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Un'estate per rinascere
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E-book99 pagine1 ora

Un'estate per rinascere

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Info su questo ebook

Linda vive sull’isola di Vaxholm nell’arcipelago di Stoccolma. È sfuggita a una vita coniugale infelice, con un marito che non corrisponde alle sue necessità di persona sensibile e creativa. Anche se malata, si rifugia nell’unico posto che l’ha vista felice. Il suo vicino di casa è Nils, amico di sempre, che entrerà in competizione con Lars, il gallerista di Linda, la quale è un’ottima pittrice. Ambedue gli uomini si scoprono innamorati della donna ma sarà durante la festa di Midsommar, la festa di mezza estate, che lei realizzerà chi è l’uomo della sua vita.

LinguaItaliano
Data di uscita10 mar 2022
ISBN9781005292119
Un'estate per rinascere
Autore

Elena Andreotti

Sociologa con perfezionamento inbioetica.Ha lavorato per circa venti anni nella P.A.dove si è occupata a lungo di informatica,partecipando a progetti riguardanti il sistemainformativo aziendale e curando laformazione dei colleghi.Attiva nel volontariato, attualmente curala formazione dei volontari.Ha collaborato per una decina d’anni conun periodico locale, occupandosi dellarubrica di bioetica.Appassionata di pittura, fotografia emacrofotografia che praticadilettantisticamente, ma con buoni risultati.Lettrice onnivora, predilige la letteratura'gialla' e fantascientifica.

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    Anteprima del libro

    Un'estate per rinascere - Elena Andreotti

    un’estate per rinascere

    Elena Andreotti

    Note dell’autore

    Ogni riferimento a persone o fatti è puramente casuale.

    Tutto quello descritto nel presente racconto è pura invenzione e senza alcuna relazione a situazioni realmente avvenute.

    Tutti i diritti riservati ©Elena Andreotti

    Design di copertina di ©Elena Andreotti

    La foto è stata scaricata gratuitamente da Pexels (immagine di cottonbro) e rielaborata graficamente.

    ***

    Per le usanze svedesi ho consultato i seguenti siti:

    https://www.insvezia.com/midsommar-festa-di-mezza-estate-in-svezia/

    https://it.yourtripagent.com/4689-brief-history-of-sweden-s-midsummer-festival

    https://www.informagiovani-italia.com/festa_di_mezza_estate_stoccolma.htm

    https://donnecheemigranoallestero.com/svezia-sole-mezzanotte/

    Capitolo 1

    Linda godeva del sole appena tiepido di quel pomeriggio di fine maggio; si trovava sul pontile del piccolo molo annesso al cottage che era la sua casa da circa tre anni: una bella abitazione in legno dalle pareti rosse e con le finestre riquadrate di bianco, posta in prossimità del mare.

    Era seduta con le gambe ciondolanti e osservava il suo volto che si rifletteva nell’acqua fredda del Baltico. L’immagine che vedeva era lontana anni luce da quella che solo qualche anno prima avrebbe potuto vedere riflessa. Non che ci fossero cambiamenti evidenti. Portava i capelli bruni sempre lunghi e lasciati al naturale sulle spalle. Solo qualche capello bianco indicava che non era più giovanissima, ma la pelle ancora liscia e gli occhi scintillanti di pagliuzze dorate sul fondo marrone, potevano ingannare sull’età. Il corpo snello e tonico contribuiva a farla sembrare una ventenne. Quello che era cambiato era il suo stato d’animo oltre alla sua autostima.

    Non avrebbe mai ringraziato abbastanza la zia Ingrid, moglie dello zio paterno Vittorio, per averle lasciato in eredità il suo cottage in legno, posto sull’isola Vaxholm, nell’arcipelago di Stoccolma, dove si era ritirata alla morte del marito.

    Zia Ingrid, bionda e statuaria, era una donna eccezionale, una pittrice di talento con un discreto successo. Aveva avuto sempre un debole per Linda e la voleva con sé nei periodi di vacanza in Svezia. Durante la stagione estiva Lin, come la chiamava la zia, aveva imparato la lingua svedese. Fu un periodo indimenticabile. Facevano lunghi bagni in mare, prendevano il sole e mangiavano pesce a volontà. La zia Ingrid dipingeva i bellissimi paesaggi dell’isola, che poi spediva a una galleria d’arte di Stoccolma; insegnò anche a Linda a utilizzare varie tecniche pittoriche. Una volta mandò uno dei quadri fatti dalla nipote al gallerista, che riuscì a venderlo a un prezzo discreto.

