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Il tempo dell'anima: La nostra libertà alle prese col caso
Il tempo dell'anima: La nostra libertà alle prese col caso
Il tempo dell'anima: La nostra libertà alle prese col caso
E-book59 pagine38 minuti

Il tempo dell'anima: La nostra libertà alle prese col caso

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Info su questo ebook

La vita individuale è un piccolo arco di una vastissima circonferenza.
Inizia e termina con una non scelta: per caso. La circonferenza
non è qualcosa di più dei suoi archi. Non li trascende: è solo la
somma di tutti. E non è interamente tracciata: è sempre aperta,
deve sempre concludersi. L’infinità del possibile è anche l’incertezza
assoluta, il rischio senza limiti. Scegliere è sempre rischiare. Ma pur
nella sua infinità, la libertà di scelta incontra un limite insuperabile.
Si può scegliere in molti modi, in infiniti modi ma non si può non
scegliere. Finché si vive, ogni istante è un passo verso l’ignoto. E
qualunque sia la scelta compiuta si può sempre fallire. Quando poi
non si fallisce può assalirci un sentimento sgradevole: è la vergogna
verso gli altri che non sono riusciti, il dubbio sul proprio diritto
a conseguire il successo. Quel sentimento che nella Prefazione di
Zarathustra, Nietzsche esprime con un interrogativo: son forse un
baro? È l’idea di gioco che intende sottolineare. La scelta rischiosa,
quella che può fallire o farci sentire vergogna, appartiene a un
gioco d’azzardo in cui domina il caso. E Nietzsche specifica bene
di che gioco si tratti: quello dei dadi. In un gioco retto dal caso,
bisogna vergognarsi quando si vince: non siamo noi a vincere, non
è la nostra volontà a guidare i dadi. Ma allora il dubbio il sospetto è
che il caso non sia pienamente libertà. Il caso è nobile perché libera
dalla tirannia degli scopi, ma anche quella del caso forse è una
tirannia? Sul cerchio della vita si riproduce sempre un problema
antico: nell’oceano delle possibilità, l’uomo può davvero trovare
una sua rotta? È davvero libero di essere un destino? In che modo
l’infinità del possibile si concilia con la libertà?
LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2023
ISBN9791281331242
Il tempo dell'anima: La nostra libertà alle prese col caso

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    Anteprima del libro

    Il tempo dell'anima - David Mosseri

    Copertina_Mosseri_Tempo_dell'anima.jpg

    Ikebana

    16

    Collana diretta da

    Claudio

    Bonvecchio

    Comitato scientifico

    Luigi

    Alfieri

    (Università degli Studi di Urbino)

    Paolo

    Bellini

    (Università degli Studi dell’Insubria, Varese e Como)

    Claudio

    Bonvecchio

    (Università degli Studi dell’Insubria, Varese e Como)

    Bernardo

    Nante

    (Universidad de Buenos Aires)

    Pierre

    Della Vigna

    (Università degli Studi dell’Insubria, Varese e Como)

    Bruno

    Pinchard

    (Université Jean Moulin Lyon 3)

    Fabrizio

    Sciacca

    (Università degli Studi di Catania)

    Se pareba boves, alba pratalia araba,

    et albo versorio teneba, negro semen seminaba.

    Gratia tibi agimus, potens sempiternus Deus.

    © Proprietà letteraria riservata

    Edizioni AlboVersorio, Milano 2023

    www.alboversorio.it

    mail-to: alboversorio@gmail.com

    ISBN: 9791281331242

    Direzione editoriale: Erasmo Silvio

    Storace

    Impaginazione a cura di: Giorgia

    Toppi

    IL TEMPO DELL'ANIMA.

    LA NOSTRA LIBERTà ALLE PRESE

    COL caso

    Atti del Convegno del 7 Ottobre 2023

    A cura di David Mosseri

    INDICE

    Premessa – Ugo Maspero

    Introduzione – David Mosseri

    Il tempo dell'anima come sguardo verso una vita spirituale – Gaspare Emanuele Trizzino

    Il caso come sfida – Carlo Del Grande

    Libertà e caso – Fulvio Miscione

    L'isola sacra – Giacomo Colombo

    La matematica alle prese col caso – Paolo Crespi

    Il destino come compagno – Giuseppe Armocida

    Il caso e le scelte – Roberto Trotta

    Conclusione – Luigi Molteni

    Postfazione. Esperienze - Sapere aude – David Mosseri

    PREMESSA

    di Ugo Maspero

    Il tempo dell’anima, la nostra libertà alle prese col caso è il tema del terzo convegno organizzato dall’Insubria.

    Si tratta di un piccolo gruppo di persone che hanno scelto di mettere in comune parte del proprio tempo e della propria libertà e tantissimo del proprio spirito e della propria intelligenza per fare quelle cose inutili che caratterizzano l’umanità quando questa è animata dal senso del sacro, come per esempio nel passato la costruzione delle grandi cattedrali. Cosa inutile, infatti, potendo bastare quattro mura e un tetto oppure anche il solo tempio interiore per rapportarsi all’assoluto.

    Tuttavia è nelle cose formalmente inutili, come per esempio la filosofia o la musica, che l’umanità ricerca e testimonia il significato, il vero e il bello.

    Jacques Monod pubblica nel 1970 "Il caso e la necessità", saggio filosofico su basi biologiche, nel quale spiega che il DNA, sorto grazie al caso, è diventato il linguaggio universale attraverso il quale le strutture viventi si replicano per mezzo di leggi necessarie alla loro sopravvivenza.

    Siamo pertanto stretti dentro un determinismo biologico. Tuttavia continuiamo a guardare le stelle nelle notti serene, convinti che le parti buie del cielo contengono tantissime cose da capire e che si sveleranno grazie alla nostra voglia di sapere: sapere aude.

    Ed è presente un mago tra noi dell’Insubria e tra tutti quelli che lo sanno vedere e sentire, uno degli ultimi maghi, che ci allieta e stimola lo spirito e la mente. A lui va sempre il nostro pensiero riconoscente.

    Homo homini deus.

    INTRODUZIONE

    di David Mosseri

    «Conosco la mia sorte. Un giorno sarà legato al mio nome il ricordo di qualcosa di enorme – una crisi, quale mai si era vista sulla terra, la più profonda collisione della coscienza, una decisione evocata contro ciò che finora è stato creduto, preteso consacrato. Io non sono un uomo, sono dinamite»¹.

    Che cosa abbiamo voluto

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