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Morte a Trecolli
Morte a Trecolli
Morte a Trecolli
E-book245 pagine2 ore

Morte a Trecolli

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Info su questo ebook

Trecolli è un paesino medievale situato sulle colline forlivesi, pochi chilometri e ci si trova in Toscana. Appena chiuse tutte le attività commerciali i non più giovanissimi componenti del “Sangiovese Football Club”, squadra amatoriale del borgo, si trovano, come tutti i venerdì, a calcare il campo di calcio. Sembra una giornata tranquilla, come le altre, ma non lo sarà ancora per molto. La nebbia, tra breve, prenderà il posto del cielo stellato e di una mezzaluna che sembra disegnata per quanto è bella. È tardi. Qualcuno si muove tra la bruma, forse non è solo, di certo non farà mai più rientro a casa e tra qualche ora solo una domanda si farà insistente tra gli abitanti. Chi ha ucciso Libero Primo, quello che tutti odiano?
LinguaItaliano
Data di uscita14 mag 2020
ISBN9788868103996
Morte a Trecolli

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    Morte a Trecolli - Carmelo Pecora

    cover.jpg

    Carmelo Pecora

    MORTE A TRECOLLI

    Prima Edizione Ebook 2020 © Damster Edizioni, Modena

    ISBN: 9788868103996

    Immagine di copertina su licenza

    Adobestock.com

    Damster Edizioni è un marchio editoriale

    Edizioni del Loggione S.r.l.

    Via Piave, 60 - 41121 Modena

    http://www.damster.it e-mail: damster@damster.it

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    Carmelo Pecora

    MORTE A TRECOLLI

    Romanzo

    INDICE

    PERSONAGGI

    1

    2

    3

    4

    5

    6

    7

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    Ringraziamenti

    L’ AUTORE

    CATALOGO I GIALLI DAMSTER

    "È bene sospettare di tutti,

    finché non si riesce a dimostrare che sono innocenti"

    Agatha Christie

    Ad Alessandra, la mia arguta Miss Marple,

    che da sempre riempie la mia vita ed il mio cuore

    Ai fantastici Amici calciatori del Gruppo del Venerdì

    senza di voi la vita sarebbe più grigia.

    Nota dell’autore

    I fatti narrati a Trecolli sono solamente generati dalla mia fantasia e nulla hanno di vero tranne che l’affetto sincero che mi lega ad un fantastico gruppo Amici i cui nomi ho riportato fedelmente assegnando loro mansioni e lavori che magari svolgeranno in un’altra vita.

    PERSONAGGI

    Carmelo Pecora Maresciallo CC, Alessandra Moglie, Beba Pastore Tedesco

    Gaetano Carvana Brigadiere CC,  Alessia Moglie, gestisce Bar Big Bang

    Fabio Carabiniere scelto

    Hans Carabiniere 

    Carlo Baldassarri, Proprietario Panificio E Furner Birichin con Daura, Moglie lavorante

    Massimo Altavilla Impiegato panificio

    Massimo Zambelli, detto Doc, Macellaio proprietario de "La Boutique del Filetto", Barbara Moglie insegnante

    Maurizio Raschio Macellaio socio del Doc, Cinzia Moglie

    Silvano Farmacista con Serena Moglie

    Piero della Rema Ciabattino, Monia, Chiara e Niccolò Figli

    Ivano Rossi proprietario dell’Osteria del tempo perso

    Gabriele gestore insieme allo zio dell’Osteria

    Matteo e Valentina Cuochi

    Elina e Elisabetta Cameriere

    Fabbro Doriano e moglie Marta proprietari ferramenta

    Claudio Capacci Sindaco moglie Roberta

    Walter Rossi mister pensionato ex Telecom, moglie Daniela

    Pier fringuellino Postino

    Francesca Fantini Insegnante e attrice 40 enne

    Luca Mezzi costruttore edile

    Don Fabrizio Toro Parroco

    Manuela (moglie) presunta amante parroco

    Gino Inglese Sacrestano

    Marcello Maestrale e Nadia Tabaccai

    Piero P. proprietario Azienda Agricola con moglie Elisa

    Giulia figlia di Piero P.

