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Colpo grosso (eLit): eLit
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E-book153 pagine2 ore

Colpo grosso (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Bobbie Callahan non è proprio quella che si dice un'acchiappauomini (visto che è stata piantata DUE volte all'altare dallo STESSO fidanzato) ma c'è un lato intimo del sesso forte che per lei non ha segreti. È quello che capita a una ragazza quando si mette a dirigere la fabbrica di famiglia di biancheria maschile. E nel momento in cui contatta il nuovo sceriffo Aidan O'Shea per via di un furto molto sospetto nel suo magazzino, le basta una sola occhiata per inquadrare il personaggio senza ombra di dubbio: boxer, taglia extralarge!
LinguaItaliano
Data di uscita28 feb 2017
ISBN9788858966402
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    Anteprima del libro

    Colpo grosso (eLit) - Delores Fossen

    successivo.

    1

    Il Ballerino, articolo numero 231-B. Comfort, stile e illusione, il tutto mescolato in uno slip che modella le natiche e appiattisce il ventre. Disponibile in Rosso Fox-trot, Oro Cha cha cha e Nero Mambo.

    Se non fosse stato per la scomparsa di un'intera confezione di slip color magenta, taglia XXXL, Bobbie avrebbe mantenuto le distanze dal vicesceriffo Aidan O'Shea.

    Nel modo più assoluto.

    Ma, allo stato dei fatti, era costretta ad accantonare i pensieri riguardo la famigerata lotteria, l'amore e il desiderio... doveva denunciare un crimine. Decisamente insolito, ma nondimeno un crimine.

    Sbirciò dalla finestra per assicurarsi che il vicesceriffo fosse in ufficio. C'era. Ed era solo. Le dava la schiena, la cornetta del telefono schiacciata tra la spalla e il collo. In una posizione che le consentiva un'ottima visuale di quel posteriore che aveva acceso le fantasie di tutta la popolazione femminile della città.

    Quando sentì suonare il campanello della porta, Aidan si voltò e Bobbie entrò, facendogli segno di proseguire la conversazione.

    «Sì, ce l'ho» stava assicurando all'interlocutore.

    Ah, l'accento di Boston. Era una musica per le sue orecchie, abituate alla pronuncia strascicata del Texas. Ringraziò il cielo che Boston avesse accettato di partecipare al programma di scambio delle forze dell'ordine, la permanenza di Aidan sarebbe durata in tutto sei settimane. A suo parere, la cittadinanza femminile di Liffey, Texas, aveva tratto un enorme vantaggio da quello scambio, dal momento che a sostituire Wes, il cugino di Bobbie, era arrivato O'Shea da Boston. Questo faceva sì che di fronte a lei, in quel preciso istante, ci fosse Aidan - decisamente una goduria per i suoi occhi.

    «Ma dovrà comunque venire qui per fare la denuncia, signora Determyer» proseguì Aidan. Pausa. «No, deve venire lei. Con lo sceriffo Cooper ancora assente per l'influenza, non posso lasciare l'ufficio a meno che non ci sia un crimine in corso.» Altra pausa. «No. Una strana sensazione alla bocca dello stomaco non costituisce un crimine.»

    Bobbie si accomodò sulla sedia di fronte alla sua scrivania e si limitò ad ascoltare. Non riuscì a bloccare sul nascere un leggero brivido caldo che si stava facendo strada in lei. Era stupido, stupido davvero, ma il solo sentire la sua voce pareva farle accelerare le pulsazioni. Peccato che fosse proprio ciò che doveva evitare. Il vicesceriffo Aidan O'Shea era una presenza provvisoria in città, e lei non voleva complicarsi la vita con qualcosa di temporaneo.

    «Come posso aiutarla?» le domandò dopo aver riagganciato la cornetta.

    Destandosi dal sogno a occhi aperti, si alzò in piedi. «Probabilmente non si ricorda di me...»

    «Bobbie Callahan, dirigente responsabile della Boxers or Briefs, l'azienda produttrice di biancheria intima per uomini al duecentoventicinque di Everton Road. Ha ricevuto quattro contravvenzioni per divieto di sosta negli ultimi sei mesi. Una citazione per attraversamento pedonale non autorizzato. Ieri ha mancato l'appuntamento dal dentista. Ed è in ritardo con la restituzione del libro Racconti di viaggio alla biblioteca.»

    Così si ricordava di lei... e anche di particolari piuttosto imbarazzanti. Diavolo. Che città di pettegole.

