nella barbetta che gli solleticava le dita. Provocante e sexy. Non sexy come fottere Jonathan sul pianoforte ieri notte - quello comunque era così sexy che avrebbero dovuto rifarlo presto - né come quando Jonathan gli aveva fatto una sega sotto il tavolo durante una cena da sua madre la settimana scorsa. Ma sexy. Abbastanza da provocargli un fremito nel basso ventre. Abbastanza da fargli reclamare subito le labbra di Jonathan. Non con la frenesia della notte precedente, ma con uno scopo chiaro e ben definito.

    Jonathan fece un sorrisetto, consapevole dell’effetto che la sua semplice presenza aveva su Barrie, e aprì la bocca permettendogli di raggiungere la sua lingua. Barrie non aveva alcuna fretta di andare oltre il semplice incontro delle loro lingue; era piuttosto soddisfatto di esplorare la bocca di Jonathan come se si stessero baciando per la prima volta e non per la millesima. In un certo senso ogni bacio era come il primo, e questo sembrava rappresentare un nuovo inizio. Barrie prese ad accarezzare la schiena di Jonathan, disegnando motivi lungo la spina dorsale arrivando quasi fino al suo bel culetto sodo e tondo. Ancora una volta vide dei flashback del giorno precedente.

    Stava afferrando forte quelle chiappe, le teneva allargate mentre affondava nel buco divinamente stretto tra di esse; Jonathan gemeva di piacere. Quel movimento e quel fremito laggiù risvegliarono Barrie dalla sua fantasticheria. Gli stava venendo duro. I ricordi di buon sesso lo eccitavano sempre, così come baciare Jonathan. La conseguenza della combinazione? Adesso voleva ben di più che un bacio.

    Proprio in quel momento, come se gli avesse letto nella mente, Jonathan staccò la bocca dalla sua.

    Non hai risposto alla mia domanda disse Jonathan.

    Barrie dovette chiudere gli occhi e concentrarsi con tutto il suo impegno per ricordarsi cosa mai gli avesse chiesto Jonathan. Già in condizioni normali la sua memoria era terribile.  Mentre baciava il suo uomo e si concentrava sull’erezione crescente, era proprio fottutamente inutile.

    Sì, ti nutrirò ancora. Sei un pessimo cuoco, e non sono così senza cuore da lasciarti morire di fame esclamò alla fine, sperando di aver ricordato la domanda giusta e dato la risposta corretta.

    Jonathan gli diede uno schiaffetto scherzoso. Era vero: Jonathan non avrebbe saputo cucinare neppure se la sua vita fosse dipesa da quello, e lo sapevano entrambi.

    E hai già perso un po’ di capelli, ma sono ancora qui, quindi...

    Jonathan finse di offendersi, divincolandosi dall’abbraccio e tirandosi su a sedere nel letto. Barrie vide lo scintillio nei suoi occhi - entrambi apprezzavano quei battibecchi - per cui ignorò la scenetta e continuò a parlare.

    E poi, se non ti è già chiaro quanto io abbia bisogno di te, non credo che lo potrai mai capire.

    Abbassò lo sguardo sul suo membro ora del tutto eretto, annuì lievemente e alzò le spalle. Come se un cazzo eretto fosse la risposta a tutte le domande. E in effetti, nel suo mondo, era più o meno così.

    Jonathan sospirò.

    Sei senza speranza, tu commentò.

    Barrie si limitò a ridere. Era vero. Era senza speranza. Senza speranza, innamorato cotto e arrapato.

    E allora?

    Non ne hai mai abbastanza?

    Non di te, no. Barrie allungò le braccia per attirare a sé Jonathan e lo baciò di nuovo. Stavolta con più forza. Infilò la lingua tra le labbra di Jonathan e tornò a esplorare la sua bocca. Jonathan lo respinse, gli fece posare di nuovo la testa sul cuscino e si mise a cavalcioni sopra di lui.

    Per tua fortuna, anche io difficilmente ne ho abbastanza di te.

    Jonathan si chinò in avanti e prese il piercing al capezzolo di Barrie tra i denti. Barrie aveva il sospetto che l’ossessione di Jonathan per quell’anellino sarebbe peggiorata al punto che un giorno gliel’avrebbe strappato via per sbaglio. Ma non gli importava. Adorava

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