    Massimo Liverani impiegato azienda agricola

    Daniele Sego Edicolante con moglie Pinuccia

    Stefano Sansavini proprietario fabbrica GS Elettromeccanica

    Andrea Ceroni proprietario fabbrica Ceroni 

    Beppe Sensi proprietario rifornimento carburanti con figlio Luca

    Andrea Lani impiegato da Ceroni, moglie Serena

    Ugo Ferretti Ex Sindaco

    Luca Muccioli Ex vice sindaco

    Primo Libero, detto E Porc

    Matteo Autista camion rifiuti Alea

    Sergio Oliva collega

    Zanetti Capitano carabinieri (Un capitano c’è solo un capitano, da tifoso dell’Inter)

    Livio ex ferroviere

    Renato Vicino di casa Francesca

    Marfisi ingegnere del comune

    Andrea Cotti Magistrato

    Roberto Giunchi Venditore di tappeti

    Antonio Picone Assistente patologo

    Manuela Gagliardi Dottoressa

    Pierino, Giancarlo, Franco, Marco, Maurizio, Piero, Bruno Gruppo ex impiegati di banca

    Massimo Merca, amico

    Filippo e Giammarco proprietari della Cantina di via Firenze

    Manè impiegato al panificio

    Fabio Blaco Reporter

    1

    TRECOLLI

    Il cartello che indica il paese con la scritta nera su sfondo bianco è sistemato sulla destra dello stradone, subito dietro una curva a gomito; sotto di esso, un altro cartello marrone con una scritta bianca.

    Tri Col in chiaro dialetto romagnolo. Sembra che qualche anno fa fosse di moda, distinguersi per dialetti.

    A poche centinaia di metri dal cartello c’è un rifornimento di carburante di una compagnia petrolifera che non appare negli spot televisivi e che quindi può praticare dei prezzi concorrenziali: è gestito da Beppe e da suo figlio Luca.

    Quasi di fronte ci sono due capannoni abbastanza grandi, uno con una insegna azzurra su sfondo nero della GS Elettromeccanica, di Stefano Sansavini, l’altro con una scritta tricolore della ditta Ceroni, cognome del proprietario Andrea, che allestisce macchine da soccorso stradale e trasporto auto.

    Due ditte che danno lavoro a numerosi abitanti della zona.

    Poco distanti, delle villette a schiera di recente costruzione fanno capire che si è arrivati all’inizio della piccola cittadina.

    Circa 2000 abitanti, per la precisione 1959, che vivono in questo borgo medievale molto suggestivo situato a quasi 700 metri d’altezza. Abitanti che triplicano durante il periodo estivo quando si viene presi d’assalto dai turisti e dai possessori di seconde case in cerca di refrigerio e di passeggiate nei boschi.

    L’Appennino è quello tosco-romagnolo, un polmone verde ben curato.

    La provincia quella di Forlì-Cesena.

    Altrettanto curato è l’ingresso del paese.

    Nella prima rotonda che si incontra è posizionato il simbolo della città: un’aquila a due teste su sfondo bianco e rosso composto da fiori.

    Le mura di cinta sono state in parte salvaguardate, così come il piccolo Castello e la sua Torre Merlata situati nella parte superiore a protezione di quella che un tempo era una piccola roccaforte.

    Il fiume Tagliacarte divide in due il borgo.

    Il Palazzo Comunale sovrasta Piazza Enzo Bearzot.

    Ecco, una caratteristica del paese è quella che le vie principali sono state dedicate agli eroi della fantastica vittoria ai mondiali di calcio del 1982, unico esempio di strade dedicate a personaggi anche viventi.

    L’idea venne, una ventina di anni fa, al Sindaco dell’epoca Ugo Ferretti, un noto negoziante di tessuti, appassionato di calcio, che assieme al suo vice sindaco Luca Muccioli, un piccolo industriale della zona, convinse la Giunta Comunale a farla propria e a sottoporla agli abitanti attraverso un referendum. Tra i cittadini fu un plebiscito, tanto che il 69 percento diede la sua approvazione.

    I due erano stati anche tra i fondatori della squadra di calcio.

    Al centro della piazza c’è il Monumento ai Caduti, una struttura in roccia con in cima una fanciulla che sorregge una bandiera.

    L’elenco dei soldati è inciso su lastre d’ottone.