    Probabilmente non sarebbe stato di alcun aiuto informarlo che era stato suo cugino a comminarle tutte quelle multe e citazioni, solo per dispetto.

    «Ho pagato quanto dovevo» precisò. «E domattina per prima cosa fisserò un altro appuntamento dal dentista e restituirò il libro alla biblioteca.»

    Ma evidentemente il vicesceriffo non aveva ancora terminato. «Ed è anche la vincitrice della lotteria Aidan-tutto-per-te.»

    Oh. Quella.

    Bobbie avrebbe dovuto immaginare che un poliziotto non poteva non aver sentore di qualcosa di tanto ridicolo come la lotteria organizzata da una manciata di donne con, evidentemente, troppo tempo libero e nessuna valida occupazione per impegnarlo.

    Accidenti, probabilmente Aidan aveva saputo il nome della vincitrice pochi secondi dopo che Henrietta Beekins aveva estratto il talloncino di Bobbie dal cappello. O meglio, dal vaso di coccio che il comitato di pettegole aveva utilizzato per contenere i centotrentasette talloncini di carta.

    Aidan rivolse un'occhiata distratta al calendario. «Pensavo che il premio non si potesse riscuotere prima di domani.»

    «È così. Cioè, suppongo sia così... Non sono proprio sicura... Ascolti, io non vi partecipo nemmeno.»

    Cosa stava facendo? Parlava come una bambina colta con le mani nel vasetto della marmellata. Il fatto era che davvero non aveva avuto alcuna intenzione di partecipare a quella stupida lotteria il cui premio era il diritto in esclusiva, per un'intera settimana, di tentare di conquistare l'uomo più attraente che fosse capitato in città - Aidan O'Shea.

    No, non lei.

    Mai e poi mai.

    Bobbie non l'aveva nemmeno presa in considerazione quell'idea. Dopo essere stata imbrogliata per due volte da Jasper Kershaw, aveva bisogno di un altro uomo quanto un pesce ha bisogno di una bicicletta.

    «I miei zii pensavano di farmi un favore» tentò di spiegare. «Si sbagliavano, come sempre quando si intromettono nella mia vita privata. Non ho alcuna intenzione di mettermi sulle sue tracce, né domani né mai. Non che non valga lo sforzo. Solo non mi interessano gli uomini. Tutti gli uomini. Mi sono presa una pausa dalle avventure amorose e tutto quel genere di faccende.»

    Dal cenno del capo, si sarebbe potuto dire che il vicesceriffo fosse lieto del suo tentennamento. «È per colpa dell'agente di viaggio che l'ha piantata in asso due volte?»

    Non aveva neppure osato sperare che Aidan non fosse a conoscenza delle sue precedenti disavventure con Jasper. Nonostante fosse in città da appena una settimana, probabilmente aveva avuto modo di ascoltare il racconto dell'accaduto in tutti i minimi dettagli. Lei e Jasper erano ancora uno dei soggetti preferiti delle chiacchiere della città. «Diciamo solo che mi ha scoraggiato dall'intraprendere qualsiasi futura relazione.»

    Aidan annuì. «I suoi zii» commentò. «Li ho conosciuti.»

    Dal modo in cui serrò le labbra piuttosto ben rifinite, l'incontro non doveva essere stato dei più piacevoli, come sempre quando c'erano di mezzo Quincy e Winston Callahan. Preferendo non lasciare nulla all'immaginazione, lo fissò con uno sguardo interrogativo. «Davvero?»

    «Sono venuti qui questa mattina.» Aidan scartò una caramella alla menta e se la mise in bocca. «Hanno cercato di convincermi a posare da modello per il catalogo on-line della Boxers or Briefs.» Fece una pausa. «Ho declinato la loro generosa offerta.»

    «Oh.»

    Be', c'era da aspettarselo. Eppure, non poteva biasimare gli zii per aver tentato. Aidan O'Shea sembrava avere un posteriore da prima classe, e non ne giravano molti per Liffey. In realtà, non giravano molti uomini perfettamente funzionanti sotto i cinquant'anni. Con quegli occhi verde mare, i capelli castani e la soda corporatura di un metro e ottanta, Aidan era senz'altro più che qualificato per essere definito maschio e funzionante. Era un sogno divenuto realtà.

    O, nel suo caso, un incubo.

    Per qualche ragione continuava a rammentarle che lei era una donna perfettamente funzionante. Brutto segno. Decisamente. I suoi ormoni, e altri elementi caratteristici della sua femminilità, avrebbero semplicemente dovuto trovare un altro modo per svagarsi.

