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Il Sicario col Fedora: Keller, #6
Il Sicario col Fedora: Keller, #6
Il Sicario col Fedora: Keller, #6
E-book112 pagine1 ora

Il Sicario col Fedora: Keller, #6

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Info su questo ebook

In questo nuovo racconto Keller, il sicario che tutti amano, è diretto a Chicago sul City of New Orleans, un treno della Amtrak, per fare ciò che meglio sa fare.

Ma è complicato. Solitamente vi è qualcuno che gli indica il bersaglio. Oppure ha una sua foto. O almeno un nome e un indirizzo.

Ma non questa volta. Quando arriva a Baker's Bluff, Illinois, dovrà giocare all'investigatore privato prima di mettersi al lavoro.

Be', okay. Lui sa come si deve fare. Così, prima di salire sul treno, prima ancora di fare i bagagli, Keller si compera un Fedora.

Keller, marito fedele, padre affettuoso e appassionato filatelista, è ormai una passione colpevole per un sempre maggior numero di lettori. Non pensano che quest'uomo dovrebbe loro piacere… ma non possono farne a meno.

LinguaItaliano
Data di uscita3 feb 2020
ISBN9781393656906
Il Sicario col Fedora: Keller, #6
Autore

Lawrence Block

Lawrence Block is one of the most widely recognized names in the mystery genre. He has been named a Grand Master of the Mystery Writers of America and is a four-time winner of the prestigious Edgar and Shamus Awards, as well as a recipient of prizes in France, Germany, and Japan. He received the Diamond Dagger from the British Crime Writers' Association—only the third American to be given this award. He is a prolific author, having written more than fifty books and numerous short stories, and is a devoted New Yorker and an enthusiastic global traveler.

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    Anteprima del libro

    Il Sicario col Fedora - Lawrence Block

    Cover, Il Sicario col Fedora

    In questo nuovo racconto Keller, il sicario che tutti amano, è diretto a Chicago sul City of New Orleans, un treno della Amtrak, per fare ciò che meglio sa fare.

    Ma è complicato. Solitamente vi è qualcuno che gli indica il bersaglio. Oppure ha una sua foto. O almeno un nome e un indirizzo.

    Ma non questa volta. Quando arriva a Baker’s Bluff, Illinois, dovrà giocare all’investigatore privato prima di mettersi al lavoro.

    Be’, okay. Lui sa come si deve fare. Così, prima di salire sul treno, prima ancora di fare i bagagli, Keller si compera un Fedora.

    Keller, marito fedele, padre affettuoso e appassionato filatelista, è ormai una passione colpevole per un sempre maggior numero di lettori. Non pensano che quest’uomo dovrebbe loro piacere . . . ma non possono farne a meno.

    ~

    Indice

    Il Sicario col Fedora

    Estratto del libro: Il Ladro che Contava i Cucchiai

    Note sull’Autore

    Iscriviti alla newsletter di Lawrence Block

    Note sul traduttore

    Opere di Lawrence Block in italiano

    ~

    Il Sicario col Fedora

    Lawrence Block

    Tradotto dall’inglese da Luigi Garlaschelli

    ~

    KELLER’S FEDORA

    Copyright © 2016, Lawrence Block

    Traduzione italiana © 2020, Luigi Garlaschelli

    Tutti i diritti riservati.

    Produzione: JW Manus

    Copertina di Matt Mahurin

    Immagine di copertina utilizzata con il permesso di Subterranean Press

    Lawrence Block LB Logo

    A Lawrence Block Production

    Il Sicario col Fedora


    Quando il commesso gli chiese che misura di cappello portasse, Keller non seppe rispondere. Alcuni anni prima era arrivato a New Orleans indossando un cappellino da baseball con l’immagine di Homer Simpson, che poi aveva scambiato con uno dei Saints. Ripensandoci ora, gli sembrò curioso che una squadra di football avesse il proprio logo ricamato su un cappello da baseball, ma non lo ritenne cosa su cui riflettere troppo.

    La sua misura? A parte quei due cappellini, nessuno dei quali aveva scelto e comperato, non ricordava di avere mai avuto un cappello vero e proprio. E quelli da baseball non avevano una misura, no? Non erano tutti a taglia unica, con quella piccola striscetta regolabile con i buchi?

    Non sono sicuro, disse.

    Il commesso, un uomo grassoccio con dei baffi tagliati così sottili da essere quasi invisibili, inclinò la testa e socchiuse gli occhi. Io direi sette e tre ottavi. Vediamo quanto mi ci sono avvicinato?.

    Prese dallo scaffale un Fedora color cioccolato e lo porse a Keller, che se lo mise in testa. Il commesso lo afferrò per la visiera, lo inclinò da un lato e dall’altro e arretrò sorridendo. Sette e tre ottavi, annunciò. Potreste usare anche un sette e un quarto, o un sette e mezzo, ma perché accontentarsi, se si può avere un cappello che vi calza perfettamente?.

    Keller si osservò nello specchio; era il solito vecchio Keller, con un cappello in testa.