    A fianco una stele in marmo, con impressa una stella rossa, ricorda con i nomi scolpiti il sacrificio dei Partigiani che lottarono per liberare quelle zone dai nazifascisti.

    Le panchine intorno permettono agli anziani di riposarsi, di fare delle chiacchiere e di godere dell’ombra, nel periodo estivo, di alcuni bagolari messi lì attorno.

    Questa è Trecolli.

    Un paesino con le sue storie, belle e brutte, con i suoi abitanti, buoni e cattivi.

    In pratica il mondo in piccolo.

    2

    Ore 9.00

    È venerdì a Trecolli, un venerdì di fine novembre e, come tutti i fine settimana da un bel po’ di anni, alcuni telefonini sono più sollecitati di altri.

    Allora, ci contiamo?

    Chi scrive il messaggio su WhatsApp sono io.

    E io sono Carmelo Pecora.

    E sono il Maresciallo dei Carabinieri e Comandante della Stazione di Trecolli.

    Dopo aver prestato servizio in diverse città ho deciso di terminare gli anni, o meglio, oramai i mesi, che mancano alla mia pensione in questo paesino tranquillo, direi quasi paradisiaco.

    Vivo nell’appartamento di servizio adiacente la caserma da quattro anni, insieme a mia moglie Alessandra e alla nostra Beba, una fantastica femmina di pastore tedesco.

    I nostri figli, Luigi e Eleonora, vivono il primo a Faenza con la moglie Elena, la seconda a Forlì con il compagno Marco. La cosa che più ci manca di questa distanza è quella di non poter vedere con continuità i nostri nipotini Viola e Tommaso.

    Come detto il paesino è tranquillo ed è per questo che trovo il tempo, pur essendo in ufficio, di cazzeggiare sui social digitando queste tre paroline che sono diventate da tanti anni quasi un’abitudine.

    E questo messaggio l’ho digitato nel Gruppo Calcio del Venerdì, creato appunto diversi anni fa.

    A dire il vero si sarebbe dovuto chiamare quelli che non vogliono arrendersi all’età, per la veneranda età della maggior parte dei componenti.

    Gente che ha calcato da una vita i campi di calcio della provincia forlivese.

    Nelle loro vene, oltre al sangue e a qualche litro di sangiovese, scorre la passione per questo sport.

    Il giorno prestabilito è quindi ogni venerdì che Dio manda in terra.

    Non facciamo caso alle condizioni atmosferiche e ci diamo appuntamento al campo parrocchiale, quello situato dietro la Chiesa della Pace che si trova a pochi passi dal torrente Tagliacarte.

    Da ora, e per quindici minuti circa, ci sarà un’intensificazione di squilli per le notifiche che arriveranno.

    Sono certo che qualcuno le ha pure disattivate.

    Alle conferme si alterneranno diverse immagini diciamo un po’ hot o meglio hard che ognuno di noi provvederà a cancellare prima che i telefonini finiscano in mano ai nipotini.

    Gli smartphone di noi diversamente giovani saranno quindi molto sollecitati.

    Più display si illuminano, più c’è la certezza di un’ampia partecipazione, del resto se ci si vuole divertire bisogna essere in un numero sufficiente.

    Sotto i dieci non si gioca, ma in tanti anni questa eventualità si è contata sulle dita di una mano.

    Il massimo del divertimento lo troviamo nelle condizioni climatiche avverse, tipo pioggia e, perché no, durante le nevicate che a questa altezza non sono improbabili.

    Eccolo, puntuale come la morte.

    Scrive Carlo, difensore dai piedi buoni, riferito a me e aggiungendo una faccina sorridente.

    Carlo Baldassarri è il fornaio del paese.

    E Furner Birichin, recita il cartello sopra la bottega.

    Gestisce l’attività insieme alla moglie Daura.

    La loro figlia, Chiara, abita a Bologna.

    Ad aiutarlo nell’attività c’è Massimo Altavilla, anche lui non più giovanissimo, che da quasi 20 anni lavora alle dipendenze di Carlo.

    Logico che io ci sono è sempre lui a scrivere.

    Ma… dove andiamo a mangiare?. Ecco questo è il secondo appuntamento al quale noi del gruppo non ci sottraiamo, cascasse il mondo.

