40 notti con lo sceicco: Harmony Collezione
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Anteprima del libro
40 notti con lo sceicco - Lynn Raye Harris
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Marriage Behind The Façade
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2012 Lynn Raye Harris
Traduzione di Cristina Proto
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5899-714-7
1
Era fatta. Sydney Reed lasciò cadere la penna e fissò i documenti che aveva appena firmato.
Le carte per il divorzio.
Il cuore le martellava in gola, le mani erano sudate, lo stomaco in preda ai crampi. Aveva la sensazione che le avessero appena sottratto l’ultimo brandello di felicità che avrebbe mai potuto conoscere, ma questo era assurdo. Perché non esisteva felicità quando c’era di mezzo il principe Malik ibn Najib Al Dhakir. Esistevano solo angoscia e confusione.
Anche solo pensare al suo nome aveva ancora il potere di farla tremare. Il suo esotico sceicco. L’amante perfetto. Suo marito.
Ex marito.
Sydney infilò i documenti nella busta e chiamò Zoe, la sua assistente. Perché era così difficile? Malik non aveva mai tenuto a lei. Era stata lei a provare ogni sentimento per entrambi. Ma non era bastato. Per quanto Sydney ci avesse provato con tutte le forze, Malik non l’avrebbe mai amata. Semplicemente non ne era capace. Anche se era un amante generoso, non ci aveva mai messo il cuore.
Era ovvio. Sydney si accigliò. Non che non sapesse amare: semplicemente non amava lei. Non era la donna giusta per lui. Non lo era mai stata.
Zoe apparve sulla porta, l’espressione professionale.
«Chiama il corriere. Devo farli consegnare subito» le disse prima di cambiare idea.
Zoe non notò le dita tremanti di Sydney quando prese la busta spessa dalle sue mani. «Sì, signorina Reed.»
Signorina Reed. Non più Principessa Al Dhakir.
Mai più.
Sydney annuì, non fidandosi della propria voce nel caso avesse deciso di pronunciare una qualunque altra parola a proposito, quindi si girò verso il computer. Lo schermo era un po’ appannato, ma con determinazione continuò a scegliere le proprietà da mostrare al cliente che avrebbe incontrato poco più tardi.
Era stata davvero sciocca. Aveva conosciuto Malik un anno prima quando uno dei suoi dipendenti aveva chiamato l’agenzia immobiliare dei suoi genitori per chiedere che un agente gli mostrasse alcune proprietà. Lei non sapeva chi era Malik, ma si era informata su di lui prima del loro appuntamento.
Principe del Jahfar. Fratello di un re. Sceicco di un territorio. Scapolo. Disgustosamente ricco. Playboy internazionale. Rubacuori... Aveva persino trovato la foto di un’attrice in lacrime che dichiarava di essersi innamorata del principe Malik, ma che questi l’aveva lasciata per un’altra donna.
Sydney si era recata all’appuntamento armata di quelle informazioni e anche di una dose di disprezzo per quel cosiddetto sceicco che spezzava cuori senza alcun apparente rimorso. Non aveva pensato che si potesse interessare a lei: non era affascinante, non era una stella del cinema, né una donna interessante agli occhi di uno sceicco playboy.
Ma c’era caduta, giusto?
Malik era stato affascinante, gentile. Diverso da ogni altro uomo. Quando le aveva rivolto la sua attenzione, non era riuscita a resistergli. Non aveva voluto resistergli. Si era sentita lusingata dal suo interesse.
L’aveva fatta sentire bella, esperta, speciale – tutte cose che in realtà non era. Una fitta di dolore le penetrò il cuore. Malik aveva il dono speciale di far sentire una donna il centro del suo universo: finché durava, era il paradiso.
Sydney afferrò i fogli che aveva stampato sulla proprietà e li infilò nella valigetta, poi indossò la giacca bianca di cotone appesa alla sedia. Non voleva rammaricarsi un minuto di più. Quella parte della sua vita era finita.
