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Un Principe in Fasce
Un Principe in Fasce
Un Principe in Fasce
E-book196 pagine1 ora

Un Principe in Fasce

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Info su questo ebook

Nasconde dentro di sé un segreto più prezioso dell'oro.

Allison

Il figlio del Principe scalcia nella mia pancia ma, anche se amo quell'uomo, non oserò dirgli la verità.

Quando conobbi il Principe Sebastian, l'erede al trono, mi fece subito perdere la testa con il suo fascino irresistibile e i bellissimi occhi nocciola. Per non parlare delle sue spalle larghe e sexy su cui portava il peso del paese.

Tuttavia, un potente nemico della corona complotta per separarci e, per assicurarmi che la reputazione del principe non sia rovinata, sono costretta ad abbandonare l'unico uomo che abbia mai amato.

Ogni volta che guardo il mio bambino negli occhi, vedo suo padre e non posso fare a meno di innamorarmi sempre più di lui.

Sebastian

Non appena vinse il nostro scontro verbale, capii che Alison fosse la donna perfetta per me.

Poiché sono un Principe, è raro incontrare qualcuno che mi tenga testa ma Alison era diversa. Era forte, intelligente e bellissima... e capii subito che avrei dovuto farla mia.

Eravamo così felici... ma adesso è scomparsa, e userò tutte le mie risorse per ritrovarla e riportarla nel luogo cui appartiene.

LinguaItaliano
Data di uscita3 giu 2020
ISBN9781071550175
Un Principe in Fasce
Autore

Mckenna James

Mckenna James is the pen name for a collaborative writing duo who share an addiction to sweet tea and a love for wealthy, attractive men. Since they don't know enough devastatingly handsome men with boatloads of cash to spare, they decided to create some. They specialize in fairytales for today's world featuring modern princes and heroines who speak their minds and carve out happily ever afters on their own terms.

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    Anteprima del libro

    Un Principe in Fasce - Mckenna James

    CAPITOLO UNO

    Alison

    Tutti nel mondo della politica indossavano un’armatura. Metaforicamente parlando, certo. Per me si trattava di un ensemble specifico, curato e perfezionato nel corso del tempo. I miei tacchi a spillo di dieci centimetri risuonavano forte e chiaro per avvertire i nemici del mio arrivo. Indossavo un abito nero aderente per cogliere di sorpresa uomini insospettabili e, a volte, anche donne, e utilizzavo un eyeliner nero e audace, abbastanza appuntito da essere tagliente. Il lupo poteva anche tenersi i suoi vizi... io preferivo un rossetto liquido rosso effetto matto.

    Arrivai in ritardo, ma non troppo, e attraversai le porte doppie. Gli occhi di tutti i presenti si concentrarono su di me mentre percorrevo con eleganza il corridoio, e io annuii con rispetto ai colleghi che rappresentavano le altre nazioni. Klaus Philips, il mio assistente personale, era seduto in prima fila. Non appena mi notò, mi fece un cenno timido della mano. Anche lui indossava la sua armatura – un completo blu navy su misura e una cravatta rossa regalatagli dal suo ex marito – ma non possedeva lo stesso livello di sicurezza che mi caratterizzava.  Quando mi accomodai dietro il cartellino intagliato con il mio nome che si trovava sul tavolo, Klaus si aggiustò gli occhiali, chiaramente nervoso.

    «Credevo di aver programmato una sveglia per te,» mormorò.

    «Lo hai fatto.»

    «Allora perché sei arrivata solamente adesso? Perché non rispondi al telefono? Hai idea di quanto fossi preoccupato?»

    Gli accarezzai un ginocchio per rassicurarlo. «Respira.» Ridacchiai. «Ho tutto sotto controllo.» Indicai con il mento il gruppo di diplomatici riuniti dall’altro lato dell’atrio. C’erano degli uomini più anziani nei loro completi rigidi, e uno di loro sembrava pronto per un pisolino. «Li vedi?» chiesi.

    «Sì, e allora?»

