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La questione catalana. Independència?
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E-book175 pagine1 ora

La questione catalana. Independència?

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Info su questo ebook

“Més que un club” (più di un club) è il motto del Barcellona FC. Anche la Catalogna si sente più di una regione geografica e politica. Si sente una nazione. Per questo Barcellona potrebbe diventare la capitale di un nuovo Stato d’Europa, la Catalogna.

Quali sono le ragioni del rinnovato sentimento indipendentista dei catalani? Si potrà tenere un referendum sull’indipendenza, proprio come succederà in Scozia nel 2014? Come reagirà l’Europa? Come reagiranno la finanza, l’economia e la cultura? Molte sono le domande che ruotano attorno alla voglia di divorzio dei catalani dalla Spagna.

Questo ebook, che si può leggere nel tempo che il Barça sbaraglia l’Espanyol, cerca di spiegare quello che sta succedendo nella Catalogna e soprattutto fa parlare i protagonisti della causa catalana, come il mitico ex presidente della Generalitat, Jordi Pujol, l’ex presidente del Barça, Joan Laporta, e il presidente del partito indipendentista ERC, Oriol Junqueras.

Dati, storie, interviste, voci, aneddoti... un ebook che parte proprio dalla manifestazione moltitudinaria dell’11 settembre 2012 e ripercorre le tappe che dal 1714 a oggi hanno portato i catalani a pensare che l’attuale assetto istituzionale non funziona più. Nel 2014 si terrà l’anniversario per i trecento anni della perdita dell’indipendenza e la questione catalana, in un momento di crisi economica, sarà uno dei principali nodi politici spagnoli ed europei. Ecco perché la cosa riguarda anche noi.

Un’ampia sezione di infografica, le interviste video ai protagonisti della vicenda e una selezione di musiche catalane completano questo ebook di nuova generazione.

[Tempo di lettura: 90 minuti]
LinguaItaliano
EditoregoWare
Data di uscita19 ago 2013
ISBN9788867971039
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    Anteprima del libro

    La questione catalana. Independència? - Angelo Attanasio

    © goWare 2013

    ISBN 978-88-6797-103-9

    Redazione: Alice Mazzoni

    Copertina: Lorenzo Puliti

    Sviluppo ePub: Elisa Baglioni

    Scelta brani musicali: Stefano Cipriani

    goWare è una startup fiorentina specializzata in digital publishing

    Fateci avere i vostri commenti a: info@goware-apps.it

    Blogger e giornalisti possono richiedere una copia saggio a Maria Ranieri: mari@goware-apps.com

    Made in Florence on a Mac

    Quando è stato possibile le illustrationi sono state tratte da Wikipedia Commons e da altre risorse Creative Commons. Negli altri casi l’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti dei brani riprodotti nel presente volume.

    Musiche e video musicali degli intermezzi (1 minuto)

    Inno della Catalogna, Els segadors

    Peret, Catalunya ès poderosa, Live al Concert per la llibertat, 29 giugno 2013

    Joan Manuel Serrat, Mediterráneo

    Sopa de Cabra, Camins

    Lluis Llach, Viatge a Ítaca

    Himne del FC Barcelona

    Els Catarres, Oh Jennifer

    Els Pets, Bon día

    Manel, La gent normal

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    I camini di Palau Güell di Antoni Gaudí

    Tra un capitolo e l’altro presentiamo una pagina di intermezzo che ha lo scopo di segnalare al lettore alcuni aspetti della cultura catalana. Insieme a una clip musicale di un minuto, da ascoltare integralmente su YouTube o da acquistare su iTunes, presentiamo anche qualcosa di molto curioso dell’architettura di Antoni Gaudí, l’artista simbolo di Barcellona e della Catalogna.

    Si tratta dei camini che Gaudí progettò e fece realizzare sulla sommità di Palau Güell che oggi è stato nominato dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Il palazzo si trova nel centro della città in prossimità delle Ramblas, incastrato tra altri edifici e affacciato su una strada stretta. È praticamente impossibile fotografarlo nella sua interezza. Pertanto vi proponiamo un’immagine in miniatura della costruzione esposta nel parco Catalunya en Miniatura che si trova a Torrelles de Llobregat a 17 km da Barcellona. La riproduciamo qui sotto.

    Inno della Catalogna, Els segadors [su YouTube]

    Peret, Catalunya ès poderosa (Live al Concert per la llibertat, 29 giugno 2013), [su YouTube]

    Introduzione

    ✔ 11 settembre 2012. L’imponente manifestazione dell’11 settembre 2012 a favore dell’indipendenza della Catalogna obbliga ad anticipare le elezioni regionali.

    ✔ Il mondo guarda la Catalogna. Le urne aperte il 25 novembre 2012 portano all’attenzione internazionale la questione catalana.

    ✔ Un esito incerto. Il governo uscente di CiU (Convergència i Unió) vince le elezioni ma perde l’obiettivo politico della maggioranza assoluta.