Malik era stato felice di liberarsi di lei, e ora lei stava per eliminarlo dalla sua vita per sempre. Si era quasi aspettata che lo facesse lui dopo che lo aveva lasciato a Parigi, ma era chiaro che lei non era per lui una cosa sufficientemente importante da occupare i suoi pensieri anche solo per un breve istante. Per una qualche ragione il cuore di Malik era gelido, e non sarebbe stata lei a riscaldarglielo.
Sydney avvertì Zoe che se ne stava andando, passò dall’ufficio della madre per salutarla e si avviò all’auto. Ci volle più di un’ora nel traffico per raggiungere la prima casa a Malibu. Parcheggiò nel vialetto circolare e guardò l’orologio. Il cliente sarebbe arrivato nel giro di un quarto d’ora.
Sydney strinse il volante e si costrinse a respirare con calma per un paio di minuti. Si sentiva turbata, ma non poteva farci niente: aveva spedito i documenti, era tutto finito.
Era tempo di andare avanti.
Entrò in casa, accese le luci, aprì le pesanti tende per scoprire la vista meravigliosa. Si mosse spinta dall’abitudine: sprimacciò i cuscini dei divani, spruzzò un deodorante per l’ambiente, trovò una stazione di musica jazz nel sistema di filodiffusione della casa.
Poi uscì in terrazza e mentre aspettava controllò la posta sul cellulare. Alle sette e mezzo in punto suonò il campanello.
Si va in scena.
Respirò profondamente prima di raggiungere la porta e stamparsi un sorriso sul volto. Salutare sempre il cliente con caldo entusiasmo. La prima regola di sua madre... Sydney forse non era la miglior venditrice della squadra Reed, ma lavorava sodo.
Sydney era il Calimero della famiglia Reed, la figlia deludente, non all’altezza della sorella perfetta.
L’unica cosa che li aveva fatti quasi scoppiare d’orgoglio era stato il matrimonio con un principe. Ma aveva fallito anche in questo. Non le avevano detto niente in proposito, ma lei sapeva di averli delusi.
Sydney spalancò la porta: il sorriso svanì nel momento in cui vide l’uomo sulla soglia.
«Ciao Sydney.»
Per quella che le sembrò un’eternità, Sydney non riuscì a muoversi, né a parlare. Né a respirare. Era ipnotizzata dalla luce ardente negli occhi dell’uomo che non vedeva da più di un anno, se non sui giornali o in televisione.
Era ancora magnifico, accidenti. Era il deserto: duro, aspro e bello. E una volta era stato suo...
No. Non è stato altro che un’illusione. Malik appartiene solo a se stesso!
«Che cosa ci fai qui?» si costrinse a chiedere.
«Non è ovvio?» le rispose Malik ironico. «Cerco una casa.»
«Tu hai una casa. Te l’ho venduta io l’anno scorso.»
«Sì, ma non mi è mai piaciuta.»
«Allora perché l’hai comprata?»
Quegli occhi neri ebbero un guizzo di passione. Lei quasi indietreggiò, ma si fece forza. Era stato il suo padrone. E lo sarebbe stato ancora, se non si fosse resa conto di quanto sarebbe stata distruttiva una vita con lui. Il dolore le strinse lo stomaco.
«Ho comprato quella casa perché era un tuo desiderio, habibti.»
Era così doloroso rivederlo. Sydney aveva cercato di abituarsi alla sua presenza nel mondo leggendo ogni articolo su di lui, anche quando la ferivano con la storia delle sue ultime conquiste. Si era ripetuta che era solo una questione di tempo prima che tornasse a Los Angeles, e che se si fosse di nuovo imbattuta in lui, si sarebbe comportata come una principessa di ghiaccio.
E non era ciò che stava facendo?
Si allontanò dalla porta, decisa a rifugiarsi nel disprezzo. All’esterno poteva apparire tranquilla. Dentro, però, era sconvolta. «E tu fai sempre ciò che le persone vogliono, vero?» disse.
Malik entrò e si chiuse la porta alle spalle. «Solo se la cosa mi diverte.»
La sua imponente presenza rese l’ambiente fin troppo intimo. Lo squadrò: il completo era fatto su misura, naturalmente. Grigio perla. La camicia azzurro polvere sotto la giacca era sbottonata al collo.
Sydney si girò e si diresse verso la terrazza. Il cuore batteva impazzito. «Allora forse comprare una casa con una vista così spettacolare potrebbe divertirti. E io saprei come usare la provvigione.»
«Se hai bisogno di soldi, Sydney, devi solo chiedere.» Sembrava così freddo, logico, distaccato, come se stesse dicendo al suo domestico personale che il colore della cravatta da indossare gli era indifferente.
Fu colta da una profonda amarezza. Era così tipico: niente colpiva le emozioni di Malik. Il suo errore era stato credere di essere diversa.
Già. C’era cascata in pieno.
Si girò di nuovo. «Non voglio il tuo denaro, Malik. Perché non te ne vai prima che arrivi il mio vero cliente? Se devi dirmi qualcosa, puoi farlo attraverso il mio avvocato.»
Il calore negli occhi di lui non si attenuò. Era rabbia o qualcosa di diverso?
«Ah, sì, il divorzio» osservò lui sprezzante.
Rabbia. Non era abituato a vederla reagire. Non lo aveva mai fatto. Fino a quel giorno in cui aveva posato la penna sul foglio per firmare.
Sydney incrociò le braccia al petto. Sapeva che era un gesto di difesa, ma non le importava. «Non ti ho chiesto niente. Solo la firma sui documenti.»
«Li hai firmati alla fine.» Non c’era sofferenza né sorpresa nella voce.
Sempre calmo il signore del deserto. «È per questo che sei qui?»
Aveva consegnato i documenti a Zoe da poco più di un’ora. Era possibile che fossero stati recapitati a Malik, ma anche così, come l’aveva rintracciata così in fretta?
Ma poi si sentì stupida per non aver capito. Doveva sapere che stava facendo preparare i documenti. Ma non sapeva perché avesse importanza per lui. «Non c’è alcun cliente, vero? Hai organizzato tutto tu.»
Era nel suo stile. Malik orchestrava tutto. Se qualcosa non gli piaceva, la cambiava. Se voleva qualcosa, la otteneva. Era il tipo di potere che le persone normali non avrebbero mai raggiunto.
Lui inclinò la testa leggermente. «Mi sembrava il modo migliore per incontrarti. E così facendo non avremmo fornito materiale succulento ai paparazzi.»
Sydney chiuse gli occhi e deglutì. La pelle era madida di sudore, quindi spalancò ancor di più le portefinestre per lasciar entrare la brezza dell’oceano. Non aveva bisogno di girarsi per sapere che Malik era dietro di lei. Emanava un’energia che non era mai riuscita a ignorare. Quando Malik entrava in una stanza, lei lo sentiva. Una parte di lei voleva girarsi e rifugiarsi tra le sue braccia, voleva sentire il paradiso di un’ultima notte tra le sue braccia.
Disprezzava quella parte di sé. Non era più così debole! Era forte, capace di resistere alla parte istintiva di lei che desiderava quell’uomo.
Doveva resistere... o pagarne il prezzo.
Sydney si girò di scatto, indietreggiando quando vide che lui era anche più vicino di quanto pensava. «Non ti sei mai disturbato a contattarmi. Hai fatto passare tutti questi mesi senza cercare mai di contattarmi. Perché sei qui ora?»
Era così attraente: capelli neri, tratti cesellati, corpo levigato, pelle bronzea, quasi dorata. Un brivido le attraversò la schiena. Avrebbe dovuto capire che un uomo del genere non si sarebbe mai davvero interessato a lei.
«Perché inseguirti, Sydney?» replicò lui, ignorando la sua domanda. «Hai scelto tu di andartene. Avresti potuto scegliere di tornare.»
Naturalmente! La sua partenza non lo aveva minimamente scalfito. «Non ho avuto scelta.»
«Davvero? Qualcuno ti ha