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Milano capitale
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E-book241 pagine2 ore

Milano capitale

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Info su questo ebook

Come un romanzo la storia di una città, nata e cresciuta europea, e del suo popolo tenace e brillante.
LinguaItaliano
Data di uscita17 giu 2014
ISBN9788891145635
Milano capitale

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    Anteprima del libro

    Milano capitale - Silvia Francescato

    Questo libro è stato scritto per Milano.

    Ringrazio chi ha condiviso con me

    l’amore per questa meravigliosa città

    consigliandomi e aiutandomi

    a terminare la prima parte.

    In particolare

    monsignor Renzo Marzorati

    Marcello Menni

    Michele Sacerdoti.

    Un grazie particolare a Rosanna Cassano

    che da vera amica ha scattato le foto.

    Nata a Milano, Rosanna Cassano è una giornalista con la passione per la mobile photography. I suoi scatti milanesi sono stati esposti durante il Fuorisalone 2013, presso la scuola d’arte L’Artè e alla libreria Mondadori Multicenter di Piazza del Duomo nell’ambito dell’iniziativa Ricordi di Milano. Ha vinto inoltre il premio di fotografia mobile IgersItalia 2013 con una panoramica della nuova Piazza Città di Lombardia.

    Con i suoi scatti, pubblicati anche su instagram (@rosicassano) punta a combattere lo stereotipo di Milano, città grigia e senza attrattive, e a promuoverne invece l’immagine attraverso fotografie che ne risaltano i colori, le bellezze nascoste, gli angoli storici e le nuove architetture. Con l’invito, rivolto proprio ai milanesi, a rallentare il passo, sollevare lo sguardo e riscoprire la propria città.

    Silvia Francescato

    Milano capitale

    storia, racconti, leggende, aneddoti

    alla base del Vecchio Continente

    Libro primo 2013

    Seconda edizione 2014

    dai Celti a Sant’Ambrogio

    300 a.C. - 400 d.C.

    in evidenza l’Editto di Milano 313 d.C.

    nella ricorrenza dei 1700 anni

    la figura di santa Elena

    il carisma di sant'Ambrogio

    Titolo | Milano capitale

    Autore | Silvia Francescato

    ISBN | 9788891145635

    Prima edizione digitale: 2014

    © Tutti i diritti riservati all’Autore

    Youcanprint Self-Publishing

    Via Roma 73 - 73039 Tricase (LE)

    info@youcanprint.it

    www.youcanprint.it

    Questo eBook non potrà formare oggetto di scambio, commercio, prestito e rivendita e non potrà essere in alcun modo diffuso senza il previo consenso scritto dell’autore.

    Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941.

    In copertina:

    Officina del IV sec. d.C., Sarcofago di Lambrate (inv. 203 Sculture)

    Raccolte d'Arte Antica, Museo d'Arte Antica del Castello Sforzesco, Milano - Comune di Milano

    Tutti i diritti riservati

    (Foto Rosanna Cassano)

