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Allergia all'amore: Harmony Collezione
Allergia all'amore: Harmony Collezione
Allergia all'amore: Harmony Collezione
E-book153 pagine2 ore

Allergia all'amore: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Essendo allergica ai fiori, la bella Anne Sheridan si imbottisce di antistaminici per fare da damigella al matrimonio della sua migliore amica. Purtroppo l'abuso di medicinali le procura uno stato di malessere tale da indurre il testimone dello sposo, l'affascinante sceicco Rafik Huran, a soccorrerla. Al suo risveglio, Anne si ritrova in un letto d'albergo e, in preda all'imbarazzo, spera di non vedere più quell'uomo. Ma non sa che quello è solo l'inizio di una tormentata storia...

LinguaItaliano
Data di uscita10 dic 2015
ISBN9788858941898
Allergia all'amore: Harmony Collezione
Autore

Carol Grace

Nata nello stato dell'Illinois ma fin da giovane ha desiderato girovagare per il mondo. Ha studiato a Parigi, si è laureata a Los Angeles per poi trasferirsi a San Francisco dove ha lavorato in un'emittente televisiva, dove ha conosciuto l'uomo che poi sarebbe diventato suo marito.Per Carol scrivere romanzi è un modo per viaggiare con la fantasia e quindi rendere la vita più eccitante.

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    Anteprima del libro

    Allergia all'amore - Carol Grace

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Taming the Sheik

    Silhouette Romance

    © 2001 Carol Culver

    Traduzione di Alfonsa Gucciardo

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2003 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-189-8

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Era senza dubbio il più bel matrimonio dell’anno. Il sole filtrava attraverso le vetrate della cattedrale di Nob Hill, a San Francisco, e il profumo delle rose riempiva l’aria. Carolyn Evans, organizzatrice di matrimoni, camminava lungo la navata per incontrare all’altare lo sceicco Tarik Oman, mentre dalle canne dell’organo risuonavano le note solenni della marcia nuziale. Nessuno avrebbe mai dimenticato quel giorno, soprattutto la damigella d’onore, Anne Sheridan.

    Tutti si commossero quando lo sposo sollevò il velo e baciò la sposa. Perfino gli occhi di Anne si riempirono di lacrime. Ma la sua non era commozione, e non piangeva nemmeno perché le scarpette rosa erano troppo strette. Si trattava di una reazione allergica. Alcune persone sono allergiche all’erba o agli alberi, lei era allergica ai fiori. Lo aveva scoperto l’anno precedente, quando si era sottoposta a degli esami. Era allergica ai gigli e alle peonie del suo bouquet, al gelsomino che ornava tutti i banchi, e perfino alle composizioni di rose sull’altare.

    In vista della cerimonia, e per evitare di starnutire tutto il tempo, si era fatta prescrivere un potente antistaminico, e lo aveva assunto un’ora prima della cerimonia. Tuttavia, anche con quella precauzione, si sentiva la gola secca e gli occhi le lacrimavano abbondantemente. Avrebbe dovuto prendere un’altra pillola prima del ricevimento, che si sarebbe tenuto nel giardino della villa dello sposo. Sprovvista di fazzoletti di carta, cercò disperatamente di ricacciare indietro le lacrime che continuavano a salirle agli occhi. Per fortuna, tutti guardavano la sposa, quindi nessuno si sarebbe accorto delle sue palpebre arrossate.

    Ma Anne si sbagliava. Uno dei testimoni dello sposo la stava fissando, distogliendo la propria attenzione dalla sposa. Era uno dei due gemelli, cugini dello sceicco Tarik. Lo aveva conosciuto la sera prima, alla cena dopo le prove del matrimonio. Aveva bei lineamenti esotici, ma lei non avrebbe saputo distinguere un gemello dall’altro. Entrambi avevano corteggiato tutte le donne presenti, tranne lei. Anne non era tipo da attirare l’attenzione dell’altro sesso. Era la classica maestrina che passava inosservata alle feste.

    Qualunque fosse dei due gemelli, ora non la stava corteggiando. La stava solo fissando intensamente, come se si stupisse di vederla piangere in quel modo a un matrimonio. Ma a lei non importava nulla del giudizio di quello sconosciuto. Lui e suo fratello erano solo due dei numerosi invitati venuti da fuori e che sarebbero ripartiti subito dopo la cerimonia.