    «Sono infastiditi.»

    Klaus alzò gli occhi al cielo e sbuffò. «Puoi biasimarli? Li hai fatti aspettare per quasi un’ora e mezzo.»

    «Sai perché è un vantaggio per noi?»

    Il mio assistente aggrottò la fronte in segno di concentrazione. «No,» ammise, «ti prego, sentiti libera di condividere la tua saggezza quando preferisci.»

    «Avranno fretta di terminare i loro discorsi. Sprecando il loro tempo, ho risparmiato il nostro. Tralasceranno le parti inutili delle loro presentazioni, e prima finiranno di parlare...»

    «Prima salirai su quel palco,» concluse Klaus, spalancando gli occhi. «Ali, sei un genio.»

    Mi strinsi nelle spalle. «Dimmi qualcosa che non so.»

    «Okay,» sospirò, «Re Regis non sarà dei nostri oggi.»

    Feci una smorfia. «Che cosa?»

    «Beh, ci hai messo così tanto che il Re ha deciso di andare via per occuparsi degli altri impegni.»

    «Perché non me lo hai detto?»

    «Ci ho provato. Non hai risposto al cellulare. Non incolpare me, Smith.»

    Serrai le labbra. «Allora chi prenderà il suo posto? Uno dei rappresentanti del Parlamento?»

    Negli occhi di Klaus comparve un luccichio. «Il principe Sebastian Quarto.»

    Stavo per scoppiare a ridere ma mi resi conto che dicesse sul serio. Mi guardai intorno, controllando l’assegnazione dei posti. I rappresentanti dei paesi più influenti, come il mio, si sarebbero seduti davanti. I diplomatici dei paesi meno importanti sarebbero rimasti dietro.

    Presi un respiro profondo prima di mormorare: «Pensavo che fosse a bighellonare in campagna.»

    «Lo avevo sentito dire anch’io ma so da fonti certe che il Re Regis sta provando a costringere il Principe ad assumersi più responsabilità.»

    «Ma non è qualificato a prendere quel genere di decisioni. Stiamo parlando di una crisi idrica, e non di feste su uno yacht enorme circondato da modelle.»

    Klaus schioccò la lingua e sospirò. «Può voler dire una sola cosa.»

    «Al governo di Wyvernbank non interessa questo problema,» sibilai. «È tutta una montatura.»

    «Ovviamente. Quale modo migliore di mantenere le apparenze sul fronte internazionale se non attraverso una conferenza multi nazionale?»

    Serrai la mascella. Avevo trascorso mesi a raccogliere dati, testimonianze e a parlare con gli esperti della crisi idrica di Belwald, una regione del Regno di Wyvernbank. Centinaia di persone erano state trasferite perché l’acqua non era più potabile e non pioveva da mesi. La regione stava affrontando la fame e la siccità. Dato che la regione di Belwald si trovava a poche centinaia di miglia a nord dai confini del mio paese, ero stata scelta per collaborare con il governo di Wyvernbank per trovare una soluzione alla crisi ma, dopo aver scoperto che il Re Regis era disposto a lasciare che se ne occupasse suo figlio, un ragazzo viziato e presuntuoso, capii che il mio duro lavoro sarebbe andato all’aria.

    Il Principe Sebastian era un personaggio misterioso. Riusciva sempre a evitare le riviste scandalistiche e i media, ma le voci su di lui giravano ugualmente. Avevo sentito dire che una volta aveva comprato un intero villaggio sulla costa soltanto per conservare la sua collezione di auto sportive. Sapevo anche che gli piaceva fare festa e le modelle si vantavano spesso di aver passato il loro tempo con l’erede alla Corona di Wyvernbank. In un articolo recente di Entertainment Sun, avevo letto di un investimento immobiliare che coinvolgeva aragoste, perle e profumo di colonia. Non capivo quale fosse il legame e non ero interessata a scoprirlo.