    «Come sta lo sceriffo Cooper?» si informò nel tentativo di distogliere la mente da tutto quel pensare.

    «Conciato come un piccolo ospedale.»

    «Ah. Piuttosto male, allora.»

    Aidan annuì. «Mi lasci indovinare. Lei è qui per fare un esposto contro...» Sollevò un dito. «Un tizio strombazzante. E vuole che venga immediatamente a casa sua per controllare.»

    «Ehm, intende forse dire un guardone?»

    «No. Intendo dire qualcuno che guida lentamente sotto casa sua e suona il clacson in modo allusivo.»

    Bobbie rimase perplessa. «No, non intendo denunciare nulla di simile. Pensi pure che sono un'ingenua, ma non avevo nemmeno immaginato che un clacson potesse essere allusivo. Suppongo di aver vissuto nell'ovatta, eh?»

    Il vicesceriffo non parve divertito dal suo commento. Sollevò un altro dito. «Ha avvistato un UFO e vuole che resti di guardia a casa sua, questa notte.»

    Lei scosse il capo.

    Terzo dito. «Il suo gatto si è arrampicato su un grosso albero e vuole che venga da lei per vedere se riesco a convincerlo a scendere.»

    Bobbie arricciò il naso. «Riceve molte lamentele di questo genere?»

    «Caterve.»

    Santo cielo. E lei che pensava di aver avuto una pessima giornata, con quella biancheria scomparsa. «No, in realtà sono qui per un ammanco nel magazzino.»

    Aidan sbatté le palpebre, stupefatto dall'eventualità di essere davanti a un vero crimine. «E vuole fare una denuncia?»

    Non sembrava una domanda trabocchetto. «Certo.»

    Lo scetticismo non lasciò gli occhi dell'ufficiale. «Che tipo di merce?»

    «Slip elasticizzati.» Sentì il rossore salirle alle guance. Dopo cinque anni sul ponte di comando della Boxers or Briefs, probabilmente sarebbe dovuta essere più abituata a discutere di biancheria intima maschile con un uomo, ma Bobbie non ne era mai venuta a capo.

    Aidan inarcò le sopracciglia.

    Non fu d'aiuto perché Bobbie immaginò che il piccolo aggiustamento espressivo suggerisse la richiesta di maggiori dettagli. E aveva ragione.

    Annuì. Scrollò le spalle. Strofinò i piedi per terra. «Il modello si chiama, ehm, Gigolo. Ha degli inserti in seta ed è, ehm... quasi invisibile.»

    Dovette concederglielo. Fatta eccezione per quelle sopracciglia arcuate, Aidan non accennò ad alcuna reazione. Nessun sorrisetto. Nessun colpo di tosse per coprire una risatina. Rimase seduto dov'era, con le spalle dritte e un'espressione tipica da poliziotto dipinta su quel viso incredibilmente bello.

    «Altri dettagli che siano d'aiuto a identificare la merce?» domandò.

    Bobbie gli diede il numero della partita. Quello che non aveva intenzione di menzionare era lo slogan utilizzato per incrementare le vendite: un capo di vestiario per assicurarti facile accesso ai gioielli di famiglia. Decisamente no, non le sembrava il caso di condividere con lui quella perla di saggezza pubblicitaria.

    «La scatola ne contiene tre dozzine» aggiunse. «Tutte color magenta. E tutte... taglia XXXL.»

    Ancora nessun sorrisetto. Come se fosse il crimine più normale di cui fosse venuto a conoscenza nella sua carriera, Aidan estrasse un modulo dal contenitore apposito sulla scrivania e afferrò una penna. Aveva compilato appena la prima riga quando la porta si spalancò. La maniglia andò a sbattere contro il muro e l'improvvisa folata di vento fece volare i fogli di carta da tutte le parti.

    «Deve venire subito!» annunciò urlando Maxine Varadore. Si frappose tra Bobbie e Aidan, ma non prima di aver rivolto a Bobbie un'occhiata del tipo che-diavolo-ci-fai-tu-qui?

    Bobbie ricambiò l'occhiata, come del resto era abituata a fare con Maxine, specie da quando l'aveva licenziata dal suo lavoro di sarta in azienda. Maxine aveva un'abilità innata nell'infilare il proprio posteriore taglia quarantasei in un paio di jeans taglia quarantadue, ma era un completo disastro per quanto riguardava cuciture decorative e assemblaggio di boxer.

    «È occupato a scrivere un rapporto» la informò Bobbie.

    Maxine la liquidò con uno sguardo gelido e un cenno del capo. «Non sei più il mio

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