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Il primo caso dei gemelli Slic
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Il primo caso dei gemelli Slic
E-book80 pagine57 minuti

Il primo caso dei gemelli Slic

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Info su questo ebook

THRILLER - Dura la vita in un orfanotrofio per i gemelli Slic, specie se è il 1919. Specie se vi si nasconde un assassino...

Glasgow, 1919. Una coppia di gemelli si nasconde dal tribunale per i minori che vuole rinchiuderli in un orfanotrofio. Certo, le autorità lo fanno per il loro bene, ma i ragazzi si accorgono che all'interno dell'istituto le cose non sono limpide come dovrebbero. Soprattutto se c'è un assassino che si aggira per i corridoi.

Michela Pierpaoli, marchigiana, classe 1973. Dopo aver frequentato un corso di scrittura tenuto da Franco Forte si è dedicata con entusiasmo a questa sua grande passione. Nel 2014 ha pubblicato, per la collana "Chew-9": "L'Oltre" e "Baras III". Per "The Tube", il settimo capitolo della saga intitolato "Legame di sangue" insieme a Fabio Pasquale. Altri racconti pubblicati in diverse antologie 365, "Racconti di Natale" e "Racconti d'estate", intitolati rispettivamente: "Odio il Natale" e "Sognando l'Egitto", editi da Delos Books.
LinguaItaliano
Data di uscita5 mag 2015
ISBN9788867757695
Il primo caso dei gemelli Slic

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    Il primo caso dei gemelli Slic - Michela Pierpaoli

    a cura di Vincenzo Vizzini

    Michela Pierpaoli

    Il primo caso dei gemelli Slic

    Racconto lungo

    Prima edizione maggio 2015

    ISBN 9788867757695

    © 2015 Michela Pierpaoli

    Edizione ebook © 2015 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

    Versione: 1.0

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

    Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria

    Indice

    Il libro

    L'autore

    Il primo caso dei gemelli Slic

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Delos Digital e il DRM

    In questa collana

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    Il libro

    Dura la vita in un orfanotrofio per i gemelli Slic, specie se è il 1919. Specie se vi si nasconde un assassino...

    Glasgow, 1919. Una coppia di gemelli si nasconde dal tribunale per i minori che vuole rinchiuderli in un orfanotrofio. Certo, le autorità lo fanno per il loro bene, ma i ragazzi si accorgono che all’interno dell’istituto le cose non sono limpide come dovrebbero. Soprattutto se c’è un assassino che si aggira per i corridoi.

    L'autore

    Michela Pierpaoli, marchigiana, classe 1973. Dopo aver frequentato un corso di scrittura tenuto da Franco Forte si è dedicata con entusiasmo a questa sua grande passione. Nel 2014 ha pubblicato, per la collana Chew-9: L’Oltre e Baras III. Per The Tube, il settimo capitolo della saga intitolato Legame di sangue insieme a Fabio Pasquale. Altri racconti pubblicati in diverse antologie 365, Racconti di Natale e Racconti d’estate, intitolati rispettivamente: Odio il Natale e Sognando l’Egitto, editi da Delos Books.

    Dello stesso autore

    Fabio Pasquale, Michela Pierpaoli, Legame di sangue The Tube ISBN: 9788867751433 Michela Pierpaoli, Baras III Chew-9 ISBN: 9788867754014 Michela Pierpaoli, L'Oltre Chew-9 ISBN: 9788867755370 Scilla Bonfiglioli, Michela Pierpaoli, Discesa all'inferno The Tube 2 ISBN: 9788867757442

    1

    Quando Justin udì battere contro lo stipite sgranò gli occhi. Un brivido di terrore gli percorse la spina dorsale e il cuore gli corse in gola. Indugiò con lo sguardo alle travi annerite del soffitto, finché una seconda raffica fece scricchiolare la porta e lo costrinse a sollevare il capo dal cuscino. No, non aveva sognato. Megan, rannicchiata al suo fianco, si strofinava le guance e lo guardava con occhi arrossati.

    – Aprite – intimò la voce rauca di un uomo, mentre insisteva nel cercare di ruotare il pomello della porta. – È il tribunale di Glasgow che mi manda. Non costringetemi a sfondare la porta.

    Justin deglutì saliva acida mentre Megan, scossa da tremiti, artigliava le lenzuola con le dita.

    L’uomo continuò: – So che siete soli là dentro. Coraggio figlioli, aprite la porta.

    – Andrà tutto bene – soffiò Justin alla gemella, cercando di sfuggire allo specchio ceruleo dei suoi occhi velati.

    L’uomo che vide, quando aprì, aveva la barba ispida e gli occhi sfuggenti come piccole isole emerse dalle folte sopracciglia.

    – Mi chiamo Leopold Bennett – si presentò, sollevando appena il berretto con una smorfia di traverso delle labbra sottili. – Sono giorni che vi cerco. Non ho mai visto nessuno cambiare così tanti indirizzi.

    L’uomo infilò una mano sotto il soprabito in tartan e sfilò un foglio. Dopo averlo srotolato con cura iniziò a leggere: – In data 15 giugno 1919, il tribunale minorile di Glasgow dichiara Justin e Megan Slic, gemelli nati da XXX e YYY Slic in data--/--/----, orfani….

    Justin irrigidì i muscoli della schiena e non udì altro. Dopo la morte della madre, avvenuta da appena due anni, temeva quella parola più di ogni altra cosa. Si voltò verso la sorella e si morse il labbro per non piangere. Non servì a nulla.

    2

    Bennett scese in fretta dal calesse con due fagotti stretti in mano. Contenevano alcune vesti e i pochi spiccioli trovati in casa. Guidò i gemelli verso l’enorme portone di un edificio a tre piani, con le inferriate a quello inferiore. Per tutta la durata del tragitto l’uomo non aveva aperto bocca, né Justin aveva avuto la forza di fare domande. Il padre mancava da casa da oltre una settimana: non si era mai allontanato così a lungo, né mai senza avvertire. Justin aveva temuto il peggio, anche se non aveva voluto ammetterlo con la sorella e quell’assurda morte, causata da una rissa in un bar in cui il padre era stato coinvolto, non riusciva a concepirla. Egli non era solito bere e poi cosa ci faceva nella minuscola cittadina di Wick, nell’estremo nord della Scozia?

    Megan, la più loquace dei due, aveva taciuto, e si era limitata a singhiozzare e a tirare su con il naso. Da quella reazione Justin aveva compreso che anche lei aveva perso la speranza da giorni.

    L’anziana signora che li attendeva nell’atrio sbuffò impaziente appena li vide entrare, picchiettando con l’indice sul piccolo orologio al polso.

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