    Il suono delle trombe segnalò l’arrivo del Principe. Sobbalzai e Klaus nascose un sorriso dietro la mano, ma non prima che gli dessi una gomitata alle costole. Tutti si alzarono quando entrò un uomo vestito completamente di nero. Indossava scarpe di pelle, pantaloni su misura, una camicia e un blazer, e sembrava più un uomo al lutto che un membro della famiglia reale che stava per sbrigare delle faccende importanti.

    Soltanto quando si sedette riuscii a guardarlo bene. Le foto sui giornali non gli rendevano giustizia. Deglutii il nodo che si era formato alla gola. Sul suo volto c’era un’espressione fredda che non mi sarei aspettata di vedere su una persona tanto giovane. I suoi occhi nocciola, incorniciati da ciglia folte e zigomi alti, erano seri. Il Principe aveva una mascella spigolosa, un naso appuntito, i capelli corti e castani e le labbra serrate in una smorfia perenne. Sembrava un perfetto gentiluomo. L’unica cosa che lo distingueva dal resto dei presenti era il simbolo della famiglia reale sulla sua tasca sinistra.

    Il Principe Sebastian si guardò intorno con aria disinteressata prima di agitare una mano, come se volesse concederci il permesso di sederci.

    «Mio padre è sinceramente dispiaciuto per la sua assenza,» disse con tono chiaro e sicuro. Odiavo ammetterlo, ma aveva una bella voce, profonda e roca. La sua pronuncia aveva una cadenza melodica, il risultato di tutti gli anni passati a studiare tra le mura del palazzo. Il Principe Sebastian era molto più serio di quanto le riviste scandalistiche mi avevano fatto credere.

    Tuttavia, scossi la testa per scacciare via dai miei pensieri la sua voce. Non aveva importanza, era soltanto una pedina con cui suo padre si divertiva a giocare. Non avrei permesso a un uomo con un bel faccino di distrarmi dal motivo per cui mi trovavo lì.  Anche se per il Re la crisi idrica non era una questione seria, per me lo era.  In gioco c’erano le vite di molte persone. Se la situazione fosse peggiorata, chissà a quali conseguenze avrebbe portato. La mancanza d’acqua avrebbe causato violenza e tumulti, perché la disperazione tirava fuori il peggio delle persone.

    Il Principe poggiò il mento sulla mano. «Sedetevi,» ordinò. «Andiamo subito al sodo.» Spostò lo sguardo sull’oratore, una donna che indossava una divisa di Wyvernbank. «Saltiamo i convenevoli, d’accordo?»

    La donna annuì e si spostò al centro della sala, dietro a un podio con un microfono. «All’ordine del giorno abbiamo le tasse sulle importazioni internazionali. Se il rappresentante della nazione di Dulan ci facesse l’onore di...»

    Mi alzai prima che potesse continuare. «Madame Speaker, posso prendere la parola?»

    «Diplomatico Smith,» disse lentamente la donna. «Per favore, si sieda. Non è il suo turno.»

    «Si tratta di una questione importante,» insistetti. Mi voltai verso il Principe e lo guardai direttamente negli occhi. «La gente sta letteralmente morendo di sete e voi volete parlare delle tasse sulle importazioni?»

    «Miss Smith, non può rivolgersi direttamente a Sua Altezza Reale,» sbottò la donna. «Si sieda. Non lo ripeterò un’altra volta.»

    «Se continuerete a ignorare l’argomento, altre persone, la vostra gente, soffriranno,» continuai.

    Klaus poggiò una mano sul mio braccio. «Ali, che diavolo stai facendo?» sibilò. «Non potremo aiutare nessuno se ci farai cacciare.»

    L’oratore fece segno a uno degli uomini del personale della sicurezza di avvicinarsi. L’uomo non perse tempo e venne subito verso di me, afferrandomi un braccio con decisione. Mi dimenai e continuai a guardare il Principe, che non mi aveva staccato gli occhi di dosso. Probabilmente, era sconvolto.