    Il classico Fedora. Come il celebre Borsalino, ma con l’ala due centimetri più larga. È un vero classico, con una nobile origine. Il nome gli deriva dal titolo di una commedia scritta da Victorien Sardou per Sarah Bernhardt nel 1882. La divina Sarah interpretava la Principessa Fedora e indossava un cappello come il vostro. E, benché io non dubiti che lei fosse spettacolare, direi che voi le potreste fare concorrenza. Indossare un Fedora non è da tutti, sapete.

    No?.

    "Ci vuole un certo je ne sais quoi, disse l’uomo. Un pizzico di joie de vivre. Ci si deve sentire a proprio agio in un Fedora, e voi chiaramente lo siete".

    Mamma mia, pensò Keller. Io pensavo grigio, disse.

    Il marrone vi sta bene, ma vediamo, che dite? Grigio chiaro o scuro? Perché non li proviamo entrambi?.

    Il negozio, di nome Peller and Smythe, su Canal Street, era specializzato in cappelli e aveva entrambi i colori nella taglia di Keller, ed egli li provò uno dopo l’altro. L’abbiamo anche nero, disse il commesso, ma se posso azzardare un parere . . ..

    No, nero no.

    Esatto. Non siete il tipo da cappello nero, giusto? Ed è un bene, direi.

    Io penserei grigio scuro, decise Keller.

    E io devo dire che è un’ottima scelta.

    • • •

    O mio Dio, disse Julia.

    Che ne pensi?.

    L’uomo che era uscito a comperare una pagnotta, disse lei, e tornò con un cappello.

    Dovevo comperare il pane?.

    No, era solo per dire. Ma sei pieno di sorprese. Non credo di averti mai visto portare un cappello.

    No, probabilmente no. Quando sul lavoro facciamo delle demolizioni, Donny e io mettiamo dei cappelli da imbianchino. O anche se stiamo pitturando. Ma niente così: questo è un Fedora.

    Be’, lo so. Gli sistemò la tesa. "Sembri un attore che si potrebbe vedere in un film in bianco e nero sulla Turmer Classic Movies".

    Un investigatore privato?.

    O un gangster, ma non hai l’aria da gangster.

    No?.

    No, disse Julia. Tu dovresti essere uno dei buoni.

    • • •

    La mattina seguente, Keller fece colazione con Jenny e la accompagnò all’asilo. Sarò via per un po’, le disse.

    A comperare francobolli.

    La maggior parte dei viaggi di Keller erano per comperare francobolli oppure, sempre più spesso, per rivenderli. Questa volta non aveva messo nel bagaglio nemmeno le pinzette o il catalogo Scott che usava come lista del posseduto.

    Be’, devo vedere dei francobolli, rispose. Non so se ne comprerò davvero qualcuno.

    Tornando verso casa, stabilì che non gli piaceva mentire a sua figlia, ma non vedeva alternative. Questo sarebbe stato il primo viaggio da solo che non era di natura filatelica: il primo ritorno, dopo un paio d’anni, a una professione che doveva tenere segreta. Julia lo sapeva, naturalmente, lo aveva sempre saputo, e una volta gli era stata anche d’aiuto.

    Ma Jenny sapeva solo che lui comperava e vendeva francobolli, e che qualche volta aiutava lo zio Donny a riparare case per poterle rivendere. Sapeva soltanto questo, e sarebbe stato inappropriato, per non dire sconvolgente e pericoloso, che sapesse altro.

    Eppure, la cosa lo infastidiva.

    • • •

    Aveva preparato i bagagli la sera prima, e quando arrivò a casa Julia aveva già trasferito la sua borsa sul sedile posteriore della Audi. Portando Jenny a scuola era a capo scoperto, ma quando salì sull’auto e si allacciò la cintura, aveva in testa il Fedora.

    Ah, disse Julia. Lo hai comperato per il viaggio.

    Non so perché l’ho comperato. Avevo pensato di lasciarlo a casa.

    Si vede che hai cambiato idea.

    Potrei sempre lasciarlo nell’auto, disse lui.

    Ma quando Julia lo depositò alla stazione della Amtrak a Loyola, Keller si tolse il cappello per darle il bacio dell’arrivederci, e poi se lo rimise in testa.

    Nella stazione, col biglietto già acquistato e con due ore di anticipo sull’orario di partenza del treno, Keller comperò una copia del Times-Picayune e una tazza di caffè. Mentre lo beveva – a New Orleans si è sicuri di avere un caffè decente anche in una stazione – sfogliò il giornale in cui non trovò nulla di interessante, perciò tornò al chiosco ed esaminò l’espositore dei tascabili.

    Una buona metà dei titoli esposti sembrava essere degli stessi due autori, ognuno dei quali collaborava con tutta una scuderia di coautori. Keller si chiese cosa sarebbe accaduto se le due firme principali si fossero messe insieme, con una specie di scambio azionario. Avrebbero probabilmente coperto ogni stazione o aeroporto in America. Ma lo avrebbero potuto fare, o sarebbero andati contro la legge Sherman antitrust?

    Un libro, di nessuno dei due, attirò la sua attenzione, perché per mezzo secondo pensò

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