    Il fornaio fa sempre questa domanda, retorica a dire il vero, perché sa benissimo che l’appuntamento del dopo partita è all’Osteria del Tempo Perso di Ivano Rossi che gestisce il locale aiutato dal nipote Gabriele.

    Ivano è uno dei più grandi del gruppo, molto bravo tecnicamente anche se non corre tanto, ma vista l’età gli si perdona tutto.

    Ed ecco che anche lui non perde tempo e conferma la sua presenza.

    Ivano c’è.

    Lui è anche conosciuto come vado a fare la doccia che è diventato il suo mantra.

    Quando in campo è stanco cerca una scusa per andare via prima del tempo, poi ci aspetta tranquillamente in osteria.

    Anche io ci sarò.

    Ecco il messaggino di Massimo Zambelli detto il Doc, difensore roccioso.

    Lui è il macellaio.

    Ma non in senso figurato rivolto al calcio.

    Lui lo fa per mestiere.

    È infatti il proprietario de La Boutique del Filetto, un nome un po’ eccentrico, ma rispecchia la sua personalità, non gli piacciono le cose convenzionali.

    È chiamato Doc, perché come un bravo chirurgo sa utilizzare i ferri del mestiere con maestria e i suoi tagli di carne sembrano incisi con il bisturi per quanto sono belli da vedere.

    La moglie Barbara fa l’insegnante in una scuola media di Mollade.

    Gestisce la macelleria con il suo socio Maurizio, detto Raschio, che è sposato con Cinzia e dalla loro unione è nato Emanuele.

    Ci sarà anche Raschio.

    Digita proprio il secondo macellaio, si vede che sono insieme in negozio.

    Ecco il tostissimo Raschio, caparbio centrocampista, amante delle scivolate soprattutto quando il terreno fangoso lo permette.

    Qualcuno non risponderà avendo con il telefono un rapporto non proprio idilliaco e terrà in ansia tutto il gruppo, ma poi si presenterà.

    Anche io ci sono.

    Pier, il postino, detto Fringuellino per la sua agilità, un altro difensore difficile da superare.

    Quando non lavora lo si può trovare in bicicletta lungo i tornanti più ripidi o in giro per paesi caldi.

    Ama il mare e appena può lo raggiunge a qualsiasi latitudine.

    Per rispondere vuol dire che è in paese, qualche volta capita anche a lui di lavorare, normale se vuole mantenere queste passioni.

    Presente.

    Piero della Rema, il ciabattino, tra una riparazione e l’altra ha trovato il tempo per confermare la sua presenza.

    Centrocampista a tutto campo e motivatore assoluto.

    Qualcuno non apprezza il suo continuo parlare per spronare a fare meglio, ma oramai ci si è abituati a questo suo modo di fare.

    Ama tantissimo il suo lavoro anche perché ha avuto un bravissimo maestro.

    Suo papà Carlo.

    Ha anche aperto un negozio di scarpe, Rema, che ha affidato ai figli Monia, Chiara e Niccolò.

    Lui, per rispetto del padre e per continuare nella tradizione di casa, si accontenta di ripararle, le scarpe, e qualche volta anche a farle di sana pianta in maniera davvero artigianale.

    La bottega è situata sotto il Portico Antognoni che fa da perimetro a Piazza Bearzot, proprio nel centro del paese, dove c’è quasi la totalità delle attività commerciali di Trecolli.

    Di preciso non so quale sia il suo vero cognome perché da tutti è conosciuto proprio come Piero della Rema, e Rema era il nome della mamma.

    Anche io sarò presente.

    Ecco Claudio, Sindaco progressista, ed eccezionale difensore.

    Spinto, anche da qualche amico del gruppo del calcio, a partecipare con una lista civica alla contesa per amministrare Trecolli.

    Uno scontro fratricida visto che il suo avversario era stato Silvano, il farmacista, con idee un po’ destrorse e anche lui componente della squadra.

    In campo tutte le differenze politiche si annullano, per fortuna.

    Silvano, difensore estremamente caparbio, è uno di quelli che non partecipa alle discussioni in chat, però si presenta puntualmente a giocare.

    Lui è il proprietario della Farmacia che gestisce insieme alla moglie Serena.

    A vedere le risposte credo proprio che questa sera ci sarà una buona affluenza.

    E come potrei mancare.

    Gaetano sta digitando dalla stanza a fianco

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