    «Delle persone stanno morendo,» urlai. «Uomini, donne, bambini e anziani. Il Re Regis ha ignorato la questione per troppo tempo. E in favore di cosa? Le tasse

    «Basta così,» sbottò l’oratore. «Portate via il Diplomatico Smith.»

    Si avvicinò un’altra guardia. Entrambi avrebbero potuto facilmente trascinarmi via da lì, ma non lo fecero, perché sapevano bene chi fossi. Ero Alison Smith, dannazione, Diplomatico di Sunyata come lo era stato mio padre e sua madre prima di lui.

    Se mi avessero mandato via con la forza, lo avrebbero considerato un gesto offensivo nei confronti del mio paese e il Regno di Wyvernbank non poteva permetterselo. Le nostre nazioni avevano un passato burrascoso, quindi dovevano fare attenzione quando si trattava di me.

    Il Principe sollevò una mano e raddrizzò le spalle. «Fermatevi,» ordinò con tono calmo. Senza esitare, le guardie mi lasciarono andare e il Principe si piegò in avanti, poggiando i gomiti alle ginocchia. Sul suo viso comparve un sorriso divertito. «Voglio sentire che cos’ha da dire.»

    CAPITOLO DUE

    Sebastian

    L’avevo riconosciuta non appena ero entrato nella sala. Sarebbe stato difficile non farlo. Alison Smith era una ventata d’aria fresca, una persona abbagliante e molto più minacciosa di come la descrivevano i report privati che avevo ricevuto. I suoi lunghi capelli scuri erano stati raccolti in uno chignon elegante e delle ciocche ricadevano ai lati del viso. Il trucco metteva in risalto i suoi occhi blu e le sue labbra carnose, ma la cosa che mi colpì di più fu la sua tenacia e la sicurezza che aveva in se stessa.

    Patrick Laurent, che era rimasto in piedi accanto a me, si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio: «Che cosa state facendo? Va contro il protocollo. Ci sono molte altre persone che devono parlare prima di lei. Potrà farlo quando arriverà il suo turno.»

    Mi appoggiai allo schienale, intrigato da quella donna. «Continui,» dissi.

    Prima che prendesse un respiro profondo, sul suo volto comparve un’espressione estasiata. La donna allungò una mano verso l’uomo esile con gli occhiali da vista e un’espressione timida, seduto accanto a lei, e afferrò i documenti che le passò. Si mosse con grazia e, dopo aver estratto un documento, si rivolse di nuovo a me. Patrick aveva ragione. Andava contro il protocollo. Avrebbe dovuto rivolgersi alla sala. Invece, Alison Smith decise di parlare direttamente con me.

    «Come probabilmente saprete già,» disse con un accento affascinante, «la regione di Belwald soffre da mesi. I fiumi e i bacini si sono svuotati, lasciando la popolazione senza acqua. Inoltre, il settore agricolo è stato colpito da un pessimo raccolto. Il pericolo della carestia ha costretto migliaia di persone a migrare verso i confini di Sunyata in cerca di rifugio.»

    Cominciai a mordicchiarmi la guancia mentre riflettevo. Mi avevano detto che Alison Smith non fosse soltanto un bel visino. Era ovvio che fosse intelligente e furba. Mio padre mi aveva lanciato nella fossa dei leoni e non mi restava che affrontarli.

    «Mi lasci indovinare,» dissi. «Vuole sapere quale sarà la nostra risposta.»

    «No,» rispose. «Voglio sapere perché non ne abbiamo ricevuta una.»

    Sapevo quale fosse la risposta, ma non potevo rivelarla. Non potevo ammettere davanti a tutti che i fondi del Regno si stavano esaurendo perché mio padre era più pravo a fare acquisti piuttosto che a comportarsi da Re. Il mondo credeva che io vivessi una vita fatta di lussi e feste ma, se avessero saputo la verità, avrebbero preso le mie parti e, forse, Alison Smith non mi avrebbe guardato come se fossi una bestia senza cuore.

    «Da un punto di vista amministrativo, abbiamo le mani legate,» disse Patrick al mio posto.

    Alison corrugò

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