La questione catalana. Independència?
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Anteprima del libro
La questione catalana. Independència? - Angelo Attanasio
© goWare 2013
ISBN 978-88-6797-103-9
Redazione: Alice Mazzoni
Copertina: Lorenzo Puliti
Sviluppo ePub: Elisa Baglioni
Scelta brani musicali: Stefano Cipriani
goWare è una startup fiorentina specializzata in digital publishing
Fateci avere i vostri commenti a: info@goware-apps.it
Blogger e giornalisti possono richiedere una copia saggio a Maria Ranieri: mari@goware-apps.com
Made in Florence on a Mac
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Musiche e video musicali degli intermezzi (1 minuto)
Inno della Catalogna, Els segadors
Peret, Catalunya ès poderosa, Live al Concert per la llibertat, 29 giugno 2013
Joan Manuel Serrat, Mediterráneo
Sopa de Cabra, Camins
Lluis Llach, Viatge a Ítaca
Himne del FC Barcelona
Els Catarres, Oh Jennifer
Els Pets, Bon día
Manel, La gent normal
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I camini di Palau Güell di Antoni Gaudí
Tra un capitolo e l’altro presentiamo una pagina di intermezzo che ha lo scopo di segnalare al lettore alcuni aspetti della cultura catalana. Insieme a una clip musicale di un minuto, da ascoltare integralmente su YouTube o da acquistare su iTunes, presentiamo anche qualcosa di molto curioso dell’architettura di Antoni Gaudí, l’artista simbolo di Barcellona e della Catalogna.
Si tratta dei camini che Gaudí progettò e fece realizzare sulla sommità di Palau Güell che oggi è stato nominato dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Il palazzo si trova nel centro della città in prossimità delle Ramblas, incastrato tra altri edifici e affacciato su una strada stretta. È praticamente impossibile fotografarlo nella sua interezza. Pertanto vi proponiamo un’immagine in miniatura della costruzione esposta nel parco Catalunya en Miniatura
che si trova a Torrelles de Llobregat a 17 km da Barcellona. La riproduciamo qui sotto.
Inno della Catalogna, Els segadors [su YouTube]
Peret, Catalunya ès poderosa (Live al Concert per la llibertat
, 29 giugno 2013), [su YouTube]
Introduzione
✔ 11 settembre 2012. L’imponente manifestazione dell’11 settembre 2012 a favore dell’indipendenza della Catalogna obbliga ad anticipare le elezioni regionali.
✔ Il mondo guarda la Catalogna. Le urne aperte il 25 novembre 2012 portano all’attenzione internazionale la questione catalana.
✔ Un esito incerto. Il governo uscente di CiU (Convergència i Unió) vince le elezioni ma perde l’obiettivo politico della maggioranza assoluta.
✔ Il vero vincitore. Il vero vincitore è il partito indipendentista, che appoggia CiU.
✔ Il referendum sull’indipendenza. Nel nuovo parlamento catalano aumenta il numero di deputati a favore di un referendum sull’indipendenza.
Tra il 20 e il 25 novembre del 2012 a Barcellona si è registrata una concentrazione di giornalisti stranieri solo comparabile a quella che si era raggiunta vent’anni prima, in occasione dei Giochi olimpici. Stavano tutti cercando testimonianze, opinioni pro o contro l’argomento centrale della campagna elettorale che in quei giorni si concludeva. Le elezioni anticipate per la formazione del governo regionale della Catalogna sarebbero state considerate dai media internazionali un fatto tutto sommato secondario in qualsiasi altro momento. Ma nell’autunno del 2012 la Spagna era al centro dell’attenzione dell’Europa e di buona parte del mondo occidentale per una serie di motivi: la crisi economica, l’imminente e continuo annunciato/smentito rescate (conosciuto in inglese come bail out) dell’economia iberica da parte delle istituzioni europee, le conseguenze della prima tranche di aiuti concessi alle banche (confermati a giugno del 2012 per un valore complessivo di 100 miliardi di euro, il 10% del PIL nazionale), le conseguenze di una crisi che affonda le radici in un sistema finanziario essenzialmente basato su una bolla immobiliare scoppiata nel 2008. Tutti questi elementi rendevano già di per sé la quarta economia europea un sorvegliato speciale d’eccezione, ma a complicare e a rendere ancora più interessante il quadro si aggiunse la Catalogna, la comunità autonoma più produttiva del Paese, che da mesi dava forti segnali di insofferenza nei confronti del governo di Madrid.
La possibilità di rendere la regione catalana indipendente
dal resto della nazione spagnola è stato il punto centrale di una campagna elettorale accesa e innovativa, quanto meno nei toni e nei contenuti. E fu proprio questo il parere polarizzato che i giornalisti stranieri cercarono nelle strade di Barcellona o nelle piazze dei piccoli paesi dell’entroterra catalano: Lei è a favore o contro l’indipendenza?
. Sorprendeva, in quei giorni, vedere come l’opinione della gente fosse meno chiara e definita di quanto potesse apparire leggendo i titoli dei giornali, le dichiarazioni dei candidati o i risultati dei sondaggi.
Le elezioni erano state convocate a inizio ottobre, con più di un anno e mezzo di anticipo sui tempi previsti, da quello che era in quel momento, ed è tutt’ora, il presidente della Catalogna: il convergente Artur Mas [Figura 1 – Artur Mas], a capo di un governo che per un pugno di voti non arrivava alla maggioranza assoluta nel parlamento. E due sono i fatti che hanno spinto Mas a prendere questa decisione insolita, vista la storica stabilità dei governi regionali condotti dal suo partito, la federazione di centrodestra catalanista Convergència i Unió (CiU). Il primo motivo è stata una massiccia manifestazione che si è svolta a Barcellona l’11 settembre del 2012 (festa nazionale della Catalogna in cui si ricorda la caduta della capitale e la conquista da parte dei Borboni nel 1714): si stima che 1 milione e 500 mila di catalani siano scesi in piazza dietro lo slogan: Catalogna, un nuovo Stato d’Europa
. [Figura 2 – Manifestació Catalunya, nou estat d’Europa
].
Il secondo fatto successe appena dieci giorni dopo, il 20 settembre, quando Mas riceveva dal presidente spagnolo Mariano Rajoy un contundente no
alla proposta di riforma del sistema di finanziamento della comunità autonoma. Il disappunto catalano si è consolidato sul nuovo rifiuto da parte di Madrid di accettare un patto fiscale
che avrebbe permesso alla regione di raccogliere e gestire direttamente le imposte che oggi versa all’Agenzia delle entrate centrale. Il grande cruccio risiede nel fatto che la Catalogna, secondo uno studio realizzato dalla Generalitat, verserebbe imposte a Madrid una somma superiore a quella delle spese che il governo centrale sostiene nella regione (questa differenza è stata chiamata deficit fiscale
e secondo le autorità catalane rappresenterebbe in media l’8% del PIL regionale). [Figura 3 – Deficit fiscale della Catalogna rispetto alla Spagna fino al 2009].
Le opinioni della gente, si diceva. È notoriamente difficile misurare la temperatura dell’opinione pubblica alle soglie di un appuntamento elettorale. Nei giorni immediatamente precedenti il voto del 25 novembre 2012 si sono pubblicati diversi sondaggi e quasi tutti davano per certo un risultato più che positivo per il partito al governo: CiU. Anche per questa ragione, forse, Artur Mas aveva anticipato le elezioni, sperando di conquistare quei sei seggi che lo separavano dalla maggioranza assoluta. Sarebbe stata la prima volta dall’inizio della crisi nella zona Euro che un governo in carica non veniva castigato alle urne a causa