    ✔ Il vero vincitore. Il vero vincitore è il partito indipendentista, che appoggia CiU.

    ✔ Il referendum sull’indipendenza. Nel nuovo parlamento catalano aumenta il numero di deputati a favore di un referendum sull’indipendenza.

    Tra il 20 e il 25 novembre del 2012 a Barcellona si è registrata una concentrazione di giornalisti stranieri solo comparabile a quella che si era raggiunta vent’anni prima, in occasione dei Giochi olimpici. Stavano tutti cercando testimonianze, opinioni pro o contro l’argomento centrale della campagna elettorale che in quei giorni si concludeva. Le elezioni anticipate per la formazione del governo regionale della Catalogna sarebbero state considerate dai media internazionali un fatto tutto sommato secondario in qualsiasi altro momento. Ma nell’autunno del 2012 la Spagna era al centro dell’attenzione dell’Europa e di buona parte del mondo occidentale per una serie di motivi: la crisi economica, l’imminente e continuo annunciato/smentito rescate (conosciuto in inglese come bail out) dell’economia iberica da parte delle istituzioni europee, le conseguenze della prima tranche di aiuti concessi alle banche (confermati a giugno del 2012 per un valore complessivo di 100 miliardi di euro, il 10% del PIL nazionale), le conseguenze di una crisi che affonda le radici in un sistema finanziario essenzialmente basato su una bolla immobiliare scoppiata nel 2008. Tutti questi elementi rendevano già di per sé la quarta economia europea un sorvegliato speciale d’eccezione, ma a complicare e a rendere ancora più interessante il quadro si aggiunse la Catalogna, la comunità autonoma più produttiva del Paese, che da mesi dava forti segnali di insofferenza nei confronti del governo di Madrid.

    La possibilità di rendere la regione catalana indipendente dal resto della nazione spagnola è stato il punto centrale di una campagna elettorale accesa e innovativa, quanto meno nei toni e nei contenuti. E fu proprio questo il parere polarizzato che i giornalisti stranieri cercarono nelle strade di Barcellona o nelle piazze dei piccoli paesi dell’entroterra catalano: Lei è a favore o contro l’indipendenza?. Sorprendeva, in quei giorni, vedere come l’opinione della gente fosse meno chiara e definita di quanto potesse apparire leggendo i titoli dei giornali, le dichiarazioni dei candidati o i risultati dei sondaggi.

    Le elezioni erano state convocate a inizio ottobre, con più di un anno e mezzo di anticipo sui tempi previsti, da quello che era in quel momento, ed è tutt’ora, il presidente della Catalogna: il convergente Artur Mas [Figura 1 – Artur Mas], a capo di un governo che per un pugno di voti non arrivava alla maggioranza assoluta nel parlamento. E due sono i fatti che hanno spinto Mas a prendere questa decisione insolita, vista la storica stabilità dei governi regionali condotti dal suo partito, la federazione di centrodestra catalanista Convergència i Unió (CiU). Il primo motivo è stata una massiccia manifestazione che si è svolta a Barcellona l’11 settembre del 2012 (festa nazionale della Catalogna in cui si ricorda la caduta della capitale e la conquista da parte dei Borboni nel 1714): si stima che 1 milione e 500 mila di catalani siano scesi in piazza dietro lo slogan: Catalogna, un nuovo Stato d’Europa. [Figura 2 – Manifestació Catalunya, nou estat d’Europa].

    Il secondo fatto successe appena dieci giorni dopo, il 20 settembre, quando Mas riceveva dal presidente spagnolo Mariano Rajoy un contundente no alla proposta di riforma del sistema di finanziamento della comunità autonoma. Il disappunto catalano si è consolidato sul nuovo rifiuto da parte di Madrid di accettare un patto fiscale che avrebbe permesso alla regione di raccogliere e gestire direttamente le imposte che oggi versa all’Agenzia delle entrate centrale. Il grande cruccio risiede nel fatto che la Catalogna, secondo uno studio realizzato dalla Generalitat, verserebbe imposte a Madrid una somma superiore a quella delle spese che il governo centrale sostiene nella regione (questa differenza è stata chiamata deficit fiscale e secondo le autorità catalane rappresenterebbe in media l’8% del PIL regionale). [Figura 3 – Deficit fiscale della Catalogna rispetto alla Spagna fino al 2009].

    Le opinioni della gente, si diceva. È notoriamente difficile misurare la temperatura dell’opinione pubblica alle soglie di un appuntamento elettorale. Nei giorni immediatamente precedenti il voto del 25 novembre 2012 si sono pubblicati diversi sondaggi e quasi tutti davano per certo un risultato più che positivo per il partito al governo: CiU. Anche per questa ragione, forse, Artur Mas aveva anticipato le elezioni, sperando di conquistare quei sei seggi che lo separavano dalla maggioranza assoluta. Sarebbe stata la prima volta dall’inizio della crisi nella zona Euro che un governo in carica non veniva castigato alle urne a causa

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