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Passione improvvisa
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E-book150 pagine2 ore

Passione improvvisa

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Info su questo ebook

Quando la passione esplode senza preavviso.
È da poco che Sawyer Riggan ha detto addio all'amato fratello quando, in un momento di confusa tensione emotiva, viene travolto da un impeto di passione per la cognata Lynn, ormai sola. Lo deve considerare un attimo di sconforto reciproco o c'è qualcosa di più profondo sotto il loro atteggiamento?
Lynn vorrebbe dimenticare quello che è successo con Sawyer, ma non può farlo. Dopo un matrimonio non tutto rose e fiori e la recentissima perdita del marito, infatti, si trova ora ad affrontare una gravidanza inaspettata... Davanti alla proposta del cognato di un matrimonio riparatore, lei rimane senza parole. Non sa cosa fare: sarà la scelta giusta e soprattutto come capire chi sia davvero il padre del suo bambino?
LinguaItaliano
Data di uscita10 set 2020
ISBN9788830519473
Passione improvvisa
Autore

Emilie Rose

Confessa che il suo amore per i romanzi rosa risale a quando aveva dodici anni e sorprendeva sua madre a nasconderli ogni volta che lei entrava nella stanza.

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    Anteprima del libro

    Passione improvvisa - Emilie Rose

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Forbidden Passion

    Silhouette Desire

    © 2004 Emilie Rose Cunningham

    Traduzione di Lucilla Negro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-947-3

    1

    Suo marito. Lo aveva amato. Lo aveva odiato. Ora non c’era più. Dolore e senso di colpa serpeggiavano nell’animo di Lynn Riggan, raggelandola.

    Da tempo voleva porre fine al suo matrimonio, ma non in quel modo. No, in quel modo mai.

    Ansiosa di sbarazzarsi dei tacchi alti e del vestito troppo aderente che le aveva impedito tutto il giorno di sedersi, chiuse la porta dietro l’ultimo dei partecipanti al funerale e si appoggiò con la schiena contro di essa. Detestava quell’abito, ma era l’unico vestito nero che aveva trovato nell’armadio che non fosse troppo scollato per la circostanza, e poi a Brett piaceva molto. Almeno, la confortava il fatto che quello fosse l’ultimo giorno in cui si sarebbe dovuta vestire per fare colpo su qualcuno.

    «Tutto bene?» La pacata voce baritonale di suo cognato le graffiò i nervi tesi.

    Lynn deglutì e aprì gli occhi. Raddrizzando la schiena, incrociò le braccia attorno alla vita e s’impose di sorridere. Le tremavano le labbra e capì di non essere riuscita a convincere Sawyer col suo sorriso forzato, quando questi corrugò la fronte con espressione preoccupata.

    Lui attraversò l’ingresso rivestito di freddo marmo e le si fermò davanti. «Lynn?»

    «Credevo che fossi già andato via.» Lynn avrebbe desiderato che così fosse, perché detestava farsi vedere in quello stato, persino da lui. Le era crollato il mondo addosso e non aveva la forza di fingere che andasse tutto bene, neppure per far piacere a Sawyer.

    «Volevo restare da solo qualche minuto.» Perdere l’amato fratello, di alcuni anni più giovane di lui, era stato terribile per Sawyer. Il dolore invadeva i suoi occhi color cobalto e accentuava le rughe d’espressione agli angoli. Un muscolo guizzò lungo il profilo teso della sua mascella quadrata. Il viso, di una bellezza ruvida, era tirato e pallido e i lucenti capelli neri parevano aver sofferto il soffio arruffante della brezza di fine primavera o il passaggio di dita nervose. La rigida postura delle spalle sotto l’abito scuro rivelava con quanto sforzo tenesse a bada le proprie emozioni.

    «Dovresti andare a casa a riposarti» gli suggerì Lynn. Ti prego, vattene prima che io crolli.

    «Sì, forse hai ragione, ma mi sento così... svuotato.» Lui si passò una mano fra i capelli color dell’inchiostro, spettinandoli ancora di più. Un ciuffo gli cadde sulla fronte, conferendogli un’aria da liceale. In realtà, era il presidente dell’azienda d’informatica di proprietà della famiglia. «È come se da un momento all’altro aspettassi di vedermi comparire alle spalle Brett che grida: Vi ho fregati!.»

