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Amante milionario: Harmony Destiny
Amante milionario: Harmony Destiny
Amante milionario: Harmony Destiny
E-book242 pagine3 ore

Amante milionario: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Matt Ballard non stravede per le occasioni mondane, nonostante sia uno scapolo ricchissimo e appetibile. Ma questa occasione in particolare gli offrirà su un piatto d'argento la possibilità di cogliere una dolce vendetta. Per beneficenza, infatti, potrà acquistare un appuntamento con Claire Caldiera, la ragazza con cui usciva ai tempi dell'università. Il piano di Matt è semplice: incontrarla, fare due chiacchiere sul passato e sul perché lei lo ha lasciato senza una spiegazione e magari abbandonarsi a un'innocua seduzione prima di togliersela definitivamente dalla testa. Peccato che Claire...

LinguaItaliano
Data di uscita26 lug 2011
ISBN9788861838642
Amante milionario: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Amante milionario - Emily McKay

    Titoli originali delle edizioni in lingua inglese:

    The Billionaire’s Bridal Bid

    Blackmailed Into The Prince’s Bed

    Silhouette Desire

    Hq Internet Serials

    © 2010 Emily McKaskle

    © 2009 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Franca Valente

    Traduzione di Roberta Canovi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    ebook ISBN 978-88-6183-864-2

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Emily McKay

    AMANTE MILIONARIO

    1

    «In giro si dice che hai accettato di essere una delle ragazze dell’asta questo fine settimana. Ci sarà la fila per aggiudicarsi un appuntamento con te!»

    Claire Caldiera stava versando del caffè fumante a Rudy Winton, affezionato cliente del suo ristorantino, quando sollevò lo sguardo per osservare Victor Ballard che le sorrideva maliziosamente, con il gomito appoggiato al banco. Claire si astenne dall’alzare gli occhi al cielo, quel mattino non aveva tempo da sprecare a rintuzzare le avance di Vic, sfilò lo strofinaccio dalla cintura del grembiule e ripulì il banco vicino alla tazza di caffè.

    «Se ti serve qualcos’altro, Rudy, dimmelo.» Sorrise con calore all’uomo anziano, membro del consiglio scolastico.

    «No, grazie, cara, starò benissimo qui a mangiare la mia ciambella.»

    Claire assentì e si allontanò per preparare altro caffè, Vic la seguì.

    Nella cittadina in cui abitavano fin dalla nascita, Vic riteneva di essere uno scapolo ambito. Peccato che Claire lo conoscesse così bene da considerarlo una nullità.

    «Sono solo chiacchiere o avrò finalmente la fortuna di portarti in giro per la città?» si informò Vic.

    Claire si voltò per guardarlo, non senza aver prima cercato una via di fuga, rappresentata da qualche cliente da servire: sfortunatamente la mezza dozzina di avventori abituali del Cutie Pies stava consumando soddisfatta il proprio pasto. Si costrinse a sorridere. «È vero. Domani sera sarò sul palco dell’asta.»

    Sul viso di Vic si aprì un lento sorriso che avrebbe fatto sciogliere metà delle donne della città. Il problema era che lei faceva parte dell’altra metà della popolazione femminile, stanca del suo fascino viscido e falso. Poteva anche avere la mascella squadrata da supereroe e gli occhi azzurri di un cherubino, ma le si rivoltava lo stomaco quando lui ci provava con lei.

    «Meno male che ho risparmiato qualche soldo» mormorò Vic.

    «Immagino.»

    Come se avesse avuto bisogno di risparmiare soldi per qualche cosa. Proveniva dalla famiglia più ricca di Palo Verde, la loro cittadina in California. Ma c’era ben altro di cui lamentarsi per quel che lo riguardava.

    Il vero motivo per cui non era mai voluta uscire con Vic Ballard era che le ricordava troppo suo fratello, Matt Ballard. Matt possedeva tutta l’avvenenza del fratello, senza la sua aria dissoluta. Matt era molto più attraente. O per lo meno lo era stato quando lei era giovane e ingenua. Aveva diciotto anni e Matt le aveva fatto credere per sei settimane che uno come lui potesse amare una ragazza come lei, che l’amore vagheggiato nei suoi sogni romantici fosse possibile. Non glielo avrebbe mai perdonato.

    Vic Ballard era solo un verme, ma Matt le aveva spezzato il cuore.

    Si considerava fortunata che fosse Vic a comparire una volta al giorno nel suo ristorantino, mentre Matt non era mai più tornato a Palo Verde. Lui odiava la cittadina in cui erano cresciuti, così come odiava lei, almeno questo era il sospetto di Claire. Da quando si erano lasciati Matt era diventato uno dei fondatori e l’attuale direttore tecnico della FMJ, una società molto florida con sede nella zona della baia di San Francisco.

