Come farfalla
Di Ilaria Rossi
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Tutto lasciava sperare per il meglio, e d’altronde Anita non aveva alcun motivo per sospettare che la giornata, fino a quel momento perfetta, avrebbe potuto virare bruscamente in altro modo.
Controllò per l’ennesima volta la lista delle attività, temendo fino all’ultimo di essersi dimenticata qualcosa.
Gli addobbi, la musica...
Anche se da pochi mesi, era ormai una wedding planner professionista, oltre che perfezionista per natura, e non poteva commettere errori.
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Come farfalla - Ilaria Rossi
1
Tutto lasciava sperare per il meglio, e d’altronde Anita non aveva alcun motivo per sospettare che la giornata, fino a quel momento perfetta, avrebbe potuto virare bruscamente in altro modo.
Controllò per l’ennesima volta la lista delle attività, temendo fino all’ultimo di essersi dimenticata qualcosa.
Gli addobbi, la musica…
Anche se da pochi mesi, era ormai una wedding planner professionista, oltre che perfezionista per natura, e non poteva commettere errori.
Nella chiesa aleggiava un’aria di frenetica attesa.
Mentre l’organo si scaldava soffiando le note in sottofondo, il brusio delle voci dei fedeli era mescolato a qualche colpo di tosse e al frusciare dei vestiti. Eppure, nonostante i rumori, era palpabile l’atmosfera carica di eccitazione che tutti provavano.
Anita Olin aveva imparato a riconoscerlo. Era tipico di ogni matrimonio.
Succedeva sempre così, pochi attimi prima che la sposa varcasse il portone della chiesa.
Si infilò di soppiatto in una nicchia vicino all’altare, da dove poteva controllare ogni cosa senza essere vista. Non ci teneva affatto a essere notata; anche per questo, durante la cerimonia, indossava sempre abiti molto semplici.
Dal suo punto di osservazione, poteva vedere tutta la chiesa di San Matteo. Gli addobbi e le decorazioni erano perfetti, oltre che di ottimo gusto. Dopo aver dato un’ultima occhiata alle navate, si recò in sacrestia per assicurarsi che lo sposo non fosse fuggito all’ultimo momento, in preda a un attacco di panico. Infine attraversò la navata laterale, facendo di tanto in tanto un cenno di saluto a qualche amico o cliente.
Sua madre, Viveca Olin, era seduta a metà della navata, nella parte riservata ai parenti della sposa.
Quando la figlia le passò accanto, le sorrise sollevando i pollici in un gesto di chiaro incoraggiamento.
Quell’entusiasmo parve strano a Anita, ma decise di non farci caso. A volte sua madre aveva comportamenti inspiegabili, e lei aveva rinunciato ormai ad attribuire un senso a tutto ciò che diceva o faceva. Solo pochi minuti più tardi capì quello a cui Viveca si era riferita.
Anita era giunta quasi al portale, quando notò qualcuno fra gli invitati. Era seduto in disparte, quasi nascosto, come se fosse arrivato all’ultimo momento, magari senza essere stato invitato. Certamente non era passato inosservato, e solo adesso Anita capiva il senso del gesto di incoraggiamento da parte di Viveca, con il quale probabilmente la donna voleva anche comunicarle di non essere stata al corrente della presenza di Lars.
In ogni caso, ormai, non aveva più importanza, decise Anita. In fondo quello era il matrimonio di Helena, la cugina di Lars, ed era prevedibile che lui avrebbe potuto parteciparvi.
Dunque lui era tornato a casa, dopo dieci anni trascorsi in giro per il mondo senza dare la minima notizia di sé o quasi.
La cosa buffa, rifletté Anita, era che guardandolo si sarebbe potuto scambiarlo per un avvocato o un medico; oppure un ingegnere. Aveva un aspetto assolutamente rispettabile, che ispirava fiducia. Indossava un abito di buon taglio e portava i capelli corti. Solo il viso abbronzato tradiva le ore trascorse all’aperto piuttosto che in uno studio professionale.
Nessuno avrebbe pensato che fosse stato di volta in volta bracciante agricolo, volontario dei Corpi di Pace, tassista, lavapiatti, istruttore di surf.
Anita non l’aveva saputo direttamente, poiché Lars non le aveva mai dato notizie di sé, ma in una cittadina come Springhill i pettegolezzi circolavano in fretta. Soprattutto quando riguardavano Lars Nielsen, il giovane promettente divenuto uno sbandato dopo la terribile tragedia che aveva colpito la sua famiglia.
Lars alzò lo sguardo non appena la vide avvicinarsi, e Anita si ritrovò a fissarlo negli occhi. Con uno sforzo, distolse lo sguardo altrove e si diresse verso il fondo della chiesa per dar inizio alla cerimonia.
Proprio davanti al suo banco, però, Anita inciampò. Tutti si voltarono al suono stridulo del tacco a spillo che scivolava sul pavimento. Fu Lars a offrirle prontamente un sostegno per impedirle di cadere.
Gra... grazie
balbettò Anita imbarazzata, allontanandosi in gran fretta.
L’organista suonò un’altra canzone, e la madre di Helena smise di passeggiare nervosamente.
Tocca a me, adesso?
domandò di nuovo in preda all’ansia.
Non si preoccupi, signora March, tutto filerà liscio. L’avvertirò io quando sarà il momento
cercò di rassicurarla Anita.
Poi andò a controllare ancora una volta in sacrestia, dove la fotografa stava scattando le ultime foto prima che la sposa facesse il suo trionfale ingresso in chiesa. Una della damigelle sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.
Tocca a voi, ragazze. Meglio che tu vada a prendere posto all’interno della chiesa, Marika
annunciò Anita.
La fotografa, una giovane donna vistosamente incinta, raccolse la propria attrezzatura. Io sono pronta.
Anita fece mettere in fila le damigelle, abbozzò un gesto all’organista e batté il tempo, in modo che ogni ragazza potesse partire al momento giusto e con il piede destro, una cosa difficilissima da ottenere alle prove.
Mentre risuonavano le ultime battute della marcia nuziale Anita si andò a sedere accanto a sua madre.
Carissimi fratelli e sorelle, siamo qui riuniti...
cominciò il sacerdote.
Lars è qui
bisbigliò Viveca.
L’ho visto.
Non mi avevi detto che sarebbe venuto.
Non lo sapevo. Non ha avuto nemmeno la buona creanza di rispondere all’invito!
ribatté Anita, immergendosi poi nella lettura del programma, come se non ne avesse mai visto uno.
Viveca sospirò e rivolse la sua attenzione alla cerimonia.
Molte altre persone si sarebbero meravigliate per la presenza di Lars. In un piccolo paese, la memoria della gente può essere estremamente lunga, anche se nessuno aveva mai accennato con Anita a quanto era accaduto. Allora tutti quanti erano stati convinti che Lars Nielsen avrebbe sposato Anita Olin, e lei stessa si era cullata in quella certezza.
E tutti quanti erano stati solidali con Anita quando, dopo la tragedia, si era scoperto che Lars non la pensava affatto allo stesso modo. Aveva lasciato il paese e aveva girato il mondo in lungo e in largo, dando soltanto sporadiche notizie di sé.
Ora, però, Lars era tornato, e tutti a Springhill erano curiosi di sapere come si sarebbe conclusa quella storia.
Terminata la cerimonia, l’autista aveva avuto ordine di guidare molto lentamente dalla chiesa fino al Country Club, in modo che Anita avesse il tempo di arrivare in anticipo e controllare che tutto fosse in ordine per il rinfresco.
La festa era ormai in pieno svolgimento e lei stava suggerendo all’orchestra di suonare musica di tutti i generi, e non soltanto quella preferita dai giovani, quando lo sposo le si avvicinò e le fece un inchino perfetto.
Mi concedi questo ballo?
la invitò.
Neil, sai benissimo che non ballo ai matrimoni. Ho troppe cose da fare.
Che cosa, per esempio?
Devo controllare i camerieri che stanno servendo la torta.
A me sembra che siano perfettamente in grado di farlo da soli. Dai, Anita!
insistette lo sposo mentre l’orchestra attaccava un valzer. Oltretutto, sei la migliore ballerina di questa zona. Sarebbe un vero peccato lasciarti fare da tappezzeria. Filip avrebbe dovuto costringerti a danzare!
Filip conosce bene quali sono le regole. Il lavoro...
Ehi, anche questo è lavoro! Sarà l’unica occasione che avrò per dirti a quattr’occhi quanto sono felice che tu sia riuscita a tenere a bada la madre di Helena. Se l’avessi lasciata fare a modo suo, questo ricevimento sarebbe stato una bolgia infernale!
Sebbene fosse perfettamente d’accordo, Anita rispose diplomaticamente: Non ho fatto altro che seguire le indicazioni di Helena
.
Che ne diresti di seguire un po’ le mie, adesso? Mi pare che tutto stia filando liscio, quindi tu puoi divertirti per il resto della serata. Sei nostra ospite, oltre che organizzatrice del nostro matrimonio.
Solo questo ballo, Neil
ribadì Anita.
Va’ a ballare con tua moglie, Neil, e lasciami salutare Anita.
Erano dieci anni che non udiva quella voce, ma ancora ricordava la tempesta di sentimenti che aveva provocato in lei, tanto tempo prima.
Balla con me in ricordo dei vecchi tempi, eh, Any?
Non mi chiamo Any
obiettò lei, la voce improvvisamente roca, mentre accettava di ballare soltanto per evitare una scenata nel bel mezzo della festa.
Non mi dire che mentre io ero via tu sei diventata una femminista radicale!
la derise Lars, scuotendo la testa.
Certo che no!
Ti chiedo scusa. Avrei dovuto capire che una femminista radicale non si guadagnerebbe mai da vivere organizzando feste di matrimonio. Più probabilmente, aspetterebbe gli sposi fuori dalla chiesa, cercando di organizzare un picchetto per impedire la cerimonia che da secoli riduce le donne in schiavitù!
Se per femminista radicale intendi una persona che rifiuta il matrimonio, allora tu sei molto più femminista di me.
Lui rise di cuore. "Non hai lasciato che gli artigli si smussassero, eh?
Davvero c’è abbastanza lavoro per una organizzatrice di matrimoni, qui a Springhill?"
Anita annuì. Sembra proprio di sì, anche se ci vorrà del tempo per costruirmi una posizione solida. Lavoro in questo campo soltanto da otto mesi. Comunque, organizzo anche feste di altro genere, sebbene la maggior parte del lavoro venga dai matrimoni. Ho prenotazioni per tutto l’anno prossimo.
Lars la guardò incredulo. C’è così tanta gente ansiosa di mettersi in mostra?
Vogliono soltanto un bel matrimonio. Di questi tempi, oltretutto, di solito la sposa è impegnata con il lavoro, dunque non ha il tempo di organizzare il ricevimento, e anche la madre della sposa ha altro da fare. Per questo la gente fa ricorso a una organizzatrice di professione, che si occupa di tutti i dettagli della cerimonia e del rinfresco. Così la famiglia si può godere la festa senza preoccupazioni.
L’organizzatrice in questione saresti tu, non è vero?
osservò lui, sarcastico.
"Proprio così, e non