    Sì, a Brett erano sempre piaciuti gli scherzi macabri, rifletté Lynn. Ne aveva combinati tanti. Lo scherzo peggiore di tutti, però, era quello che aveva giocato a lei: il dissesto finanziario in cui l’aveva lasciata. Tuttavia, neppure lui avrebbe potuto fingere l’incidente d’auto che gli era costato la vita.

    Gli occhi di Sawyer si fissarono su di lei. «Te la senti di restare qui da sola?»

    Da sola. Le mura del mausoleo che era la sua casa le si erano già chiuse attorno da un pezzo. Al momento, ciò che desiderava di più era un abbraccio, ma aveva imparato da tempo a sopravvivere senza un semplice gesto di conforto come quello. Si mordicchiò le labbra, si allacciò le braccia sotto il seno ed evitò il suo sguardo scrutatore. «Sì, certo.»

    Le bruciavano gli occhi per la mancanza di sonno e aveva i muscoli delle gambe indolenziti per aver camminato avanti e indietro tutta la notte. Desiderava non aver mai trovato quella chiave nella busta di plastica che le era stata consegnata in ospedale, contenente gli effetti personali di Brett. Se non avesse trovato la chiave, non avrebbe mai aperto la cassaforte. E se non avesse mai aperto la cassaforte... Trasse un respiro tremante, poi un altro, cercando di arginare il panico.

    Che cosa avrebbe dovuto fare?

    Stava cercando una polizza sulla vita che coprisse anche le spese del funerale e aveva trovato, invece, documenti di conti bancari scoperti e un diario in cui suo marito scriveva di non averla mai amata, di trovarla noiosa a letto e di essersi fatto un’amante. Aveva anche elencato i suoi difetti con agghiacciante dovizia di particolari.

    «Lynn?» Sawyer le sollevò il mento con il polpastrello. «Vuoi che resti con te per stanotte? Potrei sistemarmi nella stanza degli ospiti.»

    No, non poteva. Lei si era trasferita in quella camera da mesi e se Sawyer avesse visto le sue cose avrebbe intuito che c’era qualcosa che non andava nel matrimonio del fratello. Non voleva raccontare al cognato i suoi problemi coniugali o che dormivano in camere separate da che aveva iniziato a sospettare che suo marito avesse un’altra donna.

    Qualche tempo prima, aveva anche consultato un avvocato divorzista, ma Brett aveva attribuito i loro problemi allo stress del lavoro e l’aveva supplicata di concedergli un’altra possibilità. Andando contro tutto il suo buonsenso, Lynn si era lasciata convincere che un figlio li avrebbe riavvicinati. Avevano fatto l’amore un’ultima volta prima che lei scoprisse la prova della sua infedeltà e lo sbattesse fuori di casa. Qualche minuto dopo, Brett aveva perso la vita in quel dannato incidente.

    «No, sto bene.» La sua voce gracchiò sull’ultima parola e un fremito la percorse. Non aveva soldi, non aveva un lavoro e non sapeva come mantenere la casa lussuosa che Brett aveva tanto insistito di voler acquistare. C’erano ancora da pagare le rate della casa e dell’automobile e non aveva idea di come fare. E, come se non bastasse...

    Si premette una mano sul ventre, i nervi a fior di pelle, pregando che il marito tre sere prima non l’avesse messa incinta. Lei adorava i bambini e aveva sempre desiderato avere una famiglia numerosa, ma al momento non sapeva come badare a se stessa, figuriamoci a un figlio.

    Sawyer l’attirò fra le sue braccia, interrompendo quel flusso di autocommiserazione. Dopo un istante di rigidità, lei appoggiò il capo sulla sua spalla. Si concesse così di assaporare il calore confortevole di quelle forti braccia che l’avvolgevano e la sensazione di morbidezza del tessuto del vestito contro la guancia. Un singhiozzo le sfuggì dalla gola. Lynn strinse le labbra, serrò i denti e irrigidì la schiena. Non era una debole. Doveva tenere duro.

    «Ssh» le mormorò Sawyer contro la tempia. Il soffio del suo alito le accarezzò la pelle, mentre le sue mani le massaggiavano la schiena. L’aroma alle spezie della sua colonia le invadeva i sensi.

    Un fremito di tutt’altro tipo l’assalì. Sgomenta, Lynn cercò di divincolarsi, ma le braccia del cognato la stringevano forte. Sentì il suo petto contro il proprio, poi una scia calda e umida le scivolò giù per il collo. Le lacrime di Sawyer.

    Il cuore le si strinse a quel dolore. Sawyer le era stato sempre accanto, dall’identificazione della salma all’organizzazione delle esequie. Il fatto che per tutto il tempo lui avesse nascosto il proprio dolore e si fosse fatto forza per lei rendeva il suo cedimento ancora più straziante.