    Matt, insieme ai compagni del liceo Ford Langley e Jonathon Bagdon, aveva dato vita alla società quando erano ancora all’università. Ancor prima che la FMJ diventasse ufficialmente una società, avevano riunito i loro talenti per concludere affari lucrosi. Matt era così diventato ricco, allontanandosi sempre di più dalla portata di Claire di quanto già non fosse al liceo. Allora per i Caldiera lui era solo il secondogenito della famiglia più benestante della città.

    «Quindi è tutto vero?» stava dicendo Vic. «Finalmente verrai meno alla tua regola di non concedere appuntamenti?»

    «Che ti posso dire? È per una buona causa.»

    Un’associazione benefica cittadina aveva organizzato una grande serata di gala per aiutare la biblioteca: avrebbero raccolto fondi con cui acquistare libri per bambini. L’asta era più un ambiente per frizzanti debuttanti che per una laboriosa imprenditrice come lei, ma quando una delle ragazze aveva avuto un incidente ed era stata costretta ad abbandonare, l’associazione l’aveva convinta a sostituire l’infortunata sul palco dell’asta. Non avrebbe potuto dire di no, la vecchia biblioteca le aveva sempre offerto un riparo sereno durante la sua giovinezza travagliata. Ci teneva molto alla causa, anche se avrebbe dovuto sopportare per tutta la sera un idiota come Vic Ballard.

    Non sapeva neppure perché avrebbe dovuto fare un’offerta su di lei. Vic aveva rovinato la vita di sua sorella, come poteva pensare che Claire fosse interessata a lui? Questo, comunque, non l’aveva distolto dal provarci ripetutamente in tutti quegli anni. Era proprio quello il motivo per cui aveva deciso di non uscire mai con nessuno. A quanto pareva, però, l’ego dell’uomo non aveva limiti. Comunque le cose sarebbero potute andare ancora peggio, se per esempio fosse stato Matt a puntare su di lei, si sarebbe trovata davvero nei guai.

    Se avesse dovuto scegliere tra due idioti filantropici, avrebbe senz’altro scelto quello che non era stato il suo primo amore.

    «Stai puntando mille dollari su... che cosa, dei muffin.» La voce della donna arrivava dalle spalle di Matt. «Per essere uno che non voleva partecipare a questa serata, stai spendendo un sacco di soldi in muffin.»

    Matt terminò di scrivere il numero della sua paletta sul modulo dell’asta e si raddrizzò prima di voltarsi indietro. In fondo aveva ormai familiarità con il sardonico tono di voce di Kitty Biedermann. All’inizio dell’anno la FMJ aveva rilevato la società di Kitty, la Biedermann Jewelry. La FMJ di solito si occupava di acquistare società di tecnologie, piuttosto che catene di gioiellerie. Ma la decisione di espandersi in quel campo era stata fruttuosa per la FMJ. Inoltre, Ford si era innamorato pazzamente della sensuale Kitty e Matt non poteva biasimarlo.

    Come sempre era splendida. Indossava un abito da cocktail cremisi, che sembrava incollato al corpo, e i capelli le cadevano perfetti sulle spalle mettendo così in ombra tutte le altre donne. Le diede un buffetto sulla guancia. «Però sono buoni quei muffin.»

    Lei ricambiò il sorriso, continuando a flirtare. «Credo proprio di sì.»

    Kitty era un diavolo di donna. Sarebbe stato tentato di provarci, se lei non fosse stata già sposata con uno dei suoi migliori amici. «Allora, quando ti deciderai a mollare Ford e a scappare con me?»

    Lo sguardo di lei si spostò verso il bar dall’altra parte del patio, dove Ford era in coda per prendere da bere. Il patio del country club si affacciava sul verde campo da golf e sulle ondulate colline ai piedi delle montagne della Sierra Nevada.

    Mentre erano fermi su Ford, gli occhi di Kitty esprimevano un amore talmente appassionato che Matt sentì stringersi il cuore per un’emozione che non volle esaminare. Forse c’entrava il fatto di essere tornato in quella dannata città.

    Poi l’espressione di Kitty si trasformò in finta comprensione. «Oh, non sei riuscito a trovare una ragazza che ti accompagnasse fin qui?» Scosse la testa con disapprovazione. «Sono quelle modelle ossute con cui esci, i loro posteriori non sono proprio adatti per lunghi viaggi in macchina.»

    Lui rise, malgrado fosse di cattivo umore. «Già, è una vera epidemia. Modelle troppo magre.»

    Le labbra di Kitty si curvarono in un sorriso sensuale. «Bisognerebbe organizzare serate di gala con raccolta di fondi a questo scopo.»

    «Le organizzerò io stesso se significa che potrò liberarmi da questa.»

    Proprio in quel momento, Ford ritornò con i bicchieri e porse a Matt la sua birra preferita. «Fammi indovinare, sta tentando di rifilarti la solita storia strappalacrime del tipo i miei genitori non mi amavano abbastanza

    Matt si sforzò di sorridere, infilandosi la paletta nella tasca posteriore e prendendo la birra da Ford. «Credi davvero che tenterei di affascinare la tua donna?»

    Prima che Ford potesse rispondere la madre di Matt li raggiunse.

    «Eccoti, caro! Il presidente della fondazione mi ha implorata di presentarti.» Parlò con un’eccessiva falsa allegria mentre baciava l’aria nei pressi delle sue guance.

    «Ciao, mammina cara» disse scherzosamente.

    Lei si accigliò, ma non replicò nulla. Dopo un breve saluto, Ford e Kitty si ritirarono con discrezione. Appena i due si furono allontanati, la madre si avvicinò e bisbigliò: «Ti prego di non chiamarmi in quel modo».

    «È un termine affettuoso» rispose lui asciutto tra un sorso e l’altro, pensando che avrebbe preferito qualche cosa di più forte.

    «No, è un insulto. Lo sai che non mi piace quando mi chiami così.» La bocca imbronciata era un chiaro segno di disapprovazione. Senza le cure al botulino, la sua espressione sarebbe stata perennemente corrucciata.

    «E tu lo sai che non mi piace che mi presenti agli amici come se fossi il tuo cavallo vincente.»

    Lei sollevò lo sguardo acido per fissarlo negli occhi, poi annuì. «Molto bene, allora niente presentazioni.» Lo prese sottobraccio pronta a pavoneggiarsi nella sala con lui. Non l’avrebbe presentato, ma si sarebbe vantata di lui con tutti. «Spero che tu abbia puntato una somma generosa nell’asta.»

    «Sapevo che l’avresti sperato.»

    Quando vide l’ammontare della sua offerta espresse disapprovazione. «Matt caro, mille dollari per dei muffin non è appropriato.»

    «Sei stata proprio tu a suggerirmi di puntare generosamente.»

    «Adesso stai facendo l’ottuso di proposito.»

    «Si dà il caso che mi piacciano i muffin di Cutie Pies

    Il locale era stato una delle poche oasi felici durante la sua adolescenza.

    La madre scosse appena la testa. «Come farebbe Chloe a mandarti un muffin ogni giorno se abiti a tre ore da qui?»

    «Sono certo che troverebbe il modo.» Stava passando in rassegna la sala, sperando di scorgere Ford e Kitty per potersi districare dai tentacoli della madre, ma dovevano essersi già riempiti i piatti di cibo da portare ai tavoli del salone da ballo, dove si sarebbe tenuta anche l’asta. La sua distrazione gli impedì di rendersi subito conto delle parole della madre. «Chi? Non è più Doris Ann a mandare avanti Cutie Pies

    Anche se i pettegolezzi locali non gli interessavano, aveva però pensato di passare al locale, il mattino seguente. Desiderava infatti riprendere i contatti con la laboriosa vecchietta che era stata per lui come la sua mamma ideale, generosa e gentile nonostante il suo aspetto burbero.

    «No, Doris Ann si è ritirata tanti anni fa, la nipote ha preso il suo posto, Chloe qualcosa, o forse Clarissa.» Quando Estelle si rese conto che il figlio si era bloccato, si voltò a guardarlo. «C’è qualcosa che non va, caro?»

    Matt scosse la testa per schiarirsi le idee. «Claire, si chiama Claire Caldiera.» Si sforzò di guardare gli occhi calcolatori della madre, sogghignò e scosse le spalle per fingersi indifferente. «Frequentava la mia scuola, ha un paio di anni meno di me.»

    La donna sembrò accettare la sua spiegazione e lo prese sottobraccio. «Hai sempre avuto occhio per i dettagli.»

    Sperando che il suo tono non tradisse la profonda curiosità che lo divorava, commentò: «Non sapevo che fosse tornata in città».

    L’ultima volta in cui l’aveva vista era diretta a New York in cerca di una vita nuova ed eccitante, con il suo ragazzo, Mitch.

    Lo conosceva solo da settantacinque ore ma questo non le aveva impedito di mollare Matt e di salire sulla moto del nuovo amico in cerca di avventura. Senza dubbio ricordava quell’episodio perché aveva una memoria fenomenale per i dettagli...

    «Oh sì, anni fa.»

    Matt era rimasto assorto su Claire e non si era accorto che la madre l’aveva dirottato verso il salone delle feste dove l’asta stava per cominciare. Mentre le teneva la porta per farla passare si costrinse a prestarle attenzione. «... ma sai com’è tuo fratello. Quando si fissa su qualche cosa, non c’è verso di convincerlo altrimenti.»

    «Sì, è cocciuto come un mulo» commentò Matt asciutto.

    Il presentatore dell’evento era già sul palco a celebrare esultante tutto il lavoro che ci era voluto per far decollare la serata.

    La madre lo fissò. «Non è una cosa carina da dire, tesoro.»

    «Non voleva essere un complimento. In che cosa consisterebbe la sua testardaggine questa volta?» si informò Matt cercando di portare l’attenzione della madre lontana da sé, verso suo fratello.

    «Questa faccenda delle ragazze all’asta.»

    Lo sguardo di Matt si soffermò sul palcoscenico, dove una fila di donne eleganti, dalle chiome perfettamente in ordine, era ferma dietro il presentatore, come delle miss a una gara di bellezza.

    Cinque erano abbastanza carine e assolutamente irrilevanti, la sesta era Claire Caldiera.

    Alla vista di lei il fiato gli si mozzò in gola e i sensi si acutizzarono. Giusto in tempo per afferrare la fine della farneticazione della madre.

    «È così determinato a puntare su questa Chloe, e non ne capisco la ragione.»

    «Claire» mormorò Matt mentre un dolore sordo gli pugnalava il petto.

    «Sì, Claire, Chloe, chiunque sia, il punto è che...»

    Ma Matt aveva di nuovo smesso di ascoltarla. Non solo Claire era tornata in città, ma quella sera si trovava lì, davanti a lui. Sul palco dell’asta.

    Dunque, quell’asino detestabile e borioso di suo fratello era deciso ad aggiudicarsi un appuntamento con Claire Caldiera? Molto bene, prima però avrebbe dovuto vedersela con lui.

    Dopo tutto, Matt e Claire avevano ancora un affare in sospeso da sistemare.

    Le luci del palcoscenico erano così forti che Claire non riusciva quasi a distinguere quel che accadeva nel salone. Era un’esperienza sconcertante per una come lei, per nulla abituata a mettersi in vista. Avrebbe desiderato essere la prima, invece dell’ultima, a venire messa all’asta.

    Soprattutto cercò di non innervosirsi durante l’interminabile attesa, mentre ciascuna ragazza aspettava le offerte, tra allegri richiami e acclamazioni vivaci. Quando arrivò il suo turno, il pubblico stava diventando irrequieto e il rumore di fondo si era alzato di tono.

    Infine fu chiamata accanto al presentatore, Rudy Winton.

    Tenendo il microfono abbassato perché il pubblico non sentisse, Rudy si chinò e le sussurrò: «Sembri terrorizzata, Claire».

    Lei cercò di sorridere, ma sentiva le labbra che le tremavano. «Che ti posso dire? È la prima volta che mi vendo per beneficienza.»

    L’uomo sogghignò e le diede una strizzatina di incoraggiamento sulla spalla. «Andrà tutto bene, cara.» Il sorriso di Rudy la fece sentire più rilassata.

    Poi la presentò agli spettatori.

    «La prossima, signori, è la bellezza della città, Claire Caldiera.» Si fermò per un timido applauso. Sorrise alla platea. «Tutti sanno che Claire non concede mai appuntamenti.» Il pubblico ridacchiò. «Ci vuoi dire perché non concedi più occasioni agli uomini di Palo Verde?»

    Per un attimo Claire fissò semplicemente il microfono che le era stato messo davanti, mentre le passavano per la testa possibili risposte. Ero stanca di essere definita una scocciatura solo perché non ero pronta a saltare in un letto al primo appuntamento. E che dire di: le donne della mia famiglia sono troppo fertili e scelgono sempre gli uomini peggiori, quindi ho deciso di non rischiare. Quella avrebbe di sicuro fatto aumentare le offerte. Poi c’era: un bastardo mi ha spezzato il cuore per sempre anni fa, e non l’ho ancora superata. Ma quell’ultima non l’avrebbe ripetuta neppure a se stessa, troppo patetica.

    Poi scosse le spalle e sorrise, in un modo che appariva giocoso anziché preoccupato. «Quasi tutti i giorni mi alzo alle quattro per fare quelle ciambelle che ti piacciono tanto, Rudy. Nessun uomo vorrebbe dover riportare a casa una donna per le sei di sera.»

    Rudy sorrise divertito. «Eccola qui, signori. La vostra unica possibilità di far fare tardi a Claire.»

    Sentendo il pubblico che rideva Claire si rilassò ancor di più. Forse non sarebbe andato tutto a finire in un disastro.

    Rudy le strizzò l’occhio. «Cominciamo le offerte da una cifra di cinquecento dollari.»

    Sentì mancarle il terreno sotto i piedi. Cinquecento dollari? Nessun uomo sano di mente avrebbe pagato una cifra simile per uscire con lei.

    Proprio quando

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