    «Alimenta sempre la tua vena artistica», le disse una sera davanti al fuoco. «Sii sempre un po’ folle. Non ti far tarpare le ali».

    Invece era proprio quello che Linda aveva fatto: si era fatta tarpare le ali.

    ***

    La sua esistenza non era stata sempre così piena e soddisfacente. Ora poteva tornare con la mente alla sua vita precedente senza una fitta al cuore. Non che le fosse successo chissà quale dramma, a parte la sua malattia e il lento stillicidio vissuto durante il suo matrimonio; tuttavia, per lungo tempo, si era trattato di qualcosa da seppellire nei meandri più profondi dei suoi ricordi.

    Si era sposata con Giacomo, compagno di studi presso la Facoltà di Economia e Commercio. Purtroppo, aveva abbandonato i suoi sogni di diventare una brava pittrice come la zia Ingrid, dietro la spinta dei suoi genitori che volevano per lei un futuro senza problemi economici.

    «Parla bene Inge, che ha fatto una vita da signora grazie a quel santo di mio cognato Vittorio», diceva la mamma, donna pratica e senza troppi grilli per la testa.

    Linda era stata una ragazza timida e studiosa e la sua socialità si esprimeva soprattutto durante le vacanze estive. Appena ricominciava la scuola, si buttava a capofitto nello studio e frequentava solo qualche compagna per fare i compiti insieme. L’unico ragazzo che aveva cominciato a frequentare era Giacomo, il quale, da studente, era stato una persona simpatica e ironica. Era dall’aspetto abbastanza comune, tutto sommato, e dai capelli scuri e folti, ma i suoi occhi neri brillavano di un’intelligenza acuta; a Linda piaceva perché la faceva star bene con quella leggerezza che mostrava in ogni occasione. Da studente era stato così, anche se a volte la sua ironia diventava sarcasmo e faceva emergere una sottile cattiveria, che lui celava subito dopo dietro una battuta sdrammatizzante.

    Il tempo del fidanzamento fu un periodo piacevole, anche se non esaltante: già cominciavano a emergere alcuni aspetti del carattere di lui, a cui Linda non volle attribuire troppo peso. Però a volte rimaneva interdetta. Al primo anniversario del loro fidanzamento, si era presentato con un mazzolino di fiori di campo, raccolti personalmente, sostenendo che quello che conta è il pensiero. In linea di massima Linda avrebbe anche potuto essere d’accordo, però ne era rimasta delusa lo stesso. Lei aveva voluto acquistare due fedine come simbolo della loro unione e lui si era limitato a dire: «Sì, ma non ci spendiamo troppo». Anche per questa sua iniziativa aveva ingoiato amaro: non avrebbe dovuto essere lei a proporgli di acquistare gli anelli. Comunque, lui aveva dato il suo peggio al fidanzamento ufficiale, dimenticando di acquistarle l’anello. Sua mamma aveva liquidato la cosa dicendo che era un tipo pratico che andava al sodo e non badava ai fronzoli.

    Finiti gli studi, Giacomo era entrato nello studio del padre, affermato commercialista, e Linda era stata assunta in una multinazionale. Non c’era niente che impedisse loro di sposarsi, perciò lo fecero.

    «Credo sia arrivato il momento di mettere su famiglia», aveva detto Giacomo, stabilendo quale fosse il periodo migliore per lui. «Il tuo lavoro impiegatizio ti dà più libertà, mentre io devo tenere conto delle scadenze fiscali. Credo che a febbraio sia il periodo migliore». Così fu deciso anche se a Linda sarebbe piaciuta la primavera.

    Dopo il matrimonio, erano andati ad abitare nello stabile di lusso dei genitori di lui, in un appartamento acquistato dal padre per il suo unico figlio. Questo era stato il motivo per cui i genitori di Linda si erano accollati tutte le spese della cerimonia, dell’acquisto dei mobili e del viaggio di nozze.

    Fu in quel periodo che Giacomo aveva

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