    Lynn si concentrò sulla sofferenza di Sawyer più che sulla propria. Era meglio così, perché il suo dolore era legato a diverse altre emozioni. Delusione. Fallimento. Rabbia. Tradimento. Senso di colpa.

    «Andrà tutto bene.» Fece eco alle parole di circostanza che si era sentita ripetere decine di volte negli ultimi tre giorni. «Ce la faremo a superare tutto questo un po’ alla volta.»

    Desiderando offrirgli il conforto di cui lei stessa aveva bisogno, lo abbracciò e gli batté una mano sulla schiena. Gli sussurrò all’orecchio frasi consolatorie, ben sapendo che nulla di ciò che poteva dire o fare avrebbe cambiato la situazione. Non poteva riportare in vita Brett.

    Le braccia di Sawyer si avvinghiarono attorno a lei e il suo petto le premette contro i seni come un solido, caldo baluardo. Lui chinò il capo e le appoggiò il viso fra spalla e collo. Il suo fiato le scaldò la pelle. Una scintilla le saettò in grembo. Lynn cercò d’ignorarla, ma erano anni che qualcuno non l’abbracciava così teneramente e i modi bruschi di suo marito l’avevano da lungo tempo abituata a una raggelante mortificazione. Non era colpa di Sawyer se il suo corpo aveva frainteso quel gesto di conforto.

    Il respiro di Sawyer era affannoso, come se lui stesse lottando per mantenere il controllo. Allentò la stretta, si raddrizzò e indietreggiò di qualche centimetro. Passandosi una mano sul viso, mormorò con una smorfia: «Scusami. Ho bisogno di un secondo per riprendermi».

    «Va tutto bene.» Vedere quell’uomo forte crollare la lacerò. Lynn si sollevò sulle punte per posargli un bacio sulla guancia, ma lui ruotò il capo inaspettatamente. Le loro guance e le loro labbra si sfiorarono e il cuore di Lynn ebbe un sussulto. Inspirando a fatica, si appoggiò di nuovo sui talloni.

    Il bavero della giacca di Sawyer si strofinò contro il sottile tessuto del suo vestito fasciante e il conseguente fremito che avvertì nel ventre la allarmò.

    Lynn provò vergogna. Come poteva il suo corpo rispondere a quello del cognato e non a quello del marito?

    Brett l’aveva accusata di essere frigida e quella insinuazione le rimbombava ancora agghiacciante nelle orecchie. Eppure, non era stata una donna fredda finché lui non l’aveva ferita col suo egoismo, preoccupandosi, nell’intimità, solo del proprio piacere e mai del suo. Da allora, era come se qualcosa dentro di lei si fosse ritratto ogni qualvolta lui la toccava. La sfera sessuale del suo matrimonio l’aveva sempre angosciata, perché rappresentava il suo fallimento come moglie e come donna.

    «Voglio dimenticare.» Il sussurro addolorato di Sawyer le dilaniò il cuore e indebolì la diga emotiva che lei si era costruita attorno alle fragili emozioni.

    «Lo so. Anch’io.» Con mano malferma, Lynn gli sfiorò la guancia scavata. La barba corta e ispida le graffiò i polpastrelli. La sensazione le viaggiò lungo il braccio come una debole scossa elettrica. Lei abbassò la mano di scatto e si strofinò il palmo contro il fianco.

    Pochi centimetri separavano le loro labbra e i loro respiri si mescolavano.

    Il dolore negli occhi di Sawyer si tramutò lentamente in sorpresa, poi in qualcos’altro, qualcosa che la scaldava, la spaventava, le provocava batticuore e tensione. Tuttavia, Lynn non riuscì a distogliere lo sguardo. Si inumidì le labbra e cercò invano le parole giuste per tirarsi fuori da quell’imbarazzo.

    Le scure ciglia di Sawyer si abbassarono, nascondendo l’espressione dei suoi occhi.

    Prima che Lynn potesse indietreggiare, lui le chiuse le mani attorno ai gomiti e si avventò sulla sua bocca in un bacio disperato.

    Lo shock la paralizzò, ma più dell’inaspettato bacio la stupì la propria reazione. Un’ondata di desiderio la riportò indietro nel tempo, alla sera del suo ultimo appuntamento con Sawyer, quando credeva che fosse lui l’uomo dei suoi sogni. A prima che il suo cuore

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