    Anne distolse lo sguardo dal bel viso e si concentrò sulla sua amica Carolyn, che era raggiante. Stava convolando a nozze con un ricchissimo sceicco. Dopo aver organizzato per anni i matrimoni per gli altri, ora finalmente aveva potuto organizzare il proprio, e che matrimonio! In qualche modo, Anne riuscì ad arrivare alla fine della cerimonia senza lacrimare, tossire o starnutire. Attraversò compita tutta la navata e uscì all’aperto, dove poté respirare una boccata d’aria fresca.

    «Stai bene?» le domandò qualcuno dalla voce profonda, appoggiandole una mano sulla spalla.

    Prima ancora di voltarsi, Anne sapeva chi era.

    «Sì, sto bene» rispose.

    «Guarda che è soltanto un matrimonio. Non c’è da piangere! L’unico che dovrebbe piangere è Tarik, che sta rinunciando alla sua libertà. Questo sì che è un buon motivo per piangere!» le disse l’uomo, con un gran sorriso.

    «Non mi sono spiegata... non stavo piangendo.»

    «Non stavi piangendo?» ripeté lui, divertito. Non si aspettava che lei negasse l’evidenza in quel modo, né si aspettava di essere apertamente contraddetto. Avvicinò il proprio viso a quello di lei, fino a quando furono distanti solo pochi centimetri. Per un istante, Anne non abbassò lo sguardo.

    L’uomo le sfiorò uno zigomo per cancellare una lacrima. Era un gesto stranamente delicato, per un uomo che sembrava uscito da una rivista per militari.

    «Eppure erano lacrime, quelle che c’erano qui. Non sai mentire, piccola. So bene quello che ho visto» insistette lui.

    Anne sospirò e guardò altrove. Si sentiva irrequieta, accanto a quell’uomo, e forse non era tutta colpa dell’allergia e degli antistaminici. Doveva allontanarsi, ma non sapeva dove andare.

    Si guardò intorno, però sembrava che tutti avessero già compagnia. Il fotografo stava lavorando alacremente, gli invitati stavano lanciando il riso, ridendo e chiacchierando fra di loro. Nessuno prestava attenzione ad Anne, se non quell’uomo.

    «Sì, hai visto delle lacrime, però non stavo piangendo. Non per la ragione che credi tu, almeno!»

    «Su, non fare così. Pensa che non stai perdendo un’amica, stai guadagnando uno sceicco!» disse l’uomo, con un gran sorriso.

    «Sarà poi un buon affare?» ribatté lei, sforzandosi di apparire disinvolta, come se fosse abituata a frequentare gli sceicchi mediorientali alla stregua di comuni mortali. Di certo, questo sceicco in particolare avrebbe avuto bisogno di una lezione di umiltà, ma non sarebbe stata lei a dargliela. Anne insegnava ai bambini di sei anni a leggere, a scrivere e a contare, e il primo sceicco che aveva conosciuto era stato Tarik, il fidanzato della sua amica Carolyn. Tarik era completamente diverso dal suo arrogante cugino.

    «Direi che è un ottimo affare!» rispose quello, divertito.

    La stava corteggiando spudoratamente, e Anne se ne rese conto, tuttavia non sapeva come comportarsi. Perciò rimase zitta, a guardarlo mentre si chiedeva perché diavolo quell’invadente si interessasse tanto a lei.

    Per fortuna, il fotografo la trasse d’impaccio quando chiamò tutte le damigelle d’onore per una foto di gruppo insieme agli sposi.

    «Oh, devo andare» disse, sollevata.

    «Dobbiamo andare» la corresse lui, offrendole il braccio.

    Anne fece un sorriso di circostanza.

    «Non mordo, sai?» la canzonò lui, notando la diffidenza.

    Anne non sapeva cosa rispondere, dunque rimase in silenzio.

    Rientrarono in chiesa attraversando la navata centrale, e lei inciampò nella passatoia rossa. Il giovane sceicco la sostenne con il braccio. Si separarono per la foto: lei con le damigelle della sposa, lui con i testimoni dello sposo.

    Ma, prima che i flash cominciassero a lampeggiare, i loro sguardi si incrociarono di nuovo.

