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Piccola Neve
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E-book225 pagine2 ore

Piccola Neve

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La peculiarità di questo romanzo è il non aver avuto una trama fissa durante la stesura, come invece avviene per la maggior parte dei testi, esclusi i diari. Ho deciso di non rimanere legato ad uno schema fisso e ad una trama preordinata, bensì di scrivere giorno per giorno e senza aver la minima idea di come potesse essere l’epilogo.
In più questa soluzione mi avrebbe consentito di descrivere le scene con precisione realistica ed in “tempo reale” con estrema accuratezza.

Uso descrivere accuratamente perchè voglio rendere il romanzo come un film: il lettore non deve immaginare a modo suo l'ambiente e i personaggi, ma li deve vedere esattamente come li vedo io. In un film non si percepisce solo la voce dei dialoghi, ma anche le inquadrature, la scenografia, le luci, ecc... che nel romanzo possono essere realizzate solo con una accurata descrizione, coinvolgendo tutti i cinque sensi. A renderla ancora più efficace, i luoghi esistono davvero, così come esistono davvero le condizioni meteorologiche: ad esempio, se scrivo che a Dengqu il primo giorno di Xiaoman pioveva e la temperatura era di 19° C, sicuramente il 21 maggio 2009 in un paese che esiste davvero e che davvero si chiama Dengqu, veramente c'era la pioggia e facevano 19°C !
Oppure se scrivo che sulla strada G108 a trecento metri da Yanli su un muro a destra v’è la scritta Baiyunshan e un numero di telefono con prefisso 0357, è sicuramente certo che tutto ciò corrisponda alla realtà. La collocazione temporale è esatta.

Il silenzio è una costante in ogni descrizione e nella lettura del romanzo.

Uno degli scopi di questo romanzo è sottolineare il concetto di "deserto" esterno, ovvero l'assenza di suoni (ad eccezione del vento e dell'acqua) dovuta all’assoluta assenza di persone e animali. Il “deserto” è anche interno: il lettore deve provare dall'inizio alla fine un senso di "deserto" e di "naturale" (non "ovvio") ove riconoscersi.

Il mistero che aleggia su Linfen e sulla sparizione delle persone è solo un pretesto per far viaggiare i personaggi da un luogo all'altro, e più che un viaggio esteriore è un viaggio interiore.

Piccola Neve non è un romanzo d’amore. La stessa parola compare solo sette volte e non tutte si riferiscono ai protagonisti.
L’amore fra Marco e Xiaoyu, fra un uomo e una donna, è meramente una parte del mondo, della vita, come lo sono le nubi, i silenzi, il freddo.
L’amore è quel sentimento che accomuna silenzi e deserti dell’anima nella piena consapevolezza della vita.

Per quanto riguarda i personaggi, Jack/Marco sono io, nulla è inventato in lui. Io sono il romanzo che ho scritto. In Piccola Neve c’è tutto me stesso. Sogni, speranze, desideri, stati d’animo, pensieri, sentimenti: tutto; mentre Xiaoyu, al contrario di quanto si possa pensare, non è la mia donna ideale ma è il mio alter ego.

Durante la stesura del romanzo sono stato particolarmente attento alle simmetrie. La tecnica della ripetizione di parte di un paragrafo all’interno dello stesso o di un altro mi è utile per aumentare l'effetto di una situazione particolare quando mi mancano le parole o per rievocare una scena.

Infine, le note. Ho pensato di aiutare il lettore a comprendere meglio il testo, la collocazione dei luoghi e il significato di alcune parole cinesi con delle note descrittive, accompagnate sempre dalla corretta pronuncia traslitterata nell’alfabeto italiano.

LinguaItaliano
Data di uscita18 nov 2014
ISBN9781311901286
Piccola Neve
Autore

Marco Codognotto

Mi chiamo Marco Codognotto e sono un geologo. Sono nato a Genova nel lontano 1974. Ho conseguito il diploma di geometra nel 1993 e dopo mi sono laureato dottore in scienze geologiche alla Università di Pavia nel 2000. Le mie passioni sono: 1.La paleontologia (e la geomorfologia) 2.Scrivere poesie e romanzi 3.Il testo confuciano del Yi Jing (I Ching, I King) 4.La fotografia 5.Il radio ascolto di emittenti internazionali sulle onde corte e medie POESIE E ROMANZI Scrissi la mia prima poesia quando frequentavo le elementari. Alle medie e alle superiori prendevo ottimi voti di italiano. E leggevo, leggevo molto... Scrissi il mio primo romanzo quando ero ancora studente, dopo aver letto ”Il Canto di Acchiappacoda” di Tad Williams. Era un romanzo fantasy, per ragazzi. In seguito scrissi altri romanzi di vario genere, dal romantico al giallo, dal fantastico al diario. Più tardi, nel 1993, cominciai la mia prolifica produzione di poesie, ispirato dalla lettura di Montale. Alcuni dei miei versi furono premiati in diversi concorsi letterari. Nessuna di queste opere, tranne una poesia, sono state pubblicate, e tuttora sono alla ricerca di un serio editore. LA PALEONTOLOGIA I fossili furono la mia prima passione, da quando mio padre mi regalò un giorno un dinosauro di gomma. Allora avevo circa 4 anni. Dalla età di 6 anni cominciai a leggere i libri di paleontologia di mio padre, e a collezionare un gran numero di mostri di gomma. Alle superiori (mi ero iscritto alla scuola per geometri anche se non era lo indirizzo che più desideravo: avrei preferito il liceo) brillavo in scienze naturali e in italiano. Poi mi iscrissi al corso di laurea in scienze geologiche presso la Università di Genova, ove seguii le lezione del triennio di base. In seguito mi iscrissi alla Università di Pavia per intraprendere gli studi specialistici del biennio di applicazione, nel ramo - ahime - di geologia applicata. Avrei preferito lo indirizzo generale ove avrei potuto seguire il corso di paleontologia, ma con i (cattivi) consigli del tipo ”se scegli quello applicato potrai fare il libero professionista e guadagnare di più che stare in un museo al chiuso”, ho scelto la geologia applicata. Mi laureai con una tesi di geomorfologia, una materia che mi piaceva - e mi piace - molto, ma conservai lo stesso la passione per la paleontologia. Per conto mio, da autodidatta, studiai la paleontologia dei vertebrati, gli Gnatostomi acquatici (pesci), la geologia storica e regionale, il Paleozoico e il Devoniano, la classificazione cladistica, e molto altro ancora. Attualmente sono occupato (non proprio come geologo) e sto cercando un altro lavoro che mi avvicini di più al mondo dei fossili. YI JING ( I CHING, I KING ) Ho studiato da autodidatta dal 1996 la filosofia cinese, in particolar modo quella confuciana, e soprattutto il testo classico oracolare Yi Jing (altrimenti scritto I Ching o I King a secondo della traslitterazione usata). Studiando con cura la numerologia del Yi Jing secondo le formule di Shao Yong, e le considerazioni del lama Govinda sulle simmetrie della struttura interna dei 64 esagrammi, e lo ordinamento di Changsha, ho proposto un nuovo Xu Gua e molte altre osservazioni sulle simmetrie fra i vari ordinamenti degli esagrammi e sulle previsioni a lungo raggio. Uno studio continuo, che mi accompagnerà tutta la vita, nella convinzione che ogni evento può essere spiegato e predetto da numeri, secondo le regole di mutamento delle linee degli esagrammi. Il mio desiderio è quello di divulgare e pubblicare questo mio enciclopedico lavoro. LA FOTOGRAFIA La passione per la fotografia è iniziata quando ero ragazzino. Mio padre fu il mio insegnante. Il genere che preferisco è il ritratto. Ho partecipato ad alcune mostre. IL RADIOASCOLTO Anche questa passione mi è stata infusa da mio padre. Cominciai ad ascoltare le trasmissioni in onde corte nel 1998: era Radio Cina Internazionale. In seguito presi ad ascoltare Radio Giappone-NHK ed altre emittenti estere in lingua italiana.

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