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Combattere la guerra
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E-book61 pagine51 minuti

Combattere la guerra

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Una riflessione appassionata partendo dalla drammatica attualità delle 169 guerre in corso nel mondo, con una domanda provocatoria sullo sfondo: «Beati i costruttori di guerra?» Come afferma l’arcivescovo Mario Dalpini, credere nella pace oggi sembra un azzardo, mentre la direzione verso un conflitto sempre più mondiale pare ineluttabile. Tra conflitti dimenticati e strategie di politica estera viene fatta luce sulla complessità dell’intreccio che unisce indissolubilmente guerra e pace nell’orizzonte internazionale. Emerge, nelle parole degli autori, l’esigenza di combattere il pensiero diffuso che la guerra sia inevitabile. Contiene l'appello per la pace lanciato dall'arcivescovo Dalpini che nel mese di marzo ha già raccolto oltre 25 mila adesioni di cittadini ambrosiani.
LinguaItaliano
Data di uscita29 giu 2023
ISBN9791255950011
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    Combattere la guerra - Sandro Calvani

    SANDRO CALVANI è professore associato presso l’Asian Institute of Technology di Bangkok, in Thailandia. Nella sua vita professionale, da anni conduce studi e ricerche sui temi della pace e della riduzione del conflitto, si occupa di gestione delle emergenze sanitarie, di innovazione e di sviluppo umano sostenibile. Ha svolto diversi incarichi per le Nazioni Unite e la Caritas in tutto il mondo. Per la sua attività ha ricevuto riconoscimenti internazionali.

    ANTONIO SPADARO, gesuita, ordinato prete nel 1996, ha conseguito la laurea in Filosofia e il dottorato in Teologia. È stato professore presso il Centro Interdisciplinare di Comunicazione Sociale della Pontificia Università Gregoriana di Roma e attualmente è direttore della rivista «La Civiltà Cattolica». Collabora con diverse testate e ha al suo attivo numerose pubblicazioni.

    MARCO TARQUINIO, giornalista esperto di politica interna e internazionale, è stato dal 2009 al 2023 direttore del quotidiano «Avvenire». Dal 2011 al 2016 è stato consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il premio Artigiano della pace e il premio Internazionale della Pace, della Cultura e della Solidarietà.

    Quella che papa Francesco chiama da tempo «Terza guerra mondiale a pezzi» è una realtà che attraversa i continenti e paralizza il futuro impedendo di coniugare «i pilastri della pace», come li definiva papa Giovanni XXIII, che «sono quattro – scrive Marco Tarquinio –, non solo la libertà e la giustizia… ma anche la verità e l’amore». «Partendo dalla consapevolezza che il conflitto è ineliminabile – osserva padre Spadaro –, per papa Francesco promuovere la pace significa in concreto agire sui quadranti più delicati della politica internazionale in nome di quelli che spesso definisce gli scarti, ovvero i più deboli.» E Sandro Calvani sottolinea la necessità di «riformare le Nazioni Unite partendo da esperienze ed esperimenti in cui il potere non è su qualcosa o qualcuno, ma con, facendo particolare attenzione ai beni comuni globali. La pace diventerebbe così non tanto una destinazione, ma un cammino, tracciato da una luce di speranza».

    Combattere la guerra significa in definitiva impegnarsi costantemente a conoscere «la geopolitica della guerra e della pace», acquisendo la consapevolezza che ogni guerra è «contro l’umanità».

    © 2023 ITL srl a socio unico

    Via Antonio da Recanate, 1 – 20124 Milano

    Tel. 02671316.1

    E-mail: libri@chiesadimilano.it

    www.itl-libri.com

    Proprietà letteraria riservata

    Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore.

    È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.

    ISBN 979-12-5595-001-1

    Prima edizione digitale 2023

    PREFAZIONE

    La generazione che era nata dalle ceneri (milioni di morti, milioni; persone, non numeri) della Seconda guerra mondiale si interrogava sul come fosse stato possibile e su quando l’uomo finalmente avrebbe potuto vivere senza uccidere suo fratello e quindi perdersi. È una domanda attuale, lacerante, che scaturisce da lezioni terribili di dolore. Dimenticare la sofferenza vuol dire condannarsi a riviverla. Dobbiamo trasformarla in saggezza, cioè in sistemi neutrali, sovranazionali e condivisi indispensabili perché altri non siano condannati a riviverla.

    Il mistero inquietante del male è sempre generativo e trova nuovo spazio nel cuore dell’uomo. Il male non dorme, anzi approfitta proprio del sonno per seminare la zizzania. Il male continuamente tesse la sua trama di morte, approfittando di gocce, che poi diventano anche quelle un oceano, ma di morte! Se è vero in positivo, cioè che un piccolo gesto di amore non è mai inutile, è anche vero al contrario che mai il male è innocuo. Ce ne accorgiamo quando l’oceano invade la vita di violenza e di guerra. E poi: cambiamo solo quando non possiamo farne a meno, quando siamo costretti dalle emergenze, da situazioni nelle quali, spesso, non possiamo più fare nulla? E dopo secoli di Vangelo che predica l’amore per i nemici e impone di rimettere la spada nel fodero ammonendo che «chi di spada ferisce di spada perisce» – ammonizione sempre valida per tutti e in tutti i tempi – possiamo ancora accettare che i cristiani siano beffati così tanto da non fare nulla per risolvere i conflitti senza il ricorso alle armi? Perché gli uomini si uccidono tra loro (le guerre sono sempre fratricide)? Nei cristiani non c’è nessuna giustificazione, perché sono costretti a riconoscere nell’altro il proprio prossimo,

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