    Indice dei contenuti

    Prefazione dell’autore

    Introduzione

    I CELTI

    Milano capitale dell’Insubria

    - Le origini dei Celti

    - Le migrazioni d'Oltralpe

    - La nascita di Medhelanon

    I ROMANI

    Milano capitale dell’Impero

    - Il cambiamento radicale

    - La prima cerchia di mura

    - Domatori d’acqua

    - Per le vie di terra

    - La Via Aemilia

    - La Via Postumia

    - La Via Fulvia

    - La strada consolare delle Gallie

    - La Via Flavia

    - Le guerre cimbriche

    - Leggi e abitudini

    - La religione pagana

    - Colonia e municipium

    - Tecniche agricole e produzione alimentare

    - L’artigianato e il commercio

    - L'architettura imperiale

    - Il foro

    - Il teatro

    - L’arena

    - La dicotomia tra Mediolanum e Roma

    - Inizia il cristianesimo

    - Aurelia Augusta Mediolanum

    - L’erculea Mediolanum

    - Le terme

    - Il circo

    - Il mausoleo imperiale

    - Il diritto sociale romano

    - L’era dei martiri

    - I luoghi di culto e le sepolture

    IL CRISTIANESIMO

    Milano capitale del Cristianesimo

    - Costantino

    - Divo

    - Genio militare

    - La battaglia dell’ovest

    - La battaglia dell’est

    - La battaglia di Saxa Rubra e Ponte Milvio

    - Il Sacro Ordine Militare Costantiniano

    - L’Editto di Mediolanum

    - Domus e battisteri

    - I primi passi del Cristianesimo

    - Il recupero di Gerusalemme

    - Le basiliche paleocristiane

    - Costantino magno e Nova Roma

    - Le reliquie di Cristo

    - Il sole volge a ponente

    - Elena addio

    - I primi pellegrinaggi

    - Costantino cristiano

    - L’ultimo viaggio a Nova Roma

    L’ERESIA ARIANA

    Milano capitale dell’arianesimo

    - La triste successione

    - Le reliquie dei Magi

    - La basilica Maior

    - I Valentiniani

    - San Martino

    - Arriva Ambrogio

    - La basilica Palatina e il mausoleo

    - Ambrogio vescovo

    - L’incursione dei Visigoti

    - Graziano

    AMBROGIO

    Milano è ambrosiana

    - Grandi uomini, grande Mediolanum

    - I battisteri ambrosiani

    - La numerologia cristiana

    - Il rigore

    - Le basiliche ambrosiane

    - La morte di Graziano

    - Agostino e Le Confessioni

    - Nuovi problemi

    - Ambrogio fustigatore

    - Il canto ambrosiano

    - Ambrogio e Teodosio

    - Galla Placidia

    - Rigurgiti di paganesimo

    - Le campane

    - Le ultime luci

    - Nazaro e Celso

    Epilogo

    Legenda dei nomi tradotti in latino

    Indirizzi dei luoghi citati nel testo

    Bibliografia e link di riferimento

    Indice dei contenuti del Libro secondo

    Cenni biografici dell’autore

    Mosaico da via della Passerella, IV sec. (inv. 430 bis Sculture)

    Raccolte d'Arte Antica, Museo d'Arte Antica del Castello Sforzesco

    Milano - Comune di Milano, tutti i diritti riservati

    (Foto Rosanna Cassano)

    Introduzione

    Studia il passato se vuoi prevedere il futuro.

    Confucio

    Cari lettori, stiamo per addentrarci in una storia meravigliosa, per alcuni versi incredibile, certamente coinvolgente.

    E’ la storia di una città, ma non di una città qualunque.

    In queste pagine scoprirete una pietra miliare della civiltà europea, una capitale salita ai vertici del mondo, poi crollata in un inferno di distruzione, che ha perduto e saputo risollevarsi, più e più volte, con la forza di un leone ferito, attaccato alla vita.

    Mai banale, sempre attiva, assai generosa, Milano forse più di Roma è stata la culla della cultura europea. Sono certa che vi piacerà.

    Scopritela con noi.

    Capitolo 1°

    I CELTI

    Milano capitale dell’Insubria

    I Galli, che frequentavano gli Etruschi a causa del vicinato,

    e avevano osservato con invidia la bellezza del Paese,

    con un futile pretesto li attaccarono a sorpresa

    con un grande esercito,

    li cacciarono dalla regione del Po

    ed occuparono essi stessi la pianura.(II,17)

    Polibio

    Le origini dei Celti

    Se si dovesse dar credito alla tradizione orale dei Celti, giunta fino a noi in quanto scritta dai Romani, dovremmo dire che questo popolo discende dal dio Ercole. La storia che studiamo sui banchi di scuola invece ipotizza che si tratti di una popolazione indo-europea, che i Greci chiamano Galati e i Romani Galli¹.

    Non si sa perché, nell'età del ferro, attorno all’800 a.C., questa gente inizi a migrare, partendo forse dalle steppe a nord del Mar Nero, per sistemarsi in territori compresi tra l'Alto Reno e l’Alto Danubio², ma a questo proposito c’è chi sostiene che l’esodo sia stato imposto da un improvviso gelo ambientale.

    Tra tutte queste ipotesi, una sola certezza: i Celti sono indubbiamente estremamente prolifici!

    In breve occupano nuove terre che ora chiamiamo Gran Bretagna, Irlanda e Scozia, poi, sempre alla ricerca del tepore ambientale, si spingono fino in Gallia, Nord Europa, e Iberia, Penisola Iberica, infine arrivano in Insubria, Italia del Nord.

    A ben valutare la loro storia, forse potrebbero davvero discendere dal dio Ercole, perché sono abilissimi nell’inventare e costruire armi ed armature, sono anche forti, temerari e guidati da un'aristocrazia guerriera che li aiuta ad espandersi fino ad occupare tutta Europa. Non conoscono invece la scrittura, e sono quindi costretti ad affidare la propria cultura alla tradizione orale, e a seguire le imposizioni di una casta dominante, suddivisa in bardi, druidi e vati, che in pratica li tiene completamente sottomessi.

    I bardi sono i maestri che si occupano di tramandare oralmente le tradizioni, la legge e i regolamenti sociali. Seguendo i loro insegnamenti, gli allievi imparano a memoria, nel corso di lunghi anni, una considerevole sequenza di testi elaborati in rime che, per poter essere meglio ricordati e tramandati, sono accompagnati da una musica suonata con uno strumento simile alla lira, che noi chiamiamo crotta. Si tratta, in definitiva, della tradizione dei cantastorie che è tutt’ora in uso, in particolare, nell’Italia del sud.

    I druidi sono sacerdoti che hanno funzioni sacrificali, organizzative e giudiziarie. Seguono la filosofia animistica e credono che le piante abbiano un’anima, tant’è che il loro nome deriva da olmo, l’albero che rappresenta la giustizia³. Hanno poi una particolare venerazione per la betulla, in quanto la ritengono il primo albero comparso sulla Terra e la considerano il simbolo di ogni nuovo ciclo vitale; la chiamano betu che significa appunto albero per antonomasia.

    Per queste ragioni, i druidi non officiano all’interno di templi, ma organizzano i luoghi di assemblea socio-religiosa creando radure entro fitte foreste, sotto l’intrico dei rami che crescono alti verso il cielo⁴, invitando i discepoli a sedersi a terra attorno a un olmo sacro⁵ piantato per l’occasione. Qui dispongono gli altari e le riproduzioni degli dei, formando un cerchio magico che produce energia. Creano dunque un punto sacro nel quale riuniscono il popolo che vi organizza una nuova comunità. Per questo, le città fondate dai Celti hanno sempre forma circolare monocentrica.

    Non sono pochi gli storici che indicano in questa tradizione l’attuale abitudine tutta italiana di creare la piazza cittadina in centro città, per usarla come punto di ritrovo sociale altrettanto energetico .... dato che la foresta e l’ombroso olmo hanno lasciato il posto a una chiesa, al municipio, a un bar, quando va bene a una fontana attorniata da pochi alberi e comode panchine, il tutto frastornato da un traffico caotico.

    La terza classe dominante è occupata dai vati, sensitivi e indovini, abili nell’interpretare gli auspici.

    Studiando i moti astrali essi compongono l’oroscopo celtico⁶ e segnano il luogo e il momento più propizio per le funzioni della comunità. Plinio il vecchio descrive la festività celta più importante, chiamata Samain, e sostiene che fosse ritenuta la data ideale per iniziare qualsiasi attività. Samain coincide essenzialmente con il capodanno celtico, celebrato dopo che i boschi si sono spogliati dalle foglie e i vati hanno scorto in cielo il momento propizio per conferire con il mondo dei morti. E’ il periodo che decreta la fine dell’anno trascorso e pone l’avvio dei nuovi cicli di vita; siamo ovviamente attorno alle attuali date del 31 ottobre e del 1 e 2 novembre, quando ancor oggi il mondo anglosassone celebra Halloween, mentre i cattolici ricordano i propri morti e celebrano tutti i santi.

    Forse è questa predisposizione al dialogo con gli inferi che spinge le tre caste di saggi a non disdegnare forme rituali particolarmente crudeli, durante le quali pacificano l’ira del dio Toutatis⁷ sacrificando non solo degli animali, ma anche degli uomini inermi. Emblematico, tra i tanti, il rituale del colosso, una enorme costruzione a svariati piani in legno e vimini, entro la quale vengono chiuse vive molte vittime, che alla fine sono date orribilmente alle fiamme.

    Da Plinio sappiamo che i Celti prediligono vivere in foreste vicine a laghi o fiumi, da cui ricavano le materie prime, soprattutto il legname, con il quale abilissimi falegnami costruiscono abitazioni, recinzioni, fortificazioni, piroghe e le parti in legno dei carri, mentre abili artigiani li ornano con figure di animali e intrecci floreali, che più tardi saranno ripresi dall’arte romanica.

    Utilizzano anche le fibre ricavate da diverse piante tipiche degli ambienti umidi, che le donne tessono per produrre cordami e tessuti; gli uomini invece raccolgono e lavorano in cannicci per formare sia strumenti per la pesca, sia le coperture dei tetti issate su capanne costruite in legno o in pietre posate a secco. Tecnica questa sopravvissuta ancor oggi in tutta Europa, per fabbricati simili alle nostre malghe con le pareti in sasso a vista e i tetti in paglia o in scandole di legno.

    Vicino alle abitazioni, all’interno di recinti formati da pali, rinchiudono gli animali da lavoro, soprattutto i cavalli, oppure allevano quelli destinati all’alimentazione, e tra questi essenzialmente dei suini: maiali o cinghiali selvatici.

    Le famiglie mangiano radunate attorno a un fuoco centrale sul quale cuociono i cibi, le cui ricette sono basate soprattutto sulla carne bollita, arrostita, affumicata o conservata disidratata, spesso accompagnata da focacce di cereali. Questi sono soprattutto ceci, piselli, fave e lenticchie, raccolti selvatici, ma anche coltivati, e macinati a pietra con mulini ad andamento circolare, quindi più efficaci di quelli preistorici con movimento manuale in avanti e indietro. Le farine così ottenute sono usate anche per la produzione della cerevisia, la bevanda antesignana della birra, di cui è abitudine berne un sorso prima di avviare trattative importanti.

    I Celti conoscono l’apicoltura e producono il miele, usato soprattutto per la tipica ricetta dell’idromiele⁸, tanto amato da essere chiamato bevanda degli Dei. Dagli alveari ottengono anche abbondanza di cera che impiegano soprattutto per la lavorazione dei metalli con il metodo a cera perduta.

    Tralasciando quindi gli antichi attrezzi artigianali come selci, ossa, legno, aculei e spine di pesce, gli operai celti sono abilissimi nel lavorare i metalli, e già durante la cosiddetta età del ferro (VII sec. a.C.), avviano in tutta Europa il commercio regolare di questo metallo modellato in lingotti, oppure magistralmente lavorato dai fabbri, che sanno creare lame, coltelli, accette, alari, spiedi, catene, calderoni, bicchieri, e perfino aghi per cucire. Forse ispirati da Ercole, gli armaioli

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