    Per fortuna, Anne dovette aiutare Carolyn con lo strascico, così perse subito di vista l’invadente sceicco.

    Poi salì in auto con la madre e la zia dell’amica, che per tutto il tragitto non fecero che commentare il magnifico matrimonio e la splendida sposa. Anne condivideva assolutamente il giudizio delle due donne. Quando però queste si misero a parlare dei gemelli, cugini dello sceicco, Rafik e Rahman, lei si isolò. Non aveva voglia di parlare di quei due, e del resto non avrebbe avuto niente da dire. Non riusciva nemmeno a distinguerli!

    Aveva preso un’altra dose di antistaminico, e ora si sentiva affaticata e insonnolita.

    Pur essendo stanca e non completamente lucida, Anne non riusciva a ignorare la conversazione tra le donne in auto. Ma era come se stesse assistendo a un film, si sentiva completamente estraniata.

    «I due gemelli sono bellissimi, vero? Sono venuti apposta per il matrimonio, qualche settimana fa, ma si dice che abbiano deciso di stabilirsi qui. San Francisco piace molto a entrambi, tanto che hanno deciso di aprire qui degli uffici della ditta di famiglia. Sarà un bell’acquisto, per la vita mondana in città!»

    «Sono bellissimi» aggiunse la zia di Carolyn.

    «Splendidi, davvero. Se avessi trent’anni di meno...» commentò, sorridendo, la madre della sposa.

    Le due donne scoppiarono a ridere, e anche Anne sorrise, suo malgrado.

    «Anne, cara, che cos’hai? I matrimoni sono molto faticosi, di solito! Mi ci vorrà tutta la settimana per riprendermi! Ma di sicuro staremo meglio, al ricevimento. Hanno chiamato la migliore orchestra della città, e non hanno lesinato certo sul cibo» disse la madre di Carolyn.

    Lei annuì stancamente. Si sentiva esausta, avrebbe voluto solo dormire. Sapeva bene che si trattava dell’effetto collaterale delle medicine che aveva preso, ma questo non alleviava il malessere che comunque provava. Se non altro, gli occhi avevano smesso di lacrimare, e nessuno avrebbe potuto dire che si commuoveva troppo ai matrimoni.

    La villa dove si sarebbe svolto il ricevimento era meravigliosa. Si trovava su una scogliera a picco sull’oceano. Tutti gli ospiti furono accolti con un aperitivo. Anne accettò volentieri il bicchiere di champagne, perché aveva la bocca completamente secca. Si accomodò su una sedia seminascosta da una siepe a bere il vino. Sentiva le voci e vedeva le persone in lontananza, e si augurò che nessuno la scovasse, là dietro. Le avrebbero chiesto come stava, e avrebbero insistito perché partecipasse alla festa, e lei non ne aveva nessuna voglia.

    All’improvviso, le parve che il tono delle voci si alzasse, e lei riconobbe due persone.

    «Ti ho già detto che sei splendida, Carolyn? Peccato che Tarik ti abbia vista per primo. È sempre fortunato, lui!» disse una voce ben nota.

    «Sono io la fortunata, Rafik. Sono anche tanto felice. Uno di questi giorni verremo tutti al tuo matrimonio, vedrai.»

    «Ti sei messa d’accordo con mio padre, per caso? È lui quello convinto che questa sia la vera felicità, non io. Perché sposarsi, quando ci sono tante donne disponibili? A proposito, chi è la tua damigella?»

    «Quale?»

    «Quella vestita di rosa.»

    «Sono tutte vestite di rosa!»

    «Ha i capelli rossicci, e gli occhi azzurri.»

    «Ah, ti riferisci ad Anne. È la mia migliore amica fin dai tempi del liceo. Stai lontano da lei, Rafik! È una donna meravigliosa, però non è disponibile. È troppo perfetta, per un donnaiolo come te» concluse Carolyn, in tono scherzoso.

    «Perché non lasci che sia lei a decidere? Oltretutto, le cose cambieranno radicalmente, per me. Presto dovrò smettere di fare il donnaiolo. Dirigerò il nostro nuovo ufficio qui, a San Francisco. Ho paura che i bei tempi stiano per finire. Niente più feste, e basta con le donne. Non vuol dire che metterò la testa a posto, ma di certo non potrò trascorrere la notte

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