Soft Seventies: L'epoca d'oro del soft-rock
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Anteprima del libro
Soft Seventies - Francesco M. Tandoi
Francesco Tandoi
Soft Seventies
La stagione d'oro del soft-rock
LA SENSIBILITÀ
VITALE
Collana di Scienze dei media e Sociologia della cultura
diretta da Alfonso Amendola
Le trasformazioni di tipo industriale e politico sono poco profonde: dipendono dalle idee, dalle preferenze morali ed estetiche di coloro che sono contemporanei ad esse. Però, a loro volta, ideologia, gusto e moralità non sono altro che conseguenze e specificazioni della sensazione radicale nei confronti della vita, di come viene sentita l’esistenza, di quella che chiameremo «sensibilità vitale», che è il fenomeno primario nella storia, la prima cosa da definire se si vuole essere in grado di comprendere un’epoca
(José Ortega y Gasset, Il Tema del nostro tempo, 1923)
Comitato scientifico
AMOS BIANCHI (Nuova Accademia di Belle Arti di Milano), FAUSTO COLOMBO (Università Cattolica di Milano), GIOVANNI FIORENTINO (Università della Tuscia), ANTONIO LUCCI (Humbolt Unviersität zu Berlin), MARTIN MÜLLER (Humbolt Unviersität zu Berlin), MAURIZIO MERICO (Università degli Studi di Salerno), ERCOLE GIAP PARINI (Università della Calabria), ROBERTA PALTRINIERI (Alma Mater Studiorum
Università di Bologna), GIOVANNI RAGONE (Sapienza
Università di Roma), JAN SÖFFNER (Zeppelin Universität zu Friedrichhafen), MICHELE SORICE (Luiss
di Roma), VINCENZO SUSCA (Université Paul-Valéry Montpellier 3)
Comitato redazionale:
Pietro Ammaturo, Annachiara Guerra, Luca Lanzetta, Martina Masullo
I testi scientifici della collana sono sottoposti a double blind peer review
Pubblicato nel novembre 2023
Rogas Edizioni
© Marcovaldo di Simone Luciani
viale Telese 35
00177 – Roma
e-mail: info@rogasedizioni.net
sito web: www.rogasedizioni.net
Facebook: Rogas Edizioni
Instagram: @rogasedizioni
ISBN: 9788845294778
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Credits
Un grazie speciale a mia moglie Dafne, a Jacopo e a Margherita per aver sopportato le mie «assenze», più o meno giustificate, durante tutte le fasi di scrittura e di preparazione del libro e per averli ammorbati con discorsi unilaterali sul soft-rock in ogni momento della giornata e per mesi interi.
Ringrazio poi Mauro Ronconi, vate dell’argomento (credo) nel mondo; nessuno, prima di lui, ha scritto un’opera completa ed esauriente sulla discografia del soft-rock. Lo ringrazio, anche se trovare il libro è stata un’impresa ( poi lo aveva mio zio ) . A proposito, ringrazio anche lui, Luigi Di Zanni, il cui amore per la musica (e i cui vinili) hanno alimentato questa mia grande passione fino condurmi alla scrittura del libro.
Grazie anche a Dario Di Zanni, publishing manager e cugino (è il figlio del suddetto zio) che mi ha guidato lungo tutto il percorso per arrivare a pubblicare questo libro. Dario, non sempre riuscivo a seguirti in quello che dicevi, ma mi hai dato una bella mano.
E per finire grazie a Luca De Gennaro, Ernesto Assante, Gino Castaldo, Ezio Guaitamacchi, Fabio Zuffanti, che non sanno di essere citati in questo libro, ma rappresentano un esempio per tutti coloro che vogliono conoscere e scrivere di musica.
Indice
Credits
Prefazione - di Alfonso Amendola
Prologo
Introduzione
PARTE PRIMA - IL SEGNO DI UN’EPOCA
1. Il lato soft della roccia
2. Un’America che cambia
3. Dal surf al canyon: le origini
4. «Take it Easy»: l’ascesa degli Eagles
5. Uno stile mille suoni
6. «At the speed of sound», l’evoluzione di un suono
7. Founding Fathers & Co.
8. L’importanza di chiamarsi… McDonald
9. The Producers
10. Successo e delirio a Los Angeles
11. Il soft-rock e l’Europa
12. Gli anni Ottanta: l’onda lunga del soft rock
PARTE SECONDA - THE BEST OF
I protagonisti e la discografia essenziale
I numeri uno
Altri suoni
Cavalli e pony
Epilogo
Bibliografia essenziale
La sensibilità vitale
Prefazione - di Alfonso Amendola
C’è un marcato solco biografico in questo libro di Francesco M. Tandoi. Una partenza nel nucleo della passione che è sempre la scelta necessaria per affrontare un discorso (anche di natura saggistica o di ricostruzione storica) che ha come orizzonte portante le temperie artistiche. Ma al di là del dato personale, biografico e passionale Soft Seventies. La stagione d’oro del soft-rock è un libro analitico, rigoroso nella ricostruzione storica e soprattutto straordinariamente denso di storie, racconti, trame, intrecci, ascolti mirati e letture, appunto, dedicate al soft-rock. Un genere che nel tempo ha avuto diverse etichette e denominazioni (Yacht, Pub, Mellow rock, Adult Contempora r y) ma dove la matrice è sempre indicata da melodie dolci, arrangiamenti raffinati e testi emotivamente coinvolgenti. E dove la forza di questo capitolo musicale, che ha affascinato e toccato il cuore di milioni di appassionati della musica di tutto il mondo, è decisamente ancor oggi indiscutibile. Con il passar del tempo e radicandosi nei grandi immaginari di massa, il soft-rock ha saputo conquistare un posto speciale nei nostri cuori e nelle nostre playlist. E l’invito al viaggio sonoro che ci propone Tandoi (che identifica una sua inevitabile partenza nel sound dei Beatles) si propone come una guida necessaria che soprattutto colma un tema di ricerca decisamente lacunoso (a parte le specifiche monografie su singole band, qualche rimando complessivo lo troviamo nel lavoro di Mauro Ronconi, Andy Beckett, Linda Ronstadt, Ezio Guaitamacchi, Greg Prato e Fred Armisen).
« La scelta di oggi, di raccontare questa sfavillante stagione » , scrive l’autore nel suo prologo d’apertura, « è nata dal desiderio di rendere giustizia ad una musica che si è imposta per un arco di tempo tutto sommato lungo, descrivendo una parabola interna a sé stessa durante la quale ha completato il suo ciclo vitale, la sua evoluzione, coinvolgendo un pubblico molto vasto e stabilendo una serie di record di popolarità e vendite » . Questo libro, quindi, è un potente viatico per avvicinare (comprendere, studiare o conoscere) il soft-rock. Donandoci preziose chiavi di lettura di quei gruppi (a cominciare da quel triumvirato che sono gli Eagles, gli America e i D oobie Brothers ) e di quei brani che hanno intriso le nostre vite di emozioni e ci hanno accompagnato in momenti di gioia o di tristezza. Un genere di musica che, nonostante il passare degli anni e le circumnavigazioni estreme ricche di contaminazioni e ripensamenti di stile, ha mantenuto la sua magia e il suo impatto sulla musica contemporanea. E così, eccolo il viaggio di Tandoi nel suo soft-rock tra: S teely Dan , Air Supply, Chicago, Toto, Fleetwood Mac, C arly Simon e molti altri artefici di brani intramontabili che hanno ispirato generazioni intere. Il libro di Tandoi ci spinge gradualmente ‒ tra voci calorose e potenti, unite alla maestria degli strumenti ‒ dentro atmosfere di dolcezza e introspezione, ma anche straordinari capitoli di storia sociale e culturale del nostro Novecento. Infatti accanto al sentire «intimo» e sicuramente emozionale, il soft-rock nel suo procedere giammai ha escluso temi sociali e riflessivi. Infatti, le canzoni di soft-rock trattano di amore, perdita, crescita personale, speranza, affrontano le sfide della vita e hanno un profondissimo respiro di speranza. Insomma, nulla viene trascurato dal soft-rock.
Il libro di Tandoi scava nel profondo dentro le pieghe complesse dell'evoluzione del soft-rock cogliendo numerosi aspetti che maturano o si spengono nel corso degli anni e nel suo continuo impatto sulla scena musicale internazionale. Inoltre, il libro ci indica le vaste influenze che hanno plasmato questo genere e stabilisce con costanza una sorta di ponte «dialettico ed emotivo» un continuo punto d’incontro tra l’autore, i musicisti raccontati e il lettore (sia esso un fan di lunga data o un nuovo arrivato nel mondo del soft-rock). Questo libro aiuta ad esplorare e scoprire l’enorme bellezza di un genere musicale che si muove tra emotività, dolcezza, armonie vocali, testi introspettivi, strumentazioni sofisticate, atmosfere nostalgiche… In Soft Seventies. La stagione d’oro del soft-rock la piacevolezza della scrittura si sposa agilmente con un linguaggio leggero e asciutto, alle volte giustamente impertinente e personale, ma sempre dentro un realismo d’analisi che non nasconde il grande amore per questo genere. Un grande amore che questo libro incorpora, e ne abbraccia i lembi in un unico lenzuolo, ovvero quel suono immaginifico di un genere lucidamente «inclusivo» e decisamente rivolto a chi del rock ha voluto, soprattutto, «cogliere il lato più timido e delicato» .
E allora che dire… immergiamoci nel fascino senza tempo del soft-rock.
Se il rock non morirà sarà anche per merito del soft-rock!
Prologo
Sono nato nel 1967, 48 giorni prima dell’inizio della « Summer of Love » e 27 giorni prima dell’uscita di Sgt. Pepper : forse questo ha avuto il suo peso. Ero troppo piccolo per ricordarmi dei Beatles e di tutto quello che la musica aveva prodotto alla fine degli anni Sessanta . In realtà, crescere nella consapevolezza di essermi perso tutto quel « bendi d dio » non è stato poi così semplice.
Sono arrivati poi gli anni Settanta, da cui affiorano i primi ricordi, quelli di un mangiadischi giallo col muso bianco e di quei buffi 45 giri che infilavo e tiravo fuori da quel « coso » , mai prima di aver terminato l’ascolto della canzone. Della musica del periodo successivo non ricordo granché, ma so che quando qualche mese fa ho ascoltato su Spotify Lonesome loser della Little River Band e Fallin’ in love di Hamilton, Joe Frank & Reynolds «ho rivisto la luce» di quegli anni. Nulla di propriamente evocativo, eccetto per il fatto che quella musica era davvero dovunque, sulle radio, alle feste in casa, a battesimi e matrimoni. Forse quello è stato l’inizio della mia «consapevolezza musicale» ed è avvenuta grazie a quella musica.
Capisco oggi, a circa cinquant’ anni dall’inizio di quel mio percorso, che quella musica è ancora lì, patinata, accattivante e piaciona. Che si chiami Soft, Yacht, Pub o Mellow rock, è solo un’e tichetta. Alla fine essa ha incarnato perfettamente la richiesta di un pubblico vasto e senza età, affamato di «leggerezza», di «avventura», di «bella vita», diventando il complemento ambientale della vita di molti (se non di tutti!). Questa richiesta ha trovato, in un particolare momento storico, una serie di musicisti, autori, produttori che sembravano non aspettare altro se non di assecondare il gusto di una fetta di pubblico enorme, sfornando una serie di lavori in cui si esprimeva, di fatto, un nuovo modo di fare… rock. Durante questo periodo si compì quindi la parabola di cantanti e band che condusse alla produzione di una grande quantità di lavori, alcuni dei quali di gran pregio, finendo poi per abbandonarsi a un mainstream impersonale che decretò la fine stessa di molti dei suoi protagonisti. M a non di quella musica.
La scelta di oggi, di raccontare questa sfavillante stagione è nata dal desiderio di rendere giustizia ad una musica che si è imposta per un arco di tempo tutto sommato lungo, descrivendo una parabola interna a sé stessa durante la quale ha completato il suo ciclo vitale, la sua evoluzione, coinvolgendo un pubblico molto vasto e stabilendo una serie di record di popolarità e vendite.
Nell’interpretazione comune, non si è trattato di un fenomeno rock definibile come «maggiore» o «classico», com’è stato quello degli anni Sessanta e degli «altri» Settanta , ma molte di queste canzoni, fresche ed orecchiabili sono entrate nella vita della gente e nella società di quel tempo, consentendo a un grande numero di persone di compiere il proprio viaggio, proprio come è successo a me.
Introduzione
Fin dalle sue origini il rock ha mostrato la sua vera indole: viscerale, istintivo, crudo, dirompente, innovativo, uno schiaffo in piena faccia, quella faccia opulenta, puritana e perbenista che la società occidentale del periodo a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta proponeva al mondo intero. Allo stesso tempo ha espresso dall’inizio un suo lato romantico, sognante, in alcune occasioni drammatico e malinconico, tanto che non c’è stato rocker che durante la propria carriera non abbia composto almeno una «ballat a » più morbid